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Originariamente inviata da Crystal
Per cui la tcc nelle fs radicate è una terapia non risolutiva?
La mia ad esempio è radicata, ma tendo ad avere un'approccio alla terapia costante e umoralmente adeguato inizialmente, ma nel giro di poco tendo ad affievolirmi e a non crederci più.
Unico problema è che non capisco se la non riuscita della tcc dipenda dall'approccio che ha su di me questo tipo di esercizi terapeutici.
Ad esempio l'esposizione graduale con me non ha mai funzionato. O meglio seguendo quello che scrivevo prima ha funzionato inizialmente, e poi non riuscivo a proseguire.
Il mio psicologo ci sà fare e parecchio, ma è sempre tcc. Come faccio a capire se la terapia non fa per me?
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Un consiglio, pensandoci, posso dartelo, o più correttamente un commento su come la terapia (e in generale qualsiasi tentativo di cambiare sé stessi) funziona, secondo la mia esperienza: se non crediamo alle indicazioni che riceviamo, non ce ne gioviamo. Sembra una banalità, ma in realtà non lo è. Una tcc, se non credi che abbia senso, non funziona, come qualsiasi altra terapia. Questo non significa che se non ci affidiamo ciecamente ad un terapeuta o ad una teoria i nostri sforzi sono inutili, poiché la terapia è (o dovrebbe essere) un'attività dialettica, in cui la conquista di verità è lenta e graduale.
Non è dunque un invito ad avere forza di volontà, che non avrebbe alcun senso: il nostro modo di pensare è strutturato a livello inconscio, e non possiamo semplicemente decidere di "credere", come atto di fede.
Le qualità personali del terapeuta (a prescindere dal suo orientamento) sono fondamentali, come ha scritto rds: se una persona non ti ispira fiducia, non ti convince, anche dopo avergli dato tempo sufficiente, credo sia meglio passare a qualcos'altro.
Tu come interpreti il tuo perdere fiducia?