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Vecchio 23-09-2012, 06:47   #1
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Talvolta mi capita di leggere su vari siti: tizio ha fatto questo, tizio ha risposto questo a caia. X è andato negli stati uniti, y ha fatto quattrocento lavori,z ha avuto diecimila ragazze, theta ha fatto talmente tante cose che si è rotto di vivere. Mi chiedo: ma come è possibile che ci siano intorno a me delle persone che in una giornata riescono a fare così tante cose?Io mi sento solo un dannato vegetale. Non riesco a fare altro che provare una paura fottuta di uscire fuori dalle quattro mura, soffrire totalmente del mondo esterno, sfiducia nelle persone che incontro, paura di essere ferito o danneggiato. Io ho solo evidentemente terrore di affrontare la vita, nonostante tutto , di base è questo, forse non sono mai uscito da un utero immaginario, eppure non sono mai stato tenuto in una campana di vetro, ho avuto sì una madre iperprotettiva, eppure capisco tutto questo, ho consapevolezza di questo, cerco di modificare questo, nonostante questo la paura, il terrore, insieme alle ossessioni, sono state le mie vere compagne di vita inseparabili dalla nascita. Come è possibile restare così fermi mentre tutto intorno si muove, mi sembra che si muovano tutti intorno, e io fermo, a riflettere sul significato della mia vita,a riflettere sul significato di determinate azioni, sul significato di questo e quello, a rimuginare rimuginare, a trovare una spiegazione logica, e poi emotiva, e poi una spiegazione arrampicata sugli specchi? Non trovo un senso, non trovo un senso a molto di quello che gli altri fanno, non trovo un senso a questa organizzazione della vita, non trovo un senso a perché fare determinate cose che non sia la mera sopravvivenza, non trovo un senso a perché si provano determinate cose verso determinate persone, non trovo un senso a perché siamo qua, non trovo un senso che non mi dia una spiegazione futile, inutile, depressiva, che mi genera un terrore incontrollabile, non trovo significato in ciò che molte persone dicono, non sono d’accordo con il 90 per cento di quello che sento affermare e per questo devo stare anche zitto pena il passare per bastian contrario invece io credo solo di avere una capacità critica molto sviluppata per primo verso me stesso (vedere autostima bassa e sfiducia nel mio potenziale) e quindi dopo anche verso le altre persone, e questo è un fatto potenzialmente positivo nel senso di una ricerca di un progresso, di un miglioramento, di fare le cose in modo più preciso, di evolversi in tutti i sensi razionale, emotivo, relazionale, eccetera.
Questa mio sforzo quasi eroico, sovrumano, in un mondo dove tutto si muove mentre cerco di trovare un punto fermo da cui partire, cozza continuamente contro la banalità della vita degli altri:mangiare, bere, guadagnare, soddisfare i bisogni primari, e anche ovviamente con i miei bisogni primari. Non riesco a tenere insieme tutto, un senso di impotenza si genera nel tenere insieme pancia cuore e testa. Non c’è nessuno che mi rassicuri, tutti sembrano concedere solo critiche, sfiducia, malessere, ordini, disappunto, non c’è nessuno che mi tenda una mano, nessuno che dica anche io…nessuno che voglia formare gruppi solidali, nessuno che tenda all’unione invece che alla divisione, nessuna chance di realizzare qualcosa che vada al di là di straboccare di soldi o di fare sesso sfrenato fino a non avere più liquido organico per anni, prospettive deprimenti e per cui non esiterei a suicidarmi se non conservassi un pizzico di sana ‘follia’, una speranza nel credere in qualcosa d’altro. Questa speranza non mi ha mai abbandonato da piccolo, sono nato deviato fin dalla nascita. Eppure il terrore e l’impotenza hanno avuto sempre la meglio, gente negativa, gente strafottente, gente corrotta, gente molesta, gente fancazzista, gente con problemi, gente criticona, gente che vuole avere ragione per forza, gente disarmonica, quanti colpi incassati senza essere andati al tappeto. Ma talvolta, di sera, ascoltando una vecchia canzone ‘blue’ , e un sorso d’acqua, le lacrime scendono abbondantemente e in modo silenzioso.

Vorrei concepire questo thread come uno sfogo notturno, sottovoce e senza che lasci una traccia molto evidente, condividere uno stato d’animo di malessere radicato, perché le cose dentro e fuori di me non vanno bene, e io devo dirlo, non posso tacere, non voglio tacere. Vorrei che chi leggesse lo concepisse come una camminata in punta di piedi, e in punta di piedi finire di leggere queste righe di thread, in modo molto sereno, pensare un pochetto a quello che scrivo, abbozzare una risposta.

Impotenza, stanchezza, terrore, fuggire di continuo, ossessioni, quante volte abbiamo provato noi tutti queste sensazioni, non si sfugge da questa gabbia sensoriale che si chiama vita. La conoscenza rende tristi, l’esperienza rende cinici, la paura continua in background a fare il proprio sporco lavoro.
Vecchio 23-09-2012, 06:57   #2
Esperto
L'avatar di Pietro
 

potrei averlo scritto io..giuro..attendo risposte
Vecchio 23-09-2012, 08:40   #3
Esperto
L'avatar di Allocco
 

Non ti quoto Martello, anche se alcuni punti del tuo post sarebbero da approfondire, secondo me.

Anzitutto.. per quanto magra sia la consolazione, non sei solo.
E' tremendamente banale condividere la sofferenza dicendo "ah ci sono anch'io" "ah ma qui siamo tutti più o meno così" ma... mbeh...
E' così

E questo mi porta al secondo punto: la banalità va rivalutata.
Quante volte mi sono scoperto e scopro persone a dire o pensare "ah che coppia banale!" "ah che amicizia banale!" "ah che vita banale!" osservando gli altri, quelli che trotterellano per il mondo col mento in alto facendo cose, vedendo gente.
Eppoi, quando mi trovo a fare cose e vedere gente ANCORA PIU' banalmente rispetto a gli altri va a finire che se mi ci trovo bene non vorrei mai smettere.
E' come i bambini quando devono fare la doccia no?
E' terribile e si lamentano per decine di minuti prima di entrarvi, eppoi non ne vogliono più uscire per via della sua semplice piacevolezza.

E infine... il senso.
Argomento anzichenò delicato.. e complicato.
Dopo aver riflettuto molto a lungo.. penso che il senso abbia una funzione "intenzionale", cioè venga costruito di persona in persona sulla base di ciò che quella specifica persona vuole e andrà a fare della sua vita.
Per questo chi non trova un senso, o fa fatica, o si abbandona al nichilismo/relativismo più beceri (ce ne sono anche di proattivi eh) finisce per ritrovarsi in una valle di lacrime, con nulla in mano.
Se nulla ha un senso, anche il dolore non è niente.
Se il dolore non è niente, non stai soffrendo Martello.
Se stai soffrendo (come è), tu SAI GIA' cosa vuoi, e qual'è il tuo senso..

Non so se ha senso quanto ho scritto!
[gente che si sente male perché ciò che ho scritto fa loro senso]
[ovviamente, queste erano mie personalissime opinioni]

Ultima modifica di Allocco; 23-09-2012 a 08:45.
Vecchio 23-09-2012, 09:43   #4
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Quote:
Originariamente inviata da Martello Visualizza il messaggio
Talvolta mi capita di leggere su vari siti: tizio ha fatto questo, tizio ha risposto questo a caia. X è andato negli stati uniti, y ha fatto quattrocento lavori,z ha avuto diecimila ragazze, theta ha fatto talmente tante cose che si è rotto di vivere. Mi chiedo: ma come è possibile che ci siano intorno a me delle persone che in una giornata riescono a fare così tante cose?Io mi sento solo un dannato vegetale. Non riesco a fare altro che provare una paura fottuta di uscire fuori dalle quattro mura, soffrire totalmente del mondo esterno, sfiducia nelle persone che incontro, paura di essere ferito o danneggiato. Io ho solo evidentemente terrore di affrontare la vita, nonostante tutto , di base è questo, forse non sono mai uscito da un utero immaginario, eppure non sono mai stato tenuto in una campana di vetro, ho avuto sì una madre iperprotettiva, eppure capisco tutto questo, ho consapevolezza di questo, cerco di modificare questo, nonostante questo la paura, il terrore, insieme alle ossessioni, sono state le mie vere compagne di vita inseparabili dalla nascita. Come è possibile restare così fermi mentre tutto intorno si muove, mi sembra che si muovano tutti intorno, e io fermo, a riflettere sul significato della mia vita,a riflettere sul significato di determinate azioni, sul significato di questo e quello, a rimuginare rimuginare, a trovare una spiegazione logica, e poi emotiva, e poi una spiegazione arrampicata sugli specchi? Non trovo un senso, non trovo un senso a molto di quello che gli altri fanno, non trovo un senso a questa organizzazione della vita, non trovo un senso a perché fare determinate cose che non sia la mera sopravvivenza, non trovo un senso a perché si provano determinate cose verso determinate persone, non trovo un senso a perché siamo qua, non trovo un senso che non mi dia una spiegazione futile, inutile, depressiva, che mi genera un terrore incontrollabile, non trovo significato in ciò che molte persone dicono, non sono d’accordo con il 90 per cento di quello che sento affermare e per questo devo stare anche zitto pena il passare per bastian contrario invece io credo solo di avere una capacità critica molto sviluppata per primo verso me stesso (vedere autostima bassa e sfiducia nel mio potenziale) e quindi dopo anche verso le altre persone, e questo è un fatto potenzialmente positivo nel senso di una ricerca di un progresso, di un miglioramento, di fare le cose in modo più preciso, di evolversi in tutti i sensi razionale, emotivo, relazionale, eccetera.
Questa mio sforzo quasi eroico, sovrumano, in un mondo dove tutto si muove mentre cerco di trovare un punto fermo da cui partire, cozza continuamente contro la banalità della vita degli altri:mangiare, bere, guadagnare, soddisfare i bisogni primari, e anche ovviamente con i miei bisogni primari. Non riesco a tenere insieme tutto, un senso di impotenza si genera nel tenere insieme pancia cuore e testa. Non c’è nessuno che mi rassicuri, tutti sembrano concedere solo critiche, sfiducia, malessere, ordini, disappunto, non c’è nessuno che mi tenda una mano, nessuno che dica anche io…nessuno che voglia formare gruppi solidali, nessuno che tenda all’unione invece che alla divisione, nessuna chance di realizzare qualcosa che vada al di là di straboccare di soldi o di fare sesso sfrenato fino a non avere più liquido organico per anni, prospettive deprimenti e per cui non esiterei a suicidarmi se non conservassi un pizzico di sana ‘follia’, una speranza nel credere in qualcosa d’altro. Questa speranza non mi ha mai abbandonato da piccolo, sono nato deviato fin dalla nascita. Eppure il terrore e l’impotenza hanno avuto sempre la meglio, gente negativa, gente strafottente, gente corrotta, gente molesta, gente fancazzista, gente con problemi, gente criticona, gente che vuole avere ragione per forza, gente disarmonica, quanti colpi incassati senza essere andati al tappeto. Ma talvolta, di sera, ascoltando una vecchia canzone ‘blue’ , e un sorso d’acqua, le lacrime scendono abbondantemente e in modo silenzioso.

Vorrei concepire questo thread come uno sfogo notturno, sottovoce e senza che lasci una traccia molto evidente, condividere uno stato d’animo di malessere radicato, perché le cose dentro e fuori di me non vanno bene, e io devo dirlo, non posso tacere, non voglio tacere. Vorrei che chi leggesse lo concepisse come una camminata in punta di piedi, e in punta di piedi finire di leggere queste righe di thread, in modo molto sereno, pensare un pochetto a quello che scrivo, abbozzare una risposta.

Impotenza, stanchezza, terrore, fuggire di continuo, ossessioni, quante volte abbiamo provato noi tutti queste sensazioni, non si sfugge da questa gabbia sensoriale che si chiama vita. La conoscenza rende tristi, l’esperienza rende cinici, la paura continua in background a fare il proprio sporco lavoro.
eh, il mondo è questo
servirebbero diversi pianeti, uno per ogni personalità
il pianeta dei timidi, il pianeta degli estroversi, ecc..
Vecchio 23-09-2012, 10:21   #5
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Quote:
Originariamente inviata da Allocco Visualizza il messaggio
Non ti quoto Martello, anche se alcuni punti del tuo post sarebbero da approfondire, secondo me.
Mi scuso se ho offeso il tuo alto senso della dignità chiedendo un po’ di condivisione, ti invito a trovare forme meno banali di condividere la sofferenza al di là di comunicarle e chiedere aiuto!
Io sono banalotto e riesco purtroppo ad esprimermi solo così con i miei modesti mezzi.


Quote:
Originariamente inviata da Allocco Visualizza il messaggio
Anzitutto.. per quanto magra sia la consolazione, non sei solo.
E' tremendamente banale condividere la sofferenza dicendo "ah ci sono anch'io" "ah ma qui siamo tutti più o meno così" ma... mbeh...
E' così

E questo mi porta al secondo punto: la banalità va rivalutata.
Quante volte mi sono scoperto e scopro persone a dire o pensare "ah che coppia banale!" "ah che amicizia banale!" "ah che vita banale!" osservando gli altri, quelli che trotterellano per il mondo col mento in alto facendo cose, vedendo gente.
Eppoi, quando mi trovo a fare cose e vedere gente ANCORA PIU' banalmente rispetto a gli altri va a finire che se mi ci trovo bene non vorrei mai smettere.
E' come i bambini quando devono fare la doccia no?
E' terribile e si lamentano per decine di minuti prima di entrarvi, eppoi non ne vogliono più uscire per via della sua semplice piacevolezza.
C’è una differenza tra me e te: io non mi ci trovo bene e basta. Tu le osservi e vorresti essere come loro, io li osservo e NON vorrei essere come loro.

Quote:
Originariamente inviata da Allocco Visualizza il messaggio
E infine... il senso.
Argomento anzichenò delicato.. e complicato.
Dopo aver riflettuto molto a lungo.. penso che il senso abbia una funzione "intenzionale", cioè venga costruito di persona in persona sulla base di ciò che quella specifica persona vuole e andrà a fare della sua vita.
Per questo chi non trova un senso, o fa fatica, o si abbandona al nichilismo/relativismo più beceri (ce ne sono anche di proattivi eh) finisce per ritrovarsi in una valle di lacrime, con nulla in mano.
Se nulla ha un senso, anche il dolore non è niente.
Se il dolore non è niente, non stai soffrendo Martello.
Se stai soffrendo (come è), tu SAI GIA' cosa vuoi, e qual'è il tuo senso..

Non so se ha senso quanto ho scritto!
[gente che si sente male perché ciò che ho scritto fa loro senso]
[ovviamente, queste erano mie personalissime opinioni]

Mi sembra esagerato nonché fuori strada completamente parlare di relativismo ‘’becero’’(sei forse un papa boys? confermato dalla lacrimarum valle che scrivi in seguito). Non sono d’accordo.
Ogni valore relativo ha un suo senso del dolore e fin qui dovresti arrivarci. Ogni valore relativo ha un suo senso della felicità. Lo sforzo di capire era inteso come tentativo di avvicinamento non come stupor mundi, certamente so anche io che le cose girano così, ma perché poi in fondo in fondo?

Ecco la mia versione del tuo sillogismo(di tipo sofistico):

Se nulla ha un senso oggettivo, anche il dolore ha un senso soggettivo.
Se il dolore ha un senso soggettivo, io sto soffrendo soggettivamente
Se io sto soffrendo soggettivamente, io so già cosa voglio, tu NO.

Non so se relativamente capisci il senso di quello che ho scritto?Probabilmente no, perché relativamente te ne sbatte poco in quanto relativamente non ti compenetri nella sofferenza dell’altro, ma relativamente hai nell’ordine citato ‘la valle di lacrime’ ‘la banalità della vita’ e infine ad abundantiam hai anche aggiunto un sillogismo permettimi di dirlo, un tantino moralistico.Ovviamente queste che ho scritto sono opinioni assolute è così è basta sono assolute e non c'è possibilità di replica perchè esiste una oggettività assoluta in quello che scrivo anzi se ho scritto questo è Dio che ha guidato la mia mano .Sono solo parole…Concetti. Non c’è nessuna empatia in quello che scrivi. E questo non è un duello dialettico,Ben altro mi aspettavo di ricevere come risposte.

Comunque spazia come vuoi con i concetti, ma non credo che ti seguirò oltre in questo parossismo linguistico, di spaccare il capello su cosa voglia dire questo e quello, che mi sembra un orpello metodologico di stabilire il perché e il percome uno scrive qualcosa prima di scrivere qualcosa, cioè di stabilire un senso a uno sfogo emotivo. Ma uno sfogo emotivo non è una argomentazione logica!

Perciò ti lascio volentieri alle tue speculazioni. Sono stanco di tutto.

Ultima modifica di Martello; 23-09-2012 a 10:23.
Vecchio 23-09-2012, 10:29   #6
Esperto
L'avatar di varykino
 

se aspetti che qualcuno ti aiuti , sei fuori strada, l'egoismo pervade la nostra epoca insulsa, o forse è sempre stato cosi, i ritmi frenetici della vita moderna tendono a modificare il comportamento della gente che preferisce dedicare il tempo a se stessi, è un dato di fatto, poi c è sempre l eccezione ma è piu unica che rara e come tutte le cose ha un limite di tempo anch essa. quindi il tuo disagio che è molto comune a tanti di noi non puo essere risolto da altri solamente da te stesso , in che modo? non lo so devo ancora capirlo.

personalmente ho smesso di essere gentile e comprensivo con le persone , ho provato a essere solidale , andare incontro alla gente , essere me stesso insomma ma non funziona per niente , anzi diventi il debole della situazione e ti succhiano le energie vitali e vedi svanire in fumo tutto quello in cui credi.

Ultima modifica di varykino; 23-09-2012 a 10:34.
Vecchio 23-09-2012, 10:34   #7
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Quote:
Originariamente inviata da varykino Visualizza il messaggio
se aspetti che qualcuno ti aiuti , sei fuori strada, l'egoismo pervade la nostra epoca insulsa, o forse è sempre stato cosi, i ritmi frenetici della vita moderna tendono a modificare il comportamento della gente che preferisce dedicare il tempo a se stessi, è un dato di fatto, poi c è sempre l eccezione ma è piu unica che rara e come tutte le cose ha un limite di tempo anch essa. quindi il tuo disagio che è molto comune a tanti di noi non puo essere risolto da altri solamente da te stesso , in che modo? non lo so devo ancora capirlo.
Si mi aspetto che qualcuno mi aiuti come io aiuterei. E' proprio questo che non entra nella zucca. Sono contento che sia diventato così un'aporia affermare questo da ricevere queste pietre dello scandalo.
Vecchio 23-09-2012, 10:47   #8
Esperto
L'avatar di barclay
 

È proprio vero: la depressione restringe il tempo: ci si ritrova ad impiegare ORE per fare anche le cose piú banali
Vecchio 23-09-2012, 14:06   #9
Esperto
L'avatar di lowman's
 

Anche io mi sento un vegetale...gli altri fanno 1000 cose al giorno, hanno una vita piena e interessante e io è già tanto se riesco a svegliarmi la mattina...
Vecchio 23-09-2012, 14:24   #10
Esperto
L'avatar di Pietro
 

il tempo passa,le cose non cambiano (pessimistic cit.)
Vecchio 23-09-2012, 14:25   #11
Principiante
L'avatar di pandino
 

Ciao Martello.... ammiro la tua indubbia capacità di espressione, ed intuisco, in parte comprendendo appieno il tuo senso di frustrazione e - se mi permetti - di confusione verso la vita. Anche a me capita di riflettere sulla banalità, sulla mancanza di senso delle cose. Ma la risposta che, appena mi decido a dare uno sguardo fuori dalla bolla di apatia esistenziale nella quale mi è tanto consueto vivere, la risposta che tendo a darmi, è che ...l'unico senso che la vita può avere, è quello che noi gli diamo.

Questa profonda e quasi esasperata introspezione, se anche offre spunti molto interessanti di discussione (apprezzo moltissimo le persone come te, e sono contento della breve chat che abbiamo avuto...) non ci può condurre 'fuori' dalla sofferenza. Immagina di essere una formica chiusa dentro una scatola: è necessario comprendere quanto basta della scatola per cercare di uscire.....ed equipaggiarsi semmai con degli strumenti...(che in realtà sono dentro di noi, NON fuori dalla scatola... anche se ben nascosti). Non abbiamo bisogno per forza di scoprire chi ha progettato la scatola, quali sono le sue caratteristiche chimico-fisiche ecc..... guardare troppo dentro noi stessi ci disabitua a trovare il senso alle cose. Il senso è creato da noi; sia quando vediamo tutto grigio che quando la vita ci appare fantastica. Lo so che è facile a dirsi ma.... se io non avessi ALMENO questa consapevolezza che ogni tanto riemerge, credo che starei proprio male. Sto leggendo il libro che ti ho inviato, spero ne convideremo assieme il contenuto e spero che ci sia utile un abbraccio
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