Lo ammetto, lui è stato bravo. E anche fortunato.
I miei continuavano a guardare lui e la sua ragazza bellissima e non smettevano di parlare e di complimentarsi.
Penso che pensassero che avrebbero voluto un figlio così, che a 26 anni già convivesse e fosse vicino al matrimonio, con un lavoro sicuro dalle 8 alle 17, con la routine coniugale fatta di spese, passeggiate, bollette, ristoranti, piscina.
Che parlasse di lei e lei di lui, e che avesse i capelli curati e i vestiti scelti da lei.
Ho parlato poco durante la serata, sembravo quasi l'intruso.
Volevo dire che è stato bravo, ma fortunato. Che ha avuto un culo pazzesco a trovare una ragazza così che non si annoiasse, di lui che parla già come i vecchi, che non ha iniziativa e pensa solo al cibo e al posto fisso.
Volevo dire che anche io ho le mie passioni, che mi piace leggere e i film e correre e nuotare e viaggiare e conoscere persone e luoghi.
Che rispetto a lui non sono mentalmente chiuso, che voglio ancora avere amici e non girare sempre e solo con la ragazza.
Che non mi accontento di vivere in un paese isolato, ma voglio fare e viaggiare e conoscere.
Che quando prendo il treno per Milano sento l'odore di libertà, mi sento quasi un'altra persona.
Che lavoro tanto perché mi piace e non voglio fare la fine loro che lavorano senza convinzione e l'unico interesse è timbrare.
Che sì, non ho la ragazza, ma spero un giorno di trovarne una che fa per me, ma che sotto sotto ora non ho fretta, vorrei vivere più di avventura alla mia età.
Che a 26 anni rispetto a lui mi sento ancora giovane e mi stuferei a morte a fare cambio di vita. Che sotto sotto lui mi invidia per il lavoro e poche altre cose.
Avrei voluto dire tanto, ma alla fine ho sorriso e ascoltato e bevuto un bicchiere in compagnia.
Mi è venuto da chiedermi poi a fine serata se poi è giusto che io viva, che abbia un posto di lavoro o che magari per me è tutto sprecato. Che forse era meglio se quel posto fosse andato a uno come lui con la ragazza e la casa e la macchina e un futuro stabile davanti, rispetto a uno come me che non sa ancora cosa vuole dalla vita. Che magari anche ai miei fosse capitato un figlio come lui a dare soddisfazioni materiali, di quelle con cui ti puoi vantare con parenti ed amici.
Non so.