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Vecchio 14-08-2010, 15:31   #1
Esperto
L'avatar di passenger
 

Ciao a tutti

reduce dalla lettura del libro di William Somerset Maugham "Il velo dipinto", vorrei proporre brevemente una riflessione sull'amore e sui sentimenti.

ATTENZIONE però che entrerò nei dettagli della trama, quindi a chi non piace leggere le spoilerate, cambi topic.

In questo libro (da cui è stato tratto nel 2006 un film con Naomi Watts e Edward Norton, oltre alla versione del 1934 con Greta Garbo, da cui la copertina del libro) siamo negli anni '20 e la protagonista, Kitty, sposa per puro "dovere" il batteriologo Walter Fane, che invece la ama profondamente. Da notare che nel libro come nel film, tale personaggio è un very fobic , anche se - viste le sembianze di Ed Norton - nel film molti di voi lo definirebbero "solo un po' timido" (cit.). Nel libro viene chiaramente detto che lei non lo ama, lo trova "inamabile" anzi, proprio per la sua freddezza dovuta alla sua timidezza e alla sua scarsa loquacità (Walter: «In genere non parlo quando non ho niente da dire»; Kitty: «Se tutti noi parlassimo solo quando abbiamo qualcosa da dire, l'umanità perderebbe molto presto l'uso della parola&#187, per non parlare dei suoi interessi che, dice lei, la "annoiano" (anche se lei probabilmente non sospetta quanto i suoi interessi annoino ugualmente Walter, e nonostante ciò lui cerchi di accontentarla per quanto è possibile). Lei quindi lo tradisce con il viceconsole inglese Charles Townsend (che è sposato con figli); nel libro appare evidente che ciò che la fa innamorare è l'aspetto fisico, nel film francamente un po' meno perché uno si chiede come si faccia a preferire quel faccia-di-cazzo di Liev Schreiber ad Ed... -.-'' Detto ciò, Walter comunque scopre la loro tresca e acconsente a far sì che sia Kitty a chiedere il divorzio da lui (e non viceversa lui a chiederlo per adulterio di lei) a patto che Charles si impegni a divorziare da sua moglie e a sposarla. Ma Charles non ha alcuna intenzione di separarsi dalla moglie, nonostante tutte le sue dichiarazioni d'amore - come Walter aveva ampiamente capito. Pertanto, Walter obbliga Kitty (sempre, con la minaccia della denuncia per adulterio) a seguirla a Mei-Tan-Fu, in Cina, nel bel mezzo di un'epidemia di colera. Da qui libro e film prendono due strade diverse:
- nel libro, Kitty ha l'occasione, in Cina, di scoprire qualità inaspettate del marito, che comunque è anche un bell'uomo fisicamente (anche se non certo strafigo, a quanto risulta dalle descrizioni) e che si impegna a salvare dal colera quante più persone è possibile aiutando le suore francesi di un convento nella loro missione; allo stesso modo, Kitty si rende conto della mediocrità di un uomo come Charles, e si rende conto di essersene innamorata proprio poiché sono accomunati dalla medesima mediocrità; nonostante ciò, continua a trovare "inamabile" Walter e a provare, suo malgrado, una forte attrazione (sentimental-sessuale) per Charles, tanto è vero che, una volta morto di colera Walter (per il quale prova a questo punto rispetto e ammirazione, nonché pietà per averlo fatto soffrire così tanto), lei ancora gli si concede un'ultima volta;
- nel film invece Kitty scopre le qualità del marito e, in questo modo, se ne innamora, rendendosi conto che Charles non era altro che un vacuo farfallone, anche se il loro amore dura ben poco siccome, come nel libro, Walter si ammala di colera e muore.

Ora, secondo me il senso dell'opera sta tutto in questa frase:

Come se una donna avesse mai amato un uomo per la sua virtù.

Il "velo dipinto" è «quel fragile tessuto di illusioni che vela le verità della vita», e che spinge ad amare persone inamabili, e a trovare inamabili persone che in realtà sono amabili. Secondo voi, l'amore è davvero qualcosa di irrazionale che prescinde e va al di là delle qualità della persona amata, oppure il vero amore si basa anche e soprattutto sul riconoscimento reciproco di qualità come la bontà, l'intelligenza, la sensibilità, l'onestà, l'altruismo, etc.? E soprattutto, è possibile riuscire intenzionalmente a far cadere il velo dipinto, e a guardare al di là delle apparenze?


Ultima modifica di passenger; 14-08-2010 a 15:35.
Vecchio 14-08-2010, 15:48   #2
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L'avatar di Lullaby
 

L'ho letto e mi è piaciuto... ti consiglio "il fantasma nell'armadio" dello stesso autore... uno dei libri più belli che ho mai letto, con diversi livelli di interpretazione ed un protagonista maschile dal carattere molto simile... molto diversa invece la donna in questo caso... b e l l i s s i m o !!!!
Vecchio 14-08-2010, 16:29   #3
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L'avatar di passenger
 

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Originariamente inviata da Lullaby Visualizza il messaggio
L'ho letto e mi è piaciuto... ti consiglio "il fantasma nell'armadio" dello stesso autore... uno dei libri più belli che ho mai letto, con diversi livelli di interpretazione ed un protagonista maschile dal carattere molto simile... molto diversa invece la donna in questo caso... b e l l i s s i m o !!!!
grazie per la segnalazione, magari lo leggo...
Vecchio 14-08-2010, 19:50   #4
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L'avatar di logger99
 

bah io tutte le cose gia fatte le sconsiglio..manco ho letto il 3ed consiglio piuttosto di ''capire la vita'' con le proprie esperienze''.
Vecchio 15-08-2010, 17:57   #5
Intermedio
L'avatar di Lullaby
 

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Originariamente inviata da logger99 Visualizza il messaggio
bah io tutte le cose gia fatte le sconsiglio..manco ho letto il 3ed consiglio piuttosto di ''capire la vita'' con le proprie esperienze''.
Risposta inutilmente acida... non è che uno vive oppure non fa altro che leggere libri...
Vecchio 15-08-2010, 21:06   #6
Esperto
L'avatar di uffolo
 

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Secondo voi, l'amore è davvero qualcosa di irrazionale che prescinde e va al di là delle qualità della persona amata, oppure il vero amore si basa anche e soprattutto sul riconoscimento reciproco di qualità come la bontà, l'intelligenza, la sensibilità, l'onestà, l'altruismo, etc.? E soprattutto, è possibile riuscire intenzionalmente a far cadere il velo dipinto, e a guardare al di là delle apparenze?

Ognuno è un caso a se, ma si potrebbe dire che in generale dipende dalla maturità della persona.

Solitamente si è meno maturi in età adolescenziale, ed è proprio in quell'età che si tende maggiormente verso l'estetica, la leggerezza, il divertimento e la necessità di conquistare il bello, conquista con cui si riempire la propria autostima dando rivelanza, verso di noi e gli altri, a noi stessi.
Capita però che tali conquiste poi perdano di significato, vuoi perchè poi l'abitudine toglie il gusto del bello, vuoi perchè poi si rivelano privi di sostanza, e allora succede che in quel momento avviene un salto di coscienza, e tutto il valore che prima veniva dato all'estestica non viene più sentito, si cerca quindi altro, la qualità caratteriale, la presenza nei momenti difficili e la maturità.
Siamo, come mai prima, sempre spinti verso il bello, in continuazione e in modo compulsivo, è stato dopato all'inverosimile il naturale istinto verso ciò che è meglio definito in natura, e questo porta ad un sempre più complesso raggiungimento della presa di coscienza che ho citato prima, soprattutto perchè ormai la maggior parte delle persone ha assorbito che per essere qualcosa deve essere bello e piacente, altrimenti si è il nulla....senza poi parlare delle persone di una certa età, uomini e donne, che si tuffano nelle braccia del giovane e bello per sentirsi di nuovo loro stessi ancora vivi, prova che la presa di coscienza in queste persone non è avvenuta e che non è stato capito, o esperito, quella esperienza di comprensione.
Vecchio 15-08-2010, 21:27   #7
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Nel libro viene chiaramente detto che lei non lo ama, lo trova "inamabile" anzi, proprio per la sua freddezza dovuta alla sua timidezza e alla sua scarsa loquacità (Walter: «In genere non parlo quando non ho niente da dire»; Kitty: «Se tutti noi parlassimo solo quando abbiamo qualcosa da dire, l'umanità perderebbe molto presto l'uso della parola&#187
Ah, è per evitare questa sciagura che ognuno spara la prima cazzata che gli viene in mente

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Originariamente inviata da passenger Visualizza il messaggio
Ora, secondo me il senso dell'opera sta tutto in questa frase:

Come se una donna avesse mai amato un uomo per la sua virtù.

Il "velo dipinto" è «quel fragile tessuto di illusioni che vela le verità della vita», e che spinge ad amare persone inamabili, e a trovare inamabili persone che in realtà sono amabili. Secondo voi, l'amore è davvero qualcosa di irrazionale che prescinde e va al di là delle qualità della persona amata, oppure il vero amore si basa anche e soprattutto sul riconoscimento reciproco di qualità come la bontà, l'intelligenza, la sensibilità, l'onestà, l'altruismo, etc.? E soprattutto, è possibile riuscire intenzionalmente a far cadere il velo dipinto, e a guardare al di là delle apparenze?
La risposta alla prima domanda credo sia soggettiva. Ci sono una miriade di motivi per innamorarsi di una persona, spesso non si saprebbe neanche indicarne uno con precisione. Non mi sento di dare la qualifica di "amore" solo quando si sia in presenza delle qualità "alte" che hai elencato.
Sul fatto che si possa andare al di là delle apparenze, per me è possibile. Il problema sta nel volerlo, perché comporta i suoi svantaggi ed è una via più difficile da seguire. L'onestà e l'intelligenza, per esempio, sono considerate da molti "noiose", se non accompagnate da un sufficiente tasso di comportamento almeno un po' "sopra le righe".
Vecchio 15-08-2010, 22:28   #8
Esperto
L'avatar di passenger
 

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Originariamente inviata da Lullaby Visualizza il messaggio
Risposta inutilmente acida... non è che uno vive oppure non fa altro che leggere libri...
quoto completamente...

Quote:
Originariamente inviata da Winston_Smith Visualizza il messaggio
L'onestà e l'intelligenza, per esempio, sono considerate da molti "noiose", se non accompagnate da un sufficiente tasso di comportamento almeno un po' "sopra le righe".
...tipo figo-intellettuale?

P.S.: grazie comunque a chi mi ha risposto
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