Proviamo terrore quando percepiamo un pericolo che minaccia noi stessi, o quando ascoltiamo una canzone di Tiziano Ferro.
Però un conto è la paura di un pericolo reale e immediato (per esempio, vedo che sta per cadermi una tegola in testa, oppure un leone mi insegue) un altro è la paura, che è quella che proviamo tutti quì, di essere inadeguati agli occhi degli altri, di non soddisfare le attese che immaginiamo ripongano in noi.
Questa è una paura utile solo a piccole dosi, infatti la maggior parte della gente, per quanto stia accorta a non fare cazzate, nella maggior parte dei casi si esprime tranquillamente come più la aggrada.
Questa paura può portare a un blocco nelle relazioni sociali, il cervello inizia a fare tipo "se non mi metto in gioco, non deluderò le attese altrui, e non rimarrò deluso a mia volta" e noi non ci muoviamo più.
Paradossalmente, ad alcuni accade che più stima hanno di loro stessi, più temono il giudizio di quel cattivo, dispotico, crudele e insensibile essere che è il nostro prossimo.