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Vecchio 05-01-2024, 13:00   #21
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Originariamente inviata da Molag Balpill Visualizza il messaggio
Qui in occidente stiamo creando una società che fabbrica depressi e ansiosi.
Si, la fabbrica già è funzionante e lavora a pieno regime.
Ma il perché mi chiedo di tutte queste sindromi ansioso-depressive, nonché una crescita enorme delle dipendenze. Secondo me è la mancanza di certezze lavorative/finanziarie/sentimentali/sociali.
Ringraziamenti da
Marika (06-01-2024)
Vecchio 05-01-2024, 13:42   #22
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Originariamente inviata da Darby Crash Visualizza il messaggio
nei periodi buoni come ti senti?
"Normale". Non particolarmente triste, ma certamente non felice.
Vecchio 05-01-2024, 13:45   #23
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Originariamente inviata da Keith Visualizza il messaggio
Si, la fabbrica già è funzionante e lavora a pieno regime.
Ma il perché mi chiedo di tutte queste sindromi ansioso-depressive, nonché una crescita enorme delle dipendenze. Secondo me è la mancanza di certezze lavorative/finanziarie/sentimentali/sociali.
Bellissima domanda.
Secondo me le cause principali sono:
1) Vita troppo frenetica e ritmi, sia di lavoro che di socializzazione, estenuanti.
2) Perdita di contatto con la natura (piante e animali), inquinamento e degrado urbano.
3) Distruzione deli nuclei amicali e familiari e conseguente isolamento sempre più crescente.
Vecchio 05-01-2024, 14:05   #24
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Originariamente inviata da Molag Balpill Visualizza il messaggio
Bellissima domanda.
Secondo me le cause principali sono:
1) Vita troppo frenetica e ritmi, sia di lavoro che di socializzazione, estenuanti.
2) Perdita di contatto con la natura (piante e animali), inquinamento e degrado urbano.
3) Distruzione deli nuclei amicali e familiari e conseguente isolamento sempre più crescente.
Concordo con tutti i tre i punti.
1) I lavori devono avere un'orario di inizio e uno di fine, e non devono coinvolgere la vita privata.
2) Anche questo è di vitale importanza.
3) La vita finora è stata incentrata sul nucleo familiare. In mancanza di questo andrebbero sviluppate nuove forme di socializzazione/cooperazione. Le persone, soprattutto anziani e bisognosi non vivono bene isolati nei loro appartamenti cittadini, spesso circondati da persone diverse per età, ostili o di etnia diversa.
Vecchio 05-01-2024, 14:53   #25
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L'avatar di NatoMorto
 

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Originariamente inviata da Molag Balpill Visualizza il messaggio
Buonasera a tutti,

questo è il mio primo post sul forum al di là della presentazione.
Soffro di depressione dal 2020 e volevo condividere con voi un pensiero che mi è venuto ieri notte.

La mia esperienza con la depressione è stata un po' come una persona che d'un tratto si sveglia e non vede più sorgere il sole. Tutte le notti andiamo a dormire con la certezza che il giorno dopo il sole sorgerà. Immaginate che il giorno dopo vi svegliate e il sole non ci sia, e sia ancora notte. Provate ad aspettare, ma non succede niente, è ancora buio. Cercate informazioni su internet, pensando che sia un'eclissi, ma tutto quello che trovate è un piccolo trafiletto, "oggi il sole non è sorto", sotto un articolo sui pandori della Ferragni. Chiedete in giro agli amici, "che fine ha fatto il sole?", ma a nessuno sembra importare, vi dicono solo, "massì, domani sorgerà, andrà meglio".

Andate a letto, e il copione, 8 ore dopo, si ripete. Nessuno ne parla. I vostri amici/colleghi vi dicono "massì, domani il sole sorgerà, non preoccuparti". Cominciate ad essere irritabili, e rispondete male persino ai vostri genitori. "Anche oggi è fissato con questa storia del sole... mah". Il tutto si ripete per giorni, settimane, e mesi, e la rabbia piano piano cede il posto alla rassegnazione.

Finché un "giorno" vi svegliate e vi rendete conto che, per voi, il sole non sorgerà mai più, e che nessuno è in grado di capire come vi sentite.
Vivo in questo loop da più di 50 anni
Vecchio 05-01-2024, 15:34   #26
Esperto
 

Io ho smesso di vedere l'illusione, ho cominciato a vedere tutto in maniera razionale e cinica, non è mai cambiata questa visione da quel giorno, è come se una parte del mio io fosse morta e ora resta solo un ricordo di come era l'illusione.
Si direi che descrive perfettamente la depressione, anche se durante le fasi acute sono più tempo a dormire che a pensare, però non è mai tornato quel senso di speranza, diciamo che ho perso capacità di fare progetti di vita, come se vivessi nel passato e presente, ma il futuro non riesco a collocarlo, perchè intorno a me comunque ho una situazione disastrata, e non riesco a cambiare le cose.
Vecchio 05-01-2024, 15:35   #27
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Originariamente inviata da Keith Visualizza il messaggio
Si, la fabbrica già è funzionante e lavora a pieno regime.
Ma il perché mi chiedo di tutte queste sindromi ansioso-depressive, nonché una crescita enorme delle dipendenze. Secondo me è la mancanza di certezze lavorative/finanziarie/sentimentali/sociali.
Guarda credo che i veri depressi siano pochi, si potrebbero definire "nevrosi", ma la vera depressione è rara, piuttosto credo che sia burnout e demoralizzazione cronica...
Vecchio 05-01-2024, 15:39   #28
Esperto
 

Comunque hai ragione, non ha senso nemmeno parlarne tanto nessuno capisce, tutte le richieste di aiuto uno le fa finchè sa che può cambiare, ma io dopo l'aiuto che mi è stato dato e i farmaci sento che non c'è molto altro da fare, e il mio cervello malato me lo dovrò tenere, e allora sto zitto e annuisco "ma si va meglio dai!".
Vecchio 05-01-2024, 15:40   #29
Esperto
L'avatar di Keith
 

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Originariamente inviata da edward00767 Visualizza il messaggio
Guarda credo che i veri depressi siano pochi, si potrebbero definire "nevrosi", ma la vera depressione è rara, piuttosto credo che sia burnout e demoralizzazione cronica...
I depressi veri sono pochi. Ma i depressi non gravi sono tantissimi e di molti non te ne accorgi perché sono depressioni mascherate, ad esempio da iperattività.
Ringraziamenti da
edward00767 (05-01-2024)
Vecchio 05-01-2024, 15:46   #30
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Originariamente inviata da Keith Visualizza il messaggio
I depressi veri sono pochi. Ma i depressi non gravi sono tantissimi e di molti non te ne accorgi perché sono depressioni mascherate, ad esempio da iperattività.
Lo so lo so, io ho una diagnosi di depressione in spettro bipolare, ma ho avuto solo 2 episodi di depressione maggiore, per il resto sono completamente a terra per motivi di vita, ora mi definirei demoralizzato dalla vita
Io quando sono in fase depressiva non ragiono, mangio, dormo un sacco e sono rincoglionito. Al contrario quando sto bene penso di più e mi rendo comunque conto che la vita è una merda, solo quando bevo alcol mi godo la vita, ma sto smettendo perchè ci stavo cadendo nell'alcol...

Ultima modifica di edward00767; 05-01-2024 a 15:48.
Vecchio 05-01-2024, 15:53   #31
Esperto
L'avatar di Sheev Palpatine
 

Di certo esistono diversi livelli di depressione, c'è chi si sente un po' giù a volte, e c'è chi non si alza letteralmente dal letto.
Ma la domanda che emerge è "come le fai le cose, come ti sforzi?". Io personalmente, faccio il minimo che devo fare, mi sveglio tardi, faccio poco e comunque posso chiudere la giornata dicendomi che sono stato produttivo, lo sono stato infatti, poco me ne importa che potrei fare molto ma molto di più, se mi sforzassi maggiormente.

Quote:
Originariamente inviata da Keith Visualizza il messaggio
Che vite che viviamo.. un trascinarsi eterno..e quanta fatica.. ma allora come fanno, mi domando, quelli nei paesi poveri, quelli sotto le bombe..
E questo è un altro tema da considerare. In certe zone del mondo non esistono certe libertà e aderire alle regole e fare certi sforzi è una cosa da cui non si può prescindere. In paesi nei quali, vieni avvelenato o messo in prigione se non sei d'accordo con la politica del regime, dove se sei gay ti condannano a morte, dove sostanzialmente devi fare quello che ti viene imposto. Forse anche lì, (ma in maniera minore) è possibile isolarsi e starsene soli, ma con molte più limitazioni.
Altra citazione interessante di Despentes sull'argomento :

Quote:
Il cittadino di una dittatura torna allo stadio neonatale: pulito, sfamato, tenuto in fasce da una forza onnipresente, che sa tutto, che può tutto, che su di lui ha ogni diritto, per il suo bene. L’individuo è privato della sua autonomia, della facoltà di sbagliare, di mettersi in pericolo.
Ma tutto questo, non riguarda solo le dittature o gli stati più autoritari. Anche nel mondo occidentale, puoi ottenere cose dalla società in base a quanto decidi di partecipare alle regole del gioco, conformarti. Le regole sono meno chiare e meno assolute a volte (ma non poi così tanto). Ma rimane sempre un certo numero di persone che non riesce a fare questo passaggio
Vecchio 05-01-2024, 16:24   #32
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L'avatar di Darby Crash
 

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Originariamente inviata da Sheev Palpatine Visualizza il messaggio
L’individuo è privato della sua autonomia, della facoltà di sbagliare, di mettersi in pericolo.
questo aspetto delle dittature potrebbe anche essere un pregio
Vecchio 05-01-2024, 18:59   #33
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L'avatar di Molag Balpill
 

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Originariamente inviata da Keith Visualizza il messaggio
I depressi veri sono pochi. Ma i depressi non gravi sono tantissimi e di molti non te ne accorgi perché sono depressioni mascherate, ad esempio da iperattività.
Presente!
Ringraziamenti da
Keith (05-01-2024)
Vecchio 05-01-2024, 19:02   #34
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L'avatar di Molag Balpill
 

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Originariamente inviata da Sheev Palpatine Visualizza il messaggio

Ma tutto questo, non riguarda solo le dittature o gli stati più autoritari. Anche nel mondo occidentale, puoi ottenere cose dalla società in base a quanto decidi di partecipare alle regole del gioco, conformarti. Le regole sono meno chiare e meno assolute a volte (ma non poi così tanto). Ma rimane sempre un certo numero di persone che non riesce a fare questo passaggio
Su questo non sono d'accordo, Sheev, Magari potessi conformarmi alla società. Non ci riesco. Sono troppo brutto e troppo malato di mente. Rinuncerei volentieri alla mia individualità per soffrire di meno.
Vecchio 05-01-2024, 22:01   #35
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L'avatar di Sheev Palpatine
 

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Originariamente inviata da Darby Crash Visualizza il messaggio
questo aspetto delle dittature potrebbe anche essere un pregio
Nel senso che le cose sono chiare "O questa minestra o ti butti dalla finestra". Qui da noi invece viene predicato che siamo liberi, che dobbiamo accettarci per come siamo. Cosa che sì, possiamo fare. Possiamo avere opinioni diverse rispetto al pensiero unico predominante, ma il prezzo è l'emarginazione piuttosto che la morte, quindi non si va molto lontano. Io continuo a ritenere che sia meglio la libertà però quello che manca è la schiettezza di dire che se vuoi qualcosa dalla società devi dare, conformarti, sforzarti, in ogni caso.

Quote:
Originariamente inviata da Molag Balpill Visualizza il messaggio
Su questo non sono d'accordo, Sheev, Magari potessi conformarmi alla società. Non ci riesco. Sono troppo brutto e troppo malato di mente. Rinuncerei volentieri alla mia individualità per soffrire di meno.
Chi si conforma, non lo fa senza sforzi. Credo sia faticoso per tutti. Però immagino che ad un certo punto ci si abitui. E' dura imparare a guidare la macchina all'inizio. Però pian piano la sicurezza e l'esperienza rendono il tutto più facile, ma bisogna sempre e comunque impegnarsi, essere vigili e attenti mentre si guida.
Per il resto, la miseria della solitudine è una cosa, ma la miseria della compagnia e di una vita in cui ci si conforma agli altri non sono cose da poco. Perché spesso, si trova gente che ci fa sentire soli, gente con cui si passano le serate ma senza divertirsi particolarmente. Poi, alcune persone riescono ad arrivare solo fino ad un certo punto negli sforzi di questo tipo. Nel tuo caso, se dici di essere disposto a conformarti, stai facendo letteralmente ogni cosa che puoi fare dedicandogli il massimo sforzo? Per spiegare cosa significa questo "in pratica", significa uscire dalla zona comfort, fare cose che è faticoso e poco piacevole fare, come quando, in quell'estate che ero solo e senza amici sono uscito a passeggiare, ho incontrato qualche vecchia conoscenza mi sono "inserito" nella serata ed è stato come se avessi un gruppo di amici, l'ho fatto per diverse sere. Chi vive in un posto piccolo e con praticamente nessun evento così dovrebbe fare. Facendolo ancora e ancora e ancora, prima o poi qualcosa si ottiene. Anche se è noioso e faticoso, questo significa che è possibile avere dei cambiamenti in questo senso.
Ma posso fare esempi innumerevoli anche di situazioni in cui avrei potuto dedicare più tempo ed energie con il fine della socializzazione. Come quando un mio amico si è iscritto al teatro, mi ha detto che di certo gli avrebbe fatto piacere se anch'io avessi deciso di andarci. Per me sarebbe stato scomodo però, avrei dovuto andarci con regolarità, sforzarmi, organizzarmi avendo meno tempo per stare al cellulare e al pc a fare le cose mie e dovendo comunque studiare, fare quelle attività, oltre al costo economico dell'iscrizione (che vabbè nel complesso sarebbe poca cosa perché non esco molto e non spendo molto). Cosa avrei ottenuto? Avrei probabilmente migliorato le mie capacità sociali, avrei potuto ottenere un gruppo di amici (se ci fosse stata una certa compatibilità). Ma non mi sembrava conveniente. Quindi se si fa un po' di introspezione, quando non ci sono problemi reali di impedimento (e se ci sono bisogna comunque sforzarsi e partire con cose meno ambiziose) si tratta spesso di scelte che facciamo... Da i gruppi di amici e dalle attività (che per me sono poco stimolanti e noiose), parte poi la possibile conoscenza di una ragazza (le cene insieme a lei, il lungo e ancor più noioso processo in cui ci si da appuntamento e si gioca seguendo i vari stereotipi e ruoli di genere, con tutte le cose in parte note e già dette).
Per ora, non sono del tutto soddisfatto della mia solitudine. Cercavo di capire come diamine funzionassero tutte queste cose. Ma le risposte, perlomeno quelle che cerchiamo noi, spesso non si trovano sui libri, dobbiamo trovarcele da soli. E capendo questo tipo di meccanismi sento di aver trovato la risposta e capito il sistema. Ora beh, rimane solo la scelta... Per ora, me ne sto per conto mio, mi dedico alla mia mod. Poi, vedrò...
Vecchio 05-01-2024, 22:17   #36
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Originariamente inviata da Sheev Palpatine Visualizza il messaggio
Nel senso che le cose sono chiare "O questa minestra o ti butti dalla finestra". Qui da noi invece viene predicato che siamo liberi, che dobbiamo accettarci per come siamo. Cosa che sì, possiamo fare. Possiamo avere opinioni diverse rispetto al pensiero unico predominante, ma il prezzo è l'emarginazione piuttosto che la morte, quindi non si va molto lontano. Io continuo a ritenere che sia meglio la libertà però quello che manca è la schiettezza di dire che se vuoi qualcosa dalla società devi dare, conformarti, sforzarti, in ogni caso.


Chi si conforma, non lo fa senza sforzi. Credo sia faticoso per tutti. Però immagino che ad un certo punto ci si abitui. E' dura imparare a guidare la macchina all'inizio. Però pian piano la sicurezza e l'esperienza rendono il tutto più facile, ma bisogna sempre e comunque impegnarsi, essere vigili e attenti mentre si guida.
Per il resto, la miseria della solitudine è una cosa, ma la miseria della compagnia e di una vita in cui ci si conforma agli altri non sono cose da poco. Perché spesso, si trova gente che ci fa sentire soli, gente con cui si passano le serate ma senza divertirsi particolarmente. Poi, alcune persone riescono ad arrivare solo fino ad un certo punto negli sforzi di questo tipo. Nel tuo caso, se dici di essere disposto a conformarti, stai facendo letteralmente ogni cosa che puoi fare dedicandogli il massimo sforzo? Per spiegare cosa significa questo "in pratica", significa uscire dalla zona comfort, fare cose che è faticoso e poco piacevole fare, come quando, in quell'estate che ero solo e senza amici sono uscito a passeggiare, ho incontrato qualche vecchia conoscenza mi sono "inserito" nella serata ed è stato come se avessi un gruppo di amici, l'ho fatto per diverse sere. Chi vive in un posto piccolo e con praticamente nessun evento così dovrebbe fare. Facendolo ancora e ancora e ancora, prima o poi qualcosa si ottiene. Anche se è noioso e faticoso, questo significa che è possibile avere dei cambiamenti in questo senso.
Ma posso fare esempi innumerevoli anche di situazioni in cui avrei potuto dedicare più tempo ed energie con il fine della socializzazione. Come quando un mio amico si è iscritto al teatro, mi ha detto che di certo gli avrebbe fatto piacere se anch'io avessi deciso di andarci. Per me sarebbe stato scomodo però, avrei dovuto andarci con regolarità, sforzarmi, organizzarmi avendo meno tempo per stare al cellulare e al pc a fare le cose mie e dovendo comunque studiare, fare quelle attività, oltre al costo economico dell'iscrizione (che vabbè nel complesso sarebbe poca cosa perché non esco molto e non spendo molto). Cosa avrei ottenuto? Avrei probabilmente migliorato le mie capacità sociali, avrei potuto ottenere un gruppo di amici (se ci fosse stata una certa compatibilità). Ma non mi sembrava conveniente. Quindi se si fa un po' di introspezione, quando non ci sono problemi reali di impedimento (e se ci sono bisogna comunque sforzarsi e partire con cose meno ambiziose) si tratta spesso di scelte che facciamo... Da i gruppi di amici e dalle attività (che per me sono poco stimolanti e noiose), parte poi la possibile conoscenza di una ragazza (le cene insieme a lei, il lungo e ancor più noioso processo in cui ci si da appuntamento e si gioca seguendo i vari stereotipi e ruoli di genere, con tutte le cose in parte note e già dette).
Per ora, non sono del tutto soddisfatto della mia solitudine. Cercavo di capire come diamine funzionassero tutte queste cose. Ma le risposte, perlomeno quelle che cerchiamo noi, spesso non si trovano sui libri, dobbiamo trovarcele da soli. E capendo questo tipo di meccanismi sento di aver trovato la risposta e capito il sistema. Ora beh, rimane solo la scelta... Per ora, me ne sto per conto mio, mi dedico alla mia mod. Poi, vedrò...
No, hai ragione, sono sicuro al 100% che non sto facendo tutto quello che potrei per conformarmi.
Forse ci ho provato, e negli anni scorsi anche tanto, ma evidentemente non abbastanza. Ma quanto è abbastanza? Sembra che niente basti mai. Mi sentivo come un criceto che corre nella ruota.
Vecchio 05-01-2024, 22:19   #37
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Che vite che viviamo.. un trascinarsi eterno..e quanta fatica.. ma allora come fanno, mi domando, quelli nei paesi poveri, quelli sotto le bombe..
Secondo me perché la miseria rende più uniti,noi occidentali invece siamo tutti divisi
Ringraziamenti da
Marika (06-01-2024)
Vecchio 05-01-2024, 22:53   #38
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L'avatar di Sheev Palpatine
 

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Originariamente inviata da Molag Balpill Visualizza il messaggio
No, hai ragione, sono sicuro al 100% che non sto facendo tutto quello che potrei per conformarmi.
Forse ci ho provato, e negli anni scorsi anche tanto, ma evidentemente non abbastanza. Ma quanto è abbastanza? Sembra che niente basti mai. Mi sentivo come un criceto che corre nella ruota.
Vale lo stesso anche per me, ci ho provato e ce l'ho fatta fino ad un certo punto. Poi, troppa fatica. E' vero che sembra non bastare mai, non so fino a che punto bisogna arrivare, ma di essere possibile, è possibile senz'altro arrivare a qualcosa. E' la tanta fatica richiesta che mi scoraggia e mi fa dire "mah forse, non ne varrebbe la pena". Bisogna essere pronti ad andare avanti all'infinito praticamente...
Vecchio 06-01-2024, 00:19   #39
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Originariamente inviata da Fallitodepresso Visualizza il messaggio
Secondo me perché la miseria rende più uniti, noi occidentali invece siamo tutti divisi
Sono d'accordo. In occidente abbiamo perso l'umanità, la solidarietà, la socialità.
Io non so se farei a cambio con i baraccati o i profughi, ma sono quasi sicuro che loro di umore stanno meglio.
Vecchio 06-01-2024, 01:19   #40
Banned
 

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Originariamente inviata da Molag Balpill Visualizza il messaggio
Su questo non sono d'accordo, Sheev, Magari potessi conformarmi alla società. Non ci riesco. Sono troppo brutto e troppo malato di mente. Rinuncerei volentieri alla mia individualità per soffrire di meno.
Quoto. Mi piacerebbe vivere in una realtà dispotica ma che assicura il benessere a tutti come, ad esempio, la prima versione di Matrix, quella che viene descritta dall'agente Smith come un mondo perfetto in cui nessun umano poteva soffrire ma che è fallita perché fondamentalmente l'essere umano non riesce a concepire una realtà senza miseria e dolore.
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