E se invece fosse l'esatto contrario?
Se fosse la donna quella congenitamente attratta dal sesso e dalla sessualità e l'uomo invece relativamente disinteressato?
D'altronde la donna non ha periodo refrattario, ed è naturalmente poliorgasmica. Pare inoltre abbia un numero di terminazioni nervose sui genitali sostanzialmente superiore a quello maschile. Inoltre è più portata ad eccitarsi in funzione di tutti i 5 sensi e di un 6° senso, quello mentale.
Al confronto la sessualità maschile è primitiva. Zac zac zac, due spruzzate ed è fatto. E se il maschio in questione ha più di vent'anni, deve mettersi in ricarica come fosse un iPhone con la batteria esausta, per un'ora, anche due.
Ma infatti, a cosa serve poi la sessualità? A cosa serve poi il piacere? E' facile capire a cosa serva nell'uomo. Deve ficcare, per procreare. E' una fatica, sia l'atto, sia tutta la catena di eventi che conduce ad esso.
Nel corso dei secoli molti uomini hanno lottato e ucciso, o sono stati uccisi, solo per una ficcata. Se non fosse piacevole, chi si farebbe tutto sto sbattone?
Invece il piacere femminile a cosa serve? Noi sappiamo che la natura non architetta le cose a caso. E' piuttosto stronza e crudele anzi, pur di raggiungere i suoi scopi non si fa problemi.
Ad esempio nell'aver progettato il pene dei gatti munito di piccoli peli acuminati, come tante spine sottili, che nella monta l'agevolano a mantenere la posizione mentre la gatta cerca di scappare.
E vi assicuro, ne vidi una durante una monta anni fa, che cerca di scappare, oh sì! (D'altronde provate a immaginarvi voi, scopati da un fico d'india, che bella sensazione...)
Quindi perché il piacere nella donna? Io una teoria ce l'ho e sarebbe anche abbastanza semplice da spiegare, una parola, non lo faccio perché non voglio essere bannato
comunque ci tengo a precisare che non sto sostenendo nessuna teoria o posizione. Sto solo ragionando a ruota libera. Perdonatemi, sono solo un pazzo.
Vediamo se riesco a girarci attorno.
Allora il discorso è che la natura vuole la prosperità dei migliori (
the fittiest). Per i maschietti di ogni specie vivente è facile, basta seminare il più possibile, chi tanto semina tanto raccoglie.
Per le creature di sesso femminile, e in particolar modo quelle a lunga gestazione come la razza umana, non è così semplice.
Una gravidanza ogni 10 mesi minimo (o 11? non so quanto possa intercorrere fra un parto e un nuovo concepimento). La pancia che si gonfia rendendo la sopravvivenza impossibile, da sola e senza tutele sociali (in un'ottica primitiva). E un marmocchio (o 2 o 3) che dovrà essere svezzato almeno per altri 4 anni, prima che impari almeno a stare in piedi e a comunicare decentemente.
Il discorso è sempre lo stesso qua, ripetuto più volte: provider o lover. Si tratta di archetipi, è ovvio che tutti abbiano componenti di entrambe le caratteristiche, con differenti proporzioni.
Il lover per antonomasia è quello ganzo e bello, cioé col dna migliore, che (statisticamente) tutte vorrebbero, ma proprio per questo nessuna può avere per sempre. Ha troppa scelta, il suo vantaggio si risolve nell'innaffiare ovuli diversi in quantità, perché dovrebbe fermarsi?
Il provider invece non è così ganzo e bello. Ma comunque ha delle doti. E' affettuoso. E' fedele. E' dotato di una qualche forma di opulenza, che adesso significa: soldi, ma nel mondo primitivo poteva significare potere, armi, territori. Ha influenze sociali.
Insomma è in grado di far crescere un figlio e di dargli qualcosa in eredità.
Il provider difficilmente riesce a inseminare qua e là, e anche se lo facesse, non potrebbe certo tutelare ogni suo figlio.
Così stando con una donna, massimizza le sue possibilità sessuali (che sarebbero scarse se andasse a cercarne sempre di diverse), in cambio di protezione per lei e per il bambino.
Ma se il provider è geneticamente un disastro? Beh ci pensa madre natura: basta che la donna abbia il desiderio di un lover nel periodo dell'estro. Il resto funzionerà a meraviglia. Nella preistoria non esistevano test del dna, quindi se non c'erano sorprese come il figlio cioccolato in una coppia al gusto vaniglia, alla fine il provider si trovava ad accudire e proteggere (e investire le sue risorse) nel figlio di un altro. Nel dna di un altro.
E' qui che subentra la cultura. Patriarcale e maschilista. Quella che vuole evitare al provider di perdere il suo vantaggio meritato (cioé pagato). Quella che predica la verginità come valore per una donna, e non per un uomo.
Quella che enfatizza la castità come elemento desiderabile, tanto da averci basato persino delle religioni.
E quella che vuole negare, ad ogni costo, l'esistenza nella donna di un'energia sessuale molto, molto, molto maggiore di quella maschile. A costo di considerare l'orgasmo una cura contro l'isteria. A costo di mutilare il clitoride di una donna.
Tutto, purché la donna non provi piacere durante il coito. E quindi non vada a cercare quel piacere. E quindi assicuri una discendenza di sangue al suo marito, cioé al suo cliente.
E veniamo ai tempi "moderni", dove grazie alla potenza dell'educazione è stato introiettato a quasi qualunque donna che il sesso non deve piacerle, è una roba da uomini, e viceversa, agli uomini, che il sesso deve piacere, è una cosa loro.
Vabbé, lo dico, ma mi dissocio da me stesso. Secondo questa mia suggestione, totalmente inaffidabile e inattendibile, il matrimonio è una forma di prostituzione istituzionalizzata. Senza il quale, la sessualità delle donne sarebbe dirompente e renderebbe del tutto imprevedibile stabilire una linea di discendenza.
Alle donne il sesso piace più che agli uomini.
Ma ovviamente non è così, sono solo fandonie.
Fonti (più che fonti, muse ispiratrici):
Game of thrones, Il calligrafo di E. Docx, e ovviamente Le relazioni pericolose.
ps: ma perché quando intervengo io nel forum vi scannate tutti? Prendetela sul ridere per cortesia, è un gioco! Stiamo solo masturbandoci il cervello in compagnia!