Ho trascorso gran parte della vita cercando di sembrare il più normale possibile.
Ci sono tante parole che non ho mai detto, storie rimaste sepolte nella memoria. E tutto per concedere agli altri (amici, conoscenti, ecc) il permesso di valutarmi senza impedimenti o scusanti.
Faccio un esempio banale, alle superiori ho ricevuto un 5 in condotta. Era il primo quadrimestre e la motivazione ufficiale riguardava il numero di assenze.
E' vero, ne avevo accumulate molte ma non erano immotivate. Avevo gravi problemi in famiglia, passavo più tempo tra ospedali e medicine che altro e non riuscivo a dormire. Soffrivo di attacchi di panico (mai notati dagli adulti, nascondevo la questione abbastanza bene) e comunque la notte era caotica, non avevo più un letto mio e c'era una persona non autosufficiente in casa e la sua presenza comportava tutta una serie di precauzioni (controllarla ogni tot di tempo, fare attenzione a vari parametri, ecc).
La bella notizia mi è stata data da una professoressa, ricordo ancora il suo sorrisino ironico.
Non mi aveva in simpatia, rifiutavo con forza il suo particolare metodo di studio. Non volevo imparare a memoria lunghi elenchi di termini vuoti e odiavo la sua smisurata passione per gli schemi. Mi ostinavo a studiare alla vecchia maniera, sui libri e lei faceva di tutto per scoraggiarmi.
Sostanzialmente rappresentavo un suo personalissimo fallimento.
Tuttavia non mi sono giustificata, ho incassato il voto dicendo "beh, fa curriculum.. almeno avrò qualcosa da raccontare ai nipoti" :P .
Tipico.
Nel corso del tempo ho provato ad essere più indulgente nei miei riguardi.
Ho raccontato la mia storia o il perché di certi atteggiamenti ad alcune persone speciali.
Le reazioni sono state differenti. A volte ho riscontrato un silenzio imbarazzato e mi sono sentita quasi in colpa.
In determinate occasioni, invece, ho percepito una certa comprensione.
La verità? Mi stavo illudendo.
Le esperienze possono essere realmente considerate soltanto dall'interno, Vivendole.
Il resto è mera approssimazione. Ci sono dolori, fatiche e gioie impossibili da trasmettere perché troppo distanti dai percorsi ordinari.
Ecco quali sono i miei rododendri
Mi sento poco capita. Diversa.
Mi manca la capacità di comunicare nel modo opportuno, mi perdo alla ricerca delle parole giuste senza riuscire a trovarle. Purtroppo non esistono.
E – ogni tanto- mi manco tremendamente.
Perché non posso avere una vita semplice?
Comune.
Normale, sì. Normale.