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Vecchio 03-06-2013, 21:25   #1
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Supponiamo che esista una fobia specifica, la psicologofobia. E supponiamo che per qualche motivo sconosciuto esista un tizio che ce l'ha, e che non l'accetti. Così si tormenta, e dice a se stesso ogni giorno "devo superare la psicologofobia", si guarda allo specchio e dice "devo superare la psicologofobia".
Ma non ce la fa.
Allora dice "forse dovrei andare da uno psicologo. E' l'unico che potrebbe guarirmi.". Ma come fa? Ha paura dello psicologo.
Insomma, sto tizio va avanti per tanto tempo, diciamo anche anni, finché ad un certo punto dice: "basta, da oggi in poi ogni mio pensiero sarò dedicato ad andare da uno psicologo e superare la mia psicologofobia".

Così, il primo giorno, si concentra da quando si alza alla mattina, fa per andare al lavoro, poi il capo lo chiama urgente perché è successo un casino e deve assolutamente porre rimedio. Dopo aver affrontato l'incombenza è troppo stressato. "Riproverò domani".
Il secondo giorno, riesce a pensare al suo proposito per quasi tutto il giorno, è convinto che appena tornerà a casa chiamerà uno psicologo, ma sulla via del ritorno la mamma lo chiama dicendogli se può per favore andare a prendere il latte che è finito. E già che c'è, un po' di uova, un chilo di pane, dei petti di pollo, sei bottiglie d'acqua, una damigiana di vino, due confezioni di fusilli barilla, farina, sale, zucchero, the.
Carico come un mulo arriva a casa con le braccia dolenti e decide che anche quello non è un giorno adatto.
Il terzo giorno non si fa scoraggiare, prende le pagine gialle in mano, cerca alla voce Psicologi e ne trova uno.
"Ce l'ho fatta!".
L'indomani va dallo psicologo, e gli dice "sa, soffrivo di psicologofobia, ma ora che sono qui non ne soffro più, quindi lei non mi serve, piacere di averla conosciuta, arrivederci!".
E se ne va bello giulivo saltellando.

Perché vi ho raccontato questa stronzata? Perché credo che sia il travaglio di chiunque abbia provato a curarsi di qualcosa, sebbene estremizzato. C'è un problema di "volontà", spesso minimizzato come il semplice "non aver voglia di far qualcosa", quando spesso le problematiche sono molto più complesse e risiedono in ragioni inconscie di cui non siamo consapevoli, ma che portano all'autosabotamento.
Ma quando una persona vuole reagire, reagisce a 360 gradi solitamente. Almeno, a me capita così.

Sicché, che sicurezza ho che sia la terapia ad essermi servita, e non il mio mutato atteggiamento, che oltre ad avermi fatto andare dal terapista, mi ha fatto fare cose che normalmente non avrei fatto? Mi ha fatto ricominciare con la ginnastica, mi ha fatto diminuire drasticamente l'uso di facebook, mi ha spinto a non evitare occasioni sociali con amici e conoscenti, ecc.
Tutte le volte che sono stato da uno psic, in effetti, sono sempre stato riconosciuto (almeno inizialmente) come una persona proattiva, determinata, piena di vita, quasi da dirmi "ma tu che cazzo ci fai qua?". Quando era solo una facciata, un lato di una personalità ben più incasinata, e abituata a mostrare i lati migliori o peggiori a seconda del contesto.

Nello stesso tempo non vedo la possibilità che io vada da uno psicologo senza che sia riuscito in qualche modo a fare un cambio paradigmatico della mia vita: dovrei farmici trascinare a forza, ma non sono così messo male, e inoltre io non ho la "psicologofobia".

Chiaramente questo paradosso mi fa procrastinare la ricerca di un terapeuta, e quindi è un fottuto circolo vizioso. Che dire, boh! Magari un giorno smetterò di evitare di punto in bianco.
Magari quel giorno sarà il giorno in cui sarò riuscito a prendere l'appuntamento, e gli racconterò che ho fatto baldoria in discoteca, conosciuto un sacco di gente, limonato una ragazza di cui neanche ricordo il nome, ma soffro di disturbo evitante.

Poi ci credo che non sono convincente.
Vecchio 04-06-2013, 19:43   #2
Esperto
L'avatar di n. 8028
 

non ci ho capito molto.
se ci sei andato, se ci vuoi tornare, se sei ancora evitante, ecc.
Vecchio 04-06-2013, 19:46   #3
Banned
 

ahahaha,fortissimo!!

comunque ,se esistesse una fobia del genere,la si supererebbe con una esposizione graduale verso l'oggetto della fobia,quindi un giorno ci stai 5 min con lo psico,un giorno 10,ma-come si evince dal tuo scherzoso racconto-quando uno supererebbe sta fobia,nn avrebbe più bisogno di andarci
Vecchio 04-06-2013, 20:04   #4
Esperto
L'avatar di Xchénnpossoreg?
 

Quote:
Originariamente inviata da Marco Russo Visualizza il messaggio
"devo superare la psicologofobia".
Ma non ce la fa.
Allora dice "forse dovrei andare da uno psicologo. E' l'unico che potrebbe guarirmi.". Ma come fa? Ha paura dello psicologo.
A mio avviso l'unico modo per esorcizzare la paura è affrontarla.

Per imparare a nuotare è necessario bagnarsi e sfidare il timore di affogare, c'è poco da fare.

Come si fa.
Bisogna avere una forte motivazione, come il desiderio di riscatto o la necessità di raggiungere un determinato obiettivo.

Certi stimoli di solito capitano per caso, ci si ritrova in una situazione e nasce il bisogno di reagire.

Se questa cosa non avviene significa che probabilmente i tempi non sono ancora maturi..
Vecchio 04-06-2013, 22:36   #5
Esperto
L'avatar di wallis
 

Se ho mal di denti e prendo una medicina sono guarito ? .
Se il nostro scopo è far sparire i sintomi sono daccordo con te
la volontà personale è molto più importante del fattore terapeuta,
nel caso si voglia estirpare più in profondità la causa di tutti i sintomi
che rendono problematica la nostra vita, allora secondo me è necessario
un terapeuta.
Vecchio 04-06-2013, 22:55   #6
Principiante
 

a mio avviso la terapia non è la soluzione di tutti i mali, è solo un aiuto. E' qualcosa che ti può dare "la basi tecniche" per partire, ma in realtà il lavoro lo fai tutto da solo e deve necessariamente iniziare da te. Anche perchè già solo il fatto di prendere in mano il telefono e prendere un appuntamento, e poi presentarsi a quell'appuntamento, richiede uno sforzo immane, forse il più pesante di tutti (o almeno, per me è stato così)... io non ne ho discusso con nessuno, non mi interessavano i pareri degli altri...l'idea di cambiare deve partire da te, devi essere deciso ed avere tanta buona volontà. Lo psicologo può intervenire consigliandoti, spronandoti, ascoltando i tuoi malumori o le tue delusioni, ma soprattutto può riprenderti per la collottola mentre cadi e rimetterti sulla strada giusta, ma di certo non possiede la bacchetta magica. A mio avviso bisogna valutare molto attentamente la decisione di andare in terapia, non è una cosa da prendere alla leggera. Bisogna pensare e pensare e pensare ancora prima di farlo. Si deve essere sicuri di avere un obiettivo e di volerlo raggiungere, non solo di provarci. Dopo il giusto periodo che occorre per pensarci, io consiglio di prendere l'appuntamento in un momento in cui si è particolarmente felici e non di farlo in un giorno in cui si è giù, giusto per chiedere aiuto. Io ho fatto così, dopo tanti anni mi sono fatta coraggio e ho chiamato. E vi assicuro che la mia giornata, che già era stata buona, è migliorata! Mi sono sentita capace di fare qualcosa, qualcosa per me stessa! Sono soddisfatta di me stessa forse per la prima volta nella mia vita! Io sono ancora all'inizio, ma mi sento già meglio, solo per aver avuto il fegato di fare qualcosa di buono per me!
Prima di andare dallo psicologo occorre fare una profonda analisi di te stesso, valutare cosa c'è che non va, il perchè non va, se c'è qualcosa che puoi fare per cambiarlo e soprattutto devi essere deciso! Non puoi andare dallo psicologo e fare scena muta, devi essere in grado di rispondere alle sue (numerose) domande! Per me è stato così, qualche giorno fa ho incontrato per la prima volta la psicologa con terapia conognitivo comportamentale ed è stato più un botta e risposta che altro! Si è stupita di quanto io avessi le idee chiare (diciamo che ho avuto mooooolto tempo per rifletterci! ) e mi ha detto che ora c'è "solo" da lavorare sull'emotività, in quanto per il resto non ho bisogno di chiarimenti. Sono del parere che questo aiuti molto, perchè ovviamente i risultati sociali non si vedranno subito, ma almeno sai da subito cosa non va e come invece dovrebbe essere, per cui lavori attivamente e non ti butti giù dopo i primi incontri (che diversamente risulterebbero passivi e piuttosto inutili!)

Ovviamente parlo per quella che è la mia esperienza personale...probabilmente io sono stata fortunata... non è che detto che quello che va bene per me vada bene anche per gli altri... è importante scegliere bene lo psicologo, e nel caso si dovesse finire con uno con cui non ci si trova bene...non perdete tempo! cambiatelo, trovatene un altro, ma fatelo alla svelta! altrimenti la carica si perde!!
Vecchio 04-06-2013, 23:08   #7
Esperto
L'avatar di barclay
 

@Marco Russo
Se vai da un comportamentista sicuramente ti dirà che non hai niente di sbagliato, gli analisti sono meno superficiali
Vecchio 05-06-2013, 13:07   #8
Principiante
L'avatar di sognatrice89
 

D'accordissima con Maya!
Hai detto che riesci a fare molte cose, però sei lo stesso evitante. Allora non mi è ben chiaro cosa significa essere evitanti...se qualcuno volesse chiarmi un pò le idee gliene sarei grato
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