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Vecchio 17-05-2008, 21:05   #1
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La discussione nell'altro thread m'ha fatto venire sta mezza idea.

Ora premetto che posso intuire che per qualcuno potrebbe sembrare follia chiedere in un forum di sociofobici come si relazionano con le altre persone, ma il mio intento vuole essere quello di analizzare il nostro carattere nei particolari con chiunque ci sia davanti: insomma anche con vostra madre o sorella.

Inizio io per darvi un'idea.
Com'è giova?
Verbalmente tendo solitamente a 2 opposti:
il 99% delle volte sono molto conciso (anche monosillabi se non c'è bisogno di formalità), mi piace il contatto diretto (anche una semplice pacca sulla spalla)
e l'altro 1% lo tiro fuori quando devo mettere i miei sentimenti...quando devo tirare fuori il lato poetico/romantico/dolce....o a volte quando attraverso periodi di brillantezza.
Io nella vita se crescendo da estroverso sono diventato estroverso è per un semplice motivo: il silenzio è pace ed è guerra.
Puoi ordinare le tue idee e puoi farti 1600 viaggi mentali.
La scrittura per me è una conseguenza (non a caso più si è accentuato il carattere introverso in me e più mi sono avvicinato alla poesia): tanto tempo lo voglio usare per pensare---> la scrittura è il mezzo più comodo per esprimersi.
Perché?
perchè sei tu il padrone dei tuoi concetti;nessuno ti interrompe facendoti perdere il filo e sei tu a dire basta.

questo è ciò che ho scritto nell'altra discussione, ma ora analizziamoci più a fondo.
Credo che giova si possa dividere in 2 parti:
-giova passivo
-giova attivo
Passivo perchè è più predisposto, allo stato attuale delle cose, se può scegliere a stare tra sè e sè; non è il tipo che ti chiede la storia della tua vita o la routine quotidiana oppure ancora i programmi per il week-end tanto per parlare....ergo spesso non te lo chiederà affatto se non lo sente....ma non per menefreghismo....è così e basta.
Attivo perchè, nonostante sia pigro nel parlare del più e del meno, se gli dai una palla la coglie al balzo,la lancia in aria, la sbatte per terra e te la ripassa (fuor di metafora anche una caccola sulla felpa basta per farmi creare 10 minuti di ordinaria follia).
Diretta conseguenza di ciò è un lato introverso (che pensa molto, ti guarda 10,100,1 milione di volte negli occhi per capirti, per percepire un sorriso, un'illuminazione, un leggero broncio) e un lato estroverso (che magari si stanca di pensare dopo 3 ore, nessuno gli offre la palla e si stufa di aspettare il suo turno e allora va con la forza - non in senso negativo però - a prendersela).
Da qui 2 settori del mio carattere agli antipodi: uno forte ed uno sensibile.
Sensibile perchè riflettendo riflettendo su amicizie, amori, silenzi, gioie, dolore, sofferenze impari a "levigare" molto il cuore.
Forte perchè nonostante abbia imparato a levigare ho imparato a conservare la polverina della pietra; dunque se si cerca di rovinare la levigazione del cuore tiro fuori la pietra forte e sono capace di far scivolare tutto e tutti e di passare all'indifferenza o al contrattacco.
Dal primo nasce il poeta, il romanticone, il timido, quello disposto a piegarsi in 24 per gli altri e magari quello che soffre inaspettatamente epr un amore, un amico/a, un torto ecc...ecc...
Dal secondo nasce una parte dell'estroverso, una parte del freddo e distaccato, una parte di quello che pretende il rispetto e che magari ha ancora quel pizzico di cuore (distinguiamo dall'orgoglio...che è ben differente) che non vuole farsi vedere ferito dagli altri (per farli sentire a disagio, in colpa) e che quindi anche soffrendo come un cane trattiene ogni minima traccia di lacrima (al max si corrode dentro) fino a raggiungere un' apparente indifferenza.

Ok mi pare di aver detto un minimo di come sono e di come mi comporto nel mondo.

P.S: aspè...prima di ritrovarmi un commento del tipo "parli in terza persona e ti analizzi troppo....sei un perfezionista"---> la terza persona (ma anche la quarta, la quinta e la sesta) è voluta in qualche passo e l'analisi attenta era l'intento principale.
Vecchio 18-05-2008, 13:46   #2
Esperto
L'avatar di HurryUp
 

Il mio rapporto con il mondo è molto difficile.
E' come se io avessi una piaga, che è la sete di giustizia che non vedo nel mondo esterno. L'esperienza è come qualcuno che si diverte a mettere il dito in questa piaga, presentandomi sempre più situazioni in cui manca sia la giustizia, sia il desiderio di realizzarla attraverso il cambiamento dei singoli individui.
Tutta la mia esistenza, fino ad ora, è stata accompagnata dalle ingiustizie.
Durante il periodo scolastico ho subito una discriminazione sistematica nella scuola, e il senso di impotenza nell'assistere a tutta questa ostentazione di indifferenza, di individualismo, di menefreghismo sul tema della giustizia, ha accresciuto in me la sete di giustizia.
L'intuito mi fa capire che l'ingiustizia non può essere un attributo della realtà, ma che sono solo io che non posso vedere la causa efficiente.
D'altra parte non posso credere che la causa efficente sia tale da implicare che le ingiustizie non siano destinate a ricadere in forma diversa su chi le commette senza rifletterci, perchè se fosse così, la vita sarebbe una beffa per chi matura il bisogno di giustizia, e sarebbe un sollievo per chi, egoisticamente, si mette la coscienza a posto sperando, e credendo, che non dovrà mai rispondere delle ingiustizie che ha commesso.
Ora che ho preso consapevolezza del fatto che la giustizia sia una necessità naturale, devo passare al passo più difficile, cioè smetterla di desiderare che le persone raccolgano il male che seminano, perchè questo desiderio, automaticamente, mi fa desiderare anche il dolore per gli altri.
Ieri, assistendo all'ennesima manifestazione di cinismo da parte della mia ex, non ce l'ho fatta a trattenermi, e le ho detto che speravo con tutto me stesso che in una prossima vita lei passasse tutto quello che stava facendo passare a me ultimamente, cioè che vivesse da fobico sociale, e avesse una ragazza che, pur di non affrontare le domande degli amici, si vergognasse di farlo vedere da loro, e gli raccomandasse di far finta di non conoscerla e nascondersi nel caso incontrasse qualche sua conoscente.
Ma questa idiozia di augurarle una vita di sofferenza non l'ha mossa a riflettere, anzi, ancora più convinta del suo individualismo mi ha urlato con occhi di fuoco di non mandarle energie negative, e di andare per la mia strada, e di non pensare alla sua vita, perchè lo scopo della sua vita è solo sfuggire il dolore e cristallizzarsi in una dimensione di misantropia, mettendo gli altri in uno sfondo di comparse, scacciando il dolore dalla sua mente e cercando emozioni mondane positive, illudendosi così di riempire il suo vuoto.
Io allora mi sono reso conto di essere impotente, con un dolore al plesso solare che stava portandomi sull'orlo di un attacco di panico, forse per il pensiero di essere impotente di fronte al vuoto a cui stava andando incontro, di fronte all'intuizione delle lacrime amare che verserà quando prenderà veramente consapevolezza del male che mi ha causato, forse perchè mi sentivo anche in colpa per aver desiderato che lei riflettesse attraverso un'esperienza di dolore.
Ma ho capito di non poter fare niente, se non smettere di pensare alla vita di un altro, ma non per i motivi che crede lei (individualistici), ma solo perchè mi accorgerei di non poter fare niente per gli altri e questa consapevolezza mi porterebbe frustrazione.
Queste e altre esperienze analoghe mi fanno sempre di più prendere coscienza del difficile passo a cui la vita mi sta preparando: rinunciare di desiderare la giustizia, vedere nell'ingiustizia degli altri, in un certo senso, la mia ingiustizia, portare questo desiderio di giustizia nell'inconsapevolezza, pur non rinunciando all'idea che la giustizia sia una necessità logica della realtà.
Tutte queste parole rappresentano la mia esitazione, e la portata al passo successivo che devo operare.
Vecchio 18-05-2008, 14:21   #3
Banned
 

eee amico mi ritorvo molto nele tue parole

quando parli di cinismi energie negative

mettici pure la telepatia che c'è tra gli ex perche c'è e tulo sai

il cosidetto ti ho pensato spesso auauau

tu continua a d usare un mix di logica e cuore nn abbandonadoti completamnte ne all uno e ne all altro

moderazione amico moderazione
Vecchio 18-05-2008, 15:29   #4
Principiante
 

Quote:
Originariamente inviata da HurryUp
Ieri, assistendo all'ennesima manifestazione di cinismo da parte della mia ex, non ce l'ho fatta a trattenermi, e le ho detto che speravo con tutto me stesso che in una prossima vita lei passasse tutto quello che stava facendo passare a me ultimamente, cioè che vivesse da fobico sociale, e avesse una ragazza che, pur di non affrontare le domande degli amici, si vergognasse di farlo vedere da loro, e gli raccomandasse di far finta di non conoscerla e nascondersi nel caso incontrasse qualche sua conoscente.
Ma questa idiozia di augurarle una vita di sofferenza non l'ha mossa a riflettere, anzi, ancora più convinta del suo individualismo mi ha urlato con occhi di fuoco di non mandarle energie negative, e di andare per la mia strada, e di non pensare alla sua vita, perchè lo scopo della sua vita è solo sfuggire il dolore e cristallizzarsi in una dimensione di misantropia, mettendo gli altri in uno sfondo di comparse, scacciando il dolore dalla sua mente e cercando emozioni mondane positive, illudendosi così di riempire il suo vuoto.
Mi spiace molto per quello che ti è successo. Quando ho a che fare con persone che non si rendono conto della loro cattiveria quello che mi consola è il fatto che questa stessa chiusura mentale gli impedisce di raccogliere la felicità che sta nella comprensione: vivono senza comprendere e senza cercare di farlo e perciò sono in balia di ciò che accade molto più di chi soffre sapendo il perchè. La sofferenza più grande di tutte secondo me è il dolore che non si comprende e anche una piccola botta per queste persone sarà un grande urto sconosciuto, che non potranno utilizzare se non in maniera automatica. La giustizia che tu cerchi sta nel loro stesso limite, è istantanea: potranno anche vivere una vita di piaceri fisici e mentali, ma saranno sempre piaceri inconsapevoli e se mai matureranno la consapevolezza allora istantaneamente soffriranno di ciò che hanno fatto. La giustizia sta nella comprensione, che colpisce chi non capisce al suo stesso livello, privandolo di un piacere "pieno" e chi capisce facendolo stare male per la sensazione di incoerenza fra l'ingiustizia che ha commesso e il suo desiderio di essere giusto.
Quote:
Originariamente inviata da HurryUp
Io allora mi sono reso conto di essere impotente, con un dolore al plesso solare che stava portandomi sull'orlo di un attacco di panico, forse per il pensiero di essere impotente di fronte al vuoto a cui stava andando incontro, di fronte all'intuizione delle lacrime amare che verserà quando prenderà veramente consapevolezza del male che mi ha causato, forse perchè mi sentivo anche in colpa per aver desiderato che lei riflettesse attraverso un'esperienza di dolore.
Ma ho capito di non poter fare niente, se non smettere di pensare alla vita di un altro, ma non per i motivi che crede lei (individualistici), ma solo perchè mi accorgerei di non poter fare niente per gli altri e questa consapevolezza mi porterebbe frustrazione.
Lei sta già espiando il risultato delle sue azioni: non averti rispettato è la conseguenza del suo non comprendere la realtà ed è la causa di ogni sua azione. Ciò che lei fa è vedere sé stessa e non comprendere oltre: si trova persa in mezzo all'oceano, credendo di stare sulla terraferma. Anche se riuscisse ad arrivare in un porto (vivere senza soffrire) avrebbe comunque vissuto una vita di illusione. La vera beffa la subisce chi non sa che cos'è, cosa vive, dove si trova, al di là dei sensi fisici.
Quote:
Originariamente inviata da HurryUp
Queste e altre esperienze analoghe mi fanno sempre di più prendere coscienza del difficile passo a cui la vita mi sta preparando: rinunciare di desiderare la giustizia, vedere nell'ingiustizia degli altri, in un certo senso, la mia ingiustizia, portare questo desiderio di giustizia nell'inconsapevolezza, pur non rinunciando all'idea che la giustizia sia una necessità logica della realtà.
Tutte queste parole rappresentano la mia esitazione, e la portata al passo successivo che devo operare.
L'ingiustizia degli altri è in un certo senso la tua, t'appartiene in quanto dinamica del tutto. Se non l'avessi subita non saresti ciò che sei, quindi ne sei partecipe, sei lo sfondo che ospita la figura e si modella per accoglierla: riesci a intravedere il disegno perchè ne sei parte. Quello che ti resta da fare è eliminare il confine che ti separa dalla figura.

Per essere meno prosaici, la tua ex s'è comportata in modo orrendo ed egoista, hai tutta la mia solidarietà.
Vecchio 18-05-2008, 20:45   #5
Esperto
L'avatar di HurryUp
 

Grazie per il sostegno morale, mi avete portato al corretto punto di vista del problema :wink:
Vecchio 18-05-2008, 20:50   #6
bus
Principiante
L'avatar di bus
 

il problema e ke la societa e troppa ancorata ai soldi e purtroppo ki nn produce rimane fuori dal sistema per essere assistito ti devi solo tagliare una gamba se no la gente nn capiusce e nn vvieni assistito
Vecchio 19-05-2008, 01:37   #7
Esperto
L'avatar di animaSola
 

Quote:
Originariamente inviata da HurryUp
Grazie per il sostegno morale, mi avete portato al corretto punto di vista del problema :wink:
Un abbraccio da parte mia e di barda (piu da parte mia però .... prezzemolino è un pò timido)...
Vecchio 19-05-2008, 02:03   #8
Esperto
 

Quote:
Originariamente inviata da animaSola
Quote:
Originariamente inviata da HurryUp
Grazie per il sostegno morale, mi avete portato al corretto punto di vista del problema :wink:
Un abbraccio da parte mia e di barda (piu da parte mia però .... prezzemolino è un pò timido)...
Anche da parte mia...
Vecchio 19-05-2008, 02:09   #9
ReginaNera
Guest
 

..
Vecchio 19-05-2008, 02:17   #10
Esperto
 

Quote:
Originariamente inviata da ReginaNera
Quote:
Originariamente inviata da bardamu
Quote:
Originariamente inviata da animaSola
Quote:
Originariamente inviata da HurryUp
Grazie per il sostegno morale, mi avete portato al corretto punto di vista del problema :wink:
Un abbraccio da parte mia e di barda (piu da parte mia però .... prezzemolino è un pò timido)...
Anche da parte mia...
Gelosone che non sei altro!!! ..avevam concordato che si faceva un pò a testa:P
Molla l'osso.
Vecchio 19-05-2008, 02:29   #11
ReginaNera
Guest
 

...
Vecchio 20-05-2008, 20:09   #12
Esperto
L'avatar di HurryUp
 

Quote:
Originariamente inviata da ReginaNera
"""Hurrynoooo Saró grande vedrai, fammi spazio e dopo mi dirai, mmm mmm mmm...
che maschio sei...Lui chi é? Come mai l'hai portato con te,?Il suo ruolo mi spieghi qual é? Io volevo incontrarti da solo semmai,
8O cosa sono queste sorprese? mi aspetterei di dire, se mai, che femmina sei!
Vista la contesa, si impone il proverbio "tra i due litiganti il terzo gode", quindi mi spiace per voi, ma il mio abbraccio spetterà a una terza persona. Si faccia avanti chi vuole (possibilmente, una bella ragazza).






























Ma ora che ci penso, ho già l'offerta di un caloroso abbraccio femminile, quindi al diavolo il proverbio, scelgo direttamente animaSola, senza offesa bardamu :P
Vecchio 20-05-2008, 20:42   #13
Esperto
 

Quote:
Originariamente inviata da HurryUp
Ma ora che ci penso, ho già l'offerta di un caloroso abbraccio femminile, quindi al diavolo il proverbio, scelgo direttamente animaSola, senza offesa bardamu :P
Ora posso aprire anch'io il topic "Il mio 1° due di picche virtuale".
Vecchio 20-05-2008, 21:16   #14
Esperto
L'avatar di animaSola
 

:lol: :lol: :lol: :lol:
Bardamiiiii tieccheteeeee



Hurryno me lo spupazzo solo io...pappappero:P
Vecchio 20-05-2008, 21:36   #15
Esperto
L'avatar di vikingo
 

ma come hurry ti sei gia dimenticato del tuo compagno di ricerche?
Vecchio 20-05-2008, 22:50   #16
Esperto
L'avatar di HurryUp
 

Quote:
Originariamente inviata da vikingo
ma come hurry ti sei gia dimenticato del tuo compagno di ricerche?
Ma quando mai... sempre a tua disposizione per eventuali ricerche
Vecchio 21-05-2008, 15:11   #17
Esperto
 

Quote:
Originariamente inviata da HurryUp
Quote:
Originariamente inviata da ReginaNera
"""Hurrynoooo Saró grande vedrai, fammi spazio e dopo mi dirai, mmm mmm mmm...
che maschio sei...Lui chi é? Come mai l'hai portato con te,?Il suo ruolo mi spieghi qual é? Io volevo incontrarti da solo semmai,
8O cosa sono queste sorprese? mi aspetterei di dire, se mai, che femmina sei!
Vista la contesa, si impone il proverbio "tra i due litiganti il terzo gode", quindi mi spiace per voi, ma il mio abbraccio spetterà a una terza persona. Si faccia avanti chi vuole (possibilmente, una bella ragazza).






























Ma ora che ci penso, ho già l'offerta di un caloroso abbraccio femminile, quindi al diavolo il proverbio, scelgo direttamente animaSola, senza offesa bardamu :P
questo è l'hurryup che tutti vogliamo, hurry convertiti alla logica cazzeggiazzy e lascia stare quella fuzzy che ti fa diventare puzzy, abbracciamoci tutti, ti abbraccio pure io, W la spontaneità
Vecchio 22-05-2008, 16:06   #18
Esperto
L'avatar di MarcheseDelGrillo
 

Io e il mondo...

bella domanda!

Diciamo che dopo un'infanzia spensierata (nella quale però già covavo i timori propri di un animo forse eccessivamente sensibile) ho attraversato un periodo, quello delle scuole medie, di totale scollamento da tutto ciò che mi circondava.
Pochi amici, zero ragazze, molto studio a casa, scarsa vita sociale... Ricordando adesso, è come se il mondo non mi interessasse più di tanto all'epoca.

Anche per i primi due anni del liceo è stato così, anche se sentivo di meno il peso di tutto ciò perchè potevo condivedere del tempo con qualche persona a me simile.

Poi, con gli anni sono cambiato. E sento che sto cambiando tutt'ora. Soprattutto quest'anno, forse grazie anche alla scelta di frequentare un corso di teatro, percepisco tutto in maniera un po' diversa, sicuramente più rilassata. Mi sento veramente in pace col mondo e con me stesso.
Diciamo che l'ottimismo, forse per la prima volta, si è insinuato nel mio animo.

O, quantomeno, sono riuscito a scrollarmi di dosso quella tendenza eccessiva a rimuginare sulle cose che a tratti, purtroppo, di tanto in tanto riaffiora ancor'oggi.

Certo, capitano dei giorni nei quali mi sento fragile, triste, scontento e incazzato... ma posso dire, con allegria, che sono meno dei giorni in cui mi sento invece sereno, soddisfatto, attivo, presente. Ho imparato a sorridere: alla vita e agli uomini. E ne sono contentissimo.

Tuttavia, aimè, il mondo rimane qualcosa che forse non capirò mai a fondo. O meglio: quello che non capirò mai a fondo è la testa delle persone. Quello che pensano, su cosa ragionano, o su cosa CREDONO di ragionare.

Oddio, per la verità un'idea me la sto cominciando a fare.. ed è questa: le persone NON RAGIONANO. Non che non ne siano capaci. Non gli va. Non ne hanno voglia. Preferiscono buttare tutto in ridicolo, scherzarci su e bersi la vita come un bicchiere di birra: a grandi sorsate.

E forse, il problema di noi timidi, di solito persone molto sensibili e introspettive, è proprio questo: ci aspettiamo troppo dagli altri.
Ci aspettiamo che sentano come noi, che percepiscano come noi.. per poi restarne inevitabilmente delusi e sviluppare meccanismi di difesa, di chiusura: "Questo mondo non è come me? Me ne taglio fuori". Per poi, ovviamente, soffrirne... perchè siamo fatti per stare insieme agli altri, non per isolarci.

Personalmente penso di trovarmi in un vero e proprio limbo: il mio rapporto con il mondo, con gli altri e con la vita cambia di giorno in giorno, alle volte anche più volte nello stesso giorno. Dipendentemente da quello che mi accade, da ciò che vedo o da quello che gli altri fanno.

Ci sono momenti in cui mi viene naturale stare con gli altri, cercare il dialogo, la comunicazione; altri in cui invece voglio stare da solo, in cui preferisco la compagnia di un amico fidato piuttosto che incontrare gente nuova.

Forse è una fase passeggera, forse farà sempre parte del mio carattere.. non lo so. Quello che mi interessa e che mi ha sempre interessato, è fare di testa mia. Sforzarmi di comunicare sì, ma concedermi anche qualche momento di distacco, di solitudine, di "sana asocialità". Senza, per questo, sentirmi in colpa nei confronti di chicchessia.

Sono convinto che, alla fin fine, ognuno deve trovarsi il SUO equilibrio, indipendentemente dagli altri.
Vecchio 22-05-2008, 16:58   #19
Banned
 

sisi alla fin fine pure io la penso su molte come come MarchesedelGrillo.

La sensazione che a volte fai pensieri che gli altri non pensano nemmeno a fare...non hanno voglia di fare...

a volte mi viene naturale estroversarmi, abbracciare, accarezzare, ridere e scherzare e altre invece in cui il resto del mondo gira in un senso in cui mi introverso da paura con silenzi incomprensibili per chi è al di fuori della mia testa (se non solo da pochi "fortunati").


Ma a me sinceramente sto lato mi piace...
Vecchio 23-05-2008, 01:22   #20
Esperto
L'avatar di MarcheseDelGrillo
 

Sì, alle volte è bello constatare di essere un gradino più in alto di certa gente, di essere più sensibili, di farsi più domande...

Il problema è quando si genera una frattura con la realtà, con la vita quotidiana; il che determina, inevitabilmente, situazioni di disagio sociale e materiale.

E bisogna evitarlo. Una delle possibili soluzioni è interessarsi sinceramente al mondo: ci deve essere qualcosa che ci piace, in tutta questa merda.
Io, come ho detto, ho scelto la recitazione e mi sto avvicinando anche alla chitarra; ma le attività possono essere molteplici: sport, volontariato, lettura, scrittura e chi più ne ha più ne metta.

Forse questo è l'unico modo per scrollarsi dal torpore meditativo nel quale spesso rischiamo di cadere.
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