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Originariamente inviata da ilPaul
Grazie mille, hai centrato il bersaglio.
Credo proprio che io stia nello stesso marasma, mi fa piacere che tu ne sia fuoriuscito bene
ah...cos'è un counselor?
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Il counselor è una figura professionale volta ad aiutare persone che attraversano momenti di smarrimento e disagio; dovrebbe essere in grado di aiutare il cliente in momenti di difficoltà. Una sorta di supporto morale, capace di trovare e capire le debolezze e qualità di ciascuno, potenziandone le capacità positive. Io sono andato da un counselor solo perchè lo conoscevo di fama: mi è stato consigliato da persone che ritenevo affidabili. Altrimenti mi sarei rivolto ad uno psicologo qualunque... Comunque sono convinto che in certi casi conti più la qualità della persona che non il titolo di studi appeso alla parete. Io, a riguardo, sono stato molto forunato.
A questa persona ho mostrato il mio mondo, quello in cui vivevo fin da quando ero bambino. L'ho fatto perchè era in grado di ascoltarmi senza giudicare. Rappresentava un paio di orecchie estranee in cui vomitare tutti i miei pensieri, fino a quelli più imbarazzanti e/o autodistruttivi. Tale counselor ha capito quasi tutto ciò che gli ho detto (cosa che al tempo non ritenevo possibile), ha capito il mio mondo pur non facendone parte. È stato capace di rendersi uno specchio per i miei pensieri, così che li potessi osservare meglio. Io ormai navigavo nella... ahem! ...negli escrementi da così tanto tempo, che credevo di essere fatto esclusivamente così. Credevo fosse il mio solo modo di vivere.
Non è così.
Il mio mondo buio non se ne è andato, ma ho capito di poterne uscire. Ho capito che vale la pena starne fuori. A volte ci ricasco, ma non lo faccio volontariamente... Anzi, adesso sfioro soltanto con lo sguardo quell'abisso, poi cerco di uscirne. Non è emozionante come prima, ma mi consente di essere in uno stato mentale equilibrato e di non annichilirmi del tutto: meglio vivo e un po' "apatico" che cadavere negli abissi dell'emozione. Se non ne fossi uscito sono sicuro che adesso starei male. Molto male. Quello di amare la propria negatività è un percorso in discesa: prima ci cammini, poi magari inciampi e rotoli giù... Magari si riesce a riprendere il controllo, ad un certo punto... Ma a
quel punto quanto si è in fondo? Cosa si è perso? Si riesce a risalire da soli? Si riesce a risalire?
EDIT: ne parlo come se fosse una dipendenza, e forse è davvero così...!