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Vecchio 07-04-2015, 19:28   #61
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Originariamente inviata da Chissà Visualizza il messaggio
Ciao, ilPaul... Il tuo messaggio mi ha incuriosito perchè penso di aver capito ciò di cui parli, avendolo sperimentato sulla mia pelle.
C'è stato un periodo (durato anni) nel quale ogni aspetto della mia giornata aveva contorni indistinti, appena accennati. Gli unici momenti in cui tutto mi appariva forte, netto, quasi piacevole era quando provavo una forte tristezza mista a disprezzo verso me stesso. Avevo scavato un angolo buio nel mio cervello e facevo di tutto per andarci, perchè questo mi faceva sentire vivo, vivissimo! Riuscivo a scrivere, a disegnare, a pensare, ma sempre in maniera distorta e deviata: sempre negativa. Spesso mi aiutavo con l'alcol, consapevole del fatto che bere mi avrebbe portato ancora più in fondo.
Un giorno, aiutato da un counselor, ho cercato di capire quale fosse l'origine di questo piacere perverso, del perchè mi cullassi così bene nei miei pensieri più marci. Ne risultò che il mondo buio e carico di odio in cui mi sentivo vivo era quello per me più conosciuto, più rassicurante. Oramai ero in grado di entrarci e amplificarlo a mio piacimento, potevo sfogarmici senza paure: era il mio modo di essere libero.

Ora la situazione è molto migliorata. Non tocco più quegli abissi, non provo più sentimenti così devastanti... In parte ho perso qualcosa, non lo nego, ma ho guadagnato una stabilità che non avrei mai pensato di poter ottenere!
Grazie mille, hai centrato il bersaglio.
Credo proprio che io stia nello stesso marasma, mi fa piacere che tu ne sia fuoriuscito bene

ah...cos'è un counselor?
Vecchio 07-04-2015, 19:59   #62
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L'avatar di Chissà
 

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Originariamente inviata da ilPaul Visualizza il messaggio
Grazie mille, hai centrato il bersaglio.
Credo proprio che io stia nello stesso marasma, mi fa piacere che tu ne sia fuoriuscito bene

ah...cos'è un counselor?
Il counselor è una figura professionale volta ad aiutare persone che attraversano momenti di smarrimento e disagio; dovrebbe essere in grado di aiutare il cliente in momenti di difficoltà. Una sorta di supporto morale, capace di trovare e capire le debolezze e qualità di ciascuno, potenziandone le capacità positive. Io sono andato da un counselor solo perchè lo conoscevo di fama: mi è stato consigliato da persone che ritenevo affidabili. Altrimenti mi sarei rivolto ad uno psicologo qualunque... Comunque sono convinto che in certi casi conti più la qualità della persona che non il titolo di studi appeso alla parete. Io, a riguardo, sono stato molto forunato.
A questa persona ho mostrato il mio mondo, quello in cui vivevo fin da quando ero bambino. L'ho fatto perchè era in grado di ascoltarmi senza giudicare. Rappresentava un paio di orecchie estranee in cui vomitare tutti i miei pensieri, fino a quelli più imbarazzanti e/o autodistruttivi. Tale counselor ha capito quasi tutto ciò che gli ho detto (cosa che al tempo non ritenevo possibile), ha capito il mio mondo pur non facendone parte. È stato capace di rendersi uno specchio per i miei pensieri, così che li potessi osservare meglio. Io ormai navigavo nella... ahem! ...negli escrementi da così tanto tempo, che credevo di essere fatto esclusivamente così. Credevo fosse il mio solo modo di vivere.

Non è così.

Il mio mondo buio non se ne è andato, ma ho capito di poterne uscire. Ho capito che vale la pena starne fuori. A volte ci ricasco, ma non lo faccio volontariamente... Anzi, adesso sfioro soltanto con lo sguardo quell'abisso, poi cerco di uscirne. Non è emozionante come prima, ma mi consente di essere in uno stato mentale equilibrato e di non annichilirmi del tutto: meglio vivo e un po' "apatico" che cadavere negli abissi dell'emozione. Se non ne fossi uscito sono sicuro che adesso starei male. Molto male. Quello di amare la propria negatività è un percorso in discesa: prima ci cammini, poi magari inciampi e rotoli giù... Magari si riesce a riprendere il controllo, ad un certo punto... Ma a quel punto quanto si è in fondo? Cosa si è perso? Si riesce a risalire da soli? Si riesce a risalire?

EDIT: ne parlo come se fosse una dipendenza, e forse è davvero così...!

Ultima modifica di Chissà; 07-04-2015 a 20:03.
Vecchio 07-04-2015, 21:39   #63
Esperto
L'avatar di Emil
 

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Originariamente inviata da Angus Visualizza il messaggio
ed un odio nei confronti di chi ci ricorda che siamo vulnerabili, fine a se stesso.
L'odio indeterminato è pericoloso proprio perché inflessibile, nel senso che il (pre)giudizio negativo non cambia rispetto al soggetto perché viene esteso a tutta la categoria che lo subisce perché portatore di certe caratteristiche stigmatizzate senza meritare alcuna differenziazione.
L'odio razziale è un esempio. La misoginia pure.

L'odio, e la rabbia, andrebbero secondo me per lo più incanalate verso la critica perché tenerselo soltanto a livello viscerale credo alla lunga porti inevitabilmente alla cecità e alla bile nera...

Quote:
Originariamente inviata da Angus Visualizza il messaggio
Beh, direi di sì, ma proprio per definizione... Lo sguardo proprio su se stessi risente di quello altrui (passato), ma è pur sempre lo sguardo proprio.
Esatto. Anche se il contesto non è mai dei più teneri, l'avversario di solito è più interno che esterno.
La fobia sociale, che in fondo è un disturbo d'ansia, infatti è lo sguardo mostruoso che si ha nei propri confronti proiettato sugli altri e sul loro giudizio.
Semplificando è il senso di inadeguatezza e l'odio che vive prima di tutto nella nostra soggettività a fare la differenza.
Le origini e le cause sono ben altra storia. Personale, per lo più.

Ultima modifica di Emil; 07-04-2015 a 21:51.
Vecchio 07-04-2015, 22:16   #64
Esperto
 

Idem per me: vivo nel mio mondo dei sogni e mi risveglio quando odio. Soltanto che fino a oggi, dopo un periodo ritornavo nel torpore... adesso sto cercando di usare l'odio (e l'invidia) per cambiare la mia vita.
Vecchio 14-04-2015, 09:46   #65
Esperto
L'avatar di lizbon
 

L' odio a volte nasce dal troppo amore.
Ringraziamenti da
Garrus_92 (15-04-2015)
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