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Vecchio 18-06-2013, 10:12   #1
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Ieri pomeriggio una mia amica mi ha fatto un discorso strano.
Stavamo discutendo di cose allegre quando ha detto che le interesso e di chiedermi del perché le interessavo.
Ci ho pensato un po' e non mi è venuto nulla in mente.
Allora lei mi ha detto che ha visto una grande luce dentro di me e che non può spiegarmelo lei e che dovrò scavare dentro di me per comprendere meglio.
La cosa mi ha incuriosita.
Ecco il fatto: Il discorso verteva tutto su un indagine interiore basata sulla ricerca di noi stessi e, per quanto ne so, tutto ciò riprende gli studi di Freud (dato che la persone che mi ha lanciato la sfida di "trovare cosa mi rende interessante ai suoi occhi scavando dentro di me" è una grande lettrice di Freud e Nietzche).
La cosa mi ha incuriosito molto e mi chiedevo se nel forum non ci fosse qualcuno in grado di farmi comprendere meglio sia cosa fare per raccogliere la sfida sia che si intende in generale, dato che mi pare tutto più o meno confuso.
Vecchio 18-06-2013, 10:26   #2
Esperto
L'avatar di clanghetto
 

Beh le piaci e quindi tende a vedere le cose da un punto di vista sognante.

Poi in te vede la tipa problematica, quella analizzabile...quindi la attiri date le sue passioni.

Già il fatto che si pone in maniera così "psicanalitica" ti chiede di dirle cosa l'ha attratta in te, come se foste ad una seduta. Io approfondirei. Magari trovi una che ti capisce sul serio (nel caso ti sentissi incompresa)
Vecchio 18-06-2013, 10:46   #3
Esperto
L'avatar di berserk
 

"Diventa ciò che sei" ,in realtà è un modo di sintetizzare ciò che diceva Jung,non Freud.

Lo psichiatra svizzero sosteneva la necessità del processo di individuazione per cui è necessario liberarsi dai modelli,schemi di comportamento(pur necessari per crescere) onde pervenire 'al vero sé' . Ma come si giunge al vero sé?Come si fa a non scadere nel fatuo eccentrismo? e qui ci sarebbe tutta una tradizione del pensiero occidentale di cui parlare, ma mi limito alle parole dell'oracolo di Delfi :"Conosci te stesso" come precondizione per "essere te stesso". C'è un punto critico anche nel pensiero di Jung: la nostra identità,il nostro costituivo umano è fondamentalmente "schizofrenico" (Bleuler ,maestro di Jung,fu l'inventore di questa parola),è l'indifferenziato,per esso non vale il principio di non contraddizione(ogni cosa è sé stessa e non altro),è il recinto della follia,quindi teoricamente inconoscibile senza che si perda la coscienza,ma intuibile come accade per i poeti(i simbolisti si autoproclamavo divini,cioè folli,ovvero bambini).

Con Freud il discorso è diverso,nel senso che egli ci assegna fondamentalmente la qualifica di "funzionari" della Natura per cui l'Io, per reprire un senso ,per esistere ,è costretto a giocare con i propri sogni ,le proprie illusioni,i propri scenari di autorealizzazione,ma la barra della sua vita è necessariamente tenuta dalla specie come dimostrerebbero le due pulsioni fondamentali: sessualità e aggressività: è la preclusione,di fatto, di un approdo che sia sostanzialmente diverso da quello non strettamente legato ai dettami di Natura.


Oggi,è molto più complicata la storia,nel senso che bisognerebbe aggiungere il capitolo "dell'inconscio tecnologico" non previsto dai due studiosi ;ma qui il discorso diviene difficile anche per me perché mentre scrivo sul pc sono pienamente addentro a questo mondo.


Spero che ti sia utile per mettere ordine nelle dicerie simil psichiatriche,psicologiche,e direi filosofiche, mi sa che la tua amica cerca un approccio fascinoso,tutto qua.

Ultima modifica di berserk; 18-06-2013 a 10:53.
Vecchio 18-06-2013, 10:47   #4
Banned
 

almeno questa persona dice d'aver visto una grande luce in te. un amico mio che in un certo senso s'interessava alle stesse tematiche, mi disse d'averci visto una porta nera, dentro di me. per quella stessa ragione non ci frequentammo più. pensa che tipo.
Vecchio 18-06-2013, 11:42   #5
Banned
 

Quote:
Originariamente inviata da berserk Visualizza il messaggio
"Diventa ciò che sei" ,in realtà è un modo di sintetizzare ciò che diceva Jung,non Freud.

Lo psichiatra svizzero sosteneva la necessità del processo di individuazione per cui è necessario liberarsi dai modelli,schemi di comportamento(pur necessari per crescere) onde pervenire 'al vero sé' . Ma come si giunge al vero sé?Come si fa a non scadere nel fatuo eccentrismo? e qui ci sarebbe tutta una tradizione del pensiero occidentale di cui parlare, ma mi limito alle parole dell'oracolo di Delfi :"Conosci te stesso" come precondizione per "essere te stesso". C'è un punto critico anche nel pensiero di Jung: la nostra identità,il nostro costituivo umano è fondamentalmente "schizofrenico" (Bleuler ,maestro di Jung,fu l'inventore di questa parola),è l'indifferenziato,per esso non vale il principio di non contraddizione(ogni cosa è sé stessa e non altro),è il recinto della follia,quindi teoricamente inconoscibile senza che si perda la coscienza,ma intuibile come accade per i poeti(i simbolisti si autoproclamavo divini,cioè folli,ovvero bambini).

Con Freud il discorso è diverso,nel senso che egli ci assegna fondamentalmente la qualifica di "funzionari" della Natura per cui l'Io, per reprire un senso ,per esistere ,è costretto a giocare con i propri sogni ,le proprie illusioni,i propri scenari di autorealizzazione,ma la barra della sua vita è necessariamente tenuta dalla specie come dimostrerebbero le due pulsioni fondamentali: sessualità e aggressività: è la preclusione,di fatto, di un approdo che sia sostanzialmente diverso da quello non strettamente legato ai dettami di Natura.


Oggi,è molto più complicata la storia,nel senso che bisognerebbe aggiungere il capitolo "dell'inconscio tecnologico" non previsto dai due studiosi ;ma qui il discorso diviene difficile anche per me perché mentre scrivo sul pc sono pienamente addentro a questo mondo.


Spero che ti sia utile per mettere ordine nelle dicerie simil psichiatriche,psicologiche,e direi filosofiche, mi sa che la tua amica cerca un approccio fascinoso,tutto qua.
Molto utile, grazie.
Come hai detto tu, credo che sia tutto portato su un piano fascinoso e "spirituale". La cosa continua comunque a interessarmi, più che altro per la curiosità di vedere dove possa portare tutto questo discorso.
Come arrivare a "conoscere se stessi?"
Sembra facile, ma non ho punti fissi e mi sembra di girare attorno a schemi prefissati. Mi basterebbe "cominciare" l'indagine per comprendere bene il tutto, certo, se è realmente possibile cominciare un indagine simile.
Vecchio 18-06-2013, 12:16   #6
Banned
 

Ma io non credo nemmeno sia possibile conoscere appieno sè stessi.. A proposito di Jung e del processo di individuazione, lui dice anche che l'essere umano deve accettare il fatto che all'interno della sua mente agiscono forze al di fuori del suo controllo e della sua volontà, dice di spostare il proprio centro dall'Io al Sé, che è un punto di intersezione tra conscio e inconscio. Il tuo Io è in continuo mutamento, elabora tutto ciò che assorbe quotidianamente; non riuscirai mai a definirlo con esattezza.

Consiglio di leggere anche Winnicott e la sua teoria sul "falso sé" che non è proprio legato a quello che cerchi tu, ma che fa capire come sia l'infanzia il momento più delicato e pericoloso nella formazione della propria identità, poiché pone proprio i primi mattoncini del tuo temperamento, da lì dipenderanno poi tutto il tuo mondo interiore e il tuo modo di rispondere agli eventi

Ultima modifica di onironauta; 18-06-2013 a 12:20.
Vecchio 18-06-2013, 12:29   #7
Esperto
L'avatar di berserk
 

Quote:
Originariamente inviata da onironauta Visualizza il messaggio
Ma io non credo nemmeno sia possibile conoscere appieno sè stessi.. A proposito di Jung e del processo di individuazione, lui dice anche che l'essere umano deve accettare il fatto che all'interno della sua mente agiscono forze al di fuori del suo controllo e della sua volontà, dice di spostare il proprio centro dall'Io al Sé, che è un punto di intersezione tra conscio e inconscio. Il tuo Io è in continuo mutamento, elabora tutto ciò che assorbe quotidianamente; non riuscirai mai a definirlo con esattezza.

Consiglio di leggere anche Winnicott e la sua teoria sul "falso sé" che non è proprio legato a quello che cerchi tu, ma che fa capire come sia l'infanzia il momento più delicato e pericoloso nella formazione della propria identità, poiché pone proprio i primi mattoncini del tuo temperamento, da lì dipenderanno poi tutto il tuo mondo interiore e il tuo modo di rispondere agli eventi

Io ho letto "quel spostare il proprio centro dall'Io al Sé" come necessità di rafforzare il nostro Io(nella prima fase di vita),d'altronde il nostro costitutivo sarebbe schizofrenico,per poi, in età adulta, arrischiare il recinto della ragione(Io) per crescere ,per ritrovarci.

Ultima modifica di berserk; 18-06-2013 a 12:32.
Vecchio 18-06-2013, 12:43   #8
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Quote:
Originariamente inviata da berserk Visualizza il messaggio
Io ho letto "quel spostare il proprio centro dall'Io al Sé" come necessità di rafforzare il nostro Io(nella prima fase di crescita),d'altronde il nostro costitutivo sarebbe schizofrenico,per poi, in età adulta, arrischiare il recinto della ragione(Io) per cresce ,per ritrovarci.
Non saprei, è un campo in cui sto muovendo anche io i miei primi passi.. Io la interpretai, ad esempio, più come uno spostare il proprio centro nel senso che non sei tu a scegliere di apprezzare la lettura, piuttosto che la cucina e via dicendo, ma piuttosto a farlo sono le "forze" (o chiamala anima) nascoste dentro di te: elaborano tutte le tue esperienze, (cosa che non fai tu coscientemente) e da questo dipendono le scelte cha fai che non sono casuali, ma rispondono a una struttura e a un conseguente modo di operare e di rispondere agli stimoli, che per le più svariate circostanze, si è formata in un certo modo.. e da qui l'importanza del periodo dell'infanzia.. Non so se mi sono spiegato, ripeto, sono un neofita
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