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24-08-2014, 00:12
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#81
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Banned
Qui dal: May 2012
Ubicazione: Südtirol
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Quote:
Originariamente inviata da XL
Perché è vago? Io ti ho spiegato il problema, non è affatto vago. Ti sto dicendo che più o meno ho compreso cosa desiderano la maggior parte delle altre persone e cosa io debba fare per ottenere certe altre cose, ma io non sono disposto a spendere tanto in tal senso.
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Un' esposizione del genere non è proprio possibile risulti chiara e comprensibile ad una terza persona, il fatto che non te ne renda neanche conto è sintomatico.
Quote:
Originariamente inviata da XL
Per essere amato da certi altri che mi piacciono devo cambiare in certi modi, ora però cambiando in questi modi poi non sto bene più io e mi sembra di dover pagare sempre troppo gli altri per essere amato, perché devo forzare la mia natura molto per far questo...
Ora perciò in una situazione del genere... La soluzione quale sarebbe?
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Da "certi" altri, in "certi" modi, poi non stai bene (perché?), pagare (?), forzare la tua natura (e qual è? Quella di essere fatto in un "certo" modo?) Ma cosa vuol dire?
Quote:
Se apro una discussione già so prima gli spunti e le soluzioni che mi verrebbero proposte:
1) "convinciti a spendere tanto"
oppure
2) "non fare nulla e accetta il mercato così com'è"
e nessuna delle due risulta risolutiva. Lo schema è lo stesso sempre. Se mi lamento del fatto che per convincere una donna a stare con me devo fare delle cose che non sono disposto a fare, tutti mi diranno che:
1) "dovrei essere disposto a farle queste cose perché le persone adulte ed in salute le fanno"
oppure
2) "non farle e accetta tutto così com'è"
e di nuovo il problema resta in piedi per me. Che delle persone trovino risolutiva e soddisfacente una delle due opzioni o una commistione di queste per me non aggiusta quel che vorrei fosse aggiustato.
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Se sai già tutto non c'è bisogno di dire nulla.
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24-08-2014, 00:24
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#82
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Banned
Qui dal: May 2012
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Quote:
Originariamente inviata da XL
Macché sintomatico.
Leggo manuali d'aiuto da anni, e bazzico talvolta in questi forum, e si sentono ripetere più o meno davvero le stesse cose sempre, le soluzioni proposte relativamente a quel che può fare un individuo sono sempre le stesse.
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Magari perché sono le uniche valide. Certo che come applicarle alla situazione puoi saperlo solo tu, specialmente se il tuo modo di descrivere i tuoi problemi è quello riportato in precedenza.
Quote:
A me servirebbero altre persone o un'altra vita come canta Battiato... Ma dov'è?
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Da nessuna parte, c'è questa vita e nessun' altra, con le persone che in essa riesci a trovarti.
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24-08-2014, 00:38
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#83
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Banned
Qui dal: May 2012
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Messaggi: 6,826
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Quote:
Originariamente inviata da XL
Per questo sto male, e non c'è soluzione né cura e ritengo cazzate quelle che raccontano certi psicoterapeuti.
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Certo, perché sembri esserti rinchiuso in un circolo vizioso mentale.
Finché non cambi modo di pensare non cambierai nemmeno la tua condizione, e finché sarai qui a teorizzare sull' immutabilità della tua realtà vorrà dire che non sei ancora pronto.
Si continua a star male fino a quando non ci si satura davvero, e allora si comiciano a fare dei veri tentativi di cambiare. Che non implicano la formulazione di complessi impianti teorici.
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24-08-2014, 01:30
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#84
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Esperto
Qui dal: Aug 2007
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Quote:
Originariamente inviata da XL
Perché si assume a monte che il timido non dovrebbe esser tale, che essere timidi produce in sé un disagio indipendentemente dal contesto e che un timido dovrebbe star male necessariamente in qualsiasi contesto.
Questo ragionamento qua lo contesto apertamente. Non ci sono prove definitive in proposito.
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Il timido è per definizione una persona insicura, una persona che dubita di se stessa, che non si piace, che si reputa goffa e imbranata, insomma una persona che compie un atto di accusa feroce contro se stesso ma che sovente preferisce pensare che è il mondo a non accettarlo. Ma se a ogni obiezione, critica o appunto che viene mosso al timido, costui si fa piccolo piccolo credendo di essere stato lapidato dagli strali del giudizio pubblico, è perché è lui a non piacersi. Capita a tutti di subire critiche o obiezioni, ma non tutti reagiscono come il timido/insicuro/fobico, anzi rimangono sulle stesse posizioni senza bisogno di ricevere per forza consensi ogni volta per potersi sentire in pace con se stessi. Se i commenti altrui ti feriscono è perché sei vulnerabile, quindi ti senti inadeguato e "sbagliato" alla radice, sei tu il giudice più severo di te stesso. Immagina di avere una ferita che ti duole solo quando viene toccata: che fai a quel punto? Preferisci curarla in modo che non ti faccia mai più male o eviti a tutti i costi il contatto con persone o cose in modo da non provare dolore? Il dolore comunque è sempre latente e allo stato potenziale e prima poi tornerà a galla. Meglio curare le cose in maniera definitiva, che non significa necessariamente mutare indole, ma alzare il proprio livello di sopportazione a ciò che ti ha sempre ferito, restando anche come sei, ovvero introverso e taciturno, ma sicuro di te e del tuo modo di rapportarti al prossimo, senza pensare che il piacerti sia possibile solo piacendo agli altri.
E se per via delle tue caratteristiche non trovi ciò che cerchi (relazioni sentimentali presumo), puoi o cambiare tu o cambiare il cosiddetto ambiente che ti circonda o anche trovare una nicchia di spiriti affini...sono tutte soluzioni accomunate dall'impegno, dallo sforzo e forse anche al sacrificio ma non credere che coloro che hanno più di te, psicologicamente e relazionalmente parlando, l'abbiamo avuto per grazia ricevuta senza fare nulla. Forse sono persone meno fragili, meno suscettibili alle opinioni esterne, forse hanno avuto un'infanzia migliore...e con ciò? Vivere nella recriminazione conduce solo all'infelicità perenne. Anch'io avrei voluto nascere bello, alto e ricco ma ruminare sul perché ciò non è stato rappresenta soltanto un'autocondanna alla sofferenza interiore. E poi devo riconoscere che ho avuto tante altre cose in compenso, e posso ancora averne se mi libero dai miei schemi mentali autodistruttivi. Potevo nascere come un meninos de rua ad esempio, e invece sono qui comodamente sdraiato sul mio letto a scrivere sul computer...
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24-08-2014, 09:49
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#85
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Banned
Qui dal: Dec 2013
Ubicazione: toscanaccio
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Quote:
Originariamente inviata da XL
Perché è vago? Io ti ho spiegato il problema, non è affatto vago. Ti sto dicendo che più o meno ho compreso cosa desiderano la maggior parte delle altre persone da me e cosa io debba fare per ottenere certe altre cose, ma io non sono disposto a spendere tanto in tal senso. Senza specificare cosa penso che dovrei fare, lo schema del problema è sempre lo stesso...
Se apro una discussione già so prima gli spunti e le soluzioni che mi verrebbero proposti quali sarebbero:
1) "convinciti a spendere tanto e a fare determinate cose"
oppure
2) "non fare nulla e accetta tutto così com'è standotene da solo"
e nessuna delle due risulta risolutiva, e l'ho cercato di spiegare in questa discussione per chi ha orecchie per intendere. Lo schema è lo stesso sempre. Se mi lamento del fatto che per convincere una donna a stare con me devo fare delle cose che non sono disposto a fare, tutti mi diranno che:
1) "dovrei essere disposto a farle queste cose perché le persone adulte ed in salute le fanno"
oppure
2) "non farle e accetta tutto così com'è"
e di nuovo il problema resta in piedi uguale e identico. Che delle persone trovino risolutiva e soddisfacente una delle due opzioni o una commistione di queste per me non aggiusta quel che vorrei fosse aggiustato.
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non ho letto tutta la discussione non ce la faccio
ma non capisco quali sarebbero quelle cose che dovresti fare 'per convincere una donna a stare con te' credo o forse mi illudo che ogni donna sia differente , se poi è un problema di salute mentale e cioè di depressione
sono cose che si curano con la psicoterapia e gli psicofarmaci ..
La timidezza non è una malattia ed anzi in una certa forma la trovo anche interessante , una persona timida è coem uno scrigno che non rivela il suo tesoro , in una donna poi è affascinante forse un po' meno in un uomo
non sono d'accordo con @muttley su questo punto un timidi non deve affatto sforzarsi di cambiare perchè così broccala meglio è un errore a mio avviso , farebbe invece meglio a puntare sulla sua timidezza facendone un'arma anzichè un difetto
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24-08-2014, 13:36
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#86
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Esperto
Qui dal: Aug 2013
Messaggi: 1,074
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Quote:
Originariamente inviata da XL
Questo è un altro ragionamento fallace. Il problema è che venivano fatte schiave e disprezzate socialmente delle persone con certe caratteristiche (i cosiddetti negri). Questo volevo mettere in evidenza. La discriminazione in questo consiste: prendere delle persone con certe caratteristiche e squalificarle in vari modi. Essere neri non significa essere schiavi, a far schiave le persone di colore era la società di un tempo. Essere timidi non significa essere cattive persone, ad appiccicare l'etichetta di cattivo, insicuro, inferiore gerarchizzando queste caratteristiche rispetto a quelle estroverse è la società circostante.
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Ciò che hai scritto non dimostra assolutamente la fallacia del mio ragionamento.
Il punto è che continui a sostenere che questo contesto discrimini i timidi (o gli omosessuali) alla stregua del contesto che discriminò gli schiavi. Questo non è assolutamente vero. Qui è l'incomprensione e il tuo errore, secondo me.
La nostra società non ha sistematicamente come scopo la segregazione e l'umiliazione dei timidi o degli omosessuali; né tanto meno appiccica sistematicamente l'etichetta di cattivo o inferiore al timido (o all'omosessuale), come invece sistematicamente avveniva nel dichiarare inferiore un negro!
Ci sono sicuramente sfere della società in cui l'essere timido (o omosessuale) provoca una reazione negativa, come ci sono sfere e idee che circolano nella società che discriminano altre cose; ma appunto questi atteggiamenti non rappresentato la linea del contesto; infatti timidi e omosessuali non trovano limiti tendenti a limitare la loro specifica libertà (sono loro che se li pongono questi limiti!), in generale non è vietato a queste categorie la possibilità di realizzarsi; ci sono infatti persone di questo tipo che occupano posizioni importanti; non è obiettivo del contesto ostacolare i timidi, semmai è quello di selezionare e premiare, quando sono richieste, certe capacità. La società non ti chiede di non essere timido o omosessuale, ti chiede di essere efficiente in un ipotetico ruolo che può benissimo coesistere con la tua omosessualità e timidezza.. Non vedo come potrebbe essere diversamente poi: perché dovrei assumere uno che non dimostra sicurezza e che sembra aver paura anche solo se lo si guarda in faccia se posso scegliere un altro? Cioè, posso farlo, ma anche no. Questo vuol dire accanirsi contro di lui o esprimere una preferenza rispetto a certe capacità? E' selezione naturale; c'è un ambiente con delle caratteristiche che non ha come scopo l'accanimento e l'eliminazione di una specie di individui in particolare, ciò avviene come effetto collaterale, per una loro incapacità di adattarsi, ma quello di offrire ai meglio disposti, più spazio di manovra. Con ciò non voglio dire che bisogna sbattersene di chi ha difficoltà, ma solo che il contesto, così come la selezione naturale, non può che non avere questa forma: vengono premiati e favoriti i "migliori" i possessori di certe caratteristiche, non può non essere che così. Questo non è accanimento contro i timidi. Riesci a far convivere la tua timidezza con quello che si richiede al tuo ruolo nella società? Sì? Benone! No? E' un problema tuo, non del contesto.
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24-08-2014, 14:06
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#87
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Esperto
Qui dal: Aug 2007
Messaggi: 23,122
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Condivido in pieno ciò che ha scritto quantumgravity.
Aggiungo solo una riflessione: il senso di infelicità, insoddisfazione, non realizzazione e più in genere tutte quelle sensazioni che ci portano a mantenere costante la mancanza di serenità, sono tracce emotive impresse in noi fin dalla primissima infanzia, lascito di vissuti famigliari disfunzionali, opera di genitori incapaci (non necessariamente in malafede, anzi spesso il contrario) di trasmetterci quella pienezza interiore di cui avremmo avuto bisogno. Tutto ciò si fa poi sottofondo nella nostra vita psicoemotiva: non sappiamo con chi prendercela per il fatto di sentirci perennemente sofferenti, e naturalmente il capro espiatorio più comune sono gli altri e la società nel suo complesso, che sarà pure imperfetta ma lo stesso desiderio di mutamento radicale di essa è il frutto di un ragionamento massimalista: di sicuro non si cambia nell'arco di una vita e, qualora fossimo riusciti a cambiarla, siamo sicuri che il senso di insoddisfazione svanirebbe? Bisogna prendere atto di un aspetto fondamentale della vita: il nostro vivere emotivo è qualcosa di appreso e come tale va cambiato, specie quando ci impedisce di stare bene.
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25-08-2014, 11:37
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#88
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Esperto
Qui dal: Jun 2009
Ubicazione: Oceania, Pista Uno
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Quote:
Originariamente inviata da QuantumGravity
Ciò che hai scritto non dimostra assolutamente la fallacia del mio ragionamento.
Il punto è che continui a sostenere che questo contesto discrimini i timidi (o gli omosessuali) alla stregua del contesto che discriminò gli schiavi. Questo non è assolutamente vero. Qui è l'incomprensione e il tuo errore, secondo me.
La nostra società non ha sistematicamente come scopo la segregazione e l'umiliazione dei timidi o degli omosessuali; né tanto meno appiccica sistematicamente l'etichetta di cattivo o inferiore al timido (o all'omosessuale), come invece sistematicamente avveniva nel dichiarare inferiore un negro!
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Non sarà uno scopo programmatico, ma di fatto si danno situazioni non trascurabili, per qualità e quantità, in cui ciò avviene.
Quote:
Originariamente inviata da QuantumGravity
Ci sono sicuramente sfere della società in cui l'essere timido (o omosessuale) provoca una reazione negativa, come ci sono sfere e idee che circolano nella società che discriminano altre cose; ma appunto questi atteggiamenti non rappresentato la linea del contesto; infatti timidi e omosessuali non trovano limiti tendenti a limitare la loro specifica libertà (sono loro che se li pongono questi limiti!), in generale non è vietato a queste categorie la possibilità di realizzarsi
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Questa è proprio grossa, almeno per quanto riguarda gli omosessuali, ai quali è vietato vedere riconosciuti gli stessi diritti degli etero relativamente alle relazioni di coppia.
In più, su un piano non legislativo ma di fatto, omosessuali e timidi/fobici si trovano a dover combattere contro tutta una serie di pregiudizi e stereotipi dominanti e diffusi presso larghi strati della popolazione che li penalizzano a vario titolo in diversi ambiti sociali. E non si tratta sempre di ostacoli così marginali o in ambiti poco rilevanti come vorresti far intendere tu.
Quote:
Originariamente inviata da QuantumGravity
La società non ti chiede di non essere timido o omosessuale, ti chiede di essere efficiente in un ipotetico ruolo che può benissimo coesistere con la tua omosessualità e timidezza.. Non vedo come potrebbe essere diversamente poi: perché dovrei assumere uno che non dimostra sicurezza e che sembra aver paura anche solo se lo si guarda in faccia se posso scegliere un altro?
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Magari perché quello che non dimostra sicurezza fa il suo lavoro meglio di quello spavaldo.
Quote:
Originariamente inviata da QuantumGravity
E' selezione naturale; c'è un ambiente con delle caratteristiche che non ha come scopo l'accanimento e l'eliminazione di una specie di individui in particolare, ciò avviene come effetto collaterale, per una loro incapacità di adattarsi, ma quello di offrire ai meglio disposti, più spazio di manovra. Con ciò non voglio dire che bisogna sbattersene di chi ha difficoltà, ma solo che il contesto, così come la selezione naturale, non può che non avere questa forma: vengono premiati e favoriti i "migliori" i possessori di certe caratteristiche, non può non essere che così.
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Ma chi lo decide chi sono i "migliori" e quali devono essere le caratteristiche importanti? Credi davvero che gli stereotipi dominanti non abbiano mai influenza in queste scelte?
Attenzione, poi, a chiamare in causa la "selezione naturale" per giustificare la precedenza da accordare a determinate categorie della popolazione: nella storia ci sono pessimi esempi di cosa può produrre una tale concezione...
Non è poi casuale, in quest'ottica, la conclusione non può essere che così, che richiama a princìpi superiori, all'ineluttabilità della prevaricazione degli uni sugli altri, una versione aggiornata del Deus vult di epoca medievale.
Quote:
Originariamente inviata da QuantumGravity
Questo non è accanimento contro i timidi. Riesci a far convivere la tua timidezza con quello che si richiede al tuo ruolo nella società? Sì? Benone! No? E' un problema tuo, non del contesto.
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Concludi così perché non ammetti la possibilità che "quello che si richiede al tuo ruolo nella società" possa essere oggetto di critica e modifica.
E a rigore, in una società degna di essere chiamata tale, "è un problema tuo" non esiste come concetto.
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Ultima modifica di Winston_Smith; 25-08-2014 a 11:46.
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25-08-2014, 11:43
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#89
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Esperto
Qui dal: Jun 2009
Ubicazione: Oceania, Pista Uno
Messaggi: 63,742
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Quote:
Originariamente inviata da tersite
non ho letto tutta la discussione non ce la faccio
ma non capisco quali sarebbero quelle cose che dovresti fare 'per convincere una donna a stare con te'
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Essere il meno timido e insicuro possibile, provarci esplicitamente per primo, interpretare i "segnali" lanciati da lei, mostrare intraprendenza e propositività anche se lei ne ha poca o nulla, non essere mai "lamentoso" o "pesante" anche se lei potrebbe benissimo essere definita tale...
Fortunatamente ci sono alcune donne che non danno per scontate queste condizioni, come invece fanno le altre (e anche tanti altri uomini, si tratta di pregiudizi purtroppo diffusissimi).
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25-08-2014, 11:51
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#90
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Esperto
Qui dal: Aug 2013
Messaggi: 1,074
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Quote:
Originariamente inviata da Winston_Smith
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Perdonami Winston, non ho più voglia di continuare questa discussione; avevo detto che non sarei più intervenuto, ho fatto un'eccezione per spiegare meglio un precedente messaggio.
Alcune contestazioni che muovi sono legittime, altre meno. Ma so come vanno queste discussioni, è un continuo botta e risposta infinito; ognuno vede quello che vuole vedere, si concentra su un aspetto piuttosto che un altro e lo pone al centro del problema; probabilmente ho fatto così anche io. Mi ritiro con la consapevolezza che potrei aver scritto anche fesserie
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25-08-2014, 12:43
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#91
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Banned
Qui dal: May 2012
Ubicazione: Südtirol
Messaggi: 6,826
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Dio perdona, Winston no. (semicit.)
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25-08-2014, 14:27
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#92
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Esperto
Qui dal: Aug 2007
Messaggi: 23,122
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Quote:
Originariamente inviata da XL
A me è questa cosa che dà davvero fastidio, non solo si è violenti contro qualcuno (come capita per esempio nei casi di mobbing, altro esempio di selezione naturale sul lavoro) si conclude che in fondo la responsabilità è completamente di questo qualcuno se è stato vittima di vessazioni o altro sul posto di lavoro fino ad essere portato ad essere inefficiente... Perché... Si conclude "non tutti sono vittime di vessazioni... Gli altri come hanno fatto ad adattarsi? Si adatti anche questa persona come questi altri".
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Quelle sono vessazioni di tipo materiale (decurtazioni, demansionamenti), con conseguenze pratiche il cui margine di intervento della singola persona è limitatissimo. Ma non puoi continuare a mischiare il piano fattuale con quello psicologico. A me sembra che il tuo pensiero sia l'esaltazione del rancore, dello scontro fine a se stesso che mira ad autoassolversi mediante paragoni tra situazioni totalmente irrelate tra di loro.
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25-08-2014, 17:21
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#93
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Banned
Qui dal: Dec 2013
Ubicazione: toscanaccio
Messaggi: 14,248
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Quote:
Originariamente inviata da Winston_Smith
Essere il meno timido e insicuro possibile, provarci esplicitamente per primo, interpretare i "segnali" lanciati da lei, mostrare intraprendenza e propositività anche se lei ne ha poca o nulla, non essere mai "lamentoso" o "pesante" anche se lei potrebbe benissimo essere definita tale...
Fortunatamente ci sono alcune donne che non danno per scontate queste condizioni, come invece fanno le altre (e anche tanti altri uomini, si tratta di pregiudizi purtroppo diffusissimi).
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non ce la farò mai
a parte forse il 'lamentoso' , sono il tipo che sopporta con virile silenzio ...
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27-08-2014, 09:25
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#94
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Banned
Qui dal: Dec 2013
Ubicazione: toscanaccio
Messaggi: 14,248
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Quote:
Se il contesto circostante mi costringe a scegliere in tal senso io scelgo contro il contesto, e non è fine a se stesso questo scontro, è volto ad evitare la merda che mi si vuol far mangiare con nonchalance visto che mi si dice: lo fanno tutti, fallo anche tu (ma il tutti di cui si parla è la maggioranza già ben adattata, alla quale dovrei adattarmi anche io). Io, fino a prova contraria, sono un individuo singolo, non sono gli altri, e potrei non essere così bendisposto a fare delle cose volentieri quanto questi altri.
Ad esempio ad avere un'erezione di fronte ad una donna che mi piace non ho difficoltà, ma se il contesto volesse farmi adattare ad averne una con un uomo per qualsiasi motivo, vivrei male la mia sessualità, anche se magari in linea di principio potrei riuscirci, ma starei male in ogni caso.
Alcune persone invece ci riescono naturalmente !
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il problema è che quando stai bene con te stesso stai naturalmente bene in mezzo agli altri , non ci sono grossi sacrifici da fare ...
quando alla second a parte del tuo discorso quelli che hanno erezioni con un uomo si chiamano gay o al limite bisessuali e nessuno ti obbliga a ciò
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27-08-2014, 11:09
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#95
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Banned
Qui dal: Dec 2013
Ubicazione: toscanaccio
Messaggi: 14,248
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Quote:
Originariamente inviata da XL
Però in base ad altri discorsi si suppone che questi sacrifici da fare ci sono...
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credo si riferiscano a sacrifici da fare per cambiare o credi che un estro
faccia sacrifici a stare in mezzo alla gente , ad avere degli amici ?
un sociofobico non è altro che una persona che sta male psicologicamente
l'uomo è di natura socievole , naturalmente non sono tutte rose e fiori
ma se così non fosse non si capirebbe perchè si formino comitive di amici
perchè la gente si incontra , fa amicizia si sposa etc... evidentemente trovano piacere a farlo
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27-08-2014, 11:31
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#96
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Banned
Qui dal: Dec 2013
Ubicazione: toscanaccio
Messaggi: 14,248
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Quote:
Originariamente inviata da XL
Io per la verità in certi contesti provavo questa forma di sentimenti negativi, poi ho cambiato contesto e sono stato meglio, ma questo solo al livello di relazioni di amicizia.
Il problema è che quando il contesto ecologico nel quale vivo male è molto ampio, io dove me ne vado per trovarne uno adatto a me?
Sto male, mi è chiaro questo, ma in alternativa che posso fare? Adattarmi in certi sensi? Ci ho già provato, sto peggio... Non adattarmi? Sto male lo stesso... Che faccio?
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ti capisco .. ci penso e tento una risposta
hai messo l'accento su un problemone tipico di noi fobici
mi pare un progresso per questo forum ...
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27-08-2014, 11:39
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#97
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Banned
Qui dal: Jul 2013
Ubicazione: Torino
Messaggi: 1,451
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Beh ma è fuor di dubbio.. senza andare a parlare di cose come medioevo ed epoche passate.. già solo in oriente una persona estroversa è vista più male che bene. Cioè.. estroversione è quasi sinonimo di maleducazione / cafonaggine. D'altronde... è anche naturale.
Quando l'estroversione è un volersi mettere in mostra, un essere "sopra le righe" come spesso è da noi, è vista come maleducazione quasi ovunque.
Probabilmente, in realtà, è vista come maleducazione anche da noi in contesti in cui ci sono persone pensanti ed equilibrate e non "di parte".
Forse in questo forum un pochino c'è un culto per l'estroversione... ma è assolutamente facilmente spiegabile. Non è altro che l'espressione dell'odio per ciò che si è.. che si mostra nel culto per tutto ciò che è all'estremo opposto. Un ragionamento umano assolutamente prevedibile. Ed ecco spiegato perchè tendono a venerare e vedere come positivo l'estremo opposto non accorgendosi che entrambi gli estremi sono da evitare.
Infatti ironicamente fra persone al di fuori di questo contesto si parla molto peggio delle persone estroverse. Come è normale che sia.
Insomma ,per schematizzare, se entra uno tiene un atteggiamento sopra le righe: In questo contesto, sotto sotto, diverse persone pensano "vorrei essere come lui / ha buone social skills " e dio solo sa cos'altro...
Viceversa le persone normali ,che non disprezzano e non rifuggono da ciò che sono, giudicheranno quella persona semplicemente un idiota (che effettivamente è) e non ci vedranno nulla di invidiabile.
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Ultima modifica di Hal86; 27-08-2014 a 11:44.
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27-08-2014, 14:26
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#98
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Esperto
Qui dal: May 2012
Ubicazione: Torino
Messaggi: 3,421
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Forse potrei trovarmi bene in una società alla "Demolition Man". Tutti educati, tranquilli e rispettosi delle regole. Indossi un casco e fai sesso virtuale.
Ci sarebbe il problema bagno, le tre conchigliette non è che mi ispirino molta fiducia.
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27-08-2014, 14:55
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#99
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Esperto
Qui dal: Aug 2007
Messaggi: 23,122
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Quote:
Originariamente inviata da XL
Io per la verità in certi contesti provavo questa forma di sentimenti negativi, poi ho cambiato contesto e sono stato meglio, ma questo solo al livello di relazioni di amicizia.
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Siamo davvero sicuri che il contesto possa cambiare tutto? A seconda del grado, della serietà e del radicamento del nostro disturbo caratteriale, noi possiamo capire se davvero il mutare un contesto sia capace di fare la differenza. Ho conosciuto persone che si lamentavano dell'ambiente in cui erano costrette a lavorare e finivano per cambiarlo per poi lamentarsi ancora e ancora (in un certo senso anch'io ero così), allora il problema risiede nelle imperfezioni dell'elemento esterno a noi o nella nostra sostanziale incontentabilità? Anche perché se si vuole vivere in un consesso formato da più persone, è normale doversi sottoporre a regole che limitano il nostro margine d'azione personale, diversamente sarebbe anarchia. Il problema è capire dove il livello del nostro disagio ci conduce, quanto esteso e quanto fuorviante sia da impedirci di capire che il nostro senso di inadeguatezza rimarrebbe sostanzialmente invariato più o meno ovunque. Ho conosciuto altre persone che ammettono di possedere convinzioni e idee che li rendono pressoché inadattabili a qualsiasi contesto...magari non condivido la prematura rinuncia all'adattamento ma ne ammiro l'onestà e l'autoconsapevolezza nel rendersi conto che la radice del disagio è in loro e non al di fuori.
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