Non riesco proprio a ritrovarmi, specialmente in questi ultimi tempi non distinguo nel tumulto interiore quella che è la mia identità, sento “qualcosa” ribollirmi dentro freneticamente ma non sono in grado di inquadrarla, è confusa, opaca; questa crisi nasce da uno strano meccanismo sempre pronto a razionalizzare qualsiasi cosa; in modo esasperato, mi porta a mettere in discussione l'intero mio essere: ho destrutturato tutte le mie passioni, le mie sensazioni, che talvolta cercano di riemergere con esplosioni improvvise, a indicare forse la “loro” disapprovazione a ciò che sto facendo; ho l'impressione, che il mio sistema cognitivo sia entrato in conflitto con il mio sistema sensitivo/emotivo; mi perdo in frasi tipo, perché sento questo, perché questa cosa produce in me quest'effetto e via dicendo.. il continuo analizzarmi ha creato un'anomalia direi abbastanza grave nelle mie risposte agli stimoli: il mio stato mentale non corrisponde quasi mai ai miei sentori fisici. (potrebbe essere qualcosa di psichiatrico?)
Per non parlare poi del linguaggio, non riesco a comunicare bene, mi sembra di non avere un vocabolario adeguato e ogni volta che parlo di ciò che provo mi sembra di svilirlo, di sminuirlo, (anche ora) di non riuscire ad avvicinarmi abbastanza alla sua essenza, perchè nell'esasperazione anche i termini devono essere portati all'estremo nei loro significati. (mi viene in mente “La Nausea” di Sartre)
Comunque, mi sembra di avere raggiunto una consapevolezza maggiore delle cose e forse più umile, che mi rende incapace di prendere posizioni, proprio perché so che le mie valutazioni sono nient'altro che le mie valutazioni; tutto questo mi ha portato a una visione nichilistica del mondo che mi rende assolutamente insoddisfatto di quanto mi è stato concesso. Mi sembra che agli sforzi delle persone non corrispondano motivazioni altrettanto importanti. In questa costante incertezza, non si svolge nessuna azione, ma io non sono pigro, penso solo che la buona volontà non può prescindere dall'interesse e l'interesse dalla capacità di emozionarsi; se al turbinio interiore che sto affrontando, si aggiunge un non distinguere nel catalogo delle scelte, attività che non sembrino altro che inutili passatempi, come si può organizzare una vita, che almeno anagraficamente si presenta ancora così lunga?
Non ho più tempo, in famiglia si parla solo di cercare un lavoro e io in questo stato non mi sento assolutamente in grado di fare niente e soprattutto non né ho motivo, quando esco per portare qualche curriculum me ne libero sempre nel primo cestino che trovo..