SamueleMitomane

Vediamo se riesco a formulare questa domanda, cerco di farla breve.
Allora, su questo forum credo la maggior parte si lamenti della propria incapacità di vivere una vita "normale".
A causa della fs e/o di un malessere interiore già difficile da determinare,figuriamoci risolvere, non si riescono a vivere quelle esperienze che per una persona media sarebbero relativamente facili da conseguire. Avere degli amici, magari veri amici, una ragazza, magari una seria, uscire e spassarsela, viaggiare... e tutte le altre cose simili o collegate a queste, sono cose normali ma non riusciamo ad ottenerle facilmente, per un motivo o per un altro. Desiderare di fare queste cose è totalmente legittimo e comprensibile,e anche io le desidero,quindi non voglio incoraggiare a mandare tutto a quel paese.

Ragionando però sul come trascorro il mio tempo, cioè in solitudine, a pensare sempre alle solite cose, a quello che dovrei fare per vivere in un certo modo, pensando quindi egoisticamente (non che ci sia niente di male), mi sale un senso di superiorità al punto tale da considerare tutto questo un circo inutile, e che tutto il mio tempo l'avrei potuto occupare in un modo molto più utile. Sarò pure banale ma mi viene da pensare quindi al passato, ai grandi uomini, ai grandi ideali. I grandi filosofi, poeti, scienziati,intellettuali, che capivano cosa era importate e combattevano con la parola per migliorare il mondo e migliorarsi, gente che non doveva preoccuparsi di organizzarsi per il sabato sera per non essere considerati sfigati e cazzi vari.
Il mio prof di filosofia è un sacerdote (se avete opinioni a riguardo posso anche fare un thread a parte ), di certo ha uno stile di vita diverso, ma è persona coltissima,divertente, e piena di fede, in dio e nel prossimo, e io nonostante sia ateo lo invidio, perché almeno lui ha una missione, un ideale da perseguire, non gli tocca minimamente il fatto di non scopare e non andare in disco: è soddisfatto, quindi felice. Direte voi "ma io non sono un prete" e c'avete pure ragione ma non possiamo (almeno io non voglio) vivere pensando sempre a cose superficiali. Quindi il tempo che ho sprecato a farmi complessi, l'avrei potuto occupare in tanti altri modi più intelligenti

E chi più di noi ha questa "opportunità" (quindi da queste prospettiva la solitudine è un'opportunità) di succedere in questo ambito? Abbiamo tonnellate di tempo libero perché non siamo distratti dagli eventi.La nostra vita privata non è un granché (deduco sempre ma parlo più che altro di me), quindi al posto di arrovellarci nella melma, meglio usare la nostra testa il meglio che possiamo,no? Magari potremmo fare più esperienze in questo modo chi lo sa... L'alternativa è non fare niente, oppure inseguire goffamente questo canone di felicità che ci è stato inculcato nei tempi odierni.
Solo che per avere la motivazione di fare queste cose, molte persone hanno per l'appunto una vita normale sufficiente a caricarli (per me una ragazza è un spinta più che sufficiente per studiare ingegneria all'uni), io che sto solo, mi devo aggrappare a qualcos'altro, cioè ad un ideale che motivi ciò che faccio. Un ideale che metta un attimo da parte la mia vita privata (che comunque non abbandono, cerco solo di sminuire le sofferenze causate da questa) e mi faccia capire cosa è realmente importante.

ORDUNQUE, dopo questo ragionamento piuttosto discutibile (perché valido nel mio caso non so per voi), vi voglio chiedere, qual è, se ce l'avete, il vostro ideale di vita? la vostra filosofia o quel che è?

Il mio ideale,la motivazione che mi spinge a fare le cose, oscilla tra la mia (strana) fiducia nel genere umano, e un sentimento di odio/rabbia per chi non merita di farne parte (per gli stronzi). Soprattutto quest'ultimo è la miccia che mi fa alzare dal letto. Ovviamente questo ideale di cui parlo non è un qualcosa di vivido come lo può essere la fede, che caratterizza ogni scelta di vita, ma un pensiero che scorre in sottofondo.

Spero che avrò qualche risposta, in questo periodo va di moda roba più pessimista .

no-body

E' tutto spiegato nel banner pubblicitario che vedo sotto il tuo intervento. C'e' una bella bionda che ti invita a chattare con lei. A volte le risposte arrivano da sole.

SamueleMitomane

Grazie a te meno male, ero preoccupato di aver scritto un concetto troppo personale e ambiguo

The_Sleeper

Quoto.
Nonostante la mia poca propensione di questi giorni a scrivere i miei soliti papiri sul forum, mi piacerebbe risponderti come si deve.
Vedem.

@no nody

Io ho la pubblicità del Festival delle arti marziali.
In effetti, mi piacciono ed interessano pure. Le ho praticate per breve tempo e mi piacerebbe tornare a farlo.
Segnali

alien boy

Nel frattempo che trovo un ideale che mi motivi all'azione preferisco essere in grado di agire senza ideali. Di accontentarmi di poco. La maggiore spinta all'azione me la dà il pensiero di salvarmi la pelle, paradossale per uno che della vita riesce solo ad intuire le forme, ad accorgersene solo per le paure che gli porge quotidianamente. L'impressione è che non agisco (frequentemente con comportamenti passivi, ad esempio nascondersi) perché perseguo qualcosa, ma perché sono perseguitato da prospettive temibili.

Blue Sky

Un mio ideale molto sentito (insieme ad altri) è la realizzazione individuale. Sono un individualista, sperando che questa parola venga percepita in un significato positivo, e, con lo stesso auspicio di non essere frainteso, un edonista.

Non credo che l'individuo debba essere sovrastato da valori trascendenti a lui stesso, che siano sociali, statuali, corporativi, etici, o religiosi.

La realizzazione consiste nel porre in essere concretamente una vita appagante per sé stessi, che dia soddisfazione ai bisogni, sia emotivi che intellettuali, che ognuno sente propri a seconda delle proprie inclinazioni.
Il mio ideale è la ricerca della felicità ("life, liberty and the pursuit of happiness"), coniugata (naturalmente) con la responsabilità sociale, il rispetto e l'aiuto per gli altri nella loro analoga ricerca, la bontà, e la pace tra le persone.

Non sminuisco il superficiale, purché il superficiale risponda a bisogni che la persona ha. L'amicizia, il divertimento, la leggerezza, il sesso, il gusto, possono essere importanti. Per me lo sono, quindi per la mia personale realizzazione avere un blocco psicologico che mi impedisce di raggiungere queste cose, quella vita "normale" di cui si parlava, è limitante e lo dico a me stesso.
Nutrire la mente è altrettanto importante, quindi non ritengo certo sprecato il tempo che si può passare a leggere un saggio storico invece che ad andare in discoteca. Ma ecco, per il mio cammino contano entrambe le cose.

Svers0

Ideali da proseguire: nichilismo politico.

SamueleMitomane

Esatto, quello intendevo.
Lungi da me dire che dovremmo sacrificare la nostra vita per valori e ideologie e comportarci come se avessimo il mondo sulle spalle (e bastone su per il culo).
Le cose superficiali che hai evidenziato non lo sono affatto in realtà, anzi. È tutto quello che c'è attorno che mi stufa. E poi ci sono persone che basano l'intera loro esistenza su delle sciocchezze, senza un attimo guardare oltre il proprio naso.

Parlando di leggerezza, io credo che la leggerezza stessa abbia una certa aura suggestiva e profonda, che si ribella, scherzosamente e con tono parodico e soprattutto inconsciamente, contro ogni radicalismo ideologico di qualsiasi tipo. Voglio dire, anche una battuta estremamente volgare può avere una certa profondità

Frociosfigato

Limitare i danni.

XL

E' che a me tutte queste cose adesso non danno alcuna soddisfazione, non sono motivato a perseguirle.
Una forma di lotta in cui entra in gioco un mio interesse personale forse riuscirebbe a motivarmi, ma ricade nuovamente all'interno dei modi di agire normali.
Alla fine io fondo tutto in me stesso, e me stesso vuole una certa vita, e tutto ritorna sempre sugli stessi punti.

Non è che se non sono diventato Madre Teresa di Calcutta penso di aver sprecato la vita, la mia vita è sprecata se non va nella direzione che davvero voglio, perseguire ideali che mi distraggono e che vanno in certi versi che posso percorrere ma che in fondo non mi allettano, non funzionerebbe.

Vita piena è qualcosa di relativo, delle persone potrebbero fare un mucchio di cose che vengono reputate di gran senso (e non superficiali) e sentirsi comunque vuote, perché nessuna di queste cose a loro interessa davvero mentre magari proprio quelle superficiali invece riuscirebbero a riempire l'esistenza di questo tipo di persone.

Se a me interessano certe cose sanguigne e terra terra, non penso sia una buona strategia riempire la mia vita con altre cose che si discostino troppo da queste quando non riesco ad ottenerle (per i più svariati motivi).

Bisognerebbe trovare qualcosa che soddisfi comunque queste esigenze, leggere un libro ad esempio non è che sazia se hai fame. Io sostituti adeguati spesso non li ho trovati, ma li ho sempre cercati.

Può andar bene un pollice o un ciucciotto per tenere a bada la voglia di succhiare un capezzolo, quando il capezzolo non è disponibile, ma non sempre si riescono a trovare sostituti e surrogati adeguati.

Impiegare il proprio tempo ha sempre a che fare con le proprie esigenze, se queste non si riescono a soddisfare si è sempre e comunque nello stato di noia. Idealmente andrebbe bene far qualcosa che faccia star meglio, ma non è mica così scontato che esista e risulti disponibile. Se ad una persona piace di più andare in discoteca e sa benissimo che si annoia a leggere fa bene ad evitare la lettura del libro, sinceramente non penso che sbagli.

Una donna che desidera avere un bambino e non può averlo, può provare a prendere dei gatti o magari mettersi a fare la baby sitter, non so, qualcosa del genere, però se già ha provato e non funziona non credo si possa far molto.
Occuparsi di altro tanto per occuparsi di altro perché non si riescono a soddisfare certe cose alla lunga la si pagherà comunque.