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05-07-2012, 01:01
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#1
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Esperto
Qui dal: Oct 2011
Messaggi: 510
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Ho sempre saputo di aver paura del mondo adulto .
Tempo fa ho avuto a che fare con l'ingresso all'università , ostacolato dai test selettivi per l'ammissione ai corsi . A due mesi di distanza dalla fine dell'esame di stato "di maturità" (io sono la prova concreta della falsità di quel nome) , per cui ho trascorso giorni terribilmente ansiosi e nel panico , non avevo abbastanza fonti adeguate per poter aspettarmi un esito positivo o , perlomeno , sufficiente dei test di ammissione e i tempi erano strettissimi .
Al termine dell'analisi delle graduatorie le previsioni si erano concretizzate : non ero stato ammesso . Quindi mi presi il tempo che mi rimaneva ,prima del prossimo tentativo, per fare cose che prima non avevo fatto . In poche parole ho trascorso fino ad ora un anno sabatico , con qualche occupazione .
Durante la mia permanenza in casa mi sono accorto che ora , maggiormente rispetto al passato , sono molto timoroso per il mio prossimo ingresso alla vita adulta lavorativa o\e accademica .
Ho una paura che definirei depressiva nei confronti dell'aspettativa oggettiva per l'interesse del mondo adulto ; la perseveranza nello studio , l'ambizione della laurea , la ricerca del lavoro , l'occupazione part-time etc .
Una prova ,che forse potrebbe essere definita fondamentale del problema , l'ho avuta oggi . Stavo riprendendo a studiare per il test che mi attende a settembre , concentrato nel cercare un modo alternativo all' apprendimento per memoria andando avanti con le letture si ripresentò la stessa paura sperimentata durante i giorni di pre-colloquio di maturità .
In quella circostanza , anche a parer mio , era comprensibile , tuttavia il mio temperamento è ansioso ed era prevedibile che io mi sarei sentito così traumatizzato . Però io sospettavo che il problema "grave" si manifestava nel rifiuto di sfruttare il poco tempo rimasto studiando perpetuamente .
Mi spiego meglio : Ero nel panico ma io , nei limiti della coscienza psichica , pensavo di affrontarla organizzando meglio lo studio e preparandomi adeguatamente ma non lo facevo ed entravo in un circolo vizioso . Molto spaventato dalla sfida che mi attendeva , mandavo all'aria ogni piano di studio e sentivo un marcato rifiuto di studiare quel che serviva .
Ritornando al discorso del test imminente dico che stavolta la mia paura non ha a che vedere con esso (e potrebbero essere anche più di tre) , ma piuttosto all'idea di dover investire le mie forze per poter aprire un varco verso una fruttuosità concreta e responsabile ...
Questo è aggravato dalla mia aspettativa di essere appassionato a ciò che comincio a studiare e di chiedere supporto al sentimento e all'intuito per poter andare avanti eventualmente .
Nel mio libro di preparazione ai test di ingresso viene spiegata molto sinteticamente la storia dell'architettura . Avendo scelto come facoltà Architettura io mi aspetto di interessarmi emotivamente oltre che intellettualmente anche alla storia dell'edilizia (perchè non mi può interessare solo il disegno e l'idea di creazione di spazi ) già a partire dalla preparazione per l'esamino oppure nel corso dell'anno accademico . Dal momento che , mio malgrado , attualmente non sento l'interesse per le arti architettoniche passate e remote , necessario per affrontare orde di libroni , quindi spero in un prossimo interesse . Ma questo fatto per me è tremendamente aggravante poichè io sento che il mio interesse non solo per la vita adulta ma anche per il mondo esterno non sono sufficienti a rendermi l'ingresso per il futuro meno traumatizzante possibile .
Non sento la volontà di impegnarmi per aprirmi una strada , l'idea di dover diventare adulto mi intimorisce profondamente fino ad oscurare quelle che da sempre ho considerato mie passioni e dandomi l'impressione che io non possa trasportarle in un altro mondo lontano e nuovo e conservarle .
Se poi tengo presenta il temperamento ansioso mi vien da star male seriamente .
Mi rendo conto di aver spiegato la situazione non molto chiaramente , ma non posso chiarire tutto in un solo post e sento il bisogno di supporto .
Le cose potrebbero rendersi critiche . Cosa pensate che possa fare ?
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05-07-2012, 02:01
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#2
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Banned
Qui dal: May 2012
Ubicazione: Südtirol
Messaggi: 6,826
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Ciao Velaour.
A quanto ho capito hai delle forti incertezze riguardo il tuo futuro, avverti un certo rifiuto per la condizione universitaria e non ti senti pronto ad agire come un adulto cioè trovandoti un lavoro, facendoti carico della tua vita, etc.
Però, a quanto ho capito, le idee ce le avresti anche chiare, cioè l' architettura è davvero la tua passione. Se questo è davvero un punto fermo, allora la tua situazione tutto sommato non è così aggrovigliata.
L' impressione che mi sono fatto io è che magari ti mancano degli stimoli al di là della prospettiva di studiare, e che ciò ti demotivi. Questo ti porta a vedere nel tuo prossimo futuro praticamente solo quello, il dovere di studiare, e la cosa in fondo un po' ti opprime. Mi verrebbe da consigliarti di provare ad intraprendere la pratica regolare di un qualche tipo di attività sportiva, o comunque di un' attività di tipo hobbystico (attenzione, non solitaria )che ti possa consentire di staccare, smaltire la tensione, conoscere persone ed accumulare energie preziose per poter anche studiare.
Per quanto riguarda strettamente l' università, credo sia evidente che purtroppo, per quanto l' indirizzo possa interessare, nel corso degli anni (e specialmente all' inizio) ci siano da studiare anche un sacco di cose che si trovano noiose. Immagino ci siano passati tutti gli universitari.
Per il lavoro, piano piano ci arriverai. E' importante fare un passo alla volta. Se tu riuscissi ad essere un po' più sereno ed essere meno ansioso, riusciresti a concentrarti volta per volta su ogni singolo esame, nel frattempo gli anni passerebbero e ti si aprirerebbero nuove prospettive.
D' altronde sei anche fortunato ad avere già identificato chiaramente la tua passione, questo ti da la possibilità di costruirci la vita intorno, hai tutto il tempo. Pensa invece se non avessi nemmeno quest' idea chiara, il futuro probabilmente ti apparirebbe ancor più fosco ...
Ma, ripeto, secondo me avresti bisogno di un qualche tipo di attività che ti consenta di sviare almeno in parte i tuoi pensieri dall' ossessione di tutto quello che dovrai studiare e della vita che ti ritroverai a fare ... le paranoie ingigantiscono ogni difficoltà.
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Ultima modifica di Franz86; 05-07-2012 a 02:09.
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05-07-2012, 02:46
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#3
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Banned
Qui dal: Nov 2010
Ubicazione: Somewhere over ther rainbow
Messaggi: 2,996
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Fai tutto in modo critico, non prendere per oro colato quello che ci sta scritto sui libri, è funzionale a un certo modello di funzionamento dell'università in primis e della società dopo.
Per l'incertezza è normale a quella età, chiediti cosa vuoi fare: prima domanda voglio fare l'università o no?Perchè spesso si viene indotti dai genitori a farla e invece si reprime la propria voglia di libertà.
Se si allora chiediti cosa tu voglia fare in base a cosa ti piace comprendere, in un senso non nozionistico, ma invece in un senso quasi affettivo, e scegli la facoltà che più si avvicina a questa tua visione del mondo.
Il mondo adulto non coincide con l'università soltanto, coincide con una maturazione di te stesso per mezzo di tante esperienze che spero tanto tu farai.
Un errore comune è quello di ripiegarsi sopra i libri. Niente di + sbagliato, nei libri troverai magari tutta la sapienza del mondo, ma non troverai la vita, non troverai scritto come si vive, come si ama, come ci si rapporta con le persone.Questo si impara sul campo della vita con l'esperienza che tu fai, e più esperienza fai più apprendi a livello emotivo, quindi di sensazioni, cosa voglia dire vivere quella determinata esperienza.
Perciò sì all'università ma anche sì all'esperienza fatta in tutti i modi e in tutti i campi che puoi soprattutto alla tua età
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05-07-2012, 05:18
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#4
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Esperto
Qui dal: Mar 2010
Ubicazione: NA
Messaggi: 1,318
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Quote:
Originariamente inviata da Velaour0100102
io sento che il mio interesse non solo per la vita adulta ma anche per il mondo esterno non sono sufficienti a rendermi l'ingresso per il futuro meno traumatizzante possibile .
Non sento la volontà di impegnarmi per aprirmi una strada , l'idea di dover diventare adulto mi intimorisce profondamente fino ad oscurare quelle che da sempre ho considerato mie passioni e dandomi l'impressione che io non possa trasportarle in un altro mondo lontano e nuovo e conservarle.
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Tutte cavolate!
Queste idee del mondo adulto, dell' entrare nella maturità, aprirsi una strada, ecc. sono tutte cavolate che i genitori e le figure di autorità in generale hanno inventato e tirano fuori di tanto in tanto per tentare di responsabilizzare i giovani.
Tirano fuori queste cavolate per il semplice fatto che non conoscono di meglio per motivare i giovani.
Generazioni di educatori falliti, e in genere impreparati, nonostante la loro presunta maturità, l' essersi fatti strada, ed aver affrontato il mondo adulto non sono state e non sono capaci di trovare modi positivi, più costruttivi di guidare i giovani. E ci meravigliamo che la depressione sia epidemica...
Non stare ad ascoltare queste cavolate da adulti e vaccinati.
Probabilmente qualcuno ti ha fatto la paternale ed essa ha avuto un forte impatto su di te.
La realtà della vita da adulti è semplicemente avere il denaro per pagare spese e bollette. Per paura che tu non riesca in questo ti riempiono la testa di cavolate di ogni genere ingigantendo la cosa.
Mai qualcuno che ti dica di fare quello che più ami, mai qualcuno che ti dica di rischiare, mai qualcuno che ti dica "prova, se sbagli puoi tentare di nuovo".
Tutti a volerti indirizzare su una "strada" ben precisa: studia -> supera esami -> trova lavoro ben retribuito -> crepa e marcisci al cimitero.
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05-07-2012, 12:17
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#5
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Banned
Qui dal: Oct 2010
Messaggi: 8,236
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io sono rimasto adolescente, pure nel contrasto in famiglia, ma come se ne esce?
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05-07-2012, 16:08
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#6
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Esperto
Qui dal: Mar 2010
Ubicazione: NA
Messaggi: 1,318
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Quote:
Originariamente inviata da Dedalus
Più attuale: Merita
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Merita? E' una battuta?
In questo paese direi che si è più per il "ruba"...
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10-07-2012, 22:22
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#7
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Esperto
Qui dal: Oct 2011
Messaggi: 510
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Quote:
Originariamente inviata da Franz86
Ciao Velaour.
A quanto ho capito hai delle forti incertezze riguardo il tuo futuro, avverti un certo rifiuto per la condizione universitaria e non ti senti pronto ad agire come un adulto cioè trovandoti un lavoro, facendoti carico della tua vita, etc.
Però, a quanto ho capito, le idee ce le avresti anche chiare, cioè l' architettura è davvero la tua passione. Se questo è davvero un punto fermo, allora la tua situazione tutto sommato non è così aggrovigliata.
L' impressione che mi sono fatto io è che magari ti mancano degli stimoli al di là della prospettiva di studiare, e che ciò ti demotivi. Questo ti porta a vedere nel tuo prossimo futuro praticamente solo quello, il dovere di studiare, e la cosa in fondo un po' ti opprime. Mi verrebbe da consigliarti di provare ad intraprendere la pratica regolare di un qualche tipo di attività sportiva, o comunque di un' attività di tipo hobbystico (attenzione, non solitaria )che ti possa consentire di staccare, smaltire la tensione, conoscere persone ed accumulare energie preziose per poter anche studiare.
Per quanto riguarda strettamente l' università, credo sia evidente che purtroppo, per quanto l' indirizzo possa interessare, nel corso degli anni (e specialmente all' inizio) ci siano da studiare anche un sacco di cose che si trovano noiose. Immagino ci siano passati tutti gli universitari.
Per il lavoro, piano piano ci arriverai. E' importante fare un passo alla volta. Se tu riuscissi ad essere un po' più sereno ed essere meno ansioso, riusciresti a concentrarti volta per volta su ogni singolo esame, nel frattempo gli anni passerebbero e ti si aprirerebbero nuove prospettive.
D' altronde sei anche fortunato ad avere già identificato chiaramente la tua passione, questo ti da la possibilità di costruirci la vita intorno, hai tutto il tempo. Pensa invece se non avessi nemmeno quest' idea chiara, il futuro probabilmente ti apparirebbe ancor più fosco ...
Ma, ripeto, secondo me avresti bisogno di un qualche tipo di attività che ti consenta di sviare almeno in parte i tuoi pensieri dall' ossessione di tutto quello che dovrai studiare e della vita che ti ritroverai a fare ... le paranoie ingigantiscono ogni difficoltà.
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Ciao Franz
grazie per la risposta ma temo di dover rettificare una parte del tuo pensiero ...
- io non ho passioni intere , nel senso che non sono veramente durature . Sono per lo più frammentarie ; una volta resto emotivamente allibito da qualcosa , comincio ad allargare la conoscenza , ci penso spesso , poi però dopo qualche mese finisce lì .
Tempo mi rimasi affascinato da un Buco Nero , lo studiai per qualche tempo , ci pensavo spessissimo , pensavo di disegnarlo , ascoltavo documentari astrofisici e li comprendevo . Poi però , dopo poco più di un mese , non avevo più quel interesse originario e lo lasciai nei dolci ricordi . Tutt'ora è rimasta in piedi solo l'interesse moderato per argomentazioni di astronomia .
Se c'è un videogioco che comincia ad appassionarmi , all'inizio mi piace il gameplay ma poi successivamente soltanto la trama rimane nelle grazie dell'amore e per gli anni successivi sicuramente seguirò solo la storia .
Stesso vale per l'architettura . Purtroppo però non è solo l'ipotetico declino che implica la matassa mentale in cui mi trovo , ma c'è anche da considerare che io e il mio plastico architettonico\urbanistico abbiamo un rapporto emotivo INTROVERSO . Cioè a me piacciono i miei disegni prototipi - prospettive e piantine topografiche perchè A ME danno emozione .
Le mie idee tendono sempre alla stravaganza (un tempo al magico) ma non c'era un solido fondamento estetico . In conseguenza di questo è ovvio che non ricevo interesse emotivo e non abbastanza intellettivo nella storia artistica dell'architettura .
Io di questo ne tengo conto molto , perchè appassionarsi all'architettura significa immedesimarsi nella figura del progettista anche dal punto di vista socio-culturale .
Da questo punto di vista il mio problema potrebbe avere a che fare in teoria con la sintesi astratta del mio probabile orientamento cognitivo , impacchettato in 4 lettere (principalmente la 2°) che penso anche tu sapresti cosa siano dato che nell' altro ambiente ne ho parlato quasi ossessivamente
Per quanto riguarda l'ansia ho notato che si attenua leggermente forse riprendendo il ritmo dello studio , da dove l'ho interrotto terminando il liceo ...
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13-07-2012, 11:33
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#8
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Esperto
Qui dal: Oct 2011
Messaggi: 510
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Quote:
Originariamente inviata da Coprofagus
Produci, consuma, crepa. (cit. CCCP)
Oggi più che mai.
Velaour0100102, ti capisco benissimo perché ci troviamo in una situazione molto simile. Ho terminato gli esami di maturità da nemmeno una settimana e adesso ho da scegliere la facoltà da frequentare, e mi rendo conto che mi attirano varie discipline che sono puntualmente quelle con sbocchi lavorativi inesistenti o quasi, in Italia. Devo ammettere che pensare in termini economico-lavorativi è più che plausibile e giusto, tuttavia per i miei ideali lo trovo quasi ripugnante, anche perché sono convinto che se si segue una facoltà controvoglia prima o poi i nodi verranno al pettine; la motivazione credo sia un fattore molto importante per l'università e, sinceramente, i soldi per me non sono una motivazione sufficiente. Ovviamente non sto dicendo di non rimanere senza nulla in tasca, a gravare sui genitori per anni.
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Comprendo
a me veniva detto spesso , già dalla prima scelta , che non avrei avuto opportunità lavorative facilmente o per lo meno dopo un po di attesa .
Quote:
Originariamente inviata da Coprofagus
Per quanto riguarda il tuo astio nei confronti dell'ambiente universitario, bhé credo sia plausibilissimo. L'uomo è un essere abitudinario e rompere i suoi schemi e le sue abitudini lo porta a vacillare, ma l'università stessa diventera una tua nuova abitudine. Te ne farai una ragione e non ti preoccupare, abbi quel minimo di ansia positiva che potremmo anche definire curiosità
Per quanto riguarda, invece, la tua scelta della facoltà di architettura, bhé è normale che comprenda anche discipline che non ti aggradano, penso qualunque universitario abbia dovuto sostenere degli esami che sembravano la noia mortale. L'importante è ricordarsi costantemente il proprio obiettivo e che studiare storia dell'edilizia è un sacrificio che fai per poter completare il tuo percorso di studi nella facoltà che più t'interessa. Lo spirito di sacrificio sarà certamente necessario per seguire questa tua passione, ma non è affatto un sentimento negativo, anzi, sarebbe una dimostrazione della maturità che tanto ti spaventa.
Se ti può consolare in qualche modo, pensa che almeno tu una scelta certa sulla facoltà già l'hai fatta e stai lavorando sodo per entrarci! Invece c'è chi, come me, a nemmeno due mesi dai test di ammissione sta ancora a brancolare nel buio
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Io non ho astio nei confronti dell'ambiente universitario . Già un anno fa ad ogni mio tentativo di farmi ammettere (erano molteplici i tests) c'era un sottofondo emotivo di ansia-sorpresa per la novità , un po di adrenalina e curiosità .
Tutt'ora sento ancora l'eco di quei sentimenti ma sono offuscato dai momenti di ansia e , specialmente ora che sembra sfortunatamente molto enfatizzata , la previsione di dover presto cambiare il mio stile di vita .
Io che ho delle pseudo-passioni che vengono direttamente dal mondo interno e che sono tipiche dell'infanzia o adolescenza , al pensiero di dover cambiare improvvisamente stile di vita vedo tali interessi appassire.
Siccome li ho coltivato per tanto tempo , a lungo andare li ho promossi come muri portanti di una frazione di personalità . In conseguenza di ciò la vita adulta , prossimamente , mi mette angoscia .
E di questo me ne vergogno anche
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