Per il titolo del topic, avrei aggiunto
IN ITALIA, perché in generale non conosciamo se non per sentito dire quello che accade altrove.
Dunque, quand'ero bambino:
- L'uomo era il capofamiglia: la moglie doveva obbedirgli in tutto e per tutto. Se il marito decideva di cambiare città, la moglie doveva seguirlo in silenzio. Non esisteva il divorzio. Non esisteva la pillola antifecondativa. Esisteva il reato d'adulterio per la moglie (3 anni di prigione se veniva sorpresa in fragranza di reato). Esisteva il "delitto d'onore": un marito, un padre, un fratello, che uccidevano una donna per "motivi d'onore" incorrevano in un massimo di 6 anni di galera...
- Se la moglie aveva una relazione sessuale con un amante, andava in galera! Il marito, se aveva relazioni sessuali con altre donne, non correva nessun rischio, se non di essere definito un "donnaiolo" e guardato con ammirazione...
Negli ultimi 40 anni, legislativamente, è cambiato tutto: la legge sul divorzio del 1970, il Nuovo Diritto di Famiglia del 1975, la legge sull'interruzione volontaria della gravidanza del 1978, l'introduzione della "pillola"... hanno cambiato tutti i rapporti famigliari:
- Il marito non è più il capofamiglia a cui la moglie doveva obbedire ciecamente.
E' rimasto il privilegio di dare il cognome ai figli, stop. Uomo e donna hanno pari diritti e doveri.
Ambito lavorativo:
La notizia che viene data spesso in TV è che genericamente le donne guadagnano meno dei colleghi maschi. Non ho mai capito di quali settori parlino, perché in Italia la legge e i CCNL (contratti Collettivi Nazionali di Lavoro) vietano espressamente ciò. Tant'è che il mio stipendio è identico a quello delle mie colleghe!
O forse si tiene conto che, se la collega va in maternità e ci rimane oltre un certo n. di mesi previsti dal contratto, il suo stipendio cala al 60% per quei mesi in più); però, la mia collega senza figli, ha il mio stesso stipendio, non solo, ma fino a ieri, la mia collega coetanea, in quanto donna, poteva andare in pensione a 55 anni anziché a 60 (adesso si va tutti a 67), e, campando mediamente 7-8 anni in più di me, poteva godere di una pensione molto più alta...
Ormai le donne sono entrate in massa in tutte le professioni una volta esclusive degli uomini (forze armate, pubblica sicurezza...)
Alcune professioni si sono "femminilizzate": la Sanità, il mondo della scuola e, più lentamente, l'università.
Anche in magistratura ormai le donne stanno superando i colleghi uomini.
Sono realmente poche le attività prettamente maschili, e riguardano indirizzi di studio in cui la conoscenza della matematica è fondamentale: ingegneria, geologia, matematica, fisica...
I vertici delle aziende, private e pubbliche, sono ancora in mano agli uomini nella stragrande maggioranza. Non che un ragazzo possa aspirare a tanto: si parla di poche centinaia di supermanager che occupano quei posti importanti per referenze politico-mafiose più che per reali capacità...
E veniamo agli svantaggi di nascere uomini:
- si campa mediamente 7-8 anni meno delle coetanee (e quindi sfrutta meno la pensione, se ci arriva)
- si ha più probabilità di morire di morte violenta, suicidio, di compiere delitti e quindi di finire in galera.
- vengono richieste doti maggiori di forza fisica e freddezza.
- "gode" della prerogativa di alcuni lavori: muratore (con le varianti piastrellista, pavimentista, scavatore, asfaltatore...), minatore, scaricatore di porto, operaio in fonderia, ma anche fabbro, elettricista, meccanico... Per questi lavori, non ho mai sentito le donne pretendere le pari opportunità...
- è parte "attiva" nella relazione sessuale. L'uomo deve farsi avanti, farsi piacere e conquistare la donna, dichiararle il proprio amore, fare il "cavaliere" ed essere pronto a molti 2 di picche...
Forse, a pensarci bene, l'unico privilegio maschile rimasto è quello di poter diventare prete e aspirare ad una carriera nel clero...