Nella mia lunga carriera lavorativa di situazioni simili ne ho vissute tante.
Tuttavia, nel corso dei lustri mi sono reso conto che una grandissima fetta del risultato finale dell'interazione dipendeva da me: da come mi ponevo, da come mi proponevo, da come agivo e dalla reputazione che mi ero costruito.
Parlare di introversione per difenderne il valore della caratteristica è importante, tuttavia la caratteristica dell'introversione, appunto perché non patologica, presuppone una capacità di interazione sociale (sebbene non la gradisca e gli comporti un dispendio di energie, laddove invece l'estroverso guadagna energie con l'interazione); la confusione tra introversione e fobia sociale si risolve proprio qui, nella domanda: sapete interagire, se c'è necessità? Sapete essere comunque assertivi? Difendere i vostri diritti?
Perché a differenza dell'introversione, non c'è nessun valor aggiunto nell'essere paurosi oltremodo. E' una semplice patologia.
Quindi, potrebbe benissimo essere che quanto tu stai esperendo non sia esattamente la descrizione realistica delle cose, bensì una tua interpretazione. Altrettanto si potrebbe dire dei "lacché", che magari stanno machiavellicamente elaborando il loro piano di vendetta, distribuendo sorrisi sfacciati mentre affondano le loro unghie nei palmi, e mentre tu ti limiti a consolarti con fantasticherie.
D'altronde,
delusional thinking is the refuge of the losing side.
E' ora di ribellarsi, su. In primis nei confronti di sé stessi e delle proprie scuse.