Quote:
Originariamente inviata da captainmarvel
oggi ero in una stazione della metropolitana e la mia attenzione è stata catturata da una fanciulla niente affatto disprezzabile nell'aspetto, seduta vicino a me. le ho rivolto la parola chiedendole se fosse italiana o straniera. lei ha risposto che era italiana e io le ho detto che aveva una fisionomia particolare e l'avevo scambiata per ucraina o russa. secondo voi ho violato la sua praivasi o si è trattato di una domanda innocente?
|
Una lunga premessa per chi non conosce l'ambiente...
La metropolitana di Milano è l'apoteosi dell'individualismo.
Le persone sono sempre assorte nei loro pensieri e fuggono da una realtà che talvolta li aliena a suon di tablet, smartphone, e-book reader, mp3 player e libri cartacei.
Escluso lo scenario in cui si è in compagnia di amici e/o conoscenti, la tendenza è quella di rimanere in silenzio e non socializzare con nessuno nonché mostrarsi contrariati nei confronti della socializzazione altrui.
L'aspetto estremamente ridicolo, e sinonimo di "stupidità", è che, se uno fa una ricerca su Twitter o Facebook per coordinate geografiche, scoprirà il mondo di alcuni passeggeri e, in questo mondo, vedrà tanti commenti ed osservazioni sul vicino di sedile, l'altro passeggero, fenomeni di costume.
Insomma, si affida ai byte ciò che si potrebbe condividere col vicino di sedile pur di rimanere nelle proprie campane di vetro. Paradossale.
Detto ciò e considerando che l'utente è sociofobico mi sembra che sia decisamente apprezzabile l'uscita ed encomiabile. Bravo!
Privacy? Stai tranquillo! La privacy di una persona non s'invade in tal modo e, se uno si lamenta... Che se stia in un eremo.
Solo una riflessione... Se non si può nemmeno iniziare la conoscenza di una persona in tal modo. Come si conosce il prossimo? Se non si hanno "aggianci" si rimane soli a vita. Folle...
Per una persona "normale" è un qualcosa di assolutamente trascurabile e privo di significato.
Anzi, talvolta pretesti del genere vengono recepiti con insofferenza e, in rari casi, l'altra persona arriva addirittura a pensare che Tizio non sia a posto.
So che è assurdo ma vi assicuro che ho sentito spesso conclusioni del genere in metropolitana.
Come sempre, la domanda da porsi è: dove si vuole arrivare e perché si vuole socializzare?
Perché una donna e non un uomo?
Se l'obiettivo è d'iniziare una conoscenza (magari con la speranza che la persona possa rivelarsi poi una partner sentimentale/sessuale), la vedo molto dura: 15-20 minuti sono troppo pochi per stimolare un interesse e per arrivare a strappare un invito per rivedersi, un numero di cellulare, un contatto Facebook.
D'altronde... Provate a chiedere alle utentesse del forum: lascereste il cellulare o contatto Facebook, accettereste un invito per un aperitivo ad una persona conosciuta nell'arco di qualche fermata di metropolitana?
La risposta credo sia scontata.
Secondo me, una strategia del genere per conoscere, si può applicare quando s'inizia ad essere abitudinari.
Capita di vedere sempre le stesse persone e, con gli sguardi e non, s'inizia a costruire quella tacita intesa che, poi, porta alla conoscenza ed alla possibilità concreta di portarla avanti.
Situazioni simili a quelle dell'OP, mi sono capitate con uomini con una certa frequenza ma non ho mai approfondito per scarso interesse mio nei confronti della persona.
Con donne non mi è capitato mai di broccolare spudoratamente per capirci mentre invece, raramente e complice il commento di eventi esterni, ho socializzato ma, anche qui, siccome non ci sono mai stati segnali orientati a proseguire la frequentazione, non sono mai andato oltre il saluto o quattro chiacchiere di circostanza.