Vivo da solo da 3 anni e sono a circa mezz'ora/40 minuti da casa dei miei.
Però è da un anno a questa parte che a causa di alcuni eventi traumatici legati alla mia vita "non" sentimentale, ho perso il contatto non tanto con i miei, che vedo ogni week-end, quando con i miei parenti e soprattutto con mia nonna.
Il punto è che penso spesso al passato e incolpo chi mi ha cresciuto (tra cui lei) di non aver saputo comprendermi e di avermi destinato a convivere con dei problemi per tutta la vita, che mi rendono difficile il rapporto con me stesso e con gli altri .
Date le premesse, da un anno a questa parte ho tacitamente dato la colpa alla mia famiglia di tante cose. Beninteso, le loro colpe le hanno. E così facendo ho iniziato ad escluderla dalla mia vita. E la cosa non riguarda tanto i miei genitori, che come detto vedo ogni domenica anche se durante la settimana non ci sono rapporti se non messaggi della serie "tutto ok, qui solito" e basta.
Ma per mia nonna. Lei è tanto vecchia non è eterna. LNon posso assicurare che tra un anno ci sarà ancora.
In momenti di solitudine la sera a casa da solo, sento di doverla rivedere. Però come faccio, mi imbarazza molto. È da mesi che non la vedo né la sento.
Questo pensiero non lo sento la mattina al lavoro dove la rabbia la fa da padrone e in quelle ore della giornata il disprezzo per la vita e il senso di orgoglio si fanno sentire..
Come ve lo spieghereste voi e come faccio a riprendere i contatti? Sarebbe parecchio imbarazzante... Da un lato c'è una sorta di indisponenza verso la mia famiglia, dall'altro c'è questo senso di vuoto e la consapevolezza che non siamo eterni.
E sono continuamente in bilico tra rimanere qui dove sono , andare più lontano o tornare verso casa. Però la questione lavoro non è da sottovalutare: il lavoro non lo trovo facilmente. Non mi chiamano quando invio curriculum o mi scrivono che sono stato scartato.