Ma c'è bisogno per forza di un titolo?
Comunque, scrivo qui una mia riflessione sulle cosiddette fisse.
Le fisse possono essere chiamate anche passioni, oppure forti interessamenti.
La scelta del termine dipende dal giudizio che si dà a quest'interesse.
Può essere per una persona, per uno sport, per un programma TV, per un vario argomento, ma può anche essere una passione pratica, come molti che vanno in fissa per la palestra.
Ad un certo punto avviene che questo pensiero fisso toglie spazio ad altre cose e si cade cosiddetta "monomania", che è caratteristica di alcuni stati considerati "neurodiversi". In pratica siamo di fronte ad una one-itis in senso generale.
ll pensiero, ma anche la parola, tornano sempre lì. L'appassionato sembra rincoglionito, perché anche i non professionisti vedono di cattivo occhio queste fisse e le associamo a disagi mentali o a problemi imminenti.
Spesso portano a separazioni, divorzi e perdite di amicizie. A volte persino a licenziamenti.
Sono nell'ambito dello sport e ho conosciuto gente talmente infoiata che partiva tutti i weekend per fare le loro pessime prestazioni ma estreme, e lasciava moglie e figli a casa. Conosco donne che devono supplicare il marito e i figli a fare per poter partecipare ad eventi fuori regione. Conosco chi ha finto una malattia per prendersi un giorno libero e poter gareggiare lontano (poi venendo scoperto con tutti i problemi conseguenti).
Ma queste fisse non sono solo sportive. Sono politiche, sono floreali, sono riferite anche ad ambiti tremendamente specifici.
Ma a che servono?
Servono probabilmente a spingere in maniera intensiva ad un cambiamento. Il problema è che raramente portano un cambiamento positivo e utile. L'intensività è utile, ad esempio in palestra, per modificare il tuo corpo nella maniera più veloce possibile, dato che i soldi che si spendono sono tanti e l'estate arriva sempre troppo presto per il fissato. Ma meglio dell'intensivo, sarebbe meglio un metodo costante anche se estensivo.
Quindi la fissa è un errore di misura che deve essere ancora regolato o ha una sua utilità in sé?
Ci sono secondo me, due casi in cui queste superpassioni sono perfettamente accettate:
1) passione sessuale e sentimentale per una persona dell'altro sesso che ricambia e nessuno dei due è già impegnato; in questo caso la grande passione è vista e descritta come qualcosa di romantico e non è minimamente presa in considerazione la tossicità della monomania che si sta vivendo;
2) per il proprio corso di studi o per un ambito del proprio lavoro; fisse, in questi casi, considerati conseguenze dell'abnegazione e quindi totalmente benefiche, poiché portatrici di maggiore competenza retribuita.
Tutte le altre fisse hanno una componente di tossicità poiché non utilizzate al meglio secondo la morale comune.
A questo punto:
quando/quanto assecondare questo istinto e quando/quanto contrastarlo?
Ed è salutare contrastarlo?
Non vorrei che con la mia riflessività sono riuscito a disturbare dei meccanismi chimici per cui i neurotrasmettitori che "mandano in fissa" sono inibiti, rendendomi quindi forte nella capacità di non perdere il controllo e non cadere in una dipendenza, ma debole nella capacità di usufruire della "grande passione".
Da decenni non mi innamoro, non potete dire che "non ho le palle" o "cerca di vincere la timidezza."