Sono una studentessa al primo anno della facoltà di filosofia quando in realtà, per la mia età, dovrei essere al secondo.
Questo è dovuto alla mia
ciclotimia, alla mia sindrome ossessivo-compulsiva e al mio "leggero" (non ricordo il termine esatto) autismo.
Questo almeno è ciò che dice il mio psichiatra. Io, dal canto mio, non so più cosa pensare... anzi, non sono più in grado di pensare: avere uno psichiatra mi ha reso completamente passiva, dipendente e vuota.
Inoltre, la mia memoria sta svanendo dietro a quella lastra di vetro che mi separa dalle mie sensazioni, emozioni et cetera. Non ricordo più chi ero, cosa pensavo, cosa provavo. Ora alterno momenti di
apatia e Nulla ad altri in cui mi mi getto anima e corpo in occupazioni e preoccupazioni mondane. E' solo un altro modo per annichilirsi.
Ora come ora mi sono persa completamente, non so neanche cosa sto scrivendo.
Non leggo più, non ricordo una riga dopo averla letta, e prima adoravo leggere. Non scrivo più... e prima vivevo per scrivere. Una volta ho addirittura pensato che
il giorno in cui avrei smesso di scrivere sarei morta dentro. Così è stato... chi l'avrebbe mai detto... Tento di impormi, costringermi... ma Bach mi annoia, i libri mi riempiono di timore reverenziale, la scrittura fa da specchio alla mia desolazione.
Come potete notare non faccio cenno alla mia famiglia, o ai miei amici, o ai miei compagni di corso... La mia famiglia è comprensiva, premurosa... ma non sanno nulla di me e così deve rimanere. Sono anni che non abbraccio mio padre e detesto farmi toccare da mia madre. Non ho MAI avuto amici. Non parlo mai con nessuno.
Gli Altri (Levinas) mi spaventano (forse può aiutare sapere che sono stata vittima di bullismo ogni giorno per tutta la durata delle medie da tutta la classe) e mi riempiono di raccapriccio (forse a causa della mia "lucidità cronica" alla Cioran).
Sono al contempo superba (nel tempo sono diventata una bella ragazza) e sprezzante. Lo sono quando non mi sento stupida, ignorante, brutta... Son tutti
eufemismi, alcuni motivati da dati oggettivi.
Mi accorgo che stasera è una di quelle sere in cui scrivo tanto e nulla: non sono incisiva, né analitica. E allora mi fermo qui. Grazie infinite per avermi accolto, spero di poter fare qualcosa per voi, anche solo farvi sentire meno soli.