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Vecchio 11-06-2021, 23:57   #1
Esperto
L'avatar di Texas
 

Mi rendo conto che un grosso problema è talvolta l'incapacità di gestire e accettare le emozioni positive, generate da potenziali belle situazioni. Non essere in grado di gestire una emozione positiva porta inevitabilmente alla chiusura di certe situazioni e al loro allontanamento.
Ci si trova più a priorio agio con le emozioni negative che si è abituati a gestire e al ruolo dello sconfitto in partenza, di vittima o di sfortunato. È un ruolo sicuramente comodo molte volte.
Mi rendo conto che difficilmente si può fare entrare nella propria esistenza cose belle se non si è in grado di gestirle a livello emotivo in primo luogo.
E io, oltre a tutta una serie di problemi, ho una incapacità a riguardo. Pertanto, se anche per miracolo dovesse accadermi qualcosa di positivo, sono naturalmente portato ad allontanarlo, perché non sono in grado di gestire l'emozione positiva che ne deriva, ma mi è più semplice sabotarmi e vestirmi nel ruolo del perdente, che tende a vivere le proprie emozioni molto spesso negativamente. Senza questa capacità di base difficilmente si potrà mai costruire qualcosa di buono.
Non so se è una paura a vivere una emozione o un senso di colpa o vergogna, questo non sono in grado di capirlo.

Quello che mi piacerebbe capire è come poter vivere una emozione felice senza trasformarla in negativa.
Ringraziamenti da
Blue Sky (12-06-2021), Equilibrium (12-06-2021), Gummo (12-06-2021), ~~~ (14-06-2021)
Vecchio 12-06-2021, 00:18   #2
Esperto
L'avatar di House
 

Forse è proprio la forza dell'abitudine a vivere emozioni negative che ci porta alla tendenza di ripeterle. Bisognerebbe fare più esperienza di emozioni positive, abituarsi a vivere anche quelle, così da non credere di doversi sentire sempre nella condizione di stare tendenzialmente in basso, verso sensazioni sconfortanti. L'assuefazione è una chiave che apre molte porte. Anche farsi il meno paranoie possibili aiuta per creare un atteggiamento di non chiusura verso il nuovo e di apertura.
Ringraziamenti da
Texas (12-06-2021)
Vecchio 12-06-2021, 00:21   #3
Esperto
L'avatar di Varano
 

Quote:
Originariamente inviata da Texas Visualizza il messaggio
Mi rendo conto che un grosso problema è talvolta l'incapacità di gestire e accettare le emozioni positive, generate da potenziali belle situazioni. Non essere in grado di gestire una emozione positiva porta inevitabilmente alla chiusura di certe situazioni e al loro allontanamento.
Ci si trova più a priorio agio con le emozioni negative che si è abituati a gestire e al ruolo dello sconfitto in partenza, di vittima o di sfortunato. È un ruolo sicuramente comodo molte volte.
Mi rendo conto che difficilmente si può fare entrare nella propria esistenza cose belle se non si è in grado di gestirle a livello emotivo in primo luogo.
E io, oltre a tutta una serie di problemi, ho una incapacità a riguardo. Pertanto, se anche per miracolo dovesse accadermi qualcosa di positivo, sono naturalmente portato ad allontanarlo, perché non sono in grado di gestire l'emozione positiva che ne deriva, ma mi è più semplice sabotarmi e vestirmi nel ruolo del perdente, che tende a vivere le proprie emozioni molto spesso negativamente. Senza questa capacità di base difficilmente si potrà mai costruire qualcosa di buono.
Non so se è una paura a vivere una emozione o un senso di colpa o vergogna, questo non sono in grado di capirlo.

Quello che mi piacerebbe capire è come poter vivere una emozione felice senza trasformarla in negativa.

Io le temo ma le so gestire abbastanza. Me la godo con un sorriso sornione , ma sono attento a non esagerare perché temo sempre di essere ricacciato nel fango da cui provengo
Vecchio 12-06-2021, 02:29   #4
Esperto
L'avatar di pure_truth2
 

Credo di poter condividere in parte questo problema,che tuttavia si presenta, ahimè,non così di frequente.
Io ritengo che il fulcro stia nella paura,prima ancora che nella vergogna o nel senso di non-merito.
Sono infatti, spesso, emozioni fugaci, caduche, e potenzialmente portatrici di grandi disillusioni,nel momento in cui vengano ad evaporare.
Per tale motivo mi approccio ad essere con un atteggiamento estremamente cauto, scettico, e non appena sorgesse il sentore di potenziale "caduta", batto in ritirata.
Nel mio caso,poi, il sottostante pensiero depressivo può rimarcare ancora maggiormente il processo, essendo sempre pronto a ricordarmi della sua subdola e continua persistenza nel retroscena.
Nel momento stesso in cui la coscienza si "ricorda" di questo,la situazione è rovinata, l'emozione è rovinata.
Non credo si possa approcciare a tali emozioni se non vivendole pienamente nel momento presente, quindi in totale consapevolezza e presenza, prendendole per quel che sono, senza retropensieri e profezie,ma è sempre difficoltoso.
Ringraziamenti da
Delta80 (12-06-2021), Texas (12-06-2021)
Vecchio 12-06-2021, 06:57   #5
Banned
 

Conosco queste emozioni , mi è capitato più di una volta di scappare da situazioni o potenziali situazioni positive
Vecchio 12-06-2021, 10:28   #6
Esperto
L'avatar di Blue Sky
 

Oltre all'abitudine a provare emozioni negative, e al vedere sè stessi in un ruolo negativo al quale ci si è assuefatti, io aggiungerei anche la paura delle conseguenze delle emozioni positive.

Mi spiego: dire a sè stessi che le cose vanno bene comporta essere davanti a un richiamo all'azione. A quel punto devo fare le cose "normali", devo "vivere". Se sto bene, non ho più scuse per non uscire, per non fare le azioni quotidiane necessarie, per non cercare un lavoro, una relazione, e così via.

Credo che ciò che viene messo in crisi è proprio l'attitudine evitante, che si tratti di disturbo evitante o meno. La paura di doversi trovare, a quel punto, lontani dalla riva, e dover remare in acque alle quali non si è abituati e di cui si ha paura.
Ringraziamenti da
Equilibrium (12-06-2021), Gummo (12-06-2021), mercury82 (12-06-2021), Texas (12-06-2021)
Vecchio 12-06-2021, 11:38   #7
Banned
 

A volte penso che la felicità ed eventuali emozioni positive spaventano molto di più,nell inconscio,di quelle negative..
Vecchio 12-06-2021, 14:15   #8
Esperto
L'avatar di Texas
 

Quote:
Originariamente inviata da Blue Sky Visualizza il messaggio
Oltre all'abitudine a provare emozioni negative, e al vedere sè stessi in un ruolo negativo al quale ci si è assuefatti, io aggiungerei anche la paura delle conseguenze delle emozioni positive.

Mi spiego: dire a sè stessi che le cose vanno bene comporta essere davanti a un richiamo all'azione. A quel punto devo fare le cose "normali", devo "vivere". Se sto bene, non ho più scuse per non uscire, per non fare le azioni quotidiane necessarie, per non cercare un lavoro, una relazione, e così via.

Credo che ciò che viene messo in crisi è proprio l'attitudine evitante, che si tratti di disturbo evitante o meno. La paura di doversi trovare, a quel punto, lontani dalla riva, e dover remare in acque alle quali non si è abituati e di cui si ha paura.
Tragicamente vero questo.

Io però mi chiedo se quello che hai detto possa essere valido anche da bambino, dove la percezione delle conseguenze è ridotta.
Il tuo discorso su oggi lo ritengo calzante, nel mio caso, ma quando ero più giovane (da ragazzino) è possibile aver allontanato eventuali emozioni positive per paure delle conseguenze? Penso di sì a sensazione ma non posso esserne sicuro.
Forse il non saper gestire le emozioni positive deriva proprio dalla paura delle conseguenze e quindi anche qui manca il coraggio necessario per abbracciarle e tante volte si preferisce vivere nella nota e rassicurante infelicità.
Vecchio 12-06-2021, 15:46   #9
XL
Esperto
L'avatar di XL
 

Quote:
Originariamente inviata da Texas Visualizza il messaggio
Mi rendo conto che un grosso problema è talvolta l'incapacità di gestire e accettare le emozioni positive, generate da potenziali belle situazioni. Non essere in grado di gestire una emozione positiva porta inevitabilmente alla chiusura di certe situazioni e al loro allontanamento.
Ci si trova più a priorio agio con le emozioni negative che si è abituati a gestire e al ruolo dello sconfitto in partenza, di vittima o di sfortunato. È un ruolo sicuramente comodo molte volte.
Mi rendo conto che difficilmente si può fare entrare nella propria esistenza cose belle se non si è in grado di gestirle a livello emotivo in primo luogo.
E io, oltre a tutta una serie di problemi, ho una incapacità a riguardo. Pertanto, se anche per miracolo dovesse accadermi qualcosa di positivo, sono naturalmente portato ad allontanarlo, perché non sono in grado di gestire l'emozione positiva che ne deriva, ma mi è più semplice sabotarmi e vestirmi nel ruolo del perdente, che tende a vivere le proprie emozioni molto spesso negativamente. Senza questa capacità di base difficilmente si potrà mai costruire qualcosa di buono.
Non so se è una paura a vivere una emozione o un senso di colpa o vergogna, questo non sono in grado di capirlo.

Quello che mi piacerebbe capire è come poter vivere una emozione felice senza trasformarla in negativa.
Sarò fatto male io, ma fatico a capire come possa far paura il positivo se si sa che è positivo. Uno al più può pensare "Troppo bello per essere vero" o al fatto che appiccicato al positivo ci sarà anche un bel po' di negativo da dover gestire.

Puoi farmi un esempio concreto in cui sei sicuro di ottenere qualcosa di positivo e lo rifiuti perché non sei capace di gestire l'emozione che deriverebbe da questa cosa?

Io sono portato ad allontanare le sòle, e purtroppo non mi sono quasi mai sbagliato nel valutare che c'era appiccicata qualche fregatura a certe cose che pareva si presentassero come quel positivo puro che ho sempre cercato e che non ho mai trovato.

Certe cose anche io le allontano, ma mi è abbastanza chiaro che non rappresentano un positivo puro per me, ci sono anche cose negative da gestire, disturbi, richieste, e così via...

E' come svolgere un certo tipo di lavoro, hai la paga (= positivo) ma poi devi gestire cose negative, se qualcuno desse direttamente uno stipendio senza chiedere di dover far nulla, dubito che qualcuno rifiuterebbe per paura di dover gestire le emozioni positive che deriverebbero da questa cosa qua. Se qualcuno rifiuta un lavoro non è certo per dover gestire le emozioni positive che deriverebbero quando riceve paga e gratificazioni varie.

Ci sarebbe solo il timore che ci sia qualche fregatura dietro a simili proposte.
Infatti se capitasse penserei a qualcosa del genere dato che, in base a quel che ho afferrato, nessuno dà nulla per nulla.

Se fossero state solo positive certe cose io non le avrei mai rifiutate. Riesco a capire abbastanza facilmente cosa non va o mi disturba in certe situazioni, il vero problema è che non sono mica abbordabili facilmente situazioni senza inculature simili.

Queste spiegazioni mi hanno sempre convinto poco, spesso non si vogliono guardare gli aspetti negativi in un presunto positivo puro. Se ci sono questi aspetti, la spiegazione di un certo rifiuto relativa all'incapacità del provare emozioni positive cade, una persona è preoccupata da altre cose, l'evento positivo non era veramente così positivo secondo il proprio metro di giudizio e valutazione.

Certe cose positive io le rifiuto perché per me non sono abbastanza positive.
Ad esempio le patatine fritte sono buone da mangiare, in tal senso rappresentano qualcosa di positivo, ma se poi mi fanno stare male e mi fanno venire mal di pancia, perché le fritture non le reggo, dovrò mettere sul piatto della bilancia interiore tutto questo e decidere.

Vediamo se è davvero positiva una cosa per noi e cosa riceviamo effettivamente dall'esistenza.
Questo tipo di spiegazioni per me sono una sorta di anticamera di certi modi di manipolare psicologicamente qualcuno... "Vedi c'è questo affare e tu non lo vuoi perché sei bacato in testa", che baco avrei se certe cose gravose da svolgere appiccicate al presunto affare assolutamente positivo (secondo l'altra narrazione) poi io le vedo effettivamente?
Sembrerò scemo e magari lo sono pure, ma non lo sono a questi livelli qua.

Ultima modifica di XL; 12-06-2021 a 16:32.
Ringraziamenti da
Darby Crash (13-06-2021), Warlordmaniac (14-06-2021)
Vecchio 12-06-2021, 16:41   #10
Banned
 

Quote:
Originariamente inviata da XL Visualizza il messaggio
Sarò fatto male io, ma fatico a capire come possa far paura il positivo se si sa che è positivo. Uno al più può pensare "Troppo bello per essere vero" o al fatto che appiccicato al positivo ci sarà anche un bel po' di negativo da dover gestire.

Puoi farmi un esempio concreto in cui sei sicuro di ottenere qualcosa di positivo e lo rifiuti perché non sei capace di gestire l'emozione che deriverebbe da questa cosa?

Io sono portato ad allontanare le sòle, e purtroppo non mi sono quasi mai sbagliato nel valutare che c'era appiccicata qualche fregatura a certe cose che pareva si presentassero come quel positivo puro che ho sempre cercato e che non ho mai trovato.

Certe cose anche io le allontano, ma mi è abbastanza chiaro che non rappresentano un positivo puro per me, ci sono anche cose negative da gestire, disturbi, richieste, e così via...

E' come svolgere un certo tipo di lavoro, hai la paga (= positivo) ma poi devi gestire cose negative, se qualcuno desse direttamente uno stipendio senza chiedere di dover far nulla, dubito che qualcuno rifiuterebbe per paura di dover gestire le emozioni positive che deriverebbero da questa cosa qua. Se qualcuno rifiuta un lavoro non è certo per dover gestire le emozioni positive che deriverebbero quando riceve paga e gratificazioni varie.

Ci sarebbe solo il timore che ci sia qualche fregatura dietro a simili proposte.
Infatti se capitasse penserei a qualcosa del genere dato che, in base a quel che ho afferrato, nessuno dà nulla per nulla.

Se fossero state solo positive certe cose io non le avrei mai rifiutate. Riesco a capire abbastanza facilmente cosa non va o mi disturba in certe situazioni, il vero problema è che non sono mica abbordabili facilmente situazioni senza inculature simili.

Queste spiegazioni mi hanno sempre convinto poco, spesso non si vogliono guardare gli aspetti negativi in un presunto positivo puro. Se ci sono questi aspetti, la spiegazione di un certo rifiuto relativa all'incapacità del provare emozioni positive cade, una persona è preoccupata da altre cose, l'evento positivo non era veramente così positivo secondo il proprio metro di giudizio e valutazione.

Certe cose positive io le rifiuto perché per me non sono abbastanza positive.
Ad esempio le patatine fritte sono buone da mangiare, in tal senso rappresentano qualcosa di positivo, ma se poi mi fanno stare male e mi fanno venire mal di pancia, perché le fritture non le reggo, dovrò mettere sul piatto della bilancia interiore tutto questo e decidere.

Vediamo se è davvero positiva una cosa per noi e cosa riceviamo effettivamente dall'esistenza.
Questo tipo di spiegazioni per me sono una sorta di anticamera di certi modi di manipolare psicologicamente qualcuno... "Vedi c'è questo affare e tu non lo vuoi perché sei bacato in testa", che baco avrei se certe cose gravose da svolgere appiccicate al presunto affare assolutamente positivo (secondo l'altra narrazione) poi io le vedo effettivamente?
Sembrerò scemo e magari lo sono pure, ma non lo sono a questi livelli qua.
Un altro intervento intelligente,abbiamo una visione simile anche su chi si occupa o si dovrebbe occupare di curare la mente
Vecchio 12-06-2021, 22:13   #11
Esperto
L'avatar di Texas
 

Quote:
Originariamente inviata da XL Visualizza il messaggio

Puoi farmi un esempio concreto in cui sei sicuro di ottenere qualcosa di positivo e lo rifiuti perché non sei capace di gestire l'emozione che deriverebbe da questa cosa?
.
Ok, un esempio semplice e che non prevede complicazioni o situazioni dilatate nel tempo che prevedano azioni pregresse che ti facciano accedere a qualcosa di bello.

Sei per strada, o in un parco, e nei dintorni c'è una bella ragazza che addocchi e ti piacerebbe molto approcciare.
Lo fa lei e ti chiede di andare a bere qualcosa insieme.
In teoria dovresti essere contento e vivere l'emozione positivamente accettando.

Perché io invece non sarei in grado di dire si ma al contrario rifiuterei, magari pure in maniera snob, per paura poi di venir smascherato e di farla pentire nel giro di cinque minuti di aver voluto conoscermi? O di dover viver male il momento in cui debba parlar di me, provando vergogna o sentendomi inadeguato?

Come esempio è banale ma credo che spieghi bene la paura di conseguenze, di azione e cambiamento, di trovarsi a navigare in acque ignote lontano dal porto sicuro, come faceva riferimento Blue Sky.

Il risultato è rifiutare l'emozione positiva prima di viverla.
Ringraziamenti da
Blue Sky (12-06-2021), esteem (12-06-2021)
Vecchio 12-06-2021, 22:50   #12
Esperto
L'avatar di Blue Sky
 

Quote:
Originariamente inviata da Texas Visualizza il messaggio
Tragicamente vero questo.

Io però mi chiedo se quello che hai detto possa essere valido anche da bambino, dove la percezione delle conseguenze è ridotta.
Il tuo discorso su oggi lo ritengo calzante, nel mio caso, ma quando ero più giovane (da ragazzino) è possibile aver allontanato eventuali emozioni positive per paure delle conseguenze? Penso di sì a sensazione ma non posso esserne sicuro.
Forse il non saper gestire le emozioni positive deriva proprio dalla paura delle conseguenze e quindi anche qui manca il coraggio necessario per abbracciarle e tante volte si preferisce vivere nella nota e rassicurante infelicità.
Sì, secondo me è valido anche da bambini e da adolescenti. A quell'età non si ha coscienza precisa delle conseguenze, però per altro verso non si ha nemmeno la capacità razionale per comprendere il fatto di provare delle resistenze psicologiche, e superarle razionalmente, quindi si cade più facilmente vittime delle proprie paure, con l'aggravante che si pensa di avere ragione e non si hanno gli strumenti per capire che ce la si sta raccontando.
Direi che, se c'è un'età nella quale si prova più forte la paura dell'ignoto, la paura di essere lasciati soli di fronte alle incombenze, è proprio l'infanzia.
Negli anni successivi quella paura c'è ancora e assume forme diverse perché si carica di significati sociali (superegoici, direbbero alcuni), assume le forme della paura dell'inadeguatezza, la paura del giudizio altrui, però non credo che sia qualcosa di diverso.

Ultima modifica di Blue Sky; 12-06-2021 a 22:52.
Ringraziamenti da
Texas (12-06-2021)
Vecchio 12-06-2021, 22:52   #13
Esperto
L'avatar di House
 

Quote:
Originariamente inviata da Texas Visualizza il messaggio
Perché io invece non sarei in grado di dire si ma al contrario rifiuterei, magari pure in maniera snob, per paura poi di venir smascherato e di farla pentire nel giro di cinque minuti di aver voluto conoscermi? O di dover viver male il momento in cui debba parlar di me, provando vergogna o sentendomi inadeguato?
Con questo esempio la mia impressione è che si abbia paura più delle emozioni negative su cui si rimugina prima che qualcosa accada realmente.
Sembra il timore di esporsi, e quindi, a ben vedere, non quello di vivere un'emozione positiva, ma di non riuscire poi a poterla vivere veramente.
Vecchio 12-06-2021, 22:57   #14
Esperto
L'avatar di Gummo
 

Posso fare un inchino ? Pensavo di essere il solo a prendere ogni cosa positiva e a vederci inevitabilmente dentro il negativo e star male.

Non ho soluzioni per ora.

Mi viene in mente, anche sulla scorta di altri interventi, che la positività comporta una responsabilità a cui noi siamo impreparati,
il mio pensiero abituale quando mi accorgo di star bene è: 'ma posso davvero permettermi di stare così?' perché è come essere senza salvagente nel bel mezzo di un oceano... Allora cerco il risvolto negativo della situazione, del periodo, del momento.
Anche solo figurarsi di avere innanzi a sé un intero periodo di felicità, non si sa estesa per quanto a lungo, lascia spiazzati, perché si è abituati a vivere le giornate nella sicurezza dello star male.

Ultima modifica di Gummo; 12-06-2021 a 23:04.
Vecchio 13-06-2021, 18:32   #15
Avanzato
 

Quote:
Originariamente inviata da Texas Visualizza il messaggio
Quello che mi piacerebbe capire è come poter vivere una emozione felice senza trasformarla in negativa.
Drogati!

No dai, sto scherzando, io ogni volta che ci faccio caso e penso: "ho cavolo, questa è una sensazione positiva" inevitabilmente la faccio diventare negativa, ho imparato attraverso anni di meditazione prima e depressione dopo che l'unica soluzione è non farci caso, la soluzione è evitare qualsiasi pensiero. All'inizio pensavo di avere perso tutto cosí, perchè era la principale cosa che mi caratterizzava, poi ho capito di non avere perso niente, ma di avere guadagnato la capacità di vivere serenamente il presente...

Fare di tutto, di tutto, per svagarsi e non pensare, è sempre stato il mio principale obiettivo, è l'unica soluzione che ho sempre trovato, è cosí, le emozioni positive si vivono, non si pensano, ogni cosa pensata marcisce inevitabilmente

Ultima modifica di Vento; 13-06-2021 a 18:35.
Vecchio 14-06-2021, 06:54   #16
XL
Esperto
L'avatar di XL
 

Quote:
Originariamente inviata da Texas Visualizza il messaggio
Ok, un esempio semplice e che non prevede complicazioni o situazioni dilatate nel tempo che prevedano azioni pregresse che ti facciano accedere a qualcosa di bello.

Sei per strada, o in un parco, e nei dintorni c'è una bella ragazza che addocchi e ti piacerebbe molto approcciare.
Lo fa lei e ti chiede di andare a bere qualcosa insieme.
In teoria dovresti essere contento e vivere l'emozione positivamente accettando.

Perché io invece non sarei in grado di dire si ma al contrario rifiuterei, magari pure in maniera snob, per paura poi di venir smascherato e di farla pentire nel giro di cinque minuti di aver voluto conoscermi? O di dover viver male il momento in cui debba parlar di me, provando vergogna o sentendomi inadeguato?
Ma perché temi che verrai rifiutato in qualche modo (il negativo di cui parlavo), se tu fossi arcisicuro che questa ragazza ci starà con te proprio come desideri, che non ti metterà in difficoltà, perché dovresti preoccuparti?
Tu da un lato desideri certe cose, dall'altro vuoi evitarne altre, ma la situazione concreta mica sei così sicuro che ti darà quel che vuoi. Anche questa situazione è dilatata nel tempo e sei insicuro e propendi a fare una certa previsione negativa (= risulterò inadeguato per questa persona). C'è appiccicato questo negativo anche qua, ora bisogna vedere solo se la cosa è immaginaria o no.

Desideri che le cose evolvano in un certo modo ma vuoi evitare che evolvano in modi che ti disturbano. Se valuti che possono evolvere con buone probabilità in modi che ti disturbano c'è da chiedersi se questa cosa sia davvero positiva per te... Se la tua valutazione è corretta ovviamente.

Non descriverei questa cosa come una difficoltà nel vivere qualcosa di positivo. Poi se ti gratifica l'avance in sé (che ti dimostra di piacere), già hai vissuto qualcosa di positivo, che rifiuti o meno è ininfluente, ma qua mi sembra che hai solo annusato il buon odore di qualcosa da mangiare ma ancora non hai messo nulla sotto ai denti. Ti comporti solo come un animale che sarà finito in trappola qualche volta e non sa se dietro a quell'odore c'è la trappola o qualcosa di buono da mangiare. Per ora credi ci sia una trappola, per questo poi rifiuti, ma non perché pensi che non sapresti gestire le emozioni positive casomai le cose andassero per il verso giusto.

Il positivo è positivo se si innesta in qualcosa di più ampio senza tutte queste conseguenze negative qua.

La cosa che non capisco è questa: se tu accettassi e andasse tutto davvero come desideri (non ci sono fregature o rifiuti o cose del genere), lo stesso avresti difficoltà a gestire questa cosa? Avresti davvero paura di avere esattamente quel che desideri?

Io ho paura di non riuscire o di ricevere dispiaceri, dei piaceri e le cose positive (senza fregature) non ho mai avuto paura.

Certo se si tratta di rischi molto molto improbabili bisogna cambiare idea, ma se non è così non è che c'è da vivere in positivo quel che capita se si sa che andrà a finire quasi sempre male.

Non mi hanno contattato via e mail ragazze bellissime? Dovrei vivere positivamente la cosa o pensare a tentativi di approccio per truffarmi? Io propendo a pensare a questa cosa qua, ma non descrivo questa cosa come un'incapacità di provare gioia se mi capita qualcosa che io valuto nell'insieme come positivo. La mia non è paranoia i rischi sono reali.

Io direi che ho molti vincoli da soddisfare per valutare e riuscire ad inquadrare come positivo un avvenimento, per questo non faccio e non riesco a fare salti di gioia subito e risulto contenuto. Non descriverei questo meccanismo come una forma di incapacità di provare emozioni positive casomai valutassimo che quel che ci accade è positivo, mi sembra che non si provino emozioni positive (e si ha difficoltà a provarle di fronte a una serie di segnali) perché ancora non si è arrivati a valutare positivamente quel che ci è capitato in questi termini superficiali qua, ci sono un mucchio di riserve, riserve (relative al contesto) che una persona dovrebbe notare, se no non si capisce niente e sembrerebbe assurda questa reazione qua.

Ultima modifica di XL; 14-06-2021 a 09:59.
Ringraziamenti da
Darby Crash (14-06-2021)
Vecchio 14-06-2021, 13:55   #17
Esperto
L'avatar di Black_Hole_Sun
 

Non so cosa siano le emozioni positive, una rottura in meno da gestire a quanto pare.

Ma in genere non ho più emozioni, striscio e arranco alla giornata in una stasi di anedonia e vuoto cosmico in attesa della fine.

Non esistono emozioni positive a 360 gradi, altrimenti questi problemi di gestione non ci sarebbero. Ogni cosa che si può definire bella in realtà è solo ricoperta da una patina dorata, al suo interno si nascondono insidie ben peggiori che ben presto gettano un'ombra su tutto.
Vecchio 14-06-2021, 14:12   #18
Esperto
L'avatar di Warlordmaniac
 

Le emozioni positive sono positive. Forse intendi le situazioni positive. Eh sì, evitare diventa una tentazione, perchè aumenta la visibilità e la possibilità di fare una figura di merda davanti a più persone rispetto che a poche.
Io ho avuto sempre paura di confermare le aspettative, da quando ero "il primo della classe".

Ultima modifica di Warlordmaniac; 14-06-2021 a 14:42.
Vecchio 14-06-2021, 15:06   #19
Esperto
L'avatar di Warlordmaniac
 

Quote:
Originariamente inviata da Texas Visualizza il messaggio
Ok, un esempio semplice e che non prevede complicazioni o situazioni dilatate nel tempo che prevedano azioni pregresse che ti facciano accedere a qualcosa di bello.

Sei per strada, o in un parco, e nei dintorni c'è una bella ragazza che addocchi e ti piacerebbe molto approcciare.
Lo fa lei e ti chiede di andare a bere qualcosa insieme.
In teoria dovresti essere contento e vivere l'emozione positivamente accettando.

Perché io invece non sarei in grado di dire si ma al contrario rifiuterei, magari pure in maniera snob, per paura poi di venir smascherato e di farla pentire nel giro di cinque minuti di aver voluto conoscermi? O di dover viver male il momento in cui debba parlar di me, provando vergogna o sentendomi inadeguato?

Come esempio è banale ma credo che spieghi bene la paura di conseguenze, di azione e cambiamento, di trovarsi a navigare in acque ignote lontano dal porto sicuro, come faceva riferimento Blue Sky.

Il risultato è rifiutare l'emozione positiva prima di viverla.
È come dicevo io allora: non è un'emozione, ma una situazione.

Bèh se hai sempre fatto schifo ci sta che uno cala le difese dopo qualche conferma.
Si impiegano anni per metabolizzare il fatto di non avere fascino e non è possibile di colpo rimettere tutto in discussione e riadeguare la propria sessualità.
Vecchio 14-06-2021, 16:42   #20
Esperto
L'avatar di Black_Hole_Sun
 

Quote:
Originariamente inviata da Warlordmaniac Visualizza il messaggio
Le emozioni positive sono positive. Forse intendi le situazioni positive. Eh sì, evitare diventa una tentazione, perchè aumenta la visibilità e la possibilità di fare una figura di merda davanti a più persone rispetto che a poche.
Io ho avuto sempre paura di confermare le aspettative, da quando ero "il primo della classe".
Tutte le volte che ho "fiutato" situazioni positivi si sono poi rivelate un fiasco assoluto lasciandomi emozioni di amarezza. Le emozioni positive possono essere cose che nascono dal nulla, improvvise folate di euforia senza una ragione ben precise destinate comunque ad essere fuochi di paglia. Ma anche li c'è poi sempre il prezzo da pagare che è salato, i ricavi non coprono mai le spese e ti ritrovi con il proverbiale pugno di mosche in mano. Come una sbronza, sotto l'effetto dell'alcol ti senti Dio fino a quando non arriva il dolore che ti trapana il cranio e ti fa esplodere lo stomaco.

Ultima modifica di Black_Hole_Sun; 14-06-2021 a 16:49.
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