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Vecchio 08-12-2012, 18:53   #121
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Fuori orario

Sabato 8 dicembre 2012
In onda sabato 8 dicembre 2012 dalle 1.30 alle 7.00

LA SCENA E' FINITA: IL CINEMA NON SI FERMA (II)
a cura di Donatello Fumarola

Con i film

VISIONI D’EUROPA - PROLOGO (Prima Visione Tv)
(Ungheria 2004, b/n, 6’)
Regia: Béla Tarr

Béla Tarr firma l’episodio ungherese di un’opera mosaico di venticinque registi in rappresentanza di altrettanti paesi dell’Unione Europea per celebrarne il recente allargamento. Una lunga carrellata in attesa di un pasto.


SOBBORGHI
(Okraina, URSS, 1933, b/n, 98’, v.o. sott. it.)
Regia: Boris Barnet
Con: Sergej Komarov, Elena Kuz’mina, Nikolaj Bogoljubov

Nell’estate del 1914 in una cittadina di provincia della Russia zarista arriva la notizia della dichiarazione di guerra alla Russia da parte della Germania. Due fratelli vanno al fronte, uno come richiamato, l’altro come volontario, ed entrambi perderanno ben presto le illusioni patriottiche e scopriranno la fraternità rivoluzionaria. Intanto nella cittadina arrivano alcuni prigionieri tedeschi: la figlia del calzolaio si innamora di uno di loro, che lavora nella bottega del padre. Alla fine gli ex nemici solidarizzeranno in nome degli ideali rivoluzionari. Capolavoro del cinema muto, nel quale Barnet coglie “il senso della fragilità dei destini individuali trascinati nel crudele corso della Storia” (Lourcelles), o anche, secondo le parole di Eisenstein, “coglie gli orrori della guerra e gli slanci dell’amore con lo stesso sguardo insieme ironico e caloroso”. Amato da Godard e Langlois, fu il film, insieme a L’estate prodigiosa, a rivelare fin dagli anni 50 la grandezza assoluta di Barnet, regista fino ad anni recenti del tutto sottovalutato, e ora giustamente riconosciuto come “il più ispirato e il più artista dei cineasti russi” (Lourcelles).

LA CASA E IL MONDO
(Ghare baire, India 1984, col. 132' 36", v.o. sott. it.)
Regia: Satyajit Ray
Con: Soumitra Chatterji, Victor Bannerji, Swatilekha Chatterji, Gopa Aich, Manoj Mitra, Jennifer Kappor.

Bimala è sposata con Nikhil, un borghese dai modi gentili e dal pensiero liberale. Questi le presenta l'amico Sandip, capo di un gruppo politico nazionalista bengalese che mira a eliminare la presenza di merci straniere (e col tempo a discriminare i commercianti mussulmani presenti in gran numero nel paese). Bimala aderisce al partito di Sandip, provando per questi molto più di una stima politica. Nikhil lascia che le cose seguano il loro corso, senza intervenire, permettendo così che la moglie si avvicini sempre più all'amico con cui non condivide affatto le vedute politiche, e che il paese sprofondi nella rivolta sanguinosa tra clan rivali, causata dal disegno opportunista di Sandip. Da un romanzo di R. Tagore.



A CONFRONTO (BY COMPARISON)
(Zum Vergleich, Germania/Austria 2009, col. dur. 61')
Regia: Harun Farocki

Come in diversi luoghi del pianeta (dall’India alla Svizzera, dall’Africa alla Germania) gli uomini fabbricano i mattoni con cui si costruiscono case, scuole, cliniche. Farocki osserva i differenti passaggi del processo manifatturiero, da quello manuale di alcune popolazioni africane a quello iper-tecnologico del nord-europa. Il mattone come unità minima e punto di partenza per osservare la diversa natura delle società umane.
Vecchio 09-12-2012, 19:37   #122
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Fuori orario

Domenica 9 dicembre 2012
In onda domenica 9 dicembre 2012 dalle 1.40 alle 6.00 (280')


LA TETE CONTRE LES YEUX – I VOLTI DI GEORGE FRANJU
a cura di Roberto Turigliatto

Con i film

L’UOMO IN NERO
(Judex, Francia, , 1963, b/n, 93’10”, v.o. sott. it.)
Regia: Georges Franju
Con: Edith Scob, Francine Bergé, Sylva Koscina, Ketty France, Channing Pollock, Théo Sarapo.

Una governante e il suo amante decidono di liberarsi del vecchio banchiere loro datore di lavoro e di sua figlia per impadronirsi del patrimonio. Ma Judex sventa il complotto. Di questo rilettura di Feuillade dice Franju: “Non era Judex che volevo realizzare, ma Fantômas. Fantômas si dà da fare, strangola, avvelena, soffoca, schiaccia, dissolve (nell’acido), carbonizza, pugnala, fucila, ecc. Che fa invece Judex? Quando non tortura l’odioso banchiere Favraux, aspetta dei piccioni viaggiatori…”.


FUORI ORARIO I MISTERI DEL CASTELLO DEL DADO
(Durata: 20’)

Montaggio di Fuori Orario dedicato a Feuillade, Man Ray, Bunuel/Dali, Franju, Rivette, Arrieta.


LA FOSSA DEI DISPERATI (Prima Visione Tv)
(La tête contre les murs, Francia, 1958, b/n, 92’, v.o. sottotitoli italiani)
Regia: Georges Franju
Con: Jean-Pierre Mocky, Pierre Brasseur, Paul Meurisse, Anouk Aimée, Charles Aznavour, Edith Scob.

Tratto da un romanzo di Hervé Bazin, fotografato da Eugen Schüftan, sceneggiato e interpretato da Jean-Pierre Mocky (che avrebbe anche dovuto dirigerlo), il film è diventato quasi per caso l’opera prima nel lungometraggio di Franju, che aveva già alle spalle alcuni dei più grandi cortometraggi mai realizzati nella storia del cinema, e dei quali riprende la potenza dell’insolito e la spinta libertaria e anarchica di derivazione post-surrealista. Secondo Jean-Luc Godard, „un film folle sui folli e quindi di una bellezza folle“. Un famoso avvocato fa internare in un manicomio il proprio figlio François (Jean-Pierre Mocky) dal carattere ribelle e instabile. Nell’ospedale il ragazzo diventa amico di un giovane epilettico (Charles Aznavour, nella sua prima interpretazione al cinema) e con lui tenta la fuga mentre si scontrano le opposte concezioni di due medici , quella più tradizionale e rigida del dottor Valmont (Pierre Brasseur) e quella più tollerante del dottor Emery (Paul Meurisse).



UN HOMME UN CHÂTEAU, CHAMBORD
(Francia, 1978, col. 30’, v.o. sott. it.)
Regia: Raoul Ruiz

Questa trasmissione ha lo scopo di presentare una residenza signorile o reale e colui (o colei) che l’ha maggiormente segnata...Un film sul castello di Chambord. “A quell’epoca cominciavo a interessarmi alla feltratura dell’immagine, a causa di questa maledetta kodak che hanno inventato, che fa vedere tutto. Bisogna nascondere qualcosa, altrimenti non si produce la fotogenia, non c’è questa specie di vuoto e di metamorfosi che è la fotogenia. Ho contattato allora Henri Alekan e lui ha accettato, si è prestato al gioco, di trattare quel castello in maniera diversa e mi ha mostrato una valigia in cui aveva tutta una serie di filtri, di obiettivi, di lenti anamorfiche, tutte cose che mi interessavano moltissimo…” (Raoul Ruiz).

Vecchio 15-12-2012, 00:33   #123
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Fuori orario

Venerdì 14 dicembre 2012

CINEMA SUL FONDO
Piero Filippone, scenografo dal 1934 al 1975 (II)
a cura di Ciro Giorgini

Con i film

BIANCANEVE E I SETTE LADRI (Prima Visione Tv)
(Italia 1949, b/n.) dur. 76’06”
Regia: Giacomo Gentilomo
Con: Peppino De Filippo Mischa Auer Silvana Pampanini Luigi Pavese Carlo Mazzarella Vittorio Sanipoli Giacomo Furia.

Milano. È ferragosto, ma il ragionier Peppino Biancaneve è ancora in città perché sta preparando il discorso da fare al futuro suocero per chiedere la mano della figlia. Ma una specie di iettatore manda a catafascio tutti i piani di Biancaneve. Il ragioniere napoletano si trova in mezzo ad un mare di guai e di equivoci, ma alla fine otterrà il sospirato consenso alle nozze.

GIÙ IL SIPARIO
(Italia, 1940, b/n, 76’)
Regia: Raffaello Matarazzo
Con: Sergio Tofano, Lilia Silvi, Andrea Checchi, Armando Migliari, Rosetta Tofano
Tratto dalla commedia “Dietro le scene” di Francesco Augusto Bon. Un giovane di provincia, che ha pretese letterarie, ottiene di far rappresentare da una compagnia teatrale di passaggio un suo lavoro. Il suo desiderio è accettato sia perché il giovanotto è nipote di un danaroso zio, come perché è innamorato della figlia del capo comico. Ma lo zio, che vuole stroncare le aspirazioni letterarie del nipote, ottiene mediante congruo compenso che il capo comico faccia naufragare l'opera. Pentitosi, però, a metà spettacolo ottiene ugualmente - dietro doppio compenso - che il lavoro riesca un vero e proprio trionfo. La vicenda si conclude con una felice promessa di matrimonio tra il neo autore e la figlia del capo comico.




DIFENDO IL MIO AMORE
(Italia/Francia 1956, b/n; dur. 83’51”)
Regia Giulio Macchi
Sceneggiatura: Suso Cecchi d’Amico, Ettore Giannini, Giorgio Prosperi, Jacques Robert
Fotografia Gianni Di Venanzo Musica Renzo Rossellini
Con Martine Carol, Maria Teresa Amore, Maria Del Gesso Gustavo De Nardo, Mino Doro, Rosanna Fabrizi, Gabriele Ferzetti Arnoldo Foà Betty Foa, Alan Furlan Vittorio Gassman, Loris Gizzi, Enrico Glori, Clelia Matania Giorgia Moll Antonio Nicotra, Cecyl Tryan, Charles Vanel.

Per rialzare la tiratura di un modesto quotidiano milanese, un giornalista ambizioso e senza scrupoli riesuma vecchi processi. La prima ad essere colpita da questi articoli scandalistici è Elisa, madre di due figli e moglie felice, che anni prima era rimasta coinvolta in un delitto commesso dal suo direttore che pareva avere avuto una relazione con lei. Il cronista scrive anche che la figlia maggiore della donna è forse nata dalla rapporto avuto col suo ex principale. La famiglia viene così sconvolta e lo scandalo dilaga, tanto più che il giornalista si serve di falsi testimoni per scrivere l’articolo. La ragazza fugge di casa e viene ritrovata ferita. Solo l’intervento di un anziano redattore capo riporta la pace in famiglia, con il licenziamento in tronco del cronista e il ristabilimento pubblico della verità. Il film, secondo alcuni osservatori, ebbe la firma di Giulio Macchi, ma fu in realtà diretto dall’americano Vincent Sherman, a cui nei titoli è accreditata la “supervisione”.


Notte non esattamente imprescindibile, oserei dire...
Vecchio 15-12-2012, 17:32   #124
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Fuori orario

Sabato 15 dicembre 2012
In onda sabato 15 dicembre 2012 dalle 1.45 alle 7.00

CINEMA SUL FONDO
Mario Serandrei, montatore dal 1930 al 1967)
a cura di Ciro Giorgini

Con i film

LE FATICHE DI ERCOLE
(Italia 1958, colore d. 98’55”)
Regia: Pietro Francisci
Con Steve Reeves Sylva Koscina Ivo Garrani Mimmo Palmara Lydia Alfonsi Luciana Paoluzzi Gabriele Antonini Andrea Fantasia Paola Quattrini Gianna Maria Canale.

Il film ripercorre tutte le dodici fatiche del grande eroe greco per scontare una punizione divina: dall'uccisione del Leone di Nemea all'uccisione dell'Idra di Lerna, dalla presa della cintura di Ippolita la regina delle Amazzoni alla discesa agli Inferi per prendere il mostro Cerbero
Uno dei maggiori campioni di incaso del cinema italiano .


IL FIDANZATO DI MIA MOGLIE
(Italia, 1943 b/n, dur 77’50”)
Regia: Carlo Ludovico Bragaglia
Con: Vera Carmi Leonardo Cortese Guglielmo Barnabò Jone Morino Aroldo Tieri Eduardo De Filippo Sergio Tofano Dina Romano Leonardo Bragaglia.

Una ragazza sta per sposarsi, ma scopre dai suoi documenti di essere già coniugata, provocando le ire del suo fidanzato. Lo stesso capita a un giovane che sta per sposare la figlia di un giudice, e i due giovani finiscono per incontrarsi all'ufficio anagrafe del loro comune di origine, dove si sono recati per capire la causa dell'errore.Una serie di equivoci, difficoltà e malintesi complica l'intreccio, fino a che si scopre che la colpa è di un impiegato del comune, licenziato senza apparente motivo, che per vendicarsi del torto subito ha alterato i registri dello stato civile.
Intanto i due giovani finiscono per innamorarsi l'uno dell'altra e anche i due ex-promessi sposi si consolano a vicenda, coronando i loro sogni.





NOTTE DI TEMPESTA
(Italia 1946, b/n dur. 76’05”)
di Gianni Franciolini
Con: Leonardo Cortese, Pietro Fumelli, Marina Berti, Fosco Giachetti, Giacomo Rondinella, Pina Piovani.

Sposato con una vedova che ha due figli grandi, il pescatore Domenico cova un'insana passione per la figliastra Caterina e la violenta. Il figliastro Peppino medita la vendetta. E la consuma in una notte di tempesta.




giusto per informare....
Vecchio 16-12-2012, 16:38   #125
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Fuori orario

Domenica 16 dicembre 2012
In onda domenica 16 dicembre 2012 dalle 1.45 alle 6.00 (255')

DAVID LEAN, brevi incontri con l’impero
a cura di Ciro Giorginii

Con i film

BREVE INCONTRO
(Brief Encounter, G.B, 1945, b/n; dur. 82’31”)
Regia David Lean, da un soggetto di Noel Coward sceneggiatura Anthony Havelock-Allan, David Lean e Ronald Neame
Con Celia Johnson, Trevor Howard, Stanley Holloway, Joyce Carey.

Laura ed il medico Alec si incontrano casualmente, durante i loro trasferimenti quotidiani, e decidono di frequentarsi, ma i loro incontri fugaci, al cinema, in un parco, al ristorante, in casa di un amico, sembrano preda di un destino beffardo che tiene il loro amore appeso ad un filo. Quindi, basterà qualche piccolo contrattempo per indurli a dirsi addio. Ma anche il commiato è incerto, intriso, seppur velatamente, di rimpianti. Laura torna dal marito, mentre Alec si sposta in un'altra località.
Brief Encounter è stato uno dei più impoortanti successi del cinema britannico del dopoguerra.
Il film ha vinto il Grand Prix du Festival al Festival di Cannes 1946, ha ricevuto tre candidature ai Premi Oscar 1947, per il miglior regista, la migliore sceneggiatura e la migliore attrice.


FUORI ORARIO leaniana
(dur. 65')

Montaggio di Ciro Giorgini dedicato a David Lean che, oltre a rare immagini dal suo cinema, mostra un’intervista trasmessa il 24 gennaio 1971 per la rubrica CINEMA 70, condotta da Alberto Luna con lo stesso David Lean, lo scrittore Libero Bigiaretti e il giornalista Mauro De Mauro che sarebbe stato presto rapito dai clan Corleonesi, perché a conoscenza di pericolosi segreti di mafia.



L’AMORE SEGRETO DI MADELEINE
(Madeleine, G.B, 1949, b/n, dur. 106’07’’ )
Regia: David Lean
Con Ivan Desny, Ann Todd, Norman Wooland, Leslie Banks

Nel 1957 a Glasgow Madeleine Smith, figlia di un ricco mercante, è accusata di aver avvelenato l'amante francese, ma viene assolta per insufficienza di prove. Ispirato a un celebre caso giudiziario, è un film diligente, accademico, e un ottimo veicolo per Ann Todd, allora moglie del regista, attrice media e star soltanto nel Regno Unito.

Vecchio 16-12-2012, 16:46   #126
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Brief Encounter è un film stupendo, da non perdere!
Peccato che la sua fama sia stata oscurata dalle successive megaproduzioni di Lean.
Io ho una venerazione assoluta per questo piccolo delicato capolavoro.
L'altro film mi manca.
Vecchio 18-12-2012, 23:15   #127
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Quote:
Originariamente inviata da y Visualizza il messaggio
Io ho comprato un paio di chiavette usb a circa 12-13 euri l'una mi pare, una per ricevere il digitale terrestre e una per acquisire il segnale dal VHS. Registrare il segnale televisivo del DT non è difficile, anzi. Viene bene. (A parte quando qualcuno mi accende a tradimento un interruttore della luce in alcuni punti dell'impianto elettrico di casa, che mi fa non so quale rientro nel segnale, e il software mi scollega il dispositivo , ma ho imparato a registrare solo la sera quando sono a casa così tengo d'occhio).
Registro un sacco di film così.
[/IMG]
Grazie Y per aver postato questo messaggio, perché fino ad un mese fa pensavo che queste chiavette da quindici euri per il digitale terrestre fossero delle bufale... Incoraggiato dal tuo messaggio ne ho comprata una su Amazon e per ora funziona in modo impeccabile (con pochi canali, vabbè ma che importa). Un saluto cordiale!
Vecchio 18-12-2012, 23:19   #128
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Quote:
Originariamente inviata da LeonardKraditor Visualizza il messaggio
Brief Encounter è un film stupendo, da non perdere!

Io ho una venerazione assoluta per questo piccolo delicato capolavoro.
Mi è piaciuto non poco: mi ha ricordato In the mood for love...
Vecchio 19-12-2012, 03:50   #129
y
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Quote:
Originariamente inviata da Odradek Visualizza il messaggio
Grazie Y per aver postato questo messaggio, perché fino ad un mese fa pensavo che queste chiavette da quindici euri per il digitale terrestre fossero delle bufale... Incoraggiato dal tuo messaggio ne ho comprata una su Amazon e per ora funziona in modo impeccabile (con pochi canali, vabbè ma che importa). Un saluto cordiale!
Felice di esserti stato utile.
Vecchio 21-12-2012, 18:48   #130
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Notte ghezziana di grande interesse (e dal titolo notevole):

Fuori orario

Venerdì 21 dicembre 2012
In onda venerdì 21 dicembre 2012 dalle 1.55 alle 7.15 (5h e 20')

IMITATION OF DEATH
(c’è del nero in Melville, To, Fleischer, Takashi)

Con i film

SHINJUKU TRIAD SOCIETY (Prima Visione Tv)
(Shinjuku kuroshakai: Chaina mafia sensō, Giappone 1995, col., 101')
Regia Takashi Miike
Con Kippei Shina, Shinsuke Izutsu, Tomorowo Taguchi, Eri Yu, Takeshi Caesar, Ren Osugi.

A Tokyo, nel quartiere Shinjuku, arriva Wang Zhiming, un sadico boss taiwanese omosessuale, che cerca subito contatti tra gli yakuza locali, per gestire un traffico di organi umani. Wang ottiene così la collaborazione dello yakuza Karino e del giovane avvocato Yoshihito. Il poliziotto corrotto e violento Tatsuhito Kiriya, di origini cinesi, fratello di Yoshihito, inizia a indagare su Wang e scopre il coinvolgimento del fratello nel traffico di organi. Sconvolto, Kiriya decide di proteggere ad ogni costo il fratello. Dopo essere stato pestato a sangue dagli uomini di Wang, Kiriya riesce a rintracciare Yoshihito e dopo averlo preso a pugni lo allontana temporaneamente da Wang. Recatosi da Wang, Kiriya lo uccide brutalmente, davanti agli occhi dell'amante Zhou. Tre mesi dopo Kiriya ottiene una promozione e riunisce finalmente tutta la famiglia. La voce fuori campo di Zhou confessa che Kirya era anche il suo amante. Primo film per il cinema di Miike (dopo molti opere realizzate direttamente per il mercato video), e primo capitolo della Black Society Trilogy che continua con Rainy Dog e Ley Lines.


RAINY DOG (Prima Visione Tv)
(Gokudō kuroshakai, Giappone 1997, col., 95')
Regia Takashi Miike
Con Sho Aikawa, Gao Ming-jun, Tomorowo Taguchi, He Jian-xian, Chen Xian-mei.

In una Taipei tormentata da piogge torrenziali vive Yuji, uno yakuza fuggito misteriosamente dal Giappone che svolge il ruolo di sicario per un boss locale. Nella vita dell'uomo irrompe un giorno la figura del figlio muto Cheng, di cui Yuji ignorava l'esistenza: dopo la fuga della madre sarà lui a doversene prendere cura. L'uomo in realtà sembra disinteressarsi del bambino, che segue il padre ovunque vada, dormendo per strada e cibandosi dai bidoni dell'immondizia. Ai due si unisce infine Lily, una prostituta in crisi. I tre formano per qualche tempo una famiglia felice, finché i compagni e il fratello di una delle vittime li rintracciano per vendicarsi.



LEY LINES (Prima Visione Tv)
(Nihon kuroshakai, Giappone 1999, col., 106')
Regia Takashi Miike
Con Kazuki Kitamura, Tomorowo Taguchi, Kashiwaya Michisuke, Dan Li, Sho Aikawa, Naoto Takenaka, Samuel Pop Aning.

Ryuichi è un ragazzo della provincia giapponese deluso e annoiato dalla vita, esposto a continue discriminazioni per via delle sue origini cinesi. Un giorno, sopraffatto dalla frustrazione, parte per Tokyo. Nel viaggio verso la metropoli si uniscono a lui il fratello Shunrei e l'amico Chan. Insieme si stabiliscono in un quartiere popolato da disadattati e incontrano la giovane prostituta cinese Anita, che dapprima li deruba ma poi decide di unirsi a loro. L'unico lavoro che riescono a trovare è quello di spacciatori di toluene per conto di un insulso produttore, ma architettano un furto ai danni di un boss che permetterà loro di fuggire in Brasile.




Tre Miike in prima visione? Non male, non male...
Vecchio 21-12-2012, 19:09   #131
y
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Miii! Filmoni giapponarii!
C'è qualcuno che li registra?
Vecchio 21-12-2012, 19:29   #132
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Quote:
Originariamente inviata da y Visualizza il messaggio
Miii! Filmoni giapponarii!
C'è qualcuno che li registra?
Io ci proverò... con un sistema abbastanza scrauso.
Vecchio 24-12-2012, 19:11   #133
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Geniale idea natalizia di Fuori orario: programmare Perdizione di Tarr la vigilia del compleanno del nostro amato Gesù Cristo. Mai film fu più appropriato.
Comunque si tratta di un capolavoro enorme, piani sequenza mai visti prima (neppure in Angelopoulos), un'intensità che lascia allibiti e le musiche magnifiche, struggenti, di Mihali Vig.

Fuori Orario ore 0.45
Perdizione (Damnation) di Béla Tarr

Alcune opinioni

Karrer (Miklos B.Szekely) quando non è intento a fissare dalla finestra della sua abitazione i carrelli sospesi sulla teleferica che trasportano il carbone, passa il suo tempo al bar Titanik. Qui lavora la cantante (Vali Kerekes) di cui è innamorato, l'unico spiraglio di luce in mezzo a tanto buio. Vive di espedienti Karrer, aiutandosi anche con affari poco leciti. Ne ha uno per le mani commissionatogli dall'amico e padrone del Titanik Willarsky (Gyula Pauer) e lui propone a Sebastien (Gyorgy Cserhalmi), il marito della cantante, di entrare nell'affare contando sulla sua necessità di reperire denaro per coprire gli ingenti debiti che lo affliggono. Il suo scopo è quello di allontanarlo per restare da solo con la donna amata. Lei cose però non vanno come lui vorrebbe, come sempre, e non gli resta che la più profonda solitudine come miglior compagna di una vita. "Karhozat" dell'autore ungherese Bela Tarr è un opera dal fascino conturbante, ipnotica direi, con un bianco e nero “acquitrinoso” che non allenta un attimo la presa. I lunghi piani sequenza e la lentezza con cui scorrono le immagini offrono un impatto visivo di originale riconoscibilità stilistica, frutto di un modo del tutto particolare di posizionare la macchina da presa che sembra volersi nascondere, muoversi furtiva tra l’(in)azione di Karrer, lo scroscio di acqua piovana e gli intertizi delle pareti per catturare gli ultimi vagiti di un mondo in stato di sfratto. Come se stesse rubando momenti di ordinario abbandono piuttosto che preoccuparsi di descriverne l'essenza, guardando di sottecchi la vita immobile di un acquario a cielo aperto. Un film sull'attesa, che il peggio accada o che intervenga qualcosa di risolutivo fa lo stesso, tanto la pioggia che scende a fiumi travolgerà tutto e tutti, inevitabilmente, bagnando ogni lembo di esistenza di questo mondo martoriato dall'egoismo e dal disincanto, non risparmiando proprio nessuno, neanche i "naufraghi" assiepati in quell'ultima oasi di perdizione che è il Titanik (nome banalmente emblematico, diciamolo pure). La trama "finto noir" è solo un pretesto per dare un minimo di senso all'insensata rappresentazione di una soluzione finale, per immergerci in un universo molto prossimo alla fine dei suoi giorni, dove un umanità sospesa in una condizione purgatoriale è in attesa del giudizio risolutivo e intanto che aspetta si concede gli ultimi scampoli di gratuità serenità lasciandosi trasportare dal "vortice colorato del divertimento", come dice la donna che lavora al Titanik (Hedy Tèmessy)."Il ballo ! L'insieme d'armonia di mani, gambe, fianchi e spalle che parlano senza parole. Movimenti. Sguardi. Sollevano chi balla al di sopra delle preoccupazioni terrene". Di questa umanità Karrer è il simbolo paradigmatico, l’emblema dell’uomo avvinto dalla forza dirompete della storia, costretto a vagare in cerca di un appiglio sicuro, forte, che lo sottraga dalla necessità di essere abbandonato a se stesso. "Si abbottoni, gli dice ancora la signora del Titanik, una sorta di angelo consigliore, non si può mai sapere con un tempo così umido e piovoso. La nebbia si infila negli angoli e nei polmoni. Si insidia nell'anima". Una frase che dice tutto (in un film peraltro parco di parole), sulla possibilità di convivere con gli eventi che seguono il proprio corso e sulla difficoltà di sfuggire alla loro natura prevaricatrice. Karrer è ormai insediato da una vita che lo ha ridotto alla solitudine, non gli resta che cullare gli ultimi rantoli di un amore ancora vivo e aspettare di ritornare alla terra che si è fatta fango.





Karhozat or Damnation marked a turning point in Bela Tarr's career which can easily be divided into two separate parts. The first part consists of his Hungarian documentary-like fictions which tried to depict social reality through hand-held camera-work and improvised dialog. Damnation opened the second part which meant an aesthetic reorientation for Tarr; the length of the shots grew, marginal dramatic plot, the films turned into black-and-white and were characterized by aesthetic styling, and certain cities turned into rural communities which tried to describe a more universal and abstract world. Bela Tarr's seven-hour-long magnum opus Satantango (1994) was the culmination of this new aesthetic orientation. There's much of the same in Damnation that's in Satantango, but Damnation is much more ruthless and bleak. It doesn't have the few redeeming scenes Satantango does.

The opening shot is pure Tarr and a great start for this film: the camera films ore carts, slowly creaking and moving forward. Leisurely the camera draws back and we see a man, from behind, staring at the carts. The man leaves, shaves his beard and goes to see his lover, after her husband has left. For Tarr there are surprisingly many dramatic ingredients in Damnation, but for those unfamiliar with his style: there is none. The story is wrapped around few characters, all of whom go to a bar called Titanik - a reference to the world, society or the state of our civilization? The ore carts characterize the slow vacant lives of the characters all of whom are alone, depressed and in an inconsolable state.

The protagonist is totally alone and lost. He's a lost soul among others which is shown to us brilliantly in the dancing sequence - the dance of lost souls. The film has an existentialist depiction of time and state which Tarr has kept developing further and further, film by film. One of the motives of the film is the stray dog, and it has a link to this existentialist view of the protagonist. Tarkovsky had an incredible influence on Tarr and the ones familiar with him might see a reference to the stray dog in Stalker (1979) here. Stray dog is a dog without a master, with no guidance. This might be a reference to God, and how we've lost him, how we're alone. But the motive doesn't necessarily have to be religious. It can simply be seen as a metaphor for the state of our world and civilization.

Bela Tarr depicts the less-fortunates and outsiders of society, as he does in Satantango. The characters plod around the town, seeking for comfort but not getting it, nor spiritual deliverance. The world view of Damnation is incredibly pessimistic and desperate. It portrays the destruction of civilization, vacancy of modern life, damnation of lost souls, hopelessness of the world and the decay of morality. It has inconsolable despair: Why to love when the pain caused by losing it is so unbearable? Why to have hope or faith when losing them hurts the most?

In Bela Tarr's cinematographic language one can see the strong influence of Fassbinder, Bresson, German expressionism and Tarkovsky. In Damnation, and in the entire second part of his production, Tarr combines Tarkovsky's monotonous shots and slow camera-work with Bresson's static camera which picks up small details for us to observe. It's a combination of simplified expressionism, Fassbinder's realism, Bresson's minimalism and Tarkovsky's poetry. The aesthetics is very Bressonian but also expressionistic; the 'mise-en-scene' is truly precise and we see nothing insignificant. The construction of state and development of aesthetics is something that we don't get these days. The 'rain dance' scene is a perfect example of this: the state changes within one shot - Tarr uses internal montage, as he takes us from outside to a room full of people, dancing the dance of lost souls, without a cut.

Rain is usually seen as sad, melancholy but it's also a cleansing and foreshadow motive. In the aesthetics of Tarr small details such as; strong wind, pouring rain, fading fire and leisurely moving ore carts turn into premonitory elements. The final camera tracking of Damnation is once again pure Tarr and astonishingly masterful: the camera slowly films muddy ground and filthy water, and in the end stops at filming a pile of dirt - no way out of this inconsolable world. Just as Satantango so is Damnation universal and metaphysic. It happens in an unclear state and time - in the countryside, in an abstract cosmopolitan environment.
Vecchio 25-12-2012, 02:44   #134
y
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sto provando a registrarlo.. speriamo non ci siano intoppi: non l'ho mai visto e sono curioso.

nel frattempo oggi ho recuperato un'altro film dalle vecchie VHS: forse ho finalmente trovato un set di filtri che ripulisce l'immagine come si deve.
Vecchio 25-12-2012, 10:52   #135
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Bella idea: Damnation di Tarr la notte di Natale!
Vecchio 05-01-2013, 02:04   #136
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Scusate il ritardo. Ho scordato di segnalare inoltre, a capodanno, Cave of forgotten dreams di Herzog, vero e proprio crimine...

Stanotte (fra poco)

FUORI ORARIO
1.20 Cura la tua destra di Jean Luc Godard
2.25 Bras Cubas di Julio Bressane
4.05 Lo strano caso di Angelica di Manoel De Oliveira
5.35 L'inconsolabile di Jean Marie Straub


Su Straub sarei curioso di conoscere le opinioni dei cinefili del forum: io, con tutta la buona volontà, non ho mai capito in cosa consista la grandezza del suo cinema...

Ultima modifica di Odradek; 05-01-2013 a 02:07.
Vecchio 05-01-2013, 11:59   #137
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Originariamente inviata da Odradek Visualizza il messaggio
Su Straub sarei curioso di conoscere le opinioni dei cinefili del forum: io, con tutta la buona volontà, non ho mai capito in cosa consista la grandezza del suo cinema...
Preferirei non pronunciarmi, perché non ho visto molto della sua filmografia (pur avendolo avuto come professore negli anni dell'università ), giusto Sicilia! e qualche corto.
E' un po' lontano dai miei gusti, dico solo questo.

Il film di De Oliveira l'ho visto l'anno scorso: interessante, ma da rivedere per assimilarlo meglio.
Vecchio 05-01-2013, 23:47   #138
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Originariamente inviata da LeonardKraditor Visualizza il messaggio
Preferirei non pronunciarmi, perché non ho visto molto della sua filmografia (pur avendolo avuto come professore negli anni dell'università ).
Ah... incredibile! Non sapevo insegnasse. Mi pare però che non fosse un docente capace di affascinarti molto, da quel che sento nel tuo tono... Sicilia! in effetti è forse l'unico finora che ho apprezzato di Straub... Come la mia opinione non vale granché perché non ho mai studiato la materia in modo serio (leggevo però Filmcritica dove Straub era beatificato).

FUORI ORARIO SABATO 5 GENNAIO

1.36 Retroterra di Tariq Teguia (Algeria-Francia 2008) Un film,parafrasando il regista,che nasce dal desiderio di tracciare nuove linee sul paesaggio postbellico dell'Algeria, proteso a individuare vie d'uscita, percorsi di vita nuovi, che si sovrappongano ad altri più antichi: Retroterra racconta attraverso la vicenda del suo protagonista il dramma di un intero Paese. Sempre suggestive, aperte, scardinanti, le immagini (non è difficile credere che Teguia sia stato un reporter di guerra). Presentato alla mostra di Venezia del 2008, conferma lo strepitoso talento del suo autore.

3.50 Troppo presto troppo tardi di Jean Marie Straub-Danièle Huillet (Francia 1981) Film saggio sul proletariato rurale, studio sul rapporto audio-video, capolavoro.
5.30 Viaggio nella pianura ungherese di Béla Tarr. Tarr ritorna sui luoghi di Satantango e rende omaggio al poeta Sandor Petrofi, cantore della sua terra, dove la terra, luogo di nascita e di morte,è al centro di tutto.
5.55 Scheggiatori
Vecchio 08-01-2013, 01:57   #139
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Negligentemente segnalo solo ora (fra quindici minuti) 1.10 raitre L'innocenza del peccato di Chabrol...
Vecchio 08-01-2013, 02:02   #140
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Originariamente inviata da Odradek Visualizza il messaggio
L'innocenza del peccato di Chabrol...
Uno Chabrol minore, secondo me. Lo dico da amante del regista francese.

Tornando a Straub, lui aveva un corso sul cinema documentario, interessante senza dubbio.
Il mio imbarazzo è dovuto al fatto che non ho mai approfondito il suo cinema
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