|
27-02-2023, 21:19
|
#1
|
Esperto
Qui dal: Sep 2022
Messaggi: 2,087
|
Argomento generale ma che si può declinare un po' in tutte le salse. Per prima cosa parlo della fobia sociale vera e propria. Riuscite ad immaginare una persona che, sente lo stesso disagio che sentiamo noi, nel relazionarsi con gli altri, ma che allo stesso tempo, non lo fa trasparire in alcun modo e riesce quindi ad avere sia amicizie che relazioni?
Avedo ormai già affrontato la tematica degli ideali e delle delusioni, e protendendo ora per la delusione, possiamo concludere che la forma vince sulla sostanza.
Facciamo altri esempi. Pensiamo a ad una persona (uomo o donna che sia), con una grande cultura, con un grande cuore e una grande mente, ma che non ha alcuna cura della propria estetica, indossa vestiti scadenti, non lava abbastanza spesso i capelli, quando si esprime lo fa a fatica, subendo i blocchi della fobia sociale e dell'ansia...
Allo stesso modo, un ignorante dal cuore arido, ma con vestiti che sembrano di buona qualità (non devono esserlo necessariamente), con un discorso imparato a memoria, è un grande venditore di fumo, sta mentendo, però, la forma vincerebbe sulla sostanza, visto come girano le cose. Chi vende fumo l'avrebbe vinta più facilmente sia nel trovare un lavoro sia nel mondo delle relazioni.
Ma andiamo oltre, andiamo oltre. Pensiamo allo stato, pensiamo alle forze dell'ordine, ai giudici... Se non si riesce proprio a trovare un colpevole, ma la gente preme perchè si risolva un caso, allora cosa fanno? E' facile che decidano di condannare un innocente, o comunque una persona di cui non si è accertata la colpevolezza, solo per "tranquillizzare la folla", per "dare un'immagine positiva di loro stessi".
Quante volte i politici devono difendersi pur trovandosi in una posizione indifendibile? Allora che fanno? Continuano a difendere l'immagine fumosa e falsa di loro stessi che hanno sempre cercato di vendere.
E' tutto qui? Chi riesce nella vita ha solo saputo vendere falsità, mentre chi magari aveva le stesse capacità se non migliori capacità, non è riuscito a "vendere" e per questo ha fallito? Triste, superficiale e scadente... solo così posso definire il mondo e la vita, se devo vederli in questa luce, che però temo non sia troppo lontana dalla verità. E questo ragionamento vale per la politica così come per le relazioni interpersonali in senso lato. Immaginiamo un ragazzo che è problematico quanto e più di me, ma che riesce a vendere un'immagine migliore di se stesso, ad apparire incredibilmente più bello, più forte e più illustre di quello che è realmente... Allora la vita sorride così tanto ai bugiardi e ai truffatori? Gli psicologi dovrebbero insegnarci come nascondere i disagi piuttosto che come risolverli? Perchè alla fine, che cosa vogliamo risolvere in un mondo di apparenze?
Sarebbe una prospettiva alquanto "sofista".
Che ne pensate?
|
|
27-02-2023, 21:38
|
#2
|
Esperto
Qui dal: Sep 2022
Messaggi: 922
|
Penso che la ricerca della coerenza e della purezza assoluta di intenti porti ad un blocco e ad una rigidità quasi invalidante. La fobia sociale, più spesso di quel che si crede, più che una questione psicologica é in realtà un atteggiamento iper-moralistico che ci allontana dagli altri perché ne focalizziamo solo gli aspetti peggiori, vedendoli come superficiali e ipocriti, invece che come persone a tutto tondo coi loro pregi e i loro difetti. (tutto ciò in IMHO)
Ovviamente non vuol dire che uno debba comportarsi male e non fare i conti con la propria coscienza, credo sia un compromesso continuo.
Sul fatto che molte delle persone “di successo” siano in realtà dei furboni sono d’accordo. Intellettuali, artisti, persone dello spettacolo, politici che hanno molto seguito, se uno va a verificare interviste e video nel corso degli anni, noterà come in realtà molto spesso raccontino un po’ sempre le stesse cose, gli stessi aneddoti, riciclandoli a distanza di anni quando il grande pubblico spesso se li é dimenticati, e hanno una certa capacità di far apparire come “giusto”, “interessante” o “divertente” ciò che in realtà é conveniente per loro. Quindi si, bisogna un po’ sapersi “vendere” (ho scoperto l’acqua calda) e il maggior fattore di successo nella vita é la fortuna. Poi sulla serenità personale, che ne é parzialmente slegata, uno un po’ ci può lavorare, ma é un percorso che ognuno deve trovare da sé, anche se é più facile da dire che da fare.
|
Ultima modifica di Teal; 27-02-2023 a 22:07.
|
27-02-2023, 21:47
|
#3
|
Esperto
Qui dal: Sep 2015
Ubicazione: Tír na nÓg
Messaggi: 13,320
|
Più che tra forma e sostanza, che sono categorie un po' vaghe e scivolose, io distinguerei tra hard skill e soft skill: le prime sono le competenze effettive in un determinato àmbito (che può essere lavorativo ma non solo), le seconde sono le capacità di intortare la gente, farsi gli agganci, coltivarli, ecc.
In un Mondo ideale, quando si tratta di lavoro o studio, dovrebbero contare le prime e non le seconde, ma nel Mondo reale le cose vanno diversamente, specialmente in un paese come l'Italia dove le capacità di socializzare in genere vengono valutate tantissimo e quasi tutti vanno avanti grazie a queste ed è per questo che spessissimo in determinati posti ci finiscono gli incompetenti.
|
|
27-02-2023, 22:01
|
#4
|
Esperto
Qui dal: Aug 2022
Messaggi: 3,880
|
Siamo sempre lì :
"L'abito lo fa il monaco! Lo fa!" (Borotalco di Verdone)
|
|
27-02-2023, 22:06
|
#5
|
Esperto
Qui dal: Sep 2022
Messaggi: 2,087
|
Quote:
Originariamente inviata da cuginosmorfio
Siamo sempre lì :
"L'abito lo fa il monaco! Lo fa!" (Borotalco di Verdone)
|
L'abito non fa il monaco ma attira i fedeli
|
|
28-02-2023, 08:41
|
#6
|
Esperto
Qui dal: Dec 2019
Ubicazione: Monsters in the parasol
Messaggi: 2,706
|
Non avendo nessuna qualità tanto di forma quanto di sostanza è un discorso interessante ma che non mi riguarda. Arranco alla meno peggio da sempre, non mi è mai interessato emergere nella forma o nella sostanza. Sono scelte per pochi, bisogna accattare il fatto che esistono persone senza alcuna qualità, scadenti in ogni ambito.
|
|
28-02-2023, 08:57
|
#7
|
Esperto
Qui dal: Aug 2018
Messaggi: 7,894
|
Si può provare a nascondere la timidezza, le ansie e le varie problematiche sociali (e non è affatto detto di riuscirci, anzi, secondo me è quasi impossibile se si hanno problemi seri); ma il fatto di essere un fallito senza qualità come lo nascondo? Che non ho combinato niente nella vita è sotto gli occhi di tutti, cosa voglio nascondere? Come ha detto l'altro utente, poco importa della forma se manca la sostanza.
|
|
28-02-2023, 09:22
|
#8
|
Banned
Qui dal: Mar 2014
Messaggi: 4,089
|
Sono abbastanza d'accordo con Teal riguardo all'inflessibilità del giudizio fobico. Sì noto un apprezzamento generale della vuotezza, ma appunto, generale, le persone di cui mi circondo non sono così, piuttosto sto sola serenamente. Io ho comunque la sensazione che i fobici in generale (discorso generale, non rivolto a te), sono molto veloci a tacciare la gente di superficialità e vuotezza.
Che ne so per esempio a volte quando parlo di politici scherzosamente e non seriamente mi piace parlare dei politici come se fossero attori famosi, parlando del loro look o di come sarebbero come partner o come amici hahaha, ecco magari se un fobico mi sentisse senza conoscermi partirebbe subito a pensare le ragazze di oggi sono vuote e superficiali, ma in realtà è proprio il registro comunicativo che è tale per cui si dicono cose irrilevanti apposta
Invece riguardo all'incompetenza dei professionisti concordo pienamente. Ho avuto modo di osservare questo in svariati ambiti
|
Ultima modifica di anahí; 28-02-2023 a 09:26.
|
28-02-2023, 11:46
|
#9
|
Esperto
Qui dal: Aug 2006
Ubicazione: Campania
Messaggi: 8,246
|
Quote:
Originariamente inviata da Sheev Palpatine
Per prima cosa parlo della fobia sociale vera e propria. Riuscite ad immaginare una persona che, sente lo stesso disagio che sentiamo noi, nel relazionarsi con gli altri, ma che allo stesso tempo, non lo fa trasparire in alcun modo e riesce quindi ad avere sia amicizie che relazioni?
|
Può essere anche che tutti si comportano come se provassero le stesse cose che provi tu ma non provano proprio nulla.
Tu come fai a sapere che io provo le stesse cose o che sto provando qualcosa?
Pare che noi in generale non possiamo fare altro che usare le apparenze per conoscere la sostanza, l'unica sostanza che forse conosciamo direttamente è la nostra, quella degli altri è mediata sempre dalle apparenze.
Riesco a sapere che un tizio è triste perché si comporta in certi modi e ha certe reazioni neurovegetative o nel suo cervello si attivano certe aree, come faccio a farmi un'idea della sua "sostanza" se è vero che questa e tutte queste apparenze sono slegate?
Io penso che in fin dei conti forma e sostanza non sono così slegate, e che due sostanze diverse le si riesce a riconoscere proprio perché in qualcosa differiscono anche nella forma.
Se esistesse un tizio che sostanzialmente è cattivo (in base ad un qualche criterio morale) che è indistinguibile in tutto e per tutto da un tizio sostanzialmente buono, ci impedirebbe a monte di poter dire che qualcuno possa esser buono, potrebbero essere anche tutti cattivi ma si comportano come se fossero buoni se fosse vera questa cosa.
Noi non potremmo distinguerli dato che non abbiamo alcun accesso diretto alla sostanza, vi accediamo in modo mediato sempre tramite la forma.
|
Ultima modifica di XL; 28-02-2023 a 12:06.
|
28-02-2023, 12:01
|
#10
|
Esperto
Qui dal: Nov 2009
Messaggi: 7,650
|
E se l'apparenza non fosse poi così leggera, superficiale?
E se avesse una sua valenza, un'importanza profonda?
In fondo ne siamo sia vittime che carnefici, giusto?
Acquistiamo un biscotto per via del packing colorato o della sua pubblicità.
Portiamo al successo un cantante più per come si concia che per ciò che canta.
Osserviamo la bellezza di Tizio o Caia, la forma delle mani o della bocca.
Ci facciamo trascinare da un discorso piuttosto che un altro in base alle promesse, alle parole suggestive, al modo di raccontare la faccenda.
Perché?
Perché il marketing ci rassicura, ci coccola, ci culla. Ci fa sentire speciali, unici (lol). Compresi.
Di base ne abbiamo bisogno. Abbiamo bisogno di riassunti (per quanto di parte), la vita è troppo complicata e non c'è tempo per valutare scientemente ogni dettaglio. E poi dobbiamo pensare anche a noi stessi. Ai nostri guai. Ai nostri problemi. Noi, noi, noi (io, io, io).
L'illusione ci guida e spesso siamo ben felici di seguirla, è più semplice.
Il corteggiamento è una sorta di marketing. Scegli un target, sistemi il packing e aggiungi un paio di slogan.
E vogliamo parlare dei colloqui di lavoro?.
Sono solo falsità? Non necessariamente.
Non sempre.. dipende.. e dipende soprattutto da noi stessi. Di quanta illusione abbiamo bisogno oggi? Dottò, Sono due etti e venti.. che faccio, lascio? (cit)
|
|
28-02-2023, 12:38
|
#11
|
Esperto
Qui dal: Jul 2012
Messaggi: 25,964
|
Va bene la forma, va bene la sostanza, pur di trovare da qualche parte almeno parvenza di autenticità.
Viviamo tutti con le maschere pirandelliane addosso per difenderci dagli altri, mentiamo a noi e a tutti dalla mattina alla sera e poi ci stupiamo se siamo infelici, crediamo che la felicità ce l'abbia quell'altro lì mica noi, e quell'altro c'ha la corazza a sua volta e non conosce serenità, e a nessuno interessano i bisogni di un altro perché tutti volti a soddisfare i propri senza neanche sapere dove cercarli, quali sono, come si fa a cosarli, ed è tutto un'illusione pazzesca, perché non siamo capaci di portare nel mondo la nostra faccia da culo e farci prendere (o sfanculare) per quello che siamo.
|
Ultima modifica di claire; 28-02-2023 a 13:01.
|
28-02-2023, 13:21
|
#12
|
Esperto
Qui dal: Sep 2022
Messaggi: 2,087
|
Quote:
Originariamente inviata da XL
Io penso che in fin dei conti forma e sostanza non sono così slegate, e che due sostanze diverse le si riesce a riconoscere proprio perché in qualcosa differiscono anche nella forma.
|
In una certa misura, forma e sostanza possono avere un legame, ma non così tanto come espresso dalla tua tesi. Per fare esempi banali, pensiamo ad un bambino che ha appena imparato a mentire, molto probabilmente dirà bugie di poco conto e facilissime da riconoscere.
Così come, se pensiamo ad uno studente che deve sostenere un esame ed impara per filo e per segno un solo argomento e dice proprio quello, nella forma sembrerà molto preparato e capace, ma nella sostanza ha una preparazione molto parziale.
Interessante però il fatto che, come hai esposto tu, l'apparenza rimane l'unico modo per conoscere gli altri perchè cosa c'è davvero dentro non possiamo vederlo direttamente, esiste sempre questa mediazione. I giudizi sugli altri sono quindi sempre inesatti e azzardati.
Ma del resto, se penso a me stesso, chi mi conosce nella vita reale, non mi immagina preso dalle difficoltà sentimentali continue, forse, all'apparenza sembro una persona felice.
|
|
28-02-2023, 16:28
|
#13
|
Esperto
Qui dal: Feb 2022
Ubicazione: Tomobiki
Messaggi: 1,011
|
Le cosiddette soft skills non sono forma ma sostanza tanto quanto la capacità di analizzare una funzione matematica.
|
|
28-02-2023, 17:03
|
#14
|
Banned
Qui dal: Mar 2011
Messaggi: 5,525
|
Mi hai fatto tornare in mente una citazione che mi ha sempre affascinato e ti riporto (l'autore è Sherwood Anderson).
“Il vecchio scrittore, come chiunque altro al mondo, aveva raccolto nella propria mente durante la lunga vita molti pensieri (…). A tavolino, lo scrittore lavorò per un’ora. Alla fine scrisse un libro che chiamò Il libro delle caricature. (...) C’era nel libro un pensiero centrale, molto singolare, che mi è sempre rimasto in mente (…). Il pensiero, naturalmente, non era espresso, ma una semplice esposizione di esso suonerebbe press’a poco così: In principio, quando il mondo era giovane, c’erano molti pensieri ma non esisteva nulla di simile a una verità. Le verità le fabbricò l’uomo, e ogni verità fu composta da un grande numero di pensieri imprecisi. Così in tutto il mondo ci furono verità. Ed erano meravigliose. Il vecchio aveva elencato nel suo libro centinaia di verità. Io non cercherò di riferirvele tutte. C’erano la verità della verginità e la verità della passione, la verità della ricchezza e quella della povertà, della modestia e dello sperpero, dell’indifferenza e dell’entusiasmo. Centinaia e centinaia erano le verità, ed erano meravigliose. Poi veniva la gente. Ognuno, appena compariva, si gettava su una delle verità e se ne impadroniva; alcuni, molto forti, arrivavano a possederne una dozzina contemporaneamente. Erano le verità che trasformavano la gente in caricature grottesche. Il vecchio aveva una sua complessa teoria a questo proposito. Era sua opinione che quando qualcuno s’impossessava di una verità, e diceva che quella era la sua verità e si sforzava di vivere secondo essa, allora costui si trasformava in una caricatura, e la verità che egli abbracciava, in una menzogna.”
Forse più che tra forma e sostanza dovremmo distinguere tra realtà e caricatura della realtà.
Penso (imo) che lo spirito adattivo non valga granché e sia poco più che una rispostaccia frettolosa di un genitore indisponibile. Abbiamo bisogno di cose autentiche, altroché.
Un tranello insidioso (te lo dico dall'alto dei miei quasi 40 anni) è mettere l'autenticità sul piedistallo, diventando intolleranti verso la "superficialità" altrui. Questa intolleranza nasconde il rifiuto della propria superficialità, che è sì un problema (non un difetto e nemmeno un tratto di carattere) ma non si può superare con un colpo di spugna. Essere profondi (che non significa pesanti) è un nostro bisogno, non un dovere. Gli sciocchi non andrebbero né "accettati" (incastrati in una caricatura) né disprezzati.
Aggiungo poi che si può ottenere qualcosa di autentico anche in un rapporto formalmente o inizialmente superficiale.
|
|
|
|