Fatto piscina per ben 7 anni da piccolo. Periodo migliore della mia vita, ricordo ancora l'odore del cloro, lo spogliatoio, gli amici che incontravo. Quindi si so nuotare abbastanza bene, so fare gli stili e tutto, ma niente di speciale eh, non è che son veloce o li faccio alla perfezione, anche perché sono, boh, tipo 8 anni che non nuoto regolarmente, da allora solo al mare fino a quando non mi sono tuffato più per vergogna, fobia, e mancanza di una compagnia appropriata, na noia mortale al mare praticamente.
Ho una zia che ha una paura inguaribile del mare, dice che da piccola per poco non affogava. Le piace lo stesso andare al mare, per la spiaggia e al massimo bagnarsi i piedi, ma appena l'acqua le arriva sopra le ginocchia comincia ad andare in panico, il massimo che una volta raggiunse fu il bacino.
Quindi alla fine son sempre i blocchi mentali i maggiori responsabili, se hai un buon istruttore credo che in una settimana dovrebbe insegnarti a stare a galla. Molto importante è l'aria nei polmoni. C'è un esercizio che noi chiamavamo "a stella marina", che consiste semplicemente di stendersi a pelo d'acqua, inalare tanta aria nei polmoni e trattenerla, e il corpo si mantiene a galla da solo. Si chiama così perché per mantenerti meglio devi allargare braccia e gambe, ma non è strettamente necessario, almeno per me poi non so. Puoi provarlo anche quando l'acqua è bassa così non puoi mai affogare.
Chiaramente questo solo per abituarti al galleggiamento, non devi trattenere sempre acqua quando nuoti ma devi respirare in maniera regolare, e il principio è sempre che quel lasso di tempo che hai l'aria nei polmoni ti aiuta a galleggiare. E ancora, solo per il primo esercizio puoi soltanto respirare, nel nuoto devi muovere braccia e gambe in un certo modo quando si è fermi, e per muoverti ci sono diversi stili.
Se ti interessa come si fa uno stile lo scrivo altrimenti non leggere
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Uno dei più facili è lo stile a cagnolino dove devi muovere le braccia proprio come farebbe un cane con le zampe posteriori, e le gambe hanno di solito sempre lo stesso movimento, stendere i piedi in modo da acquisire aereodinamicità, e muoverli alternatamente in alto e in basso, in questo caso sotto il livello dell'acqua.