Non riesco a vederle come componenti separate. Più che altro la parte meccanica mi sembra conseguenza della parte di sostanza. Ad esempio se arrossisco è perchè ho paura, mi agita magari l'essere sotto attenzione o vedermi esposta in un modo che non vorrei. Forse intendi che qualcuno ha solo la fobia di sostanza senza manifestazioni meccaniche?
Comunque io personalmente le ho entrambe.
Penso che il nocciolo del mio problema sia il vedere gli altri come nemici che aspettano solo un mio passo falso per attaccarmi e umiliarmi. Le interazioni sociali si riducono ad essere performance davanti ad un pubblico giudicante. E poi che mi vergogno di ogni aspetto di me. Di conseguenza metto nelle relazioni il meno possibile di me, o almeno ci provo. Le famose maschere. Così i rapporti sono falsi, vuoti, inutili, e mi procurano solo fatica. Quindi mi strema avere a che fare con la gente, è tutto una recita e un limitare i danni.
Certo che questo modo di vivere le relazioni non è nato dal nulla, il mondo esterno non è di miele e zucchero e bacetti. Ma io non ho difese, come se non avessi la pelle, mi sento sempre sbagliata io, soccombo sempre quando nell'interazione c'è il minimo contrasto. Scappo perchè sento di non avere la situazione in mano, va bene finchè va bene, ma al minimo intoppo salta tutto (quindi sto in ansia sempre anche con gente tranquillissima, perchè non si sa mai che succede un secondo dopo).
La soluzione per me sarebbe riuscire a conoscere talmente bene i meccanismi malati del nostro cervello da riuscire a vederli da fuori e ribaltarli.
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