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07-07-2017, 13:14
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#1
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Esperto
Qui dal: Apr 2013
Messaggi: 15,644
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Come funziona la vostra fobia sociale?
È una fobia meccanica che scatta automaticamente di fronte a determinati stimoli (la folla, il fornire una prestazione davanti a qualcuno o davanti a un pubblico, trovarsi in un contesto insieme agli altri), oppure vi sembra (anche) una fobia di sostanza, una sorta di terrore per i rapporti, una paura terribile di sentirvi sommersi, schiacciati dagli altri, o la paura di essere tirati in ballo, chiamati in causa, approcciati, coinvolti.
Ad esempio in un contesto siete con gli altri ma magari un po' in disparte, e cercate di farvi i fatti vostri, arriva magari uno e comincia a farvi domande, a incalzarvi. E voi vi sentite agitati perché non sapete come rispondere o non volete mostrarvi troppo o semplicemente vi va bene una cordialità distaccata ma senza che vi si invadano troppo i vostri spazi, specie se si tratta di sconosciuti o persone con cui non siete in confidenza.
Apro questo argomento per facilitare l'empatia fra persone del forum che bramano l'interazione sociale con gli altri ma sono bloccati principalmente da questioni che io definirei meccaniche, e fra chi invece oltre alle reazioni meccaniche ha anche problemi di “sostanza”.
Ad esempio tante volte mi capita di leggere qui che qualcuno si senta male per essere invitato o coinvolto e si senta rispondere “almeno a te ti cagano”, sia pure per scherzo, mi sembra quasi che non ci sia e non ci possa essere comprensione fra questi due aspetti della fobia, allora azzardo una cosa:
le persone con una fobia anche di “sostanza” non è che sono snob o schifano gli altri se non sono misantrop o antisociali o gomme gazzo se dice.
Semplicemente hanno un problema “in più” che si frappone fra loro e gli altri.
Hanno o sentono di avere una incapacità intrinseca a stare con gli altri, e può capitare dopo anni di sofferenza che queste persone si isolino e vengano a patti con la loro solitudine, ma questo non significa che a loro vada davvero bene così, magari desidererebbero poter stare con gli altri come sembrano fare normalmente tutti, solo che a loro non sembra venire naturale, o si sentono troppo deboli, non abbastanza in forze.
Mi piacerebbe si parlasse e si mostrasse un po' come funziona la propria fobia, che si discuta un po' magari di queste due componenti che ho un po' abbozzato.
Non è facile e io stessa probabilmente ho detto delle inesattezze ma ci sarà modo di fare aggiunte e precisazioni : )
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07-07-2017, 15:40
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#2
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Banned
Qui dal: Jan 1970
Messaggi: 1,907
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Fobia di sostanza. Poi ce un altra cosa che non so quanto centra. Spesso fantastico e nelle mie fantasie ci sono spesso conversazioni cose scontate ecc A volte ho l'impressione che ci parlo tanto con le persone che quando le vedo irl mi blocco , mi passa la voglia , ho paura di non controllare la conversazione , la mia posizione ecc. Poi spesso ho l'impressione che anche quando sono da sola non riesco mai a vivere , a sentire quello che sto vivendo per questo quando sono con gli altri parlare delle mie cose mi manda in crisi perche lo trovo scontato, non mio.
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07-07-2017, 16:03
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#3
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Esperto
Qui dal: May 2015
Messaggi: 3,151
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Io non so in concreto cosa abbia. Il mio problema è in gran parte circoscritto alle "relazioni" . Sono culturalmente arretrato, limitato nel ragionamento logico e ho problemi di linguaggio in ogni caso, sia in fase di agitazione che in fase di tranquillità (già testate le differenze prima che si abusasse impropriamente della parolina magica "ansia"). In particolare i rapporti duratori... mi sento molto appagato se il rapporto è di breve durata, ma se va per le lunghe inizia la fase di "scarico" mentale che porta pian piano al declino e a tentare di voler "annullare" ogni rapporto umano.
Infatti per me frequentare ad esempio corsi di durata medlo-lunga, dove devi stare a contatto con gruppi di persone un tot di ore al giorno tutti i giorni per diversi mesi, è molto ma molto pesante cerebralmente. Per me un corso ideale è vedersi max 1-2 volte a settimana...
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Ultima modifica di iturbe89; 07-07-2017 a 21:29.
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07-07-2017, 17:53
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#4
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Esperto
Qui dal: Mar 2011
Ubicazione: bardo
Messaggi: 4,403
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Entrambe, sono psicosomatico.
Penso che valga per tutti, che solo in principio sia meccanica poi quando incominci a conoscerti diventa di sostanza e modifica il tuo carattere e fai scelte diverse
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07-07-2017, 20:49
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#5
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Esperto
Qui dal: Jun 2016
Ubicazione: Roma
Messaggi: 1,239
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Non ho paura ad uscire,io lavoro nella folla,ma destesto gli invadenti non mi piacciono gli impiccioni e ucciderei quelli che quando lavoro mi dicono di sorridere!
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07-07-2017, 21:23
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#6
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Esperto
Qui dal: Dec 2014
Ubicazione: Lombardia
Messaggi: 11,690
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La mia non è fobia sociale, è senso di inadeguatezza, che si manifesta anche come fobia delle situazioni sociali.
L'aspetto più invalidante che vivo è il senso di incapacità pratica nel fare le cose, e il non sentirmi in grado di affrontare le situazioni.
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07-07-2017, 21:38
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#7
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Banned
Qui dal: Apr 2013
Ubicazione: Milano
Messaggi: 14,748
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son stufa di essere fobica, posso fingermi estro ogni tanto ma dentro comunque rimango in qualche modo bloccata, rimango introversa e a volte innaturale nei modi. Pero' appunto non mi spiace stare con gli altri ( certo dipende se scelgo io la compagnia, con altri potrei anche non spiccicare parola- vedasi in contesti lavorativi)
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07-07-2017, 22:03
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#8
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Esperto
Qui dal: Jul 2016
Messaggi: 1,412
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Quote:
Originariamente inviata da Sample
Poi spesso ho l'impressione che anche quando sono da sola non riesco mai a vivere , a sentire quello che sto vivendo per questo quando sono con gli altri parlare delle mie cose mi manda in crisi perche lo trovo scontato, non mio.
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Credo di rivedermi abbastanza in questo aspetto qui.
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07-07-2017, 22:34
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#9
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Esperto
Qui dal: Aug 2006
Ubicazione: Campania
Messaggi: 8,246
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A me capita che se mi sento accettato una serie di sintomi spariscono. Se le cose prendono una certa piega non evito le relazioni, solo che questa piega la prendono di rado.
Non è proprio meccanica la cosa, infatti sono io ad interpretare dei segnali come negativi, ostili o svalorizzanti.
Poi mi sembra sempre di non riuscire a condividere granché con le persone intorno a me.
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Ultima modifica di XL; 07-07-2017 a 22:38.
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08-07-2017, 18:21
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#10
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Banned
Qui dal: Jun 2017
Ubicazione: Italia
Messaggi: 537
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Vorrei svegliarmi domani , e essere una altra persona
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08-07-2017, 18:38
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#11
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Banned
Qui dal: Dec 2009
Ubicazione: Inferno
Messaggi: 2,713
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Entrambe...
Se devo presentarmi, chiedere un caffè/informazione, stare in mezzo a una folla, passare davanti a un gruppo di ragazzi mi viene la tachicardia e inizio a sentirmi poco bene, per cui evito.
Oltre a tutto questo, ho un vero e proprio terrore dei rapporti umani. Ho il terrore di venire sopraffatta, trattata come una persona inferiore e ignorata.
Di fatto, però, sono più che altro io a evitare chiunque. Ormai saranno cinque anni che non parlo con persone esterne alla famiglia.
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03-09-2017, 13:51
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#12
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Esperto
Qui dal: Apr 2013
Messaggi: 15,644
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Il thread di syd mi ha fatto ripensare a questo aspetto: delle volte mi sembra di aver fatto miglioramenti nella parte “meccanica” della fobia, ma la sostanza per me è proprio legata alla paura di instaurare dei legami con gli altri, di averci a che fare, perché sento che non riesco a mettere un confine tra me e l'altro, non riesco a proteggermi.
Per ciò il mio unico distacco possibile diventa l'isolamento, anche se il bisogno di stare a contatto con gli altri rimane lo stesso, altrimenti non ne cercherei un surrogato “più controllabile” su internet.
Ma quello che volevo dire, è che quando si parla di guarigione e di cura, non so bene perché, ma penso agli aspetti più meccanici della fobia: gli attacchi di panico, l'ansia anticipatoria, il terrore nello stare con gli altri, cioè una reazione meccanica, quasi automatica con lo stimolo terrorizzante.
In quel caso, non so bene perché, mi sembra più plausibile una guarigione, forse perché è più chiaro il punto in cui intervenire, nonostante sia poi la manifestazione più grave, dolorosa e spaventosa della fobia.
Mentre invece quando la fobia è anche o soprattutto di sostanza, cioè si ha paura proprio dell'incontro con l'altro su un piano intimo, e sul piano della propria esistenza (= mi sento negato, fagocitato dall'altro; quando sono con l'altro non mi sento più io, mi spavento e non so più dove sono finito e chi sono; quando sono con l'altro scompaio, e fuggo perché non saprei dare importanza ai miei bisogni e a renderli manifesti a tutti, specie con chi non si ha un rapporto intimo; fuggo per non sentirmi più reso morto dall'incontro con l'altro) non riesco proprio ad intravedere una guarigione e una cura.
Lì appunto è un problema forse di confini, di identità, di debolezza, ma non riesco proprio a capire da dove si possa partire per stare meglio.
Oltretutto se pure si riesce a mitigare un po' queste sensazioni, se pure davvero magari si migliora e si diventa più forti!, può comunque rimanere il draining di energie dovuto allo stare con gli altri, anche se uno può dire che se sei forte e stai meglio quella cosa non è così perché non sei in ansia e quindi non scarichi le energie, però a me capita anche quando sto con persone tranquillissime e va tutto bene, quindi se quella è una mia caratteristica come la risolvo?
Del resto da che ricordi pur amando stare con gli altri (prima lo amavo proprio, ora mh) ho sempre cercato l'isolamento, pure da bambina, non è solo che mi isolassero gli altri, capitava che lo facessi io per conto mio, causandomi comunque un sacco di problemi col gruppo dei pari , quindi se le relazioni adulte sono ancora più stressanti di quelle da bambini (da bambino il corpo è molto meno trattenuto, c'è più scarico di tensione, da adulto non è che puoi dimenarti tutto il tempo come un coione: non solo, sparisce pure il gioco spontaneo e diventa un gioco non solo organizzato, anche da bambini ci si può organizzare, ma diventa un gioco diverso, dai, ora è difficile da spiegare ma ci siamo capiti, una buona parte di espressione spontanea si leva di culo) si finisce per stancarsi probabilmente e poi devi chiuderti in casa per settimane.
Ho fatto un po' un pasticcio, ma è l'ansia.
Riassumendo i punti sono:
— reazioni automatiche allo stimolo (ansia, attacchi di panico)
— scomparsa di sé nell'incontro con l'altro (smarrimento, dissociazione, angoscia, derealizzazione)
— sentirsi senza energie e avere bisogno di isolamento e attività solitarie dopo la “socializzazione”
Ora bisognerebbe capire come si interviene per affrontare questi punti...
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03-09-2017, 15:57
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#13
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Esperto
Qui dal: Apr 2013
Messaggi: 15,644
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Aggiunta:
Ragionavo su cosa è cambiato da quando avevo il terrore di vedere chichessia e incubi ricorrenti sulle persone della mia vita ad oggi, in cui comunque la situazione è più gestibile.
— Alcune situazioni che mi hanno fatto soffrire non si sono più ripetute
— Ho affrontato il problema con una persona nemmeno molto vicino a me ma su cui avevo pensieri intrusivi e ossessivi
— Sono subentrate ulteriori difese.
— Messa in prospettiva di alcune cose grazie ad abbozzi di pensiero politico e filosofico (ma proprio abbozzetti, mi vergogno pure a definirlo politico e filosofico, ma giusto per rendere l'idea)
Vorrei parlare soprattutto delle difese. Si è messo in atto qualcosa, un sistema di protezione molto forte nel cervello che mi protegge, ma che si porta via non solo il male ma pure il bene.
C'è una sensazione di insoddisfazione e di vuoto, distacco anche da se stessi e dalle proprie emozioni positive.
Perciò, una delle possibili variabili che intervengono in situazioni come queste sono i meccanismi di difesa del cervello.
Il cervello che in qualche maniera si adatta per sopravvivere a una situazione mettendo in atto varie forme di difesa: dissociazione, negazione, ottundimento delle emozioni.
Scrivo questo perché pensando ai miglioramenti non capisco se sono effettivamente migliorata o se invece i meccanismi di difesa in atto non sono sani; cioè se il problema o certi problemi si sono in parte risolti o e più qualcosa che assomiglia a nascondere la polvere sotto il tappeto.
Lo dico perché in effetti pensando ai miglioramenti di ciascuno in generale è difficile valutare se un cambiamento è dovuto a qualcosa di sano che comincia a svilupparsi o se è dovuto a meccanismi di difesa che a ben vedere costituiscono un miglioramento solo in apparenza.
Perché se all'ipersensibilità si risponde con il distacco si rischia poi di tagliar fuori buone porzioni della propria emotività.
È anche vero che poi tutto deve calibrarsi e raggiungere i giusti livelli, ad ogni modo quello che riguarda me mi sembra qualcosa di ancora primitivo (e che ancora non funziona benissimo poi).
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Ultima modifica di ~~~; 03-09-2017 a 16:08.
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03-09-2017, 17:10
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#14
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Esperto
Qui dal: Apr 2013
Messaggi: 15,644
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Quote:
Originariamente inviata da M.me Adelaide
Hai scritto delle cose molto interessanti. E complimenti davvero per la capacità di analisi e nel trasformare in parole quello che senti.
Ho prima di tutto una curiosità: non hai mai trovato delle persone che non ti facessero smarrire così? Il meccanismo è immediato o arriva solo dopo una conoscenza più approfondita?
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Grazie...
Non lo so, sicuramente ci sono persone con cui sto meglio, con cui sto bene
Il problema è che quello che succede succede indipendentemente... Perché è proprio legato alla mia personalità... Poi certo se l'altro ha una personalità di un certo tipo la sensazione si aggrava
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03-09-2017, 17:25
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#15
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Esperto
Qui dal: Jul 2012
Messaggi: 25,943
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Ambedue.
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03-09-2017, 17:44
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#16
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Esperto
Qui dal: Aug 2013
Ubicazione: Roma
Messaggi: 28,044
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La mia è più "di sostanza", non mi piace molto aprirmi agli altri, perché ho poco di interessante da dire, non vorrei che si addentrassero troppo nella mia vita privata perché mi vergogno di mostrarla, fatta di insicurezze e monotonia. Non mi va di dire che passo il tempo su internet o su forum di fobie e malattie mentali xD. Per questo e inadeguatezze varie evito la gente troppo normale.
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03-09-2017, 18:01
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#17
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Esperto
Qui dal: Aug 2013
Ubicazione: Trani
Messaggi: 9,521
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Non sapevo ci fossero queste 2 distinzioni.
Le avevo entrambe.
Quella meccanica è piu facile da gestire e controllare e ha a che fare piu con le emozioni.
L altra invece a piu a che fare con la socialità e la personalità, la parte evitante.
Quest ultima pero nn mi sento di averla superata del tutto.
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Ultima modifica di Equilibrium; 03-09-2017 a 18:06.
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03-09-2017, 18:11
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#18
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Esperto
Qui dal: Nov 2014
Ubicazione: sotto il letto
Messaggi: 4,384
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Me l'ero perso questo thread!
Direi che è soprattutto meccanica: "fornire una prestazione davanti a qualcuno" è IL mio principale problema, in particolare se non ho grossa dimestichezza in quell'ambito. Esempio facile: da solo mi sono sempre sbrigato un sacco di lavoretti, mi mettevo lì, studiavo la situazione e trovavo una soluzione da attuare (e l'attuavo), se invece gli stessi lavoretti li dovevo fare insieme a qualcun'altro (magari a partire da idee mie...il colmo), e mi è capitato anche con amici fidati, diventavo "stupido" a causa dell'ansia e totalmente passivo, incapace di prendere la minima iniziativa o di avere la minima cognizione di come mettere in atto l'idea di base, mi dovevano spiegare le cose venti volte per capire come procedere, cose che da solo sarei stato in grado di fare tranquillamente, magari a modo mio, ma che sarei riuscito a svolgere. Invece divento totalmente dipendente dall'altra persona aspettando che mi dia indicazioni precise e dubitando costantemente che quello che sto facendo sia giusto o meno, poi e se si rivela giusto lo reputo una specie di colpo di fortuna (perché sono comunque in modalità ansiogena-noncapiscounasega) se invece si rivela sbagliata apriti cielo, crisi dura, voglia di scomparire all'istante . Sapere che immancabilmente l'ansia diventava invalidante per la prestazione, mi ha portato a sviluppare un blocco enorme da questo punto di vista (e ho l'impressione che il solo fatto di scriverlo, in questo caso, lo rafforzi invece di stemperarlo...va beh). Ho avuto problemi anche con quella "di sostanza", ma da quel punto di vista "ero" migliorato moltissimo (in sintesi: non subivo più nessuno e avevo sempre la risposta pronta), dico "ero" perché attualmente non sto più avendo a che fare con nessuno che non sia nella mia cerchia "intima" e durante le ultime (rare) uscite mi è parso d'aver fatto dei passi indietro, tipo nell'aver a che fare con persone che conosco poco e non vedevo da tempo.
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Ultima modifica di DownwardSpiral2; 03-09-2017 a 18:15.
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03-09-2017, 18:45
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#19
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Esperto
Qui dal: Apr 2013
Messaggi: 15,644
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Quote:
Originariamente inviata da Equilibrium
Non sapevo ci fossero queste 2 distinzioni.
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Non ci sono, sono io che ho provato a definire così i due aspetti XD
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03-09-2017, 18:52
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#20
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Esperto
Qui dal: Aug 2013
Ubicazione: Roma
Messaggi: 28,044
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Quote:
Originariamente inviata da ~~~
Non ci sono, sono io che ho provato a definire così i due aspetti XD
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Ma..sgrunt! Come non esistono! Pensavo fosse una cosa seria, presa da un trattato di psicologia No se l'hai creata tu tanto di cappello.. a proposito come fate ad analizzarvi così bene? io non riesco neanche a capire se ho mal di testa o mal di piedi..l'unica cosa sicura è quella nella mia firma
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