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10-01-2005, 21:14
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#1
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Guest
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Propongo questo post (sarebbe interessante anche farci un sondaggio) per sapere che opinioni avete in merito visto che è un argomento che divide. Chi la considera una malattia organica, per la quale non esiste cura tranne i farmaci a vita e chi, come me, preferisce considerarla un disturbo relazionale.
Butto lì qualche argomento per iniziare magari la discussione.
- La risposta di ogni individuo agli stimoli esterni (persone e ambiente) è del tutto personale e non si può stabilire la correttezza o “normalità” di un comportamento con principi “maggioritari” (es se la maggioranza delle persone in determinate situazioni non arrossisce e io magari sì, non significa che io sia “anormale” ma semplicemente "diverso". la diversità non è anormalità).
- Non esistono strumenti diagnostici, come analisi strumentali e del sangue, che dicano inequivocabilmente con certezza che alla base ci sarebbero “squilibri chimichi”. E anche se vi fossero, sarebbero causati da ciò che penso o del tutto indipendenti dal pensiero? Io credo che alla base di tutto ci sia il pensiero o principalmente questo e il modo di percepire il mondo esterno e le relazioni umane.
- Liberare il disagio psicologico dal concetto di “patologia” secondo me è fondamentale anche per liberarsi dal senso di colpa o vergogna di essere come si è. Questo può portare ad una diversa valutazione della propria esistenza.
- Credo che sostanzialmente, alla base delle fobia sociale, ci sia una forte disarmonia tra il mondo interiore (emotività, pensiero, ecc) e le forme esteriori nelle quali la vita costringe (lavoro, relazioni umane, ecc).
Per evitare di accapigliarci invito a risposte pacate. Non si tratta di stabilire chi ha torto o ragione, ma semplicemente di fare chiarezza
:wink:
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10-01-2005, 23:49
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#2
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Banned
Qui dal: Nov 2000
Messaggi: 2,258
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Quote:
Originariamente inviata da insider
Propongo questo post (sarebbe interessante anche farci un sondaggio) per sapere che opinioni avete in merito visto che è un argomento che divide. Chi la considera una malattia organica, per la quale non esiste cura tranne i farmaci a vita e chi, come me, preferisce considerarla un disturbo relazionale.
Butto lì qualche argomento per iniziare magari la discussione.
- La risposta di ogni individuo agli stimoli esterni (persone e ambiente) è del tutto personale e non si può stabilire la correttezza o “normalità” di un comportamento con principi “maggioritari” (es se la maggioranza delle persone in determinate situazioni non arrossisce e io magari sì, non significa che io sia “anormale” ma semplicemente "diverso". la diversità non è anormalità).
- Non esistono strumenti diagnostici, come analisi strumentali e del sangue, che dicano inequivocabilmente con certezza che alla base ci sarebbero “squilibri chimichi”. E anche se vi fossero, sarebbero causati da ciò che penso o del tutto indipendenti dal pensiero? Io credo che alla base di tutto ci sia il pensiero o principalmente questo e il modo di percepire il mondo esterno e le relazioni umane.
- Liberare il disagio psicologico dal concetto di “patologia” secondo me è fondamentale anche per liberarsi dal senso di colpa o vergogna di essere come si è. Questo può portare ad una diversa valutazione della propria esistenza.
- Credo che sostanzialmente, alla base delle fobia sociale, ci sia una forte disarmonia tra il mondo interiore (emotività, pensiero, ecc) e le forme esteriori nelle quali la vita costringe (lavoro, relazioni umane, ecc).
Per evitare di accapigliarci invito a risposte pacate. Non si tratta di stabilire chi ha torto o ragione, ma semplicemente di fare chiarezza
:wink:
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io semplicemente quoto,la parte finale del tuo discorso :wink:
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10-01-2005, 23:54
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#3
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Intermedio
Qui dal: Jan 2005
Ubicazione: Stati Uniti
Messaggi: 104
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anchio la pensavo come te,purtroppo anche psicanalisti e psichiatri che credevano fosse maladattamento di comportamento e cose varie. il problema ti dicevano di cambiare il modo di vivere di pensare di agire di non pensarci.sai ne ho provate di tutte senza alcun risultato anzi peggiorando la situazione.mi piacerebbe sapere quanti di noi sono migliorate con questi costosi consigli?ne so la risposta.mia figlia aveva cominciato a manifestare gli stessi sintomi che avevo nella mia adoloscenza e per mia esperienza riconoscendoli non ho aspettato passivamente che passassero, perche' sapevo che era inutile.dopo aver spiegato cosa le stava succedendo abbiamo preso la decisione giusta.oggi ella asume farmaci come me e la sua vita e' cambiata per il meglio.si e' laureata cum laude poi ha studiato immunologia e biologia quadagnandosi un master ed oggi e' al terzo anno di medicina.sai quale' il bello della favola e' che lei e' fidanzata con un chirurgo plastico ed e' la linfa dei party a cui partecipa.oltre questo il bello e' stato quando e' stata onorata a dare un discorso in pubblico topic "come raggiungere traquardi tramite lo studio".cosa che non sarebbe mai successo in high school.anche i dottori adesso hanno impiegato diverse strategie perche' capiscono dopo tanti ricerche fatte su questo soggetto che non e' solamente nella testa ma e' una vera patalogia, scientificamente provate.io non voglio discoraggiare o mettere paure ad altri membri ma al contrario e di affrontare il problema dalle fondazioni avendo il coraggio di prendere l'iniziativa .so che essere diretto e schietto non e' una virtu' specialmente se non si e'diplomatici.ma se posso aiutare anche una persona in questo modo ne sarei veramente felice.ciao
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11-01-2005, 00:56
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#4
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Intermedio
Qui dal: Oct 2004
Ubicazione: Italia
Messaggi: 269
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scusa michael quali farmaci avete preso tu e tua figlia.
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11-01-2005, 10:42
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#5
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Guest
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Credo che la fobia sociale sia un disturbo relazionale, è chiaro che si scatetano delle reazioni anche all'interno del nostro cervello cge quando proviamo certe sensazioni attiva delle particolari sostanze all'interno del nostro corpo come per es. che ne sò l'adrenalina, però dipende tutto da come percepiamo e valutiamo l'ambiente esterno, per questo motivo per me andando da un medico e magari prendendo per un periodo anche dei farmaci se proprio è una f.s molto avanzata si può tranquillamente guarire senza prendere dei farmaci a vita
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11-01-2005, 10:57
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#6
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Banned
Qui dal: Nov 2000
Messaggi: 2,258
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ciao a tutti..
io penso che la medicina possa aiutare meglio il lavoro della psicologia..
nel mio caso prendo zoloft per riuscire a parlare meglio con la psicologa senza ansie quotidiane che mi facevano perdere un sacco di tempo.
un conto è andare dalla psicologa tutte le volte in piena ansia e "perdere l'ora" a calmarmi.. un conto è andare da lei calma e continuare in ogni seduta un filo logico.
io penso di prendere la medicina per un anno un anno e mezzo.. tutta la vita non mi va.
questo è il mio pensiero. spero di non offendere nessuno.
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11-01-2005, 11:08
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#7
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Banned
Qui dal: Nov 2000
Messaggi: 2,258
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ma perchè distinguerle? ..e non incrociarle??
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11-01-2005, 17:12
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#8
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Intermedio
Qui dal: Jan 2005
Ubicazione: Stati Uniti
Messaggi: 104
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Quote:
Originariamente inviata da alberto
scusa michael quali farmaci avete preso tu e tua figlia.
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ciao alberto,io ho provate tante cose,valium, terapie e cosi via.alla fine del 96 ebbi una forte depressione causata da isolamento panico fobie e cosi via.trovai finalmente un dottore italiano a chicago .notando in lui(forse per pieta')la voglia di aiutarmi veramente.incomincio' con luvox senza risultati poi paxil idem .lui vedendomi discoraggiato mi spiego' che ci sono farmaci che mi mi aiuteranno ed era solo tempo per trovare quello giusto per il mio metabolismo.finalmente mi diede zoloft in coppia con klonopin,quest'ultimo e' un sedativo perche' sapeva che noi sociofobici abbiamo paura di prendere medicine.finalmente ci furono dei risultati evidenti.col tempo trovammo la giusta dose nel mio caso 100MG e dopo poco tempo mi disse di non prendere piu' klonopin ma solo in caso di bisogno.cio' non vuol dire che zoloft sia per te (lo potrebbe) pero' se non e' zoloft sara' un'altro sicuramente.gli effetti collatterali di questo farmaco nel mio caso sono irrilevabili. il piu' evidente e'l'eculalazione che non e' piu precoce e a mia moglie non dispiace ,anzi. mi sottopongo ogni 6mesi a dei banali esami sanquigni e credimila mia vita e' cambiata radicalmente.bisogna crederci aver forza, volonta'e di prendere l'iniziativa, poi i tuoi malanni saranno dei ricordi.PS.le prime 2-3 settimane sono critiche perche' questi farmaci hanno bisogno di almeno questo tempo per inciare ad avere ilsuo effetto.poi chi la dura 'la spunta.ciao
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11-01-2005, 17:23
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#9
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Banned
Qui dal: Nov 2000
Messaggi: 2,258
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[PS.le prime 2-3 settimane sono critiche perche' questi farmaci hanno bisogno di almeno questo tempo per inciare ad avere ilsuo effetto.poi chi la dura 'la spunta.ciao[/quote]
è per questo che dopo 19 giorni ho questa tremarella interna??
la prima settimana è stata terribile.. la seconda stupenda.. ora che sono all'inizio della terza mi viene questa tremarella.. è normale??
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11-01-2005, 17:54
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#10
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Intermedio
Qui dal: Jan 2005
Ubicazione: Stati Uniti
Messaggi: 104
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Quote:
Originariamente inviata da Anonymous
[PS.le prime 2-3 settimane sono critiche perche' questi farmaci hanno bisogno di almeno questo tempo per inciare ad avere ilsuo effetto.poi chi la dura 'la spunta.ciao
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è per questo che dopo 19 giorni ho questa tremarella interna??
la prima settimana è stata terribile.. la seconda stupenda.. ora che sono all'inizio della terza mi viene questa tremarella.. è normale??[/quote]''''''
CIAO ANONIMO,forse non hai ancora trovato la giusta dose. cio' che prendi per mia esperienza deve essere ausiliato con un sedativo e con il tempo io parlo di mesi la tua voglia di vivere sara' cosi'cambiata che sara' come un uccelletto nel nido non vedendo l'ora di fare il suo primo volo.non desistere anzi insisti. la tua vita non sara' surreale ma potrai affrontare i tuoi problemi con pragmaticita' con lucidezza e razionalita'.ciao
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11-01-2005, 18:58
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#11
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Guest
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Premesso che ognuno è libero di curarsi come meglio crede e di fare le scelte che ritiene più opportune per se stesso, mi limito solo ad osservare che se il farmaco da solo bastasse a risolvere (come sostiene micheal) allora a cosa servirebbero gli psicoterapeuti, ma soprattutto di cosa stiamo a discutere? Non avrebbe senso neanche un forum come questo. Se lo scopo è scambiarsi solo informazioni farmacologiche tantovale chiudere bottega. Sarà che ho un modo di pensare molto diverso, ma non mi convince molto l'idea che tutto si risolva con una pastiglia.
Poi vedi Micheal nelle tue parole c'è l'idea (molto americana) che la realizzazione personale (da cui deriverebbe un'alta opinione di se stessi) passi attraverso il riconoscimento sociale, il successo, la posizione sociale, gli applausi della gente. Immagino tua figlia intrattenere gli ospiti sorseggiando un bloody mary con accanto il fidanzato chirurgo off course! E se si fosse fidanzata con un metalmeccanico sarebbe per te motivo di minore orgoglio? Il valore di una persona non si misura dalla professione. Avrebbe potuto realizzarsi in mille altri modi anche senza studiare o tenere discorsi brillanti.
Non mi stupisce quindi che proprio dall'America vengano la maggior parte degli psicofarmaci. Se mi si passa il paragone quest'uso massiccio di psicofarmaci l'associo ad una specie di doping sociale. Per chi non ce la fa a stare nel mucchio degli arrivati, in cima alle vette, ecco lo zoloft pronto per voi. Ma chi è disposto a crederci?
Sia chiaro non nego l'utilità del farmaco, io pure ne ho fatto uso, ma più che altro come come piccolo aiuto. Penso che, come dietro alla depressione c'è spesso un modo di pensare che porta alla depressione, dietro alla fobia sociale c'è un modo di pensare altrettanto dannoso.
Quanti ad esempio di quelli che frequentano il forum che prendono farmaci possono ammettere (ognuno può chiederselo onestamente e rispondersi) di avere una buona opinione di se stessi? A giudicare dagli umori non penso che siano molti. E questo perché? Ve lo siete mai chiesti?
C'è stato un tipo nel forum che tempo fa scrisse: "non accetto di sentirmi inferiore". Questa frase che mi colpì particolarmente sintetizza in modo efficace il modo di pensare del fobico, ovvero l'incapacità di accettare di avere dei limiti.
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11-01-2005, 21:25
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#12
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Intermedio
Qui dal: Jan 2005
Ubicazione: Stati Uniti
Messaggi: 104
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egregio insider,questo forum per quello che ho capito serve ad aiutare ed a dare il proprio parere a tutti noi, con le proprie esperienze e con l'auspicio di essere utili.io non dico che le pasticche e' il solo metodo d'aiuto anzi coadiuvato con terapie e' molto piu' efficace ma non viceversa.vivendo in america e' naturale che una persona assumi usi e costumi di dove vive nel mio caso senza dimenticare la propria identita' ecco perche' ho scelto un forum italiano.dell'america mi piace il pragmatismo, la semplicita' e la concretezza di agire.il campanellismo e' una parola poco usata da queste parti perche' e' gente aperta.spero che la tua fosse solo un'allusione senza cattiveria nel dire che americanizzandomi ci si pensa solamente alla posizione sociali e dando party sorseggiando un blood mary ed aspettando gli applausi dopo un discorso pubblico. credo che tu hai perso il treno oppure fai finta di non capire il significato di quello che avevo accennato in una risposta nel forum.te lo ripeto il il dunque di tutto cio' sta nel fatto che se mia figlia sarebbe stata ad aspettare un intervento divino per risolvere i problemi adesso sarebbe in gabbia a decidere di che' colore dipingerla, come lo sono stato io ed lo sono moltissimi altri. lei non avrebbe avuto la possibilita' di dare a se stessa e ad altri cio' che avrebbe potuto.poi c'e'la differenza dell'esibizionista ( a cui alludi) e la pura genuina voglia di aiutare il prossimo.lei e' stata fortunata ad avere un padre come me, perche' io ho agito con razionalita' ed esperienza.cosa c'e' di male vedere i propri figli aver successo pur sapendo che partiva con un handycap? anzi e' un orgoglio perche' so' che il destino uno se lo crea con le proprie azioni e con suggerimenti genuini.per quando il sou fidanzato il chirurgo ho insegnato a mia figlia di proseguire e finire gli studi perche' in questo mondo ci si deve essere indipendenti pecuniamente ed intellettualmente.certamente se lei non si fosse curata non credo che avuto la possibilita' di sposare un metalmeccanico e nemmeno un tubista che d'altronde sono dei mestieri nobili ed onorabili.sarebbe stata una zitella che col tempo sarebbe passato di grado( ancora lamentandosi delle sue malattie)CON IL TITOLO DI ZITELACCIA.il tipo che cita di essere sociofobico e di non sentirsi inferiore a nessuno avra'tanto coraggio e cio' mi fa piacere;io invece mi sentivo inferiore a tutti pure ai cani ma adesso non mi sento inferiore a nessuno.PS.io se ascoltavo solamente i costosi psicanalisti sarei ancora ad imprecare dio sul suo accanimento su di me.ciao ex recluso
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11-01-2005, 22:37
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#13
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Guest
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Cattiveria no, perchè non sono per niente un tipo cattivo, ma una punta d'ironia sì. Era inevitabile, c'era troppo orgoglio nelle tue parole e si capisce perfettamente quali siano i tuoi valori/punti di riferimento. Non c'è niente di male, sia chiaro, nel desiderare un grosso conto in banca, un chirurgo plastico come suocero, nonché un bel posto tra le persone che contano, ma non tutti possono o vogliono seguire questi modelli competitivi. E poi scusa, qui di gente che prende farmaci ce ne sono molti e non ho mai letto nessuno scrivere che con un farmaco ha risolto tutto. Cosa devo pensare? Che tutti gli psichiatri italiani siano stupidi?
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11-01-2005, 23:32
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#14
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Intermedio
Qui dal: Jan 2005
Ubicazione: Stati Uniti
Messaggi: 104
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caro insider'anche stavolta ai perso il treno.l'orgoglio nelle mie parole sono dovute al fatto che sono stato capace di non fare soffrire mia figlia come me.con questa analogia volevo dar speranza a tanta gente che volendo e non avendo l'aiuto necessario possono trovare la luce alla fine del tunnel.il nostro problema e che quando il dottore ci da'una cura da sequire molte volte la si abbandona. i motivi possono essere parecchi tra i quali paura di assumere certi farmaci,i costi relativi ad essa ma forse principalmente lo stigma associato con essa.non ho mai detto che questi farmaci risolvono tutto ma per mia esperienza controllano e molto bene i sintomi e non ho mai detto che essi curano questa patologia (so'che e' una parola che non ti piace).per i tuoi attacchi personali devi sapere che non mi danno fastidio ma dovresti sapere che non appartengo all'alta elite che non ho un grosso conto bancario.non credo che conosci i miei valori forse stai razionalizando per via che io vivo in america se e' cosi' questo e' provincialismo.non ti dimenticare che il mio dottore e' italiano laureato in italia e parla italiano.non fare di tutta l'erba un fascio.ciao
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12-01-2005, 03:15
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#15
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Intermedio
Qui dal: Jan 2005
Ubicazione: Stati Uniti
Messaggi: 104
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caro insider, ho dimenticato di darti una risposta sui dottori italiani ' ti quoto le parole di jakob burckhardt che scrisse un libro sulla cultura e storia del rinascimento italiano;lui disse che gli italiani come creativita' e intelligenza non sono secondi a nessuno fino a quando si lascino lavorare in pace e sopratutto con i mezzi necessari.noi italiani non dobbiamo invidiare nessuno,perche' il mondo l'abbiamo fatto noi .ciao
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12-01-2005, 04:49
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#16
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Principiante
Qui dal: Oct 2004
Ubicazione: Canada
Messaggi: 30
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Le cause della fobia sociale sono sia genetiche che acquisite psicologicamente. Per esempio, nel forum inglese ( http://www.socialphobiaworld.com/forum1.html) si e' parlato spesso di una ghiandola particolare, la "amygdala", che si trova nella parte piu' animale (primitiva) del cervello. Questa ghiandola controlla i riflessi della paura e sembra che sia la causa della maggior parte delle ansie. E' probabilmente per questo che c'e' gente che non ha avuto un'infanzia traumatica e che ha sviluppato la fobia sociale.
D'altra parte, l'effetto che un'infanzia oppure di qualche evento esterno negativo sullo sviluppo dell'ansia sociale e' indiscutibile.
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12-01-2005, 19:37
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#17
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Guest
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Caro micheal
ogni tanto in questo forum arriva qualcuno con la propria ricetta di farmaci da prendere che a detta sua gli avrebbe consentito di risolvere o quasi i problemi. Ma noi che sappiamo di cosa c'era o c'è dietro la sua ansia, la sua depressione, le sue fobie per quanto gravi possano essere? Meno di zero! Noi non conosciamo la storia di questa persona: come vive, cosa pensa, che sogni o speranze coltiva; ignoriamo il contesto sociale, familiare, la sua formazione, eccetera. Decontestualizzare la vita di un'individuo quasi fosse quella di albero piantato in un prato incapace d'interagire col mondo esterno e i proprio simili è riduttivo arbitrario e in definitiva sbagliato. Significa cogliere solo una parte della verità ignorando il resto.
Associare al farmaco l'immagine di una vita relazionale di successo come hai fatto ha tutto il sapore di uno slogan pubblicitario che induce le persone a pensare che il farmaco sia il passaporto per una vita piena e felice.
tanto per fare un esempio, visto che hai citato i party, io dico che sì ci puoi pure andare più rilassato dopo aver ingerito il ritrovil, lo zoloft, lo xanax o più prosaicamente un litro di vino, ma non è detto che sciolta l'ansia conoscerai qualcuna/o; e se anche dovessi conoscere un ragazzo o una ragazza non è detto che t'innamorerai; e se anche t'innamorassi non è detto che sarai ricambiato; e se anche fossi ricambiato non è detto che saprai mantenere poi la relazione...se, se, se, se...come vedi in tutti questa sequela di se, il farmaco è solo un piccolissimo anello della catena la cui importanza è in defintiva molto relativa. Il problema delle relazioni sentimentali o delle amicizie non è solo trovarle, ma avere la capacità di mantenerle nel tempo e in ciò il farmaco conta meno di zero.
saluti
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12-01-2005, 20:24
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#18
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Intermedio
Qui dal: Jan 2005
Ubicazione: Stati Uniti
Messaggi: 104
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ciao insider,io racconto quello che credo possa aiutare altre persone.lo zoloft e' un farmaco approvato dalla FDA americana cio' vuol dire che e' stato sotto posto a certi test. lo so che specialmente persone come noi ha paura dell'icognito del domani cosa potrebbe accadere assumendoli in futuro,lo zoloft e'una medicina non cocaina e non credo che i nuovi membri del forum e farmacisti si sentono spacciatori di droghe.se cosi' fosse domanda al diabetico se rinuncerebbe all'insulina etc.io sono stato 18 anni che non uscivo di casa per via del rossore del panico dell'ossessione delle paure varie che erano immaginarie.potrei scrivere una dozzina di libri su questo soggetto pero' non ho le capacilita' letterarie' che sono evidenti.tutto cio' non mi scoraggio di dire quel che penso anche se la maggior parte non lo condivive. non penso che io sono il solo soggetto che e' migliorato se cosi fosse conttatterei guinness world book of records. dobbiamo combattere il negativismo ed essere consci delle proprie possibilita' ed aver il coraggio di dire che siamo malati e che con testardia correre ai ripari. so benissimo che non e' facile.senza rancore ciao
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14-01-2005, 23:22
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#19
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Intermedio
Qui dal: Jan 2005
Ubicazione: Stati Uniti
Messaggi: 104
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11 dicembre
insider scrivendo a carota
che poi te ne abbia tratto un giavamento,un miglioramento non posso conterstatelo,ma che si esalti la psicoterapia decantandone l'efficacia,come fai spesso tu, mi pare grottesco.
12 gennaio
insider scrivendo a michael
mi limito solo ad osservare che se il farmaco bastasse a risolvere tutto
(come sostiene michael) allora a cosa servirebbe gli psicoterapeuti.
12 gennaio
michael scrivendo ad insider
io non dico che le pasticche e'il solo metodo d'aiuto anzi coadiuvato
con terapie e' molto piu' efficace ma non viceversa. insider mi confondi.
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14-01-2005, 23:29
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#20
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Guest
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guarda se vuoi trascinarmi in una sterile polemica facendo il copia incolla di quel che ho scritto separando dal contesto, ti sbagli di grosso.
Probabilmente sei uno dei tanti burloni del forum con una doppia o tripla identità o un promoter di qualche ditta farmaceutica. :wink:
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