Ciao a tutti, ho sentito il bisogno di scrivere per condividere il risultato raggiunto fino ad adesso riguardo la mia fobia di parlare in pubblico, nella speranza di poter aiutare qualcun'altro con questi problemi.
(Rimando alla mia presentazione per i dettagli. Riassumendo vi dico solo che nonostante non sia particolarmente timida, ho problemi a istaurare una qualsiasi relazione sentimentale + a parlare in pubblico senza avere attacchi di tachicardia, voce tremolante, dovermi bloccare perchè finisco il fiato ecc...)
In questi ultimi mesi ho dovuto FINALMENTE affrontare a piene mani la suituazione trovandomi coinvolta nelle elezioni amministrative come una candidata in lista e dovendo quindi parlare in pubblico anche in comizi.
Ho cominciato a vedere una terapista che applica metodi di terapia breve, persino ad andare a messa per leggere le letture, fortuna vuole che ci fosse proprio in quel periodo anche un corso sul parlare in pubblico che ci ha costretto a parlare davanti agli altri studenti.
Ho anche letto alcuni libri di Giorgio Nardone, in particolare "non c'è notte che non veda il giorno", tratta di attacchi di panico in realtà, ma mi è risultato utile per capire come ragioniamo e che errori facciamo nel reagire alle paure.
Vi dico subito anche che il problema non è risolto completamente... ma sono riuscita a fare una campagna elettorale senza fare figuracce, percui lo considero un buon risultato
La prima cosa che credo mi abbia aiutato è capire che AVERE PAURA E' NORMALE.
Sembra banale lo so, ma per me è stata una rivelazione. Ho sempre pensato leggendo commenti simili "Si ok, è normale ma la mia reazione è troppo esagerata, gli altri non si bloccano, c'è qualcosa che non va in me", "Io sono più paurosa del nomale", "sono un'incapace"...
Invece ho capito che non mi devo misurare con gli altri se la mia paura sia più o meno del "normale", che non è indice della mia capacità o intelligenza, anzi, e soprattutto che il problema, l'errore sta nel modo in cui ho cercato di reagire a questa paura, più che nella paura in sé.
Il problema sono proprio questi ragionamenti lesionisti, l'evitare il più possibile situazioni che mi costringessero a parlare in pubblico, il pretendere semplicemente di riuscire a parlare ed essere tranquilla nel farlo.
Mi sono resa conto sia con il corso, che nei comizi, cioè quando non ero la sola a dover parlare, che c'erano tante persone che avevano questo problema e ognuna di noi con reazioni diverse. Mi hanno anche fatto i complimenti a volte per come mi esprimevo, a loro avviso appassionavo.. mentre io invece pensavo solo di aver fatto notare il tremolio.
Si notava in effetti, e me lo hanno confermato, non è che me lo immaginavo il tremolio, semplicemente... il suo significato non era grave come me lo immaginavo nella mente di chi mi ascoltava.
Anche la terapia mi ha aiutato molto a vedere i miei problemi sotto una luce più oggettiva così come hanno aiutato le tecniche di rilassamento. Percui i consiglio anche quella. Lo so non ci sono soldi: lavoro e studio, lo so. Ma a volte alla fine si spendono lo stesso e per cose meno importanti.
Ripeto, mi emoziono ancora molto tutte le volte, a volte più a volte meno. MA riesco a parlare, ci faccio meno caso e non mi limito più. Lo faccio e basta
Ecco tutto, spero di aver aiutato qualcuno.
Il mio consiglio è: infilatevi in situazioni che vi costringano ad affrontare il problema e non mollate. Mi ci sono voluti mesi e ore di angoscia per arrivare a questo risultato (che comunque non considero definitivo )
(Ora riuscissi a trovarmi una buonanima che mi si piglia... ma mi dovrà dare una clavata in testa che sennò mi sa che ci cavo poco in quel campo..
.)