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Vecchio 03-01-2013, 16:37   #1
Esperto
L'avatar di muttley
 

Sappiamo tutti che un tipo di ansia legata alla salvaguardia della propria incolumità fisica è più che funzionale: se non avessimo incorporato in noi un sistema di allerta (sistema che si va sviluppando e perfezionando nel corso della vita, grazie alle varie esperienze affrontate) contro i pericoli del mondo materiale, potremmo non conservarci integri e addirittura rischiare la nostra sopravvivenza. Quest'ansia di natura adattiva e "ambientale" è perfettamente utile e, salvo le deviazioni patologiche, è ciò che ci permette di resistere incolumi alle avversità e alle minacce del mondo.
Ma quando si inizia ad avere paura di salutare qualcuno, di scambiare due parole con il vicino di casa, di approcciare un'altra persona a scopo conoscitivo/broccolatorio, cosa avviene realmente nelle profondità siderali della nostra mente? A mio avviso la paura di natura sociale nasce dall'idea che la tragica ipotesi di un nostro presunto "disvalore" possa trovare conferma nella realtà pratica: penso di non valere in un determinato ambito quindi decido di non cimentarmi perché rischierei di avere la prova provata di questo mio complesso di inferiorità.
Basta così? Perché dovrei avere paura di sentirmi inferiore? A mio avviso c'è dell'altro...ma per il momento non vi svelo ancora gli esiti di questa mia sensazionale scoperta
Vecchio 03-01-2013, 16:53   #2
Esperto
L'avatar di muttley
 

Ma il mistero risiede in codesto interrogativo: perché ad esempio il rifiuto da parte di una ragazza o la derisione di un amico, dovrebbero sconvolgerci a tal punto da alterare lo stato delle nostre funzioni vitali in condizioni di normalità (frequenza cardiaca, ritmo respiratorio, pressione sanguigna)? E' vero che qualsiasi emozione, anche la più tiepida, è tale da alterare lo stato "basale" di queste funzioni, ma non in maniera significativa. E allora perché ci capita di stare male a tal punto per delle situazioni che non costituiscono un problema per la nostra incolumità fisica?
Vecchio 03-01-2013, 16:56   #3
Esperto
 

Non è che ci sia solo l'incolumità fisica da preservare, eh. Anche l'equilibrio psicologico conta altrettanto.
Vecchio 03-01-2013, 16:59   #4
Esperto
L'avatar di muttley
 

L'equilibrio psicologico andrebbe conquistato a prescindere dai fatti esterni (questo almeno per una persona adulta e in grado di conoscersi), ma la risposta giusta è un'altra...
Vecchio 03-01-2013, 17:01   #5
Esperto
 

Quote:
Originariamente inviata da muttley Visualizza il messaggio
L'equilibrio psicologico andrebbe conquistato a prescindere dai fatti esterni
E chi l'ha detto? E dove sta scritto? Non siamo mica delle monadi, ànthropos zòon politikòn esti, fatti non foste per viver come bruti, ecc. ecc.
Vecchio 03-01-2013, 17:02   #6
Esperto
L'avatar di muttley
 

La monade è un gran pezzo di ragazzade (cit.)
Vecchio 03-01-2013, 17:08   #7
Esperto
L'avatar di muttley
 

E comunque la risposta è così semplice...non abbiate paura!
Vecchio 03-01-2013, 17:11   #8
Esperto
L'avatar di barclay
 

Io ho sempre pensato che nel mio evitamento sia coinvolto anche l'istinto di autoconservazione, perché ogni volta che fallisco mi sento più vicino al suicidio
Quote:
Originariamente inviata da muttley Visualizza il messaggio
E comunque la risposta è così semplice...non abbiate paura!
Hai scoperto l'acqua calda

Ultima modifica di barclay; 03-01-2013 a 17:13.
Vecchio 03-01-2013, 17:15   #9
Esperto
L'avatar di Ravanello
 

Perchè, in tempi preistorici, venire esclusi da un gruppo sociale portava a morte certa?

In fondo le fobie vengono gestite dalle parti meno evolute del nostro cervello.
Vecchio 03-01-2013, 17:20   #10
Esperto
 

Quote:
Originariamente inviata da muttley Visualizza il messaggio
E comunque la risposta è così semplice...non abbiate paura!
Ma quindi sarebbe l'ennesimo topic che suggerisce che non c'è nessun motivo per cui avere paura, che sono tutte pippe mentali, che sono invenzioni ed elaborazioni del cervello...?
Vecchio 03-01-2013, 17:25   #11
Esperto
L'avatar di muttley
 

Perché tu di fronte alla paura cosa suggerisci di fare? Spiegarne le motivazioni per affrontarla e, possibilmente, risolverla/arginarla o, dato che non c'è niente di cui vergognarsi, soccombere ad essa e non fare nulla per superarla?
E comunque thumbs up per Ravanello!
Vecchio 03-01-2013, 17:26   #12
Esperto
L'avatar di Ishtar)O(
 

Quote:
Originariamente inviata da muttley Visualizza il messaggio
E comunque la risposta è così semplice...non abbiate paura!
E' solo questione di gestire gli stati d'animo.

A tutti non piace ricevere dei giudizio negativi, ma normalmente avviene che una persona elabora e gestisce queste emozioni.

Per altri subentra il fallimento, la frustrazione e l'autoflagellazione (a volte ancora prima di avere queste conferme), a questo punto la paura si impossessa di noi.
Bisogna semplicemente imparare a non seguire degli schemi mentali sbagliati, ovviamente più facile a dirsi che a farsi...

Ultima modifica di Ishtar)O(; 03-01-2013 a 17:39.
Vecchio 03-01-2013, 17:29   #13
Esperto
L'avatar di EdgarAllanPoe
 

Credo che bisognerebbe dare più importanza all'ipersensibilità, tutti i nostri problemi derivano soltanto da questa cosa.
Vecchio 03-01-2013, 17:41   #14
Esperto
 

Quote:
Originariamente inviata da muttley Visualizza il messaggio
Perché tu di fronte alla paura cosa suggerisci di fare? Spiegarne le motivazioni per affrontarla e, possibilmente, risolverla/arginarla o, dato che non c'è niente di cui vergognarsi, soccombere ad essa e non fare nulla per superarla?
E comunque thumbs up per Ravanello!
La prima opzione, ovviamente, che però richiede una fenomenologia di cui in questo topic, ad onta del titolo, finora non vi è traccia, come ha detto anche Dedalus. "Non abbiate paura!" in stile Giovanni Paolo II, è una frase che da sola non risolve nulla. Così come parlare di un presunto equilibrio psicologico del tutto esente da influenze esterne, che in senso assoluto è quasi una chimera.
Le motivazioni della paura spesso sono reali, non parti della mente, e vanno analizzate, elaborate, affrontate.

Ultima modifica di Winston_Smith; 03-01-2013 a 17:43.
Vecchio 03-01-2013, 17:52   #15
Esperto
L'avatar di muttley
 

Non avete risposto alla mia domanda (cit.)
Per la fenomenologia, un passo alla volta...chi ha detto che bisogna esaurire tutto nel post d'apertura?
Vecchio 03-01-2013, 17:55   #16
y
Banned
 

che fai? giochi agli indovinelli? se lo sai dillo, no? oh.
e comunque ora che sappiamo che se i nostri compagni cavernicoli ci buttano fuori dalla caverna, siamo senza speranza in balia dei nostri nemici carnivori predatori, a che ci serve saperlo?

*si gira verso la caverna*
"Bastardiii! Se mi mangiano i leoni mi avrete sulla coscien-GROARR!!
Vecchio 03-01-2013, 18:00   #17
Esperto
 

Quote:
Originariamente inviata da muttley Visualizza il messaggio
Non avete risposto alla mia domanda (cit.)
A quella di questo post, intendi? Certo che ti ho risposto.

Quote:
Originariamente inviata da muttley Visualizza il messaggio
Per la fenomenologia, un passo alla volta...chi ha detto che bisogna esaurire tutto nel post d'apertura?
Ah vabbè, aspetto che tu finisca di giocare agli indovinelli allora, a più tardi
Vecchio 03-01-2013, 18:28   #18
Esperto
 

Quote:
Originariamente inviata da mercury82 Visualizza il messaggio
Non sono in grado di rispondere alla tua domanda ma penso che chi soffre di ansia sociale si trova in questa condizione perchè è alla ricerca di un'accettazione incondizionata da parte degli altri,quest'accettazione che non c'è stata da parte dei genitori.
Non mi pare sia l'unica motivazione possibile per l'ansia sociale, almeno a giudicare dai casi degli utenti di questo forum.
Vecchio 03-01-2013, 19:13   #19
Esperto
 

Quote:
Originariamente inviata da muttley Visualizza il messaggio
E comunque la risposta è così semplice...non abbiate paura!
Bastapococheccevò (cit.)
Vecchio 04-01-2013, 18:43   #20
Esperto
L'avatar di clizia
 

Bè, non c'è molto da capire. Semplicemente il timore e la paura degli altri si sono insinuati e strutturati nei primi anni di vita del bambino, a causa di esperienze sociali e affettivo-familiari disconfermanti, che non hanno permesso al bambino di costruire un sé sociale abbastanza forte e solido. Ricordiamoci che, il sé che il bimbo si costruisce, è inizialmente solo di tipo sociale, perché un essere umano molto piccolo non è in grado di costruirsi da solo un'immagine di se stesso, bensì vive dei riflessi che il contesto socio-familiare gli rimanda. Se l'immagine che il bambino riceve nei primi anni di vita è negativa ed è costellata di poche conferme, crescendo egli tenderà a sviluppare e consolidare una personalità incerta e fragile, molto dipendente dai giudizi altrui. Se costruisci un palazzo con le fondamenta poco solide, è normale che questo sia pericolante mano mano che nel tempo vengono aggiunti i piani. Io direi che al fondo del problema dei timidi/ansiosi c'è spesso una carenza di autostima, difficilissima da colmare in età adulta, visto che determinate strutture si cristallizzano nei primi anni di vita.
Da grande diventa difficile gestire le critiche provenienti dal mondo esterno o quantomeno ridimensionarle, perchè si è sprovvisti di quel bagaglio fatto di fiducia e autostima. Una sconfitta per una persona con un certo equilibrio viene riassorbita facilmente, per un ansioso/timido/insicuro invece no, perchè acquista un sapore e un significato diverso e viene percepita come l'ennesima conferma di non valere, che ci riporta alla mente vaghe sensazioni legate alla paura e all'angoscia di un'infanzia lontana. Purtroppo razionalizzare serve solo fino ad un certo punto.
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