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Vecchio 17-11-2008, 13:55   #1
Esperto
L'avatar di BadDream
 

...ovvero: i fiori del male.

cogliere il lato positivo anche nella sorte apparentemente "avversa".

Sarò breve: il mio unico vero amico di università non seguirà il mio corso la prossima settimana e, senza di lui, la primissima sensazione che ho provato è stata quella di sentirmi "perso". Ammetto addirittura che mi stava venendo la tentazione di stare a casa e non frequentare nemmeno io.

Ma poi ho pensato: e perchè invece non girare la cosa a mio favore?
Se lui non ci sarà, dovrò a maggior ragione buttarmi, sarò "costretto" a socializzare con qualcuno, se non vorrò stare da solo per tutto il tempo... insomma, un ottimo incentivo per vincere le mie fobie ed esercitarmi finalmente a "rompere il ghiaccio" con le persone (ostacolo immenso x me! mi sembra sempre di infastidirle, di essere inopportuno, che loro potrebbero benissimo fare a meno di me e non dovrebbero avere interesse a conoscermi... la naturale conseguenza di una scarsa autostima)

Bè, penso che questo semplice discorso sia estensibile alle più variegate situazioni, nella vita.
Bisogna appunto fare di necessità virtù, approfittare, essere rapaci, capovolgere le "sventure" a nostro favore cogliendone il lato positivo...
Vecchio 17-11-2008, 14:05   #2
Intermedio
L'avatar di harmattan
 

Dopo un pò ti accorgerai di non volere nè te nè loro andare oltre una conoscenza superficiale ; nel mio caso tutto si fermava allo scambio di opinioni e poco altro...
Vecchio 17-11-2008, 18:44   #3
Principiante
L'avatar di Incubus
 

Nel 99% delle persone che ho conosciuto all'università è stato proprio così... ma penso soprattutto per colpa mia, sono un disastro nel mantenere le amicizie... però c'è un 1% che mi fa ben sperare... infatti i miei attuali e unici (due) amici li ho conosciuti proprio all'università... in modo abbastanza casuale, senza immaginare che si sarebbero rivelate le conoscenze forse più importanti della mia vita fino adesso...
Vecchio 17-11-2008, 19:53   #4
Avanzato
L'avatar di Vento-del-Sud
 

Quote:
Originariamente inviata da BadDream
Bè, penso che questo semplice discorso sia estensibile alle più variegate situazioni, nella vita.
Bisogna appunto fare di necessità virtù, approfittare, essere rapaci, capovolgere le "sventure" a nostro favore cogliendone il lato positivo...
"Un pessimista vede la difficoltà in ogni opportunità; un ottimista vede l'opportunità in ogni difficoltà." 8)

W. Churchill
Vecchio 18-11-2008, 00:43   #5
Principiante
L'avatar di Insonnia
 

ben detto!
Vecchio 18-11-2008, 01:14   #6
Esperto
L'avatar di animaSola
 

è un discorso che nn riesco ad estendere su tutti i piani....Se qualcuno mi trova il lato positivo che si può trarre quando ti arriva una sventura sentimentale (che nn sia la solita frase fatta)...vince un vibromassaggiatore plantare.
Vecchio 18-11-2008, 03:15   #7
Esperto
 

Quote:
Originariamente inviata da animaSola
è un discorso che nn riesco ad estendere su tutti i piani....Se qualcuno mi trova il lato positivo che si può trarre quando ti arriva una sventura sentimentale (che nn sia la solita frase fatta)...vince un vibromassaggiatore plantare.
Confermare a noi stessi la nostra umanità.

Voglio il vibromassaggiatore plantare, oppure il tuo contatto su facebook (o quello di calimero)
Vecchio 18-11-2008, 10:23   #8
Principiante
L'avatar di Insonnia
 

Quote:
Originariamente inviata da animaSola
Se qualcuno mi trova il lato positivo che si può trarre quando ti arriva una sventura sentimentale (che nn sia la solita frase fatta)...
bè, un tale diceva: "è meglio una delusione vera di una gioia finta"

spero non la consideri una frase fatta, perché questa semplice espressione nasconde un gran fondo di verità :wink:

io almeno l'ho sperimentato sulla mia stessa pelle, con la mia (ex) migliore amica...
Vecchio 18-11-2008, 13:27   #9
Esperto
L'avatar di gattasilvestra
 

Quote:
Originariamente inviata da animaSola
è un discorso che nn riesco ad estendere su tutti i piani....Se qualcuno mi trova il lato positivo che si può trarre quando ti arriva una sventura sentimentale
in che senso "sventura sentimentale"?
Lasciarsi, lasciare ed essere lasciati sono avvenimenti rispettivamente malinconici, terribili e deprimenti... fanno molto male ma hanno tutti un lato positivo, la consapevolezza (senza contare la felicità vissuta prima della rottura)
in ognuna di queste situazioni ho conosciuto parti nuove di me e mi sono sentita diversa... nonostante il dolore assurdo... non riesco a vederle come disgrazie (momenti neri a parte)

semmai tappe dolorose di un cammino.. che a dire il vero non so dove mi stia portando :-|
per me se si vuole amare si deve mettere in conto una certa dose di sofferenza e mi sembra accettabile come prezzo...

ahehm cosa dicevi delle frasi fatte? :roll:
Vecchio 18-11-2008, 13:51   #10
Esperto
L'avatar di animaSola
 

Quote:
Originariamente inviata da bardamu
Confermare a noi stessi la nostra umanità.

Voglio il vibromassaggiatore plantare, oppure il tuo contatto su facebook (o quello di calimero)
E quindi? le conferme della nostra "umanità" riusciamo a coltivarle anche in tantissimi altri ambiti....

Il contatto dell agenzia SolfamiColGuscio è segreto...se te lo dovessi passare poi dovrei ucciderti :P




@Insonnia quella è una frase sulla quale mi appoggio anche io...ma non trovo il nesso con quello che ho chiesto...


@Gatta "sventura sentimentale" forse nn era il termine piu adatto xkè a leggerla cosi sembra che si parli solo di sfidanzamenti...invece volevo circoscrivere il tutto alla sfera emozionale che può comprendere anche la perdita di un familiare....Se togliamo la consapevolezza di aver potuto vivere accanto a questa persona...e giorire assieme a lei delle situazioni della vita..cosa rimane? SEmplicemente la perdita...,l'abbandono,la rabbia,il rammarico,il rimpianto..e tante altre cose spiacevoli...

Fra frasi fatte e aforismi di vita...si possono dire tante cose..ma quando si perde qualcuno nn esiste consapevolezza che sappia donar pace a un cuore sofferente.
Vecchio 18-11-2008, 19:23   #11
Esperto
 

Quote:
Originariamente inviata da animaSola
E quindi? le conferme della nostra "umanità" riusciamo a coltivarle anche in tantissimi altri ambiti....
Si, ma la capacità di amare qualcuno è l'espressione più alta di questa umanità.

Quote:
Originariamente inviata da animaSola
Il contatto dell agenzia SolfamiColGuscio è segreto...se te lo dovessi passare poi dovrei ucciderti :P
Ci ho ripensato, in effetti preferisco il massaggiatore plantare...

Quote:
Originariamente inviata da animaSola
Se togliamo la consapevolezza di aver potuto vivere accanto a questa persona...e giorire assieme a lei delle situazioni della vita..cosa rimane? SEmplicemente la perdita...,l'abbandono,la rabbia,il rammarico,il rimpianto..e tante altre cose spiacevoli...
Scusa ma perchè dovresti perdere la consapevolezza di aver vissuto accanto a questa persona? Non capisco. Sarebbe come perdere una parte di sé, quella che è cambiata grazie al legame. Le persone amate, anche dopo perdite e rotture, continuano inevitabilmente ad essere parte di noi. Anche se per magia il loro ricordo venisse rimosso dalla nostra mente, rimarrebbero comunque i cambiamenti che essa ha portato nella nostra vita (e dei quali possiamo anche non essere in parte coscienti), perchè come ha detto gattasilvestra, la perdita è una tappa del cammino, così come la nascita di un legame.
Vecchio 19-11-2008, 01:17   #12
Esperto
L'avatar di animaSola
 

Quote:
Originariamente inviata da bardamu
Scusa ma perchè dovresti perdere la consapevolezza di aver vissuto accanto a questa persona? Non capisco. Sarebbe come perdere una parte di sé, quella che è cambiata grazie al legame. Le persone amate, anche dopo perdite e rotture, continuano inevitabilmente ad essere parte di noi. Anche se per magia il loro ricordo venisse rimosso dalla nostra mente, rimarrebbero comunque i cambiamenti che essa ha portato nella nostra vita (e dei quali possiamo anche non essere in parte coscienti), perchè come ha detto gattasilvestra, la perdita è una tappa del cammino, così come la nascita di un legame.
Non ho detto che perdo questa consapevolezza...ma bensì che la stessa in se per se non aiuta una persona in un momento di sofferenza...Poi ognuno ha i suoi punti deboli cè chi risente meno il senso di abbandono...e chi lo vive come un lunghissimo lutto...
Vecchio 19-11-2008, 13:30   #13
Esperto
 

Quote:
Originariamente inviata da animaSola
Non ho detto che perdo questa consapevolezza...ma bensì che la stessa in se per se non aiuta una persona in un momento di sofferenza...Poi ognuno ha i suoi punti deboli cè chi risente meno il senso di abbandono...e chi lo vive come un lunghissimo lutto...
Non è questione di consapevolezza e nemmeno di risentire più o meno del senso di abbandono. Si tratta di sentirci in relazione a qualcosa di più grande, come un insieme di esseri umani, di sfumare i nostri contorni.
Mia madre se n'è andata ormai da 11 anni, ma ancora sento il vuoto e lo sentirò finchè campo. Ciò non toglie che in qualche modo fa sempre parte di me per ciò che mi ha lasciato dentro, ed è questa la sensazione che mi consola.
Lo stesso vale per ogni persona importante che incontriamo. Forse non a livello di un genitore che ti cresce,ma una persona che si ritiene davvero importante ti lascia sempre dentro un segno permanente. Quel segno, anche nel dolore del distacco e della perdita, è ciò che ti guida e non ti fa rimpiangere nulla. Ciò che ti aiuta a superare...che non significa dimenticare, ma essere capaci di continuare a vivere la propria vita e tramite esssa, per la parte dell'altro che permane in noi, rendere onore al passato ed essere la testimonianza vivente di ciò che c'era e non c'è più.

Allungare il lutto e non riuscire a trasformarlo non ha niente a che vedere con la capacità di amare e provare sentimenti intensi.

io mi dico è stato meglio lasciarci
che non esserci mai incontrati.
Vecchio 19-11-2008, 14:09   #14
Principiante
L'avatar di Il_Faut_Choisir
 

Quote:
Originariamente inviata da bardamu
Quote:
Originariamente inviata da animaSola
Non ho detto che perdo questa consapevolezza...ma bensì che la stessa in se per se non aiuta una persona in un momento di sofferenza...Poi ognuno ha i suoi punti deboli cè chi risente meno il senso di abbandono...e chi lo vive come un lunghissimo lutto...
Non è questione di consapevolezza e nemmeno di risentire più o meno del senso di abbandono. Si tratta di sentire
Mia madre se n'è andata ormai da 11 anni, ma ancora sento il vuoto e lo sentirò finchè campo. Ciò non toglie che in qualche modo fa sempre parte di me per ciò che mi ha lasciato dentro, ed è questa la sensazione che mi consola.
Lo stesso vale per ogni persona importante che incontriamo. Forse non a livello di un genitore che ti cresce,ma una persona che si ritiene davvero importante ti lascia sempre dentro un segno permanente. Quel segno, anche nel dolore del distacco e della perdita, è ciò che ti guida e non ti fa rimpiangere nulla. Ciò che ti aiuta a superare...che non significa dimenticare, ma essere capaci di continuare a vivere la propria vita e tramite esssa, per la parte dell'altro che permane in noi, rendere onore al passato ed essere la testimonianza vivente di ciò che c'era e non c'è più.

Allungare il lutto e non riuscire a trasformarlo non ha niente a che vedere con la capacità di amare e provare sentimenti intensi.

io mi dico è stato meglio lasciarci
che non esserci mai incontrati.
ottimo bardamu stavolta mi sei piaciuto di brutto....

la chiave è accettare il dolore e sublimarlo affinchè rappresenti un presupposto ed una premessa di crescita....

da un vuoto aggiacciante e desolante nell'animo può scaturire una pienezza rara in termini di cognizione e consapevolezza...
Vecchio 19-11-2008, 20:19   #15
Esperto
 

Quote:
Originariamente inviata da animaSola2
Son d'accordissimo con tutto cio che hai detto..ma rimango dell idea che ci son persone che sanno coltivare il dolore in modo diverso da altre...Un esempio lampante è stata una mia amica...suo padre muore di giovedi pomeriggio e lei al sabato sera si trovava gia in discoteca ...e quando la vidi rimasi di sasso!..Non ho pensato che fosse una ragazza di ghiaccio o che nn stasse soffrendo x questa perdita...ma io in questi mesi ho vissuto cn l angoscia la sofferenza di mio padre e se l avessi perso sarei caduta in una depressione cosi tremenda da non riuscire nemmeno piu a respirare...e ciò mi fa comprendere che le perdite sono situazioni che la mia mente nn accetta...e non esistono parole...consapevolezze o che dir si voglia che sappiano donarmi un minimo di sollievo...Per altri magari si...ma ancora nn comprendo come facciano.,e probabilmente nn lo comprenderò mai xkè siamo e saremo sempre esseri diversi.
Tutto questo va bene se l'espressione "coltivare il dolore in modo diverso" non implica un giudizio d'intensità su chi lo affronta in altra maniera. Se di sollievo si può parlare, esso è di un tipo che trae forza direttamente dall'essenza della persona che è venuta a mancare, non è quindi una distrazione, ma un mettere a fuoco la perdita in maniera diversa. Non c'è nulla da capire o comprendere, è un sentire diverso.
Per quel che riguarda la tua amica poi, è un altro discorso ancora. Ognuno manifesta o nasconde il proprio dolore a modo suo, ciò che traspare da fuori può rientrare o meno in quello che la società identifica come "espressione di sofferenza", che viene quindi riconosciuta e accettata (e spesso richiesta dalla morale comune), ma che può benissimo essere totalmente slegata da ciò che si prova dentro.
Nel comportamento di quella tua amica leggo una capacità di fregarsene delle aspettative altrui, poi quello che ha provato lo sa solo lei.

Semplicemente, la sofferenza e l'attaccamento non le identifico esclusivamente nel farsi sopraffare dalla perdita e non riconosco in questo annichilimento totale un qualsivoglia livello superiore del dolore.
Vecchio 19-11-2008, 20:30   #16
Esperto
L'avatar di animaSola
 

Quote:
Originariamente inviata da bardamu
Tutto questo va bene se l'espressione "coltivare il dolore in modo diverso" non implica un giudizio d'intensità su chi lo affronta in altra maniera. Se di sollievo si può parlare, esso è di un tipo che trae forza direttamente dall'essenza della persona che è venuta a mancare, non è quindi una distrazione, ma un mettere a fuoco la perdita in maniera diversa. Non c'è nulla da capire o comprendere, è un sentire diverso.
Per quel che riguarda la tua amica poi, è un altro discorso ancora. Ognuno manifesta o nasconde il proprio dolore a modo suo, ciò che traspare da fuori può rientrare o meno in quello che la società identifica come "espressione di sofferenza", che viene quindi riconosciuta e accettata (e spesso richiesta dalla morale comune), ma che può benissimo essere totalmente slegata da ciò che si prova dentro.
Nel comportamento di quella tua amica leggo una capacità di fregarsene delle aspettative altrui, poi quello che ha provato lo sa solo lei.

Semplicemente, la sofferenza e l'attaccamento non le identifico esclusivamente nel farsi sopraffare dalla perdita e non riconosco in questo annichilimento totale un qualsivoglia livello superiore del dolore.
Infatti non è un giudizio che si basa sull intensità del dolore ma bensì sul modo in cui lo si affronta...Provo sempre molta ammirazione verso chi sa coltivare attraverso la sofferenza un ulteriore forza e un profondo arricchimento...io ancora non riesco a camminare su questa onda... e ho paura che difficilmente ci riuscirò.
Vecchio 20-11-2008, 03:21   #17
Esperto
 

Quote:
Originariamente inviata da animaSola
Infatti non è un giudizio che si basa sull intensità del dolore ma bensì sul modo in cui lo si affronta...Provo sempre molta ammirazione verso chi sa coltivare attraverso la sofferenza un ulteriore forza e un profondo arricchimento...io ancora non riesco a camminare su questa onda... e ho paura che difficilmente ci riuscirò.
Secondo me molto deriva dalla sicurezza e forza personale che si possiede in generale, e quindi anche dal periodo della vita che si attraversa. Se stai vivendo un periodo di tenebre, affrontare positivamente le difficoltà è più difficile, perchè ti viene richiesta una forza che già stai utilizzando per combattere altrove. Ogni volta è come essere attaccati su più fronti contemporaneamente.
Vecchio 20-11-2008, 04:37   #18
Principiante
L'avatar di PoisonFobik
 

-----------------

Ultima modifica di PoisonFobik; 01-01-2010 a 04:52.
Vecchio 20-11-2008, 10:03   #19
Principiante
L'avatar di Incubus
 

Quote:
Originariamente inviata da PoisonFobik
secondo me è una cazzata...
mettiamo caso un malato terminale o un malformato grave o un tossico o una madre che ha perso un figlio in guerra e cosi via che vantaggi dovrebbe trovare alle avversità? :roll:
io aggiungerei anche l'olocausto, la terza guerra mondiale, il crollo di una palazzina e un'epidemia di peste... poi forse riusciresti ad esaurire gli esempi estremi...
Vecchio 20-11-2008, 14:12   #20
Esperto
 

Quote:
Originariamente inviata da PoisonFobik
secondo me è una cazzata...
mettiamo caso un malato terminale o un malformato grave o un tossico o una madre che ha perso un figlio in guerra e cosi via che vantaggi dovrebbe trovare alle avversità? :roll:
Se pensi solo in termini di vantaggi e svantaggi, ovviamente nessuno. Ma non si va tanto in là in questo modo...
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