Edera

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car82

Sono assolutamente d'accordo con te, molto spesso gli altri pensano che chi è introverso in realtà è supponente e non merita di essere considerato.

La questione poi si fa ancora più complessa quando uno si vuole inserire in gruppi già formati ed in certo senso chiusi.

claire

Bisogna capire se è il gruppo che non è inclusivo, o se siamo noi ad esserci "nascosti" a tal punto da renderci facilmente dimenticabili.
Anche se questa seconda opzione non è colpa nostra, purtroppo non tutti sanno "pensare" le persone che non si fanno notare, si tende a dimenticarsele.

sparatemi

ti capisco, l'altro giorno sul gruppo whatsapp dei colleghi ho postato un video divertente e non mi ha cagato nessuno, dopo qualche ore a scritto una collega per la solita domanda che ha già chiesto più volte e subito pronti a rispondere in due... due che poi in ufficio da me le sparlano dietro, io non capisco

condivido in tutto

Calcifer94

Ed in particolare quando alcuni gruppi non fanno alcuno sforzo per coinvolgere persone nuove, ma si aspettano che siano i nuovi arrivati a farsi notare e rendersi degni di essere inclusi, quasi come se fosse un provino.

Winston_Smith

Sì, solitamente ho notato anch'io che "l'onere della prova" è sul nuovo arrivato, e al diavolo l'accoglienza.

Masterplan92

In pratica accade quasi sempre..e questo porta quasi automaticamente all autoesclusione..che diventa un circolo vizioso

Calcifer94

Nel mio caso per fortuna è capitato poche volte ma, come spesso accade con
le brutte esperienze , ha lasciato il segno facendomi sentire inadeguata

alien33

non ti includono nel gruppo e tu vuoi chiedere l'amicizia su fb? ma mandali a quel paese, solo per correttezza nei confronti di una che ha pagato una quota d'iscrizione avrebbero dovuto almeno informarti, poi se non avresti comunque potuto parteciparvi è un altro discorso.

claire

Ahah ok boomer

Warlordmaniac

Il problema è vecchio come il mondo: è colpa di chi non ci sarebbe fare o di chi non sa apprezzare?

Sono arrivato alla conclusione che bisogna superare il concetto di colpa. Siamo tutti pieni di debolezze, essere in minoranza porterà a farci diventare i fratelli maggiori dei normies.

Pluvia

I messaggi che diamo inconsapevolmente non aiutano: un po' come se davanti ad un'altra persona mi ponessi a leggere un libro, lasciando intendere di non voler essere disturbato e non voler comunicare. Dall'altra parte c'è però una visione superficiale dei problemi che non si hanno e dinamiche consolidate da gruppo (lupus est homo homini, non homo, quom qualis sit non novit).

Alle superiori nonostante i voti eccellenti, a causa dei numerosi ritardi e assenze, segnale di forte disagio, richiamai l'attenzione della professoressa coordinatrice di classe, che iniziò a studiarmi per bene e inquadrarmi.
In mia assenza seguitava a fare evidenti ai miei compagni le mie problematiche e a esortarli ad essere inclusivi e accoglienti nei miei confronti, aiutandomi.
Tuttavia non ho trovato comprensione quando erano assai palesi le mie difficoltà, ma solo indifferenza, incuranza e legge del silenzio: non vedo, non sento, non parlo, non mi interessa.
C'è da sottolineare le mie colpe e responsabilità, si oscilla pertanto tra due poli entrambi egoistici.

Psico[a]patico

La gente è conformista e superficiale.
Preferiscono bollarti come uno sfigato disadattato ed emarginarti, come avevo scritto nell’altro post.
Per quanto mi riguarda, evito la gente più che posso come loro evitano me.