Mi è venuta voglia di sapere quanti qui soffrono della tragica sindrome dell'ebetismo facciale in fase di corteggiamento (dove per corteggiamento intendo chiaramente qualcosa di compatibile con il sito in cui stiamo).
Per intendersi meglio vi espongo un mio episodio clinico tra quelli più recenti.
Mi trovo in terra straniera un sabato sera da solo in una città in cui sono appena arrivato; e mi apposto su una gradinata con l'onesta intenzione di ubriacarmi di malinconia e cerveza. La mia mente parte con le sue amate elucubrazioni e il mio volto assume inconsapevolmente un'espressione drammatica, che, quando il contesto lo favorisce, può essere scambiata per una
faccia da duro. E fin qui tutto bene, direte, ma il problema si sa, per quanto non sia la caduta in sé, è pur sempre l'atterraggio. E la caduta comincia quando la ragazza che meno ti si filerebbe, se ti avesse guardato con più attenzione, s'incapriccia a conferirti il premio
bel tenebroso della serata. A quel punto potrei ancora salvarmi se la mia ingenuità mi nascondesse l'accaduto, ma ahimé ho ormai esaurito quasi tutta l'ingenuità. E quindi me ne accorgo. Posso ancora cavarmela facendo appello al senso di realtà, ovvero alla consapevolezza che si tratta solo di un equivoco. Ma a quel punto interviene una consapevolezza più profonda, a ricordarmi che
tutti i rapporti umani sono un equivoco. E che si era stabilito di non evitarli comunque, o in alternativa di trasferirsi in siberia. Bene, a quel punto lì, sì, sono fottuto! Mi tocca dare l'innesco con le mie mani ad un'impresa farsesca che so che avrà come risultato netto solo cibo fresco per la mia frustrazione.
E il boccone più prelibato è perlappunto dato dall'immagine dell'istante in cui i suoi occhi ineluttabilmente si accorgono che il mio volto è mutato: non più bel tenebroso, ma povero idiota; smarrito nella lotta tra istanze contrastanti; fuga o martirio, rassegnazione o speranza, virtù o vanità..
Questo avviene di norma nei primissimi minuti di conversazione, ma ciò non vuol dire che me la cavo con così poco. Perché per quanto tutto sia estremamente chiaro sin dall'inizio, bisogna aspettare che la coscienza di lei ne prenda atto, che se ne faccia una ragione. E nel frattempo possono passare ore, se non giorni.. se non anni!
Nel caso d'esempio mi ci è voluta una ventina di ore, condite anche di qualche effusione di piccolo livello di intensità e grande potere di frustrazione.
Insomma, il fatto è che in alcuni casi sei costretto ad essere seduttivo, sotto la minaccia implicita che lei perda ogni interesse per te nello stesso istante in cui cessano i tuoi maldestri tentativi. Però per sedurre senza farti sbucare la faccia da ebete (e dico quella che poi ti impedisce di sedurre, non quella dei seduttori), bisogna avere il
desiderio di sedurre; ma questo desiderio non c'entra nulla, come molti invece pensano, con il reale interesse, e nemmeno con la reale attrazione