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Vecchio 13-07-2012, 16:01   #41
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Originariamente inviata da Sampei80 Visualizza il messaggio
Ma nessuno ha una paura, seppur inconscia del rifiuto?
Come nessuno? Direi piuttosto che questo è il problema principale!
Vecchio 13-07-2012, 16:52   #42
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Originariamente inviata da Marco Russo Visualizza il messaggio
Sicché, mi spiegate cos'è, per voi very-avoiding, il disturbo evitante?
Innanzitutto io cambierei il nome del disturbo, ché trovo fuorviante porre enfasi sull'evitare. Penso che si dovrebbe porre enfasi sul sentimento e il disagio provati, non tanto sul comportamento, quindi sul senso di inadeguatezza più che sull'evitamento, quindi lo chiamerei qualcosa come disturbo nella percezione dell'intimità e della comunanza con l'altro. Uno può non evitare le situazioni ma soffrire comunque di dep o viceversa evitare le situazioni ma a causa di un disturbo di tipo diverso, tipo dap o agorafobia o disturbo d'ansia (che ok, è presente anche nel dep ma non è detto abbia le stesse basi di inadeguatezza e scarsa autostima).

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Originariamente inviata da Marco Russo Visualizza il messaggio
Che emozioni provate quando vi trovate in contesti dove evitate, cosa desiderate, se vorreste riuscire a non evitare più eccetera?
E' dura dire cosa si evita e cosa no, perché accanto ai meccanismi di evitamento trovo che scattino dei meccanismi di autoassoluzione interiore volti a negare l'evitamento stesso. In parole povere frasi come: "ma sì, in fondo non mi interessa davvero fare quella cosa", "ma sì, è più piacevole leggere questo libro/guardare questo film". La mia vita è spaccata in due: quasi trent'anni di libero lasciarsi andare ai meccanismi di autoassoluzione (ed autosabotaggio) e dopo... il tentativo di sovvertire tutto questo e sforzarsi di non evitare (facendo anche cose di cui effettivamente non mi importava nulla, sicuramente, ma poco importa). Cosa provo? Senso di disagio e di inadeguatezza, il mio problema maggiore son le scarse skills sociali e la bassa assertività, soprattutto in situazioni che prevedono conflitti o che hanno a che vedere con i sentimenti (e non parlo solo di sentimenti d'ammore).

Ultima modifica di Moonwatcher; 13-07-2012 a 17:48.
Vecchio 13-07-2012, 17:51   #43
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Ma tu come fai a sapere che son andato via di casa? °_°

Direi prima comunque, quello ha fatto parte del processo ma non ne è stata la causa, bensì un effetto.
Vecchio 13-07-2012, 18:43   #44
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Originariamente inviata da barclay Visualizza il messaggio
Nel mio caso c'è, ma discende dalla sensazione di inadeguatezza: rifiuto ed accettazione mi fanno paura ugualmente, ma quella del rifiuto è più “in superficie”.
Accettazione perchè?
Hai paura che gli altri ti accettino per quello che non sei? Insomma paura di deludere le aspettative che pensi gli altri abbiano di te?
Se è per questo anchio direi.
Vecchio 13-07-2012, 19:22   #45
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Originariamente inviata da Sampei80 Visualizza il messaggio
Accettazione perchè?
Purtroppo non sono in grado di spiegarlo con precisione, perché solo di recente sono diventato capace di "vederla", nonostante il mio psicanalista insistesse molto su quest'argomento. La paura di deludere c'è di sicuro, da questa deriva quella di perdere tutto, inoltre c'è quella di diventare vulnerabile
Vecchio 13-07-2012, 20:21   #46
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Originariamente inviata da Moonwatcher Visualizza il messaggio
Innanzitutto io cambierei il nome del disturbo, ché trovo fuorviante porre enfasi sull'evitare. Penso che si dovrebbe porre enfasi sul sentimento e il disagio provati, non tanto sul comportamento, quindi sul senso di inadeguatezza più che sull'evitamento, quindi lo chiamerei qualcosa come disturbo nella percezione dell'intimità e della comunanza con l'altro. Uno può non evitare le situazioni ma soffrire comunque di dep o viceversa evitare le situazioni ma a causa di un disturbo di tipo diverso, tipo dap o agorafobia o disturbo d'ansia (che ok, è presente anche nel dep ma non è detto abbia le stesse basi di inadeguatezza e scarsa autostima).
la ritengo un'osservazione molto acuta. Anche perché c'è evitamento ed evitamento, poc'anzi dimostravo che persino un narcisista può evitare eppure la cosa ha fatto nascere qualche scetticismo.

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Originariamente inviata da Moonwatcher Visualizza il messaggio
E' dura dire cosa si evita e cosa no, perché accanto ai meccanismi di evitamento trovo che scattino dei meccanismi di autoassoluzione interiore volti a negare l'evitamento stesso. In parole povere frasi come: "ma sì, in fondo non mi interessa davvero fare quella cosa", "ma sì, è più piacevole leggere questo libro/guardare questo film". La mia vita è spaccata in due: quasi trent'anni di libero lasciarsi andare ai meccanismi di autoassoluzione (ed autosabotaggio) e dopo... il tentativo di sovvertire tutto questo e sforzarsi di non evitare (facendo anche cose di cui effettivamente non mi importava nulla, sicuramente, ma poco importa). Cosa provo? Senso di disagio e di inadeguatezza, il mio problema maggiore son le scarse skills sociali e la bassa assertività, soprattutto in situazioni che prevedono conflitti o che hanno a che vedere con i sentimenti (e non parlo solo di sentimenti d'ammore).
guarda mi rispecchio tantissimo in quello che hai scritto, ma soprattutto rispecchio il me stesso di 10 anni fa... parole come "autoassoluzione" e "autosabotaggio" sono concetti cardini.
Tra i tanti problemi, scarsi skills sociali sicuramente, bassa assertività certamente, ma anche una punta d'orgoglio (grandiosità?) che rende l'autocritica estremamente difficoltosa e l'autoanalisi abbastanza distorta, e quindi mi impedisce ad esempio di confrontarmi con le situazioni per paura di dimostrarmi meno capace di quello che vorrei credermi... questo meccanismo l'ho scoperto da relativamente poco e già scoprirlo è stato un passo importante (il prossimo thread che aprirò, se non esiste già, sarà incentrato sulla variazione di impatto, in termini di capacità invalidante, prima/dopo la scoperta/approfondimento della propria diagnosi e relativi disturbi. Sono del parere che talvolta solo dare un nome e uno schema aiuti tanto).
Vecchio 14-07-2012, 13:07   #47
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Un'altra cosa che ho notato, nei miei tentativi di socializzazione, è la tendenza ad autoincolparmi, nel senso che spesso interpreto certi comportamenti come una punizione per qualcosa che ho o non ho fatto/detto e vado in cortocircuito tentando di capire dove ho sbagliato

Ultima modifica di barclay; 14-07-2012 a 13:10.
Vecchio 14-07-2012, 13:16   #48
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Originariamente inviata da barclay Visualizza il messaggio
Un'altra cosa che ho notato, nei miei tentativi di socializzazione, è la tendenza ad autoincolparmi, nel senso che spesso interpreto certi comportamenti come una punizione per qualcosa che ho o non ho fatto/detto e vado in cortocircuito tentando di capire dove ho sbagliato
ce l'avevo, è una delle cose che sono riuscito a superare 10 anni fa.
Vecchio 23-08-2012, 00:07   #49
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Io sono così evitante-narcisista che per giustificare tutta la mia adolescenza passata a casa per la fobia mi sono inventato che il sesso non mi interessa.


La mia parte narcisista mi impedisce di ammettere che sono un timido con le ragazze e per non sentirmi inferiore ha deciso piuttosto di farmi perdere l'interesse.

Ultima modifica di Sverso; 23-08-2012 a 00:21.
Vecchio 27-08-2012, 09:34   #50
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Pure a me è stato diagnosticato il DEP.
Essenzialmente il disturbo evitante di personalità altro non è che una serie di sentimenti di inadeguatezza, ipersensibilità alle critiche e al rifiuto e quella tendenza a "tornare indietro", ossia a non sviluppare un'autostima. Di conseguenza un dep vero e proprio NON svilupperà un'autostima stabile, sviluppando conseguentemente una serie di fobie sociali molto acute. Per dirti, io evito chiunque, pure i bambini. Mi viene difficile non evitare, in quanto ormai lo considero anche una parte di me, una parte indissolubile, indistruttibile!
E poi, considerando il fatto che nell'evitante esiste la costante sensazione di non appartenere al rapporto, l'evitante tende ad evitare ANCHE per questo.
Atteggiamenti di rabbia? Ovvio! Io li ho sui miei genitori, metti che sia anche un po' l'età, metti che sia il mio disturbo, io spesso provo rabbia quando i miei genitori mi dicono cosa fare. Ma mi spiego meglio... Non è la tipica rabbia adolescenziale del "non rompetemi le palle" bensì è un comportamento di frustrazione per il fatto di non essere capiti e, conseguentemente, di sentirsi diversi ed estranei al rapporto.
Cioé... Se ti dovessi dire tutto quello che evito io! In poche parole diciamo che evito di vivere, ecco. ^^ E sono talmente immerso nel mio mondo immaginario che il tempo puff! Vola! Vola come un uccello in mezzo ad un inenarrabile, quanto infinito oceano di sofferenza.
Vecchio 27-08-2012, 16:12   #51
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Originariamente inviata da chopin6630k Visualizza il messaggio
Non è la tipica rabbia adolescenziale del "non rompetemi le palle" bensì è un comportamento di frustrazione per il fatto di non essere capiti
A 19 anni è il momento di capire che non è un tuo diritto "essere capito" dai genitori.

Torna frequentemente questo tema e posso comprendere che gli utenti di 14-15 anni abbiano ancora questo desiderio, ma i più grandicelli dovrebbero avere la maturità di capire che c'è un limite a quello che si può chiedere ai propri genitori.
Vecchio 27-08-2012, 17:56   #52
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Originariamente inviata da canza Visualizza il messaggio
Torna frequentemente questo tema e posso comprendere che gli utenti di 14-15 anni abbiano ancora questo desiderio, ma i più grandicelli dovrebbero avere la maturità di capire che c'è un limite a quello che si può chiedere ai propri genitori.
Il fatto è che molto spesso un bambino diventa evitante perché non viene capito quando ce ne sarebbe stato bisogno e sarebbe stato suo pieno diritto pretenderlo, quindi, come diceva chopin6630k, potrebbe non essere rabbia adolescenziale.

Ultima modifica di barclay; 27-08-2012 a 17:59.
Vecchio 27-08-2012, 18:01   #53
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Originariamente inviata da barclay Visualizza il messaggio
quando ce ne sarebbe stato bisogno
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Originariamente inviata da barclay Visualizza il messaggio
sarebbe stato suo pieno diritto pretenderlo
"sarebbe stato"... Quindi in passato, adesso il bambino è cresciuto.
Non può pretendere più la comprensione dei genitori.

Anzi è abbastanza grande da dover essere lui a mostrarsi comprensivo nei confronti dei genitori che ormai si avviano alla vecchiaia...
Vecchio 27-08-2012, 18:07   #54
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Originariamente inviata da canza Visualizza il messaggio
"sarebbe stato"... Quindi in passato, adesso il bambino è cresciuto. Non può pretendere più la comprensione dei genitori.
Non intendevo dire che è giusto pretenderla, ma che all'origine di quello specifico ed attuale desiderio ci potrebbe essere un trauma pregresso, soprattutto se si parla di un sociofobico/evitante
Vecchio 27-08-2012, 19:00   #55
Esperto
L'avatar di canza
 

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Originariamente inviata da barclay Visualizza il messaggio
Non intendevo dire che è giusto pretenderla, ma che all'origine di quello specifico ed attuale desiderio ci potrebbe essere un trauma pregresso, soprattutto se si parla di un sociofobico/evitante
Questo è assai probabile.
Vecchio 27-08-2012, 21:28   #56
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Ho scoperto da poco di essere lievemente evitante in determinate situazioni...
Andiamo bene
Vecchio 27-08-2012, 22:12   #57
Intermedio
L'avatar di ThinkHappy
 

Anche a me hanno diagnosticato uno stile evitante, quindi sono ancora sulla soglia del disturbo. Nel mio caso, semplicemente evito come la peste qualsiasi situazione sociale che immagino potrebbe farmi sentire a disagio, triste.
Sinceramente non ci vedo nulla di male
Vecchio 27-08-2012, 23:34   #58
Esperto
L'avatar di canza
 

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Originariamente inviata da ThinkHappy Visualizza il messaggio
Sinceramente non ci vedo nulla di male
Si, questo è l'atteggiamento giusto per finire nel baratro...

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Originariamente inviata da Betsy Cherry Visualizza il messaggio
Ho scoperto da poco di essere lievemente evitante
Sei lievitante...
Vecchio 28-08-2012, 04:57   #59
Esperto
L'avatar di Pluvia
 

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Originariamente inviata da Marco Russo Visualizza il messaggio
"io sono superiore agli altri" "gli altri non sono alla mia altezza e non mi capiranno mai" "io evito gli altri"
Mah, non so se sono narcisista, ma riconosco di essere decisamente orgoglioso.
Ho sempre saputo di essere ambiguamente diverso dagli altri, ma quando i professori alle superiori presero a considerarmi "speciale", un ragazzo molto più intelligente che nella norma, dovetti ricredermi. Non capivo donde traessero le loro conclusioni, ma se lo dicevano in così tanti adulti e così numerosi, un motivo doveva esserci. Mi lodavano con continui elogi pubblicamente, si adiravano quando non mi applicavo di più nello studio con la volontà d'eccellere, chiedevano spesso i miei interventi e il mio punto di vista, accettavano qualunque cosa si riversasse fuori dalla mia bocca con ampi e compiaciuti sorrisi e le facce sbigottite, mi interrogavano spesso anche a sorpresa e in molteplici occasioni con il dichiarato intento di mostrare agli altri allievi l'esempio da seguire, discutevano faccia a faccia meco alla fine delle lezioni e a volte mi riaccompagnavano pure a casa. ()
Gli insegnanti spesso mi incolpavano quando non aiutavo i miei compagni (sebbene ci fossero individui con voti più elevati dei miei) e ogni tanto davano la colpa degli insuccessi scolastici dei miei compagni al sottoscritto, poichè per loro gli altri miei compagni adottavano metodi di studio e atteggiamenti durante la lezione che erano ad essi preclusi e inadatti, sfruttabili semplicemente per un genio.

Mi capita spesso di pensare ciò che hai scritto sopra, e il motivo per cui sovente non mi esprimo è proprio per la cognizione di avere sempre un opinione diversa da quella altrui, la quale io reputo migliore, e taciuta perchè non può essere condivisa nè compresa da menti che non ragionano nel pari mio modo (sempre secondo me, intendo).

Questo orgoglio e questo narcisismo si sono evoluti in me però solo dalle superiori, mentre i miei problemi sociali e il mio disturbo evitante molto prima.
Dunque non sono pronto a scommettere che la mia anomalia sia collegata strettamente a tale aspetto.
Per di più mi è difficile collegare con esso la paura principe del fenomeno evitante: cioè il formidabile terrore del rifiuto. Se sono tanto meglio degli altri e cio è scientificamente provato() perchè ho tanta paura di mettermi in gioco e provarlo? Perchè ho tanta inquietudine di non essere all'altezza?
Diciamo solo che sono un caso strano e complesso, e che la mia stessa psicologa mi definisce misterioso. ()

In ogni caso non ho il minimo timore di sfigurare le mie abilità nel saggiarle notoriamente, poichè come ho detto, sono state attribuitemi, non sono immaginarie nè artificiose nè favolose.


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Originariamente inviata da Marco Russo Visualizza il messaggio
Che emozioni provate quando vi trovate in contesti dove evitate, cosa desiderate, se vorreste riuscire a non evitare più eccetera?
Proprio alla luce di quanto scritto sopra il mio desiderio è essere al centro dell'attenzione, avere la facoltà di svolgere la mia mansione di buffone e di superfigo (), vedere tutti che pendono dalla mia bocca.
L'evitamento mi impedisce di ottener tutto ciò e le mie emozioni in tali momenti sono rabbia e odio: seppur il mio più grande desiderio è stare in mezzo agli altri, quando noto di essere tralasciato, nutro un blando disprezzo per essi.
Io voglio smettere di evitare e combatterò perchè questo accada, poichè finora non l'ho fatto, o non l'ho fatto in modo soddisfacente.
La depressione e la tristezza sono dietro l'angolo, e se non ce la farò sarà solo colpa mia.
Non mi arrenderò.

Ultima modifica di Pluvia; 28-08-2012 a 05:04.
Vecchio 28-08-2012, 07:44   #60
Esperto
L'avatar di barclay
 

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Originariamente inviata da ThinkHappy Visualizza il messaggio
Sinceramente non ci vedo nulla di male
Ci credo: sei una donna, quindi l'essere evitante non ti costringe all'astinenza
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