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29-10-2009, 21:10
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#1
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Banned
Qui dal: Oct 2009
Messaggi: 89
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sono giova eh....cmq riporto qui quello che ho riportato su un altro forum...
leggendo da wikipedia e in giro su internet...
Tipicamente, si presentano come persone che amano stare da sole e riferiscono di sentire un certo senso di estraniazione dalla società.
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Il disturbo evitante della personalità è di solito osservato all'inizio dell'età adulta, ed è associato ad un certo senso di "rigetto" effettivo o percepito dal genitore o dai pari età durante l'infanzia.
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caratteristiche stile evitante:
# Sentirsi a proprio agio con l'abitudine, la ripetizione e la routine;
# Preferire il conosciuto allo sconosciuto;
# Sensibile e preoccupato circa quello che gli altri pensano di loro; tendenza ad essere impacciato e apprensivo;
# Molto discreti e prudenti nel trattare con gli altri
# Tendenza a mantenere un modo di comportarsi riservato e autorepresso attorno agli altri;
disturbo evitante:
# Non hanno amici intimi o confidenti o solo uno al di là dei parenti più stretti; evitano attività che implicano un contatto interpersonale significativo;
# Riluttanti a coinvolgersi con la gente a meno di avere la certezza di essere accettati; si offendono facilmente davanti a critiche o disapprovazioni;
# Timorosi di imbarazzarsi arrossendo, piangendo o mostrando segni di ansia di fronte ad altre persone;
Tendono ad avere un rendimento al di sotto le proprie possibilità e trovano difficile focalizzare l'attenzione sulle attività professionali o sugli hobby.
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La ricerca suggerisce che le persone affette da disturbo evitante di personalità, in comune con persone affette da altre fobie sociali, monitorano eccessivamente le proprie reazioni interiori quando sono coinvolti in interazioni sociali. Comunque, al contrario invece di persone affette da altre fobie sociali, monitorano eccessivamente anche le reazioni delle persone con cui stanno interagendo. L'estrema tensione creata da questo monitoraggio può giustificare il modo di parlare titubante e la taciturnità di molte persone affette da disturbo evitante della personalità. Sono così preoccupati di monitorare se stessi e gli altri che produrre un discorso fluente diventa difficile.
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# Ipersensibilità alla critica o al rigetto;
# Isolamento sociale autoimposto;
# Estrema timidezza in situazioni sociali, nonostante si senta un grosso desiderio di relazioni intime;
# Tendenza ad evitare le relazioni interpersonali;
# Sensazioni di inadeguatezza;
# Autocritico circa i propri problemi di relazione con gli altri;
# Problemi nello svolgere alcuni compiti professionali;
# Autopercezione di una vita propria di solitudine;
# Sensazione di sentirsi inferiore agli altri;
# Creazione di un mondo di fantasia.
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Trattamento [modifica]
Il trattamento del disturbo evitante di personalità può servirsi di varie tecniche, come ad esempio allenamento delle abilità sociali, terapia cognitiva, trattamento di esposizione per aumentare gradualmente i contatti sociali, terapia di gruppo per far pratica con le abilità sociali e a volte terapia farmacologia.[2] Una questione-chiave nel trattamento è guadagnare e mantenere la fiducia del paziente, dal momento che le persone affette da DEP spesso iniziano ad evitare le sessioni di terapia se non hanno fiducia nel terapista o temono un rigetto. Lo scopo principale sia della terapia individuale sia della terapia di gruppo è, per le persone affette dal disturbo, iniziare a "sfidare" le proprie credenze esageratamente negative sulla propria personalità.[3] Anche se non approvati dalla comunità psicologica, è apparso un certo numero di siti web sull'argomento e tali siti hanno la pretesa di offrire suggerimenti alle persone affette dal disturbo. L'idea principale che corre attraverso questi siti, un'idea che sarebbe condivisa anche dalla comunità psicologica, è che le persone affette dal disturbo hanno visioni negative su loro stesse non realistiche e che lo "sfidare" queste credenze" è il primo passo per superare questo disagio.
sintomi che conosco relativamente bene...il mio problema nella conversazione deriva dal senso di inadeguatezza in parte e in parte dai pensieri continui di analisi sopra citati...
trattamento? roba che ovviamente già sapevo ed è l'autoterapia che cerco di attuare giorno x giorno...
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29-10-2009, 23:47
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#2
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Esperto
Qui dal: Dec 2007
Ubicazione: nella vera capitale d'Italia
Messaggi: 10,358
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l'evitante evita, tu ti ci butti invece
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29-10-2009, 23:52
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#3
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Banned
Qui dal: Oct 2009
Messaggi: 89
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Quote:
Originariamente inviata da calinero
l'evitante evita, tu ti ci butti invece
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sbagliato....l'evitante evita....io infatti dendo ad evitare....
io mi butto perchè è la mia terapia....la terapia base x combattere il disturbo evitante è la cognitiva-comportamentale....
e quindi è una buona cosa anche concedersi esposizioni....
io mi ci butto non perchè ho voglia di farlo...semplicemente perchè so che è la cosa giusta che devo fare x combattere il mio disagio..è una parte della mia terapia (è la aprte pratica che esente dai percorsi psichici)....poi c'è la cognitiva...
e cali se l'hai detto seriamente (visto i tuoi studi) hai fatto un'affermazione quanto mai sbagliata...
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30-10-2009, 09:44
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#4
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Esperto
Qui dal: Aug 2009
Ubicazione: in un buco
Messaggi: 1,099
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ankio son evitantone non parliamo di tutte le situazioni sociali che evito
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30-10-2009, 20:03
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#5
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Esperto
Qui dal: Jan 2008
Messaggi: 4,864
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Disturbo di mxxx. e purtroppo concordo cn cali..
l'esposizioni di certo servono...ma dipende anche in che grado è compromessa la propria salute.
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30-10-2009, 20:06
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#6
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Banned
Qui dal: Oct 2009
Messaggi: 89
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è ridicolo e assurdo nascondere la propria esistenza dietro ad un problema simile...io più capisco questo e più mi viene voglia sia di dare craniate al muro e sia di continuare a provarci...
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30-10-2009, 21:12
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#7
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Banned
Qui dal: Oct 2009
Messaggi: 89
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i punti della piocchetta....loro ritornano sempre...esposizioni...questo è il trucco...ogni situazione sociale si percepisce l'istinto di evitare...di rifugiarsi in sè e isolarsi, sfugirne via...dunque non inizio nemmeno a conversare, non so conversare del + e del - ed evito ogni interazione umana...
il trucco deve essere qui...in sti mesi ho aumentato le espozioni insieme al percorso psicologico....ora va fatta un'accelerazione netta...sia a livello dei pensieri e sia delle espozioni...ogni situazione deve essere un'interazione sociale (cosa quasi impossibile x uno che soffre di un problema come questo, ma deve diventarlo...deve essere legge...o così....o morte/fallimento)
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30-10-2009, 23:03
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#8
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Esperto
Qui dal: Jan 2008
Messaggi: 4,864
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Giova nn è per fare sempre la rompicoglioni della situazione, ma nn hai la sensazione di ricadere sempre nelle stesse trappole mentali?
Io mi sn accorta che piu penso, piu elaboro un piano di azione,e piu affondo....nelle mie paranoie mentali..., magari pure giuste sotto certi aspetti, ma pur sempre delle gabbie.
a me l'esposizioni non mi aiutano, perchè nella mia mente partorisco sempre un unica via di fuga ....e non riesco a mantenere un punto di contatto fra i miei desideri e i miei fallimenti, che nn sia distruttivo.
Posso pensare mille volte a un azione da compiere, la gestisco in vari modi nel mia immaginazione, ma poi quando mi ritrovo a viverla, tengo botta per un pò, e dopo vado giu a picco.
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30-10-2009, 23:16
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#9
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Banned
Qui dal: Oct 2009
Messaggi: 89
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Quote:
Originariamente inviata da animaSola
Giova nn è per fare sempre la rompicoglioni della situazione, ma nn hai la sensazione di ricadere sempre nelle stesse trappole mentali?
Io mi sn accorta che piu penso, piu elaboro un piano di azione,e piu affondo....nelle mie paranoie mentali..., magari pure giuste sotto certi aspetti, ma pur sempre delle gabbie.
a me l'esposizioni non mi aiutano, perchè nella mia mente partorisco sempre un unica via di fuga ....e non riesco a mantenere un punto di contatto fra i miei desideri e i miei fallimenti, che nn sia distruttivo.
Posso pensare mille volte a un azione da compiere, la gestisco in vari modi nel mia immaginazione, ma poi quando mi ritrovo a viverla, tengo botta per un pò, e dopo vado giu a picco.
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e...effettivamente sì...infatti una delle soluzioni che provo ad adottare oltre le esposizioni e una sorta di terapia cognitiva è eliminare più che posso il mio "riflettere" quando sono lì in mezzo agli altri...
anch'io spesso le esposizioni trovo via di fuga o semplicemente ci rinuncio perchè costa troppo sforzo...però a forza di sforzarmi qualcosa mi riesce...
purtroppo anche a me succede il 99,99% delle volte (anzi forse il 100%)...che nell'immaginazione la gestisco nelle maniere più incredibili, con normalità...poi di fatto lì per lì 99 volte su 100 non inizio nemmeno ad interagire...e la volta in cui interagisco anch'io duro poco...pochi scambi di frasi (ma è già un miracolo) e poi sento il bisogno fisiologico si tagliare la comunicazione e ritornar enel mio angolo privo di stress eccessivi...
però...nonostante tutto continuo ad essere testardo e provarci...prima o poi una delle 2 parti cederà...o migliorerò più nettamente o impazzirò e/o mi deprimerò fino alla morte...
per me anche solo uscire x studiare in biblioteca o andare a lezione con l'idea comunque di restare lì accada quel che accada è tanto...anche se sto lì in silenzio e non riesco ad interagire x me se sto lì e riesco a starci senza provare troppo disagio è già 1 punto guadagnato...
1 anno fa a lezione mi tormentavo, sentivo un disagio immenso e non vedevo l'ora di uscire...era una tortura letteralmente...
ora? ora mi infastidisc eleggermente...perchè sento il mio silenzio, gli occhi degli altri, il dovere di interagire in minima parte, ma è sopportabile...anzi sto iniziando via via a trovare quasi gusto a sfidare il mio istinto ad evitare...
li in mezzo a tutti mi viene l'istinto di alzarmi ed uscire dall'aula x il disagio ...io mi obbligo a cambiare i miei pensieri...le mie sensazioni....fino a neutralizzare i pensieri negativi, le sensazioni negative e quindi il bisogno di evitare ...almeno quello di evitare di sfuggire dall'ambiente...sfuggo dalle persone, ma almeno inizio ad accettare di stare in silenzio in un ambiente pieno di altre persone...
fino a poche settimane fa non avrei mai e poi mai mangiato nemmeno a tavola...ora lo sto facendo....e addirittura a volte provo la gioia pure di fare qualche battuta o ocnversazione banale in famiglia (si tratta di poche frasi ...niente di che...) ...ma x me sono piccoli risultati che mi rendono speranzoso...anche se ad alcuni sembrano nulla...
o anche il solo fatto che tutta sta primavera raccontavo di buttarmi al sabato sera al pub x parlare con delle ragazze...9 volte su 10 duravo come hai detto tu pochi istanti...minuti...poi dovevo fuggire...ma una volta sono stato lì seduto x oltre 1 ora con delle ragazze totalmente estranee e...mi sono sentito relativamente a mi oagio nel conoscerci...
anche quello è stato un piccolo passo fatto...
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30-10-2009, 23:22
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#10
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Esperto
Qui dal: Jan 2008
Messaggi: 4,864
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Io ho un forte problema con la costanza....un mese penso in un modo, e il mese dopo crollo a picco.(nn su tutto, ma su alcune cose mi ritengo alquanto instabile).e penso che tutto cio, sia dovuto proprio al fatto che nn riesco ad accettare la mia "invalidità",l'affronto,ne cerco delle soluzioni,ma poi quando non vedo alcun riscontro concreto, entro in fase depressiva.e fanculizzo il mio mondo...
a volte penso che dovrei assopirmi nella mia malattia,solo per avere un umore meno discutibile...
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30-10-2009, 23:27
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#11
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Banned
Qui dal: Oct 2009
Messaggi: 89
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solfa...io 1 ora penso in un modo...e l'ora dopo la penso nel modo opposto (ben sapendo che il giorno dopo la ripenserò come l'ora precedente)...
solfa io penso di aver capito come sono fatto...dunque ho imparato e sto imparando a costruire la mia stabilità sull'instabilità...
cioè? dal momento che so di provare certe sensazioni (che so essere in certi momenti errati) beh quando le provo mi sforzo di modificarle sul momento, di resettare il cervello...
penso si debba solo combatterla in modo differente...e accettare se qualche volta non si riesce a controllare le sensazioni percepite...ma non x questo arrendendosi sempre ad esse passivamente (e soprattutto negativamente)
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30-10-2009, 23:33
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#12
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Esperto
Qui dal: Jan 2008
Messaggi: 4,864
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No io per fortuna, non cambio umore e decisioni nell arco di un ora, ce sempre un motivo che mi fa scattare l'evitamento, le ossessioni,ecc ecc.
Il problema è individuare se stessi dentro la malattia...e quindi partorire delle decisioni o dei pensieri in base a cio che si è, e nn in base allo stato d'animo patologico di un dep.
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30-10-2009, 23:38
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#13
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Banned
Qui dal: Oct 2009
Messaggi: 89
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esattamente...quando nell'altro thread parlavo di estraniarsi parlavo anche di questo...imparare a percepire i propri limiti e quindi imparare a ragionare come se essi non ci fossero...poi tra il dire e il fare le cose si complicano un po'...ma la parte teorica per lo meno si può raggiungere....la pratica è tanto sforzo...
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30-10-2009, 23:40
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#14
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Banned
Qui dal: Oct 2009
Messaggi: 89
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qual è il colmo x 2 evitanti?
lui chiama lei al telefono e invita lei alla cena per le ore 20...alle 20 entrambi sono puntuali alla cena yeppieee
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30-10-2009, 23:43
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#15
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Esperto
Qui dal: Jan 2008
Messaggi: 4,864
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Bisognerebbe ricordarsi come si era prima di ridursi in uno stato simile, ma soprattutto bisognerebbe anche prendere in considerazione che,le decisioni prese 10 anni fa in uno stato mentale normale, sarebbbero cambiate con l'avanzare dell età.
quindi ora , bho...come avremmo reagito?
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30-10-2009, 23:49
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#16
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Banned
Qui dal: Oct 2009
Messaggi: 89
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a beh il problema principale che cioè...prima di essere così...beh ero un ragazzino di 14-15anni io...quindi boh...non so quanto conti com'ero a 14-15anni...penso che in ogni casoo da quell'età fino alla mia attuale si cambia e di molto...quindi...
io vado a fidarmi più dei bisogni che percepisco quando sono solo con me stesso (ecco quello sono il vero io)...ovviamente percezioni che vado a depurare delle varie negatività dei pensieri...salvo la mia incapacità nel rapportarmi per questo mio problema ho imparato ad analizzare ed essere molto razionale dunque con un po' d'impegno riesco a percepire come reagirei senza il problema di fondo...cosa potrei pensare senza il problema di fondo...
x me io sono quello...quello che ero un tempo non conta...sia perchè un tempo avevo 14-15 anni...e sia perchè noi siamo il nostro vissuto...dunque non ha senso cercare se stessi in un passato così passato,...
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30-10-2009, 23:55
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#17
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Esperto
Qui dal: Jan 2008
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Quote:
Originariamente inviata da l'operatore
io vado a fidarmi più dei bisogni che percepisco quando sono solo con me stesso (ecco quello sono il vero io)...ovviamente percezioni che vado a depurare delle varie negatività dei pensieri....
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Quindi nn pensi che questi bisogni sia contaminati dalla patologia?
a me a volte sembra di si,forse perchè ora come ora amplificherei tutto. e nn riuscirei a scorgere il superfluo dall essenziale.
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31-10-2009, 00:02
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#18
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Banned
Qui dal: Oct 2009
Messaggi: 89
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non penso...poi dipende a che bisogni fai riferimento nel particolare...io ritengo che un bisogno resta un bisogno....patologia o meno...e quando dentro di sè si è sicuri che non sono influenzati da altro se si sono razionalizzati nel giusto modo sono quelli da seguire...
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31-10-2009, 00:08
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#19
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Esperto
Qui dal: Jan 2008
Messaggi: 4,864
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Non sò,...io ritengo tali, i bisogni che perdurano nel tempo...
che possono esser la libertà d'azione, di pensiero, di affermazione sociale,ecc.
ma quando si scava sempre piu in profondità , ed emergono i bisogni del momento(quelli legati ad una situazione attuale)..non so quanto questi siano reali...o solo il frutto di una mente instabile e malata.
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31-10-2009, 13:43
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#20
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Banned
Qui dal: Oct 2009
Messaggi: 89
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in effetti dentro di me ci sono tendenze molto contrastanti...esempio? stasera è sabato...come ogni week-end dovrei uscire con il gruppo con cui esco al solito (che non sento x il resto della settimana se non x concordare l'uscita al sabato)...
una persona normale sarebbe felice...
io ovviamente sento l'istinto di evitare...so che è una situazione ansiogena (come ogni sabato che esco), non avrò niente da dire, starò in mezzo agli altri a fingere di essere "normale" quando dentro di me sentirò x il disagio l'istinto di sfuggire via x la troppa difficoltà a stare lì...
dunque? dunque non è nemmeno l'una e sto pensando come ogni week-end "ma chi me lo fa fare? perchè dovrei uscire? in fondo non ho niente di cui parlare...solo pensare che devo passare l'ennesima serata con l'oro mi crea solo tensione, stress, disagio...in fondo non mi va...voglio starmene a casuccia, a guardare la tv e al pc in pace...senza stress, difficoltà da affrontare ecc...ecc..."... questo pensiero mi sta circolando in testa da un paio di orette
però...in fondo al cuore sto iniziando a ripetermi da 5 minuti contemporaneamente "io non ho alcuna voglia di uscire non tanto perchè li considero estranei - perchè tempo x conoscere una persona volendo c'è sempre per scoprirla...- ma perchè sento il bisogno di evitare la situazione, so già che percepirò disagio x gran parte della serata...tutta probabilmente al solito..."...
E in questa situazione in sto momento non so proprio che fare...o almeno so che cosa dovrei fare (e che cosa farò probabilmente controvoglia)...cioè prendere e uscire come ogni sabato nonostante il solito disagio ed istinto...ma dentro di me sento quello smarrimento che mi spingerebbe a fare esattamente il contrario (se non fosse che ormai mi sono intestardito...x me il sabato sera ormai è la sera in cui si esce che io lo voglia o no...anche mi venissero le convulsioni x strada)...
eviterò qualsiasi situazione...di interagire a lezione...in famiglia...quotidianamente...ma al sabato sera mi sono imposto che deve essere la serata in cui esco in ogni caso (indipendentemente dalle mie sensazioni interne)...
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Ultima modifica di l'operatore; 31-10-2009 a 13:46.
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