Ho una mia teoria. Noi siamo sociofobici, depressi, etc, perchè siamo molto "chiusi" nel nostro Io. Viviamo confinati nelle nostre sensazioni, subendole, anzichè USANDOLE a nostro vantaggio. Sensazioni di sfiducia, paura, diffidenza, insicurezza etc. Perchè se ti chiudi in te stesso, non potrai far altro che vedere i tuoi limiti.
Ma se noi ci esercitassimo, abitualmente, a smettere di fare le cose meccanicamente, "perchè è così", "perchè abbiamo sempre fatto così", "perchè siamo fatto così", o soprattutto (nel caso dei SF) "perchè la gente si aspetta questo da noi", dimenticando di essere "NOI stessi", e considerandoci, scusatemi il paragone un po' nerd ma per me azzeccato, come avatar di noi stessi, in una specie di videogioco chiamato vita.
Secondo me siamo così pieni di paure anche nascoste anche profonde (io per esempio non mi definirei una persona paurosa ma non mi spiego altrimenti il motivo di certi comportamenti), che ci siamo dimenticati il senso essenziale della vita: il GIOCO.
Voi, se compraste un nuovo videogioco ed aveste un mondo pieno di possibilità ed incontri in cui far muovere il vostro personaggio (una specie di GTA del futuro
), con altri personaggi tutti diversi con cui interagire, lo terreste fermo, immobile, a far le stesse cose che ha sempre fatto, o lo fiondereste nelle avventure più spericolate? ecco, ora questa è una estremizzazione, anche se c'è qualcuno che fa così effettivamente, però dovrebbe essere questo lo spirito con cui affrontare la vita.
Distaccandoci anche momentaneamente dalle nostre piccole vite, per vedere quello che è effettivamente la vita, ovvero uno spettacolo che si rinnova continuamente, e che continua ad esistere oltre a noi e nonostante noi. Possiamo essere degli infelici, degli isolati, dei depressi sfigati reietti e tutto quel che volete, brutti, antipatici, però partecipiamo di questo grande gioco, o avventura, e nessuno ci può togliere questo privilegio e questa libertà. Nessuno.