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19-11-2015, 13:09
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#21
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Banned
Qui dal: Aug 2013
Messaggi: 2,921
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Originariamente inviata da Paranoic
Più che a lezione conosci facilmente durante gli esami li per solidarietà parli con tutti poi alla fine vedi la stessa gente anche a lezione. Più che altro è facile conoscere gente da frequantare in università ma se vuoi conoscere gente da vedere anche fuori dall' uni la vedo dura.
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Sono d'accordo, infatti questo topic nasce per lo sforzarsi a parlare coi colleghi che può essere terapeutico di per sè (imo), non tanto per il discorso di costruirsi un'amicizia; se poi altri ci riescono, ben venga
Quote:
Originariamente inviata da Unison
Io ci ho rinunciato, tutti quelli che ho conosciuto hanno dato tutti gli esami previsti, a me ne mancano un po', e ogni volta che vado a lezione mi dicono 'oh ma che ci fai qua?' come per dire 'ma frequenti ancora?' in modo scherzoso..oppure no, praticamente lo dicono sempre e mi sto stufando.
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Ok, ma questi tuoi colleghi sono un po' stronzi; farsi i fatti loro no?
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19-11-2015, 13:20
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#22
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Esperto
Qui dal: Jul 2012
Messaggi: 3,959
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Originariamente inviata da kitsungi
Questo topic mi interessa perché io, che in tutta la vita prima non avevo mai avuto grossi problemi a socializzare se volevo, all'università sono riuscita a stringere un mezzo rapporto di conoscenza solo con una ragazza. Avevo iniziato l'uni con tutte le migliori intenzioni, per poi scoprirmi completamente INCAPACE. Non riesco ad andare oltre la chiacchiera occasionale, non c'è la persona con cui pranzare insieme, a cui mandare un sms e dire "Se arrivo in ritardo mi tieni il posto?" o cose così. Infatti ora non frequento più perchè lavoro, ma quando frequentavo mi sentivo incredibilmente sola.
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Pure io mi son scoperto, man mano che ci ho provato, sempre più INCAPACE di socializzare e stabilire qualunque tipo di rapporto non formale.
In passato (20 anni e più fa) mi capitava.. abbastanza casualmente.. senza grosso impegno o fatica da parte mia.. di riuscire, nonostante i problemi, ad avercele delle interazioni (anche se superficiali e limitate) con qualcuno .. sul lavoro ad esempio.. cioè, la gente almeno mi vedeva, non ero del tutto invisibile come se non esistessi proprio.. ma ora.........
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19-11-2015, 13:26
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#23
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Esperto
Qui dal: Jul 2012
Messaggi: 3,959
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Quote:
Originariamente inviata da Orion
Io una volta scrivevo molto nei gruppi fb, ma comunque non è servito a nulla. Il che mi conferma nelle mie pippe mentali (probabilmente sono l'appestato del XXI secolo: lo sfigato).
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Guarda che per tanti è così. Nella vita reale come nei "social".
Cioè che qualunque cosa fai o scrivi non ricevi comunque considerazione.
Dipende da cosa scrivi.
Che scrivi cazzate o cose interessanti devi COMUNQUE incontrare i gusti del "pubblico".
Altrimenti, anche se scrivi cose belle e valide, ti ignorano.
Non basta partecipare: bisogna essere in grado di suscitare interesse..è sempre lo stesso problema, come nella vita reale, solo gli strumenti cambiano.
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19-11-2015, 15:06
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#24
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Intermedio
Qui dal: May 2015
Ubicazione: Roma
Messaggi: 127
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Quote:
Originariamente inviata da Genesis_R
Ok, ma questi tuoi colleghi sono un po' stronzi; farsi i fatti loro no?
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In realtà è solo uno che rompe il cxxxo, però ogni tanto si offre pure di aiutarmi a studiare ecc.. La sfiga vuole che abbia conosciuto solo gente da 30/30 e lode, che cavolo...
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19-11-2015, 15:22
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#25
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Esperto
Qui dal: Dec 2014
Ubicazione: Lombardia
Messaggi: 11,690
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Bravo Genesis.
Io ho notato che personalmente mi sono sempre sentito più a mio agio (o meno a disagio) all'università rispetto ad altri luoghi di socializzazione.
Da una parte, e questo vale per tutti, all'università ci sono più appigli per iniziare a parlare; dall'altra credo che l'ambiente universitario mi mettesse addosso una certa adrenalina che mi dava l'energia per parlare.
Forse perché si discuteva di studio, che è sempre stata la mia comfort zone per eccellenza (l'attività che mi riesce meglio dopo correre e dormire, ciò che tuttora vorrei fare invece di dover lavorare). Su quegli argomenti, su come affrontare un esame e quale libro comprare, non mi sentivo in difficoltà, e d'altra parte non vedevo altre possibili minacce all'orizzonte, quindi parlavo tranquillo.
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19-11-2015, 18:06
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#26
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Esperto
Qui dal: Apr 2014
Ubicazione: Lombardia
Messaggi: 489
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Quote:
Originariamente inviata da kitsungi
Questo topic mi interessa perché io, che in tutta la vita prima non avevo mai avuto grossi problemi a socializzare se volevo, all'università sono riuscita a stringere un mezzo rapporto di conoscenza solo con una ragazza. Avevo iniziato l'uni con tutte le migliori intenzioni, per poi scoprirmi completamente INCAPACE.
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Me U.g.u.a.l.e.
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19-11-2015, 21:38
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#27
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Esperto
Qui dal: Dec 2014
Ubicazione: Milano
Messaggi: 5,746
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Quote:
Originariamente inviata da Genesis_R
Poi in realtà potrei fare anche di meglio, e sforzarmi di parlare anche con qualche ragazza, non solo coi ragazzi che mi viene più facile ma si fa quel che si può. La realtà è che una ragazza potrebbe scazzarsi e pensare che ci provi, mentre un ragazzo di solito non pensa che sia gay. Ma comunque è tutta esperienza.
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Questa è una paura introiettata, ce l'avevo anche io, immagino dipenda dagli sfottò delle elementari/medie, "tizio va dietro a tiziaaaaaaa! " e baggianate simili. Persone più sensibili o rese fragili da numerosi episodi di perculamento hanno introiettato questa paura, mentre altri ragazzi sono cresciuti elaborandola e abbandonandola.
La verità è che alle ragazze tendenzialmente dispiace che i ragazzi non parlino con loro, o che ci parlino ma tenendo metaforicamente le mani alzate (ad esempio ribadendo implicitamente o esplicitamente che non ci stanno provando... che poi, come se ci fosse del male in questo ). La dimostrazione ce l'ho avuta in diversi raduni dove le forumiste faticavano a trovare qualcuno con cui parlare.
Consigli su come superare questa paura non te ne posso dare, ma se tieni a mente che è una tua paura irrazionale e immotivata, e che i discorsi che possono interessare ad un ragazzo potrebbero interessare anche ad una ragazza, il giorno che capiterà il contesto giusto magari ti verrà di lasciarti andare, senza doverti forzare a cercare la cosa.
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