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Originariamente inviata da Winston_Smith
Purtroppo una larga parte della Chiesa pare non abbia altro a cui pensare che a cosa venga infilato e in quale buco.
Non puoi fare l'educatore non se sei gay, ma (attenzione!) se ti fai vedere in atteggiamenti apertamente gay. Della serie, occhio non vede cuore non duole (ammesso e non concesso che praticare l'omosessualità sia da considerare negativamente anche da un punto di vista religioso, mi pare che Gesù non abbia detto nulla in proposito). Nella più stantìa tradizione di farisaismo e formalismo.
Invece le processioni che rendono omaggio alle case dei boss, quelle vanno benissimo.
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Secondo me però il discorso da fare è diverso.
Tu puoi avere tendenze omosessuali ma se le agisci senza troppi sensi di colpa e le esibisci, non dai il buon esempio. Puoi peccare secondo questa morale qua, ma dovresti impegnarti seriamente a non farlo per essere un buon cristiano.
Ora si può essere in disaccordo con queste cose, e io infatti sono in disaccordo a livello di valori, per me possono agirle e non danno alcun cattivo esempio non mostrando sensi di colpa, perché per me non è un cattivo esempio, però per questi che fanno parte della chiesa è così, almeno a livello ufficiale è ancora un peccato e perciò se uno anche per debolezza fa certe cose, come minimo dovrebbe provare vergogna, sensi di colpa e compagnia bella e non esibirle sui social volontariamente.
Diciamo che la loro difesa in linea di principio regge pure, per loro il buon educatore deve avere certi requisiti, il ragazzo non li aveva, e quindi non poteva farlo.
Bisogna vedere se questa spiegazione risulta coerente in relazione ad altre condotte che comunque rappresentano cattivi esempi o peccati per la morale della chiesa.
Se alcuni son sposati in chiesa e sono separati o divorziati e poi hanno diecimila relazioni esibite come trofei orgogliosamente sui social, e fanno gli educatori, vorrei proprio vedere se li buttano fuori lo stesso
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Seguendo questa loro logica dovrebbero buttare fuori quasi tutti dalle attività educative, visto l'andazzo degli ultimi anni.
Sarebbe coerente non metterle in piedi proprio queste attività, visto che persone che non peccano in modo reiterato con tanto di foto sui social, come se niente fosse, non ne vedo quasi nessuna tra i non preti e gente simile.
Se uno è sposato in chiesa e posta sui social la foto della nuova fidanzata, perché è separato dalla moglie, dovrebbe essere buttato fuori a calci nel sedere allo stesso modo.
Se uno poi vede praticamente che queste altre persone vengono accolte a braccia aperte e i gay no perché "peccatori senza sensi di colpa", allora la difesa non regge più, hanno lo stesso pregiudizio che è diffuso altrove.
Il problema allora non è legato al fatto che sono peccatori che non si impegnano abbastanza non condividendo seriamente i valori cristiani, c'è qualcosa dietro e a monte, un qualche retaggio culturale che non ha a che fare solo con la morale della chiesa cattolica de Roma. O si è elastici e tolleranti con tutti o con nessuno, mi sembra che questa dovrebbe essere la condotta coerente per eliminare ogni dubbio in relazione al fatto che pure questa gente qua si mette a dsicriminare gli omosessuali come altre persone.
Queste regole con gli atteggiamenti omosessuali le si applica, mentre con altri atteggiamenti, che per la chiesa rappresentano comunque dei peccati, no? E allora hanno ragione quelli che dicono che ce l'hanno con i gay.