salve a tutti.
mi metto a completa disposizione dei professionisti (psicologi/psicoterapeuti/psichiatri/medici) non ho nessun problema ad aprirmi con voi e tutti gli utenti, giuro che sarò totalmente sincero e spontaneo nell'esporre i miei vissuti e problemi.
Mi chiamo Fabio ed abito ad Aosta.
(Ho fatto solo le scuole medie, avrò problemi nell'esprimermi in Italiano, cercherò di essere il più chiaro possibile d'ora in poi e userò un linguaggio semplice, come se avessi fatto solo le scuole elementari)
Soffro di fobia sociale diagnosticata da uno psicoterapeuta cognitivo-comportamentale in una comunità diurna.
La mia paura degli altri nacque verso i 15 anni nella prima classe delle scuole superiori, me ne andai dalla scuola a causa della fobia sociale nel dicembre di quando ripetevo la prima classe, la mia paura degli altri raggiunse il culmine in quel periodo e non ce la feci più a continuare gli studi.
Soffrivo di eritrofobia, diventavo rosso molte volte nella stessa giornata,bastava propio un gnente ed arrossivo, non sono riuscito mai ad accettare il fatto di arrossire,la mia autostima era gravemente compromessa, stavo malissimo, avevo scolpita nella mia mente l'identità di un debole senza palle, non tolleravo nel modo più assoluto il fatto di arrossire.
Ci misi tuttte le mie forze per superare questo problema, la mia vita era concentrata sull'arrossire, era un ossessione.
Cercavo di mascherare il mio volto con le lampade uvh, se ero abbronzato non si vedeva se arrossivo, credevo, comunque sia le lampade mi hanno aiutato un sacco per un certo periodo, bastava una lampada a rendermi molto più sicuro di me, se non si vedeva il rossore potevo avere una vita sociale sodddisfacente, diventavo magicamente un estroverso a tutti gli effetti, senza alcuna paura e mi feci un'identità stabile e sicura ero il più figo della citta.Mi venivao dietro un sacco di ragazze, veramente (per lo meno credevo io) ero il più figo.
questo ero io a 18 anni:
Ma sfortunatamente la lampada magica durò poco, fin quando non scoprii che le lampade non coprivano il rossore.
Fu il periodo in cui andai a lavorare con mio padre in montagna era un impresario edile, ero diventato il burattino di un collega sadico, mi faceva arrossire a sua volontà, di nuovo cascai con tutto me stesso nell'eritrofobia, fui costretto ad abbandonare pure quel lavoro, ed andai a fare l'aiuto cuoco in un ristorante nella via del centro, in cucina ero protetto dal rossore ma si manifestava con tutta la sua forza a pranzo, non potevo mangiare con gli altri, e scappai pure li, cioè ci lavorai due anni ma non mangiavo più prima del servizio assieme ai colleghi ma dopo il servizio, con la sola cuoca.
Giunse quindi il momento a 19 anni di entrare a militare, mi spedirono a nocera inferiore (napoli) in una caserma per camerieri e cuochi, li mi prestai per l'esposizione in vivo dicendo di essere un cameriere, non un cuoco, e mi mandarono con gli altri camerieri a servire la mensa dei capitani, non diventavo rosso in quel contesto ma ero terrorizzato e tremavo come una foglia, ero in cura da uno psicoterapeuta ipnotista che dopo aver ascoltato i miei problemi decise di fare una lettera per i medici dell'ospedale militare, dove spiegava i miei gravi problemi comportamentali (penso che credeva fossi un omosessuale, mi faceva cercare nelle sedute terapeutiche esperienze omosessuali che avrei dovuto aver vissuto).
Mi riformarono subito, feci solo 4 mesi di militare, ero una frana, le mie abilità le reprimevo, facevo sdolo figuracce e fui l'unico soldato che il car avanzato lo fece tutto in caserma perchè sempre punito, non ho fatto una sola uscita dalla caserma per quattro mesi,
Dopo questa maledetta esperienza da militare vennero a gallla nevrosi e psicosi e diventai un alcoolista sfegattato fino ai 35 anmi, poi smisi con l'aiuto del prozac, si a 35 anni (ora ne ho 40) ho smesso di bere, però senza alcool non potevo più affrontare gli altri e mi chiusi in casa, troncai completamente i collegamenti con il mondo, stavo in casa solo tra letto e pc mesi interi senza mai uscire, ancor oggi sono nella stessa situazione, completamente isolato dal mondo.
beh non propio in tutto il periodo, si alternùavano ai periodi di isolamento ripetuti ricoveri in comunità psichiatriche . il primo fu il più duraturo di tuttio gli altri, restai li per 6 mesi,in quella comunità rinacqui, avevo una vita sociale molto soddisfacente, avevo la ragazza e tutti mi rispettavano e mi ammiravano, tanto che in una ruinione degli ospiti mi votarono come loro presidente, era tuttto perfetto, lo psichiatra che mi seguiva veniva una volta la settimana ed era sorpreso dal cambiamento che avevo fatto, ero un'altro, una persona con un'identità bemn definita e la mia autostima si ristabilì a livelli normali.Ma quella magia si interruppe dopo sei mesi e fu cosi che decisi di andarmene.
Tornai a vevere inb casa isolato, depresso a tal punto che dovevo mettermi a letto ogni quartoi d'ora di pc.
Il mio psichiatra supponeva che i miei problemi derivavano da bassi livelli di dopamina e mi prescriveva farmaci dopaminergici e inibitori del reuptake di dopamina, che ancor oggi uso e mio fanno efferttivamente stare molto meglio, ora posso stare davanti il pc come sto facendo in questo momento, anche tutta la giornata senza metttermi a letto.
Comunque sti psicofarmaci non mi fanno risolvere il problema dell'isolamento, sto in casa interi mesi senza uscire, tuttora.
Feci altri tentativi in altre 4 comunità sparse per il piemonte e andai anche nella stessa comunità dove ero rinato, ma non ci più il miracolo che faceva di me un esssere sociale integrato nella società.
concludo dicendo che ho fatto il riassunto breve dellla mia vita, cercando di essere il più sincero possibile, ce l'ho fatta e mi sono anche divertito a scrivere queste 4 righe, non so se sono stato sufficientemente chiaro, se non lo sono stato chiedetemi pure di chiarire meglio i punti poco chiari del racconto, scusatwmi se sono semi analfabeta