Visualizza i risultati del sondaggio: E' sbagliata la società o sono sbagliati i fobici?
|
E' maggiormente "sbagliata" la società
|
|
49 |
68.06% |
Sono maggiormente "sbagliati" i fobici
|
|
23 |
31.94% |
|
|
08-02-2013, 07:39
|
#81
|
Esperto
Qui dal: Jan 2012
Ubicazione: nord est
Messaggi: 2,711
|
Quote:
Originariamente inviata da M_B
qualcuno lo avrà gia visto ma lo riposto
http://www.youtube.com/watch?feature...&v=epAsQlXk_zc
guardatelo, ne vale la pena
ora parlo personalmente di quello che è capitato a me
sono stato vittima di bulli sia alle elementari che alle medie, nelle superiori un pò di meno ... ma ero gia pesantemte "rovinato" e lo sono ancora, non entro nei dettagli perche non mi va... la colpa mi pare evidente sia della società no ?
ma ora la colpa se sono così è tutta mia .... perchè ho passato anni nel non fare nulla, perchè non ho mai affrontato i miei demoni
e come dice il video sono responsabile per come ho reagito ... certo io con il mio carattere sono pesantemente in svantaggio al riguardo ma non posso dare alla socierà il fatto che non ci riesco ... perchè le occasioni capitano, andavo in palestra e se ci ripenso di occasini per socializzare che ho bruciato sono state una marea ...
se avessi avuto piu coraggio non sarei in queste condizioni disperate
io sono in queste condizioni per colpa mia ... se mi sentissi vittima della società ho paura che mi ritroverei definitivamente condannato in questo continuo "non-vivere"
e non dico che sia una passeggiata ... tuttaltro ...
infatti non è che ho ottenuto grandi risultati , ma se mi dessi per vinto sarei spacciato
|
Quote:
Originariamente inviata da M_B
diventa "colpa tua" nel momento in cui non curi il braccio rotto
e con questo non voglio dire che la società non ha responsabilità ecc. ecc. anzi l'ho detto dal primo post che non aiuta
ma quella più grossa l'abbiamo noi
|
E come fai a curarlo in poco tempo?Non esistono medicine per curare la timidezza come per il mal di testa.Ci fossero sarebbe colpa tua se non le prendi ma non esistono.I gravi casi di timidezza(come il mio)o fobia li risolvi in tanti anni,il coraggio non lo compri al supermarket.Le forme medio gravi ci vogliono anni.Tu hai mai parlato di persona con persone di questo forum con problemi gravi?Io si,alcuni sono anche in cura da psicologi e prendono farmaci,e hanno ancora problemi in certi casi dopo anni.Non esista la fata turchina in certi casi che ti risolve il problema.
Se tu andavi il palestra buon per te,io dai 14 ai 19 anni ero chiuso in casa a parte quando andavo a scuola per dire.Non basta la volontà per i casi piu' gravi di timidezza..
|
|
08-02-2013, 09:09
|
#82
|
Esperto
Qui dal: May 2010
Ubicazione: USS Enterprise • NCC1701E
Messaggi: 16,727
|
Quote:
Originariamente inviata da wildflower71
Non basta la volontà per i casi piu' gravi di timidezza..
|
Soprattutto quando non è "timidezza" ma Fobia Sociale o D. Evitante
Uno dei mali della TCC è che propaganda (e mai parola fu più azzeccata) l'idea che per guarire basta fare senza pensare. Chi conosce più a fondo la TCC, mi dirà che non è proprio così, ma è innegabile che QUELLO è il modo in cui viene PERCEPITA quasi da tutti. La TCC ha un ché di demagogico, perché sfrutta la convinzione del paziente di non essere malato, dandogli ad intendere che la soluzione sta in quello che fa o non fa. Mi stupisco che i comportamentisti abbiano la pretesa di chiamarsi psicologi, quando negano l'essenza stessa della psicologia, ossia che abbiamo una mente, riducendoci ad animali, dotati solo d'istinto
|
Ultima modifica di barclay; 08-02-2013 a 09:22.
|
08-02-2013, 10:25
|
#83
|
Esperto
Qui dal: Jan 2013
Ubicazione: sono come una tigre in mezzo al mare ... cazzo ci fa una tigre in mezzo al mare ???????
Messaggi: 12,068
|
Quote:
Originariamente inviata da wildflower71
E come fai a curarlo in poco tempo?Non esistono medicine per curare la timidezza come per il mal di testa.Ci fossero sarebbe colpa tua se non le prendi ma non esistono.I gravi casi di timidezza(come il mio)o fobia li risolvi in tanti anni,il coraggio non lo compri al supermarket.Le forme medio gravi ci vogliono anni.Tu hai mai parlato di persona con persone di questo forum con problemi gravi?Io si,alcuni sono anche in cura da psicologi e prendono farmaci,e hanno ancora problemi in certi casi dopo anni.Non esista la fata turchina in certi casi che ti risolve il problema.
Se tu andavi il palestra buon per te,io dai 14 ai 19 anni ero chiuso in casa a parte quando andavo a scuola per dire.Non basta la volontà per i casi piu' gravi di timidezza..
|
io parlo sempre per me ... non mi va di dare giudizi sugli altri ...
cmq credi che il disturbo evitante me lo abbia diagnosticato il primo pirla che passava o lo psicologo da cui ero in cura ?
Io sono rimasto chiuso in casa fino a 22 anni ... e credi che sia stato facile per me iniziare a andare in palestra ? sai quante volte sono arrivato nel parcheggio e non sono neanche riuscito a uscire dalla macchina ? e anche una volta iniziato ho avuto una marea di episodi in cui volevo scappare via e non tornarci più, ma con questo voglio solo dire che anchio ho i miei problemi, che sono i miei non voglio fare classifiche di chi sta peggio o meglio
e torno a parlare personalmente del mio modo di vedere la mia condizione, se dovessi dare unicamente la colpa alla società se sono così, vuol dire che aspetto che sia la società a cambiare cosicchè io possa stare bene (ma non accadrà mai), se invece attribuisco la colpa a me stesso allora vuol dire che inizio a pensare che certi miei modi di fare sono da cambiare se voglio stare meglio.
e come sempre questo è il mio pensiero che vale per me non voglio imporlo a nessuno
PS: non ho mai detto che sia facile cambiare anzi...
|
|
08-02-2013, 20:22
|
#84
|
Banned
Qui dal: Oct 2012
Ubicazione: Abruzzo
Messaggi: 2,291
|
Quote:
Originariamente inviata da wildflower71
E come fai a curarlo in poco tempo?Non esistono medicine per curare la timidezza come per il mal di testa.
|
Che poi io soffro di cefalea e nemmeno i farmaci fanno sempre effetto,anzi sono piu' le volte che non fanno effetto.Per la timidezza personalmente conosco un solo rimedio:si chiama alcol.Peccato che poi ti distrugge diversamente...
|
|
09-02-2013, 11:30
|
#85
|
Esperto
Qui dal: Mar 2012
Messaggi: 2,817
|
Sono totalmente d'accordo con M_B quando sostiene che il rimedio principale per cercare almeno di attenuare le proprie sofferenze interiori sia quello di utilizzare giganteschi quantitativi di buona volontà e di buttarsi cercando di non pensarci ma rimane comunque indubbio che gli ambienti circostanti (quindi la società e la famiglia) soprattutto in età delicate siano determinanti nella formazione di un individuo e che siano quindi i maggiori responsabili di un'eventuale fobia sociale o evitanza...
Parlando a titolo personale io se fossi cresciuto in un ambiente familiare e scolastico diverso sicuramente avrei avuto una vita un filino migliore e me ne sono reso conto nei rari momenti di serenità che hanno attraversato la mia infanzia e la mia adolescenza...
Erano momenti di vita vera che sono stati però abbondantemente soffocati dalla onnipresente sofferenza...
|
|
09-02-2013, 12:48
|
#86
|
Esperto
Qui dal: May 2010
Ubicazione: USS Enterprise • NCC1701E
Messaggi: 16,727
|
Ricomincio a pensare che l'unico modo per curare il mio d. evitante sia uccidere il paziente
|
|
09-02-2013, 14:54
|
#87
|
Intermedio
Qui dal: Aug 2009
Ubicazione: Roma
Messaggi: 163
|
In teoria ( e forse un po' in pratica ) e' sbagliata la societa' in generale. Pero' sbaglia di piu' in termini pratici che non si adatta alla realta'..
|
|
09-02-2013, 16:06
|
#88
|
Esperto
Qui dal: Jan 2012
Ubicazione: nord est
Messaggi: 2,711
|
Quote:
Originariamente inviata da M_B
io parlo sempre per me ... non mi va di dare giudizi sugli altri ...
cmq credi che il disturbo evitante me lo abbia diagnosticato il primo pirla che passava o lo psicologo da cui ero in cura ?
Io sono rimasto chiuso in casa fino a 22 anni ... e credi che sia stato facile per me iniziare a andare in palestra ? sai quante volte sono arrivato nel parcheggio e non sono neanche riuscito a uscire dalla macchina ? e anche una volta iniziato ho avuto una marea di episodi in cui volevo scappare via e non tornarci più, ma con questo voglio solo dire che anchio ho i miei problemi, che sono i miei non voglio fare classifiche di chi sta peggio o meglio
e torno a parlare personalmente del mio modo di vedere la mia condizione, se dovessi dare unicamente la colpa alla società se sono così, vuol dire che aspetto che sia la società a cambiare cosicchè io possa stare bene (ma non accadrà mai), se invece attribuisco la colpa a me stesso allora vuol dire che inizio a pensare che certi miei modi di fare sono da cambiare se voglio stare meglio.
e come sempre questo è il mio pensiero che vale per me non voglio imporlo a nessuno
PS: non ho mai detto che sia facile cambiare anzi...
|
Tu sei obbligato a cambiare perche' e' l'unico modo,visto che sta società schifosa non cambia.Ma questo non vuol dire che sia colpa tua avere quel carattere.Questo dipende da varie ragioni che non sono di tua volontà.Si forma quando sei bambino/adolescente per educazione dei genitori,ecc... ma non dipende da te....Se uno potesse scegliersi il carattere o influire parecchio su di esso quando questo prende forma sarebbe un masochista se lo scegliesse timido,fobico,ecc...
IO sono cambiato con gli anni,ma non mi sento per niente colpevole di tutti gli anni che ho passato da persona molto timida.Continuo a pensare che emarginare i piu' deboli,considerarli persone di serie b sia scandaloso...
Spesso per cambiare ci vogliono anni,tutti anni che perdi e nessuno ti restituisce.Per relazioni sociali normali.Ma tipo con le donne a meno di colpi di fortuna clamorosi ci vogliono tempi lunghissimi visto che ti ritrovi a 25-30 senza esperienza....e questo influisce.
Io mi sentivo bloccato ma con la forza di volontà non riuscivo a fare un bel nulla,era una forza piu' forte di me che con gli anni si e' indebolita.....ma mi ha rovinato per parecchi anni.
Io non mi sento colpevole per quegli anni,neanche un po'.Poi ognuno pensi quello che ritiene giusto.
|
|
09-02-2013, 16:22
|
#89
|
Intermedio
Qui dal: Feb 2013
Ubicazione: Eremita
Messaggi: 137
|
Ho votato che è maggiormento sbagliata la società...Se vedono che uno è timido e introverso iniziano subito a rompere le scatole( battute, derisioni da parte delle ragazze, e se alle ragazze del gruppo non andate bene, state tranquilli che dopo un pò vi escludono, perchè tutti vogliono portarsele a letto .......
|
|
12-02-2013, 23:59
|
#90
|
Principiante
Qui dal: Jan 2013
Messaggi: 43
|
La societá sembra un ente astratto, invece è un fenomeno concreto in quanto fatto da persone. È io, voi lo siamo no? Non è la societá ad essere sbagliata, ma il mancato senso di responsabilitá sociale che è in tutte le persone.
|
|
13-02-2013, 22:27
|
#91
|
Banned
Qui dal: Oct 2012
Ubicazione: ilikefreedom.org
Messaggi: 880
|
è sbagliata la domanda
|
|
13-02-2013, 23:48
|
#92
|
Esperto
Qui dal: Oct 2007
Messaggi: 2,896
|
Quote:
Originariamente inviata da Blur
Domanda secca
Bisogna generalizzare per dare una risposta
Secondo voi è maggiormente "sbagliata" la società o sono maggiormente "sbagliati" i fobici?
Uso la parola sbagliare tra virgolette, non voglio offendere nessuno, il concetto spero di capisca
|
Io sono del partito secondo cui è sbagliata la società, ma questo non vuol dire che mi metto a sfidare la società, sono realista e capisco le cose che non si possono cambiare a breve termine, però non sono di quelli che si fanno moralmente impressionare dall'idea del "mondo che ti schiaccia", il mondo potrà essere pure un gigante indistruttibile, ma se è sbagliato non mi sento immaturo o incosciente a dirlo.
|
|
14-02-2013, 00:26
|
#93
|
Esperto
Qui dal: Dec 2008
Ubicazione: Su una panchina al Brunswick Centre, London
Messaggi: 2,049
|
Se parliamo di fobici (com'era la domanda del topic), voto i fobici, se parliamo di timidi/introversi voto la società.
|
|
14-02-2013, 02:02
|
#94
|
Esperto
Qui dal: Oct 2007
Messaggi: 6,117
|
Quote:
Originariamente inviata da shycrs
Una societá che rifiuta il cristianesimo è per forza malata.
|
Stai inaugurando la nuova figura del teo-troll?
|
|
14-02-2013, 02:12
|
#95
|
Banned
Qui dal: Feb 2012
Ubicazione: Papuasia
Messaggi: 671
|
Scusate di quale societa`stiamo parlando?
Quella nazistoide superomistica cinica spietata lobbysta capitalista dove regna disoccupazione,crimine(mafia),corruzzione politica,inquinamento e l'indifferenza per le strade?
No ma e`sicuramente colpa dei fobici se non si adeguano cosi su due piedi a quello schifo che chiamate societa`civile.
|
|
14-02-2013, 02:25
|
#96
|
Esperto
Qui dal: Oct 2007
Messaggi: 6,117
|
Voglio rispondere alla domanda del topic. Però non voglio rispondere tirando in ballo l'intera "società", che è un concetto molto generale e -come ha fatto notare qualcuno- quasi astratto.
Voglio considerare i piccoli gruppi sociali: le comitive, le compagnie, i gruppi di colleghi, le classi, gli iscritti a un anno di un corso di laurea, o ad un corso di ballo latinoamericano.
Il socialmente diverso (introverso/timido/imbranato/fobico/evitante) viene escluso: di chi è la responsabilità?
Se il diverso in questione non ha alcun atteggiamento negativo nei confronti del gruppo sociale, la responsabilità dell'esclusione è chiaramente del gruppo, che essendo maggioranza ha il potere e l'onere di accogliere (o di rifiutare) il singolo.
Notare che non sto dando una connotazione di valore al rifiuto (il gruppo non è obbligato ad accogliere, e ha i suoi sacrosanti diritti ad evere le proprie simpatie ed antipatie), ma solo di responsabilità.
Ora. Ci sono casi in cui la sensazione che il rifiuto sia profondamente ingiusto è forte. Per esempio quando il singolo si sente a disagio ma interagirebbe bene col gruppo se solo avesse il tempo di essere messo un minimo a proprio agio: si tratta di una forma di superficialità del gruppo. Altro esempio: quando il gruppo è offuscato da stereotipi culturali deteriori e non eccetta il singolo e le sue peculiarità.
In esempi di questo tipo, addossare al singolo (o negare al gruppo) la "responsabilità" morale dell'esclusione fa pensare a frasi come la seguente:
« Non siamo noi razzisti, sei tu che sei negro»
|
|
14-02-2013, 08:10
|
#97
|
Esperto
Qui dal: Jan 2012
Ubicazione: nord est
Messaggi: 2,711
|
Quote:
Originariamente inviata da Who_by_fire
Voglio rispondere alla domanda del topic. Però non voglio rispondere tirando in ballo l'intera "società", che è un concetto molto generale e -come ha fatto notare qualcuno- quasi astratto.
Voglio considerare i piccoli gruppi sociali: le comitive, le compagnie, i gruppi di colleghi, le classi, gli iscritti a un anno di un corso di laurea, o ad un corso di ballo latinoamericano.
Il socialmente diverso (introverso/timido/imbranato/fobico/evitante) viene escluso: di chi è la responsabilità?
Se il diverso in questione non ha alcun atteggiamento negativo nei confronti del gruppo sociale, la responsabilità dell'esclusione è chiaramente del gruppo, che essendo maggioranza ha il potere e l'onere di accogliere (o di rifiutare) il singolo.
Notare che non sto dando una connotazione di valore al rifiuto (il gruppo non è obbligato ad accogliere, e ha i suoi sacrosanti diritti ad evere le proprie simpatie ed antipatie), ma solo di responsabilità.
Ora. Ci sono casi in cui la sensazione che il rifiuto sia profondamente ingiusto è forte. Per esempio quando il singolo si sente a disagio ma interagirebbe bene col gruppo se solo avesse il tempo di essere messo un minimo a proprio agio: si tratta di una forma di superficialità del gruppo. Altro esempio: quando il gruppo è offuscato da stereotipi culturali deteriori e non eccetta il singolo e le sue peculiarità.
In esempi di questo tipo, addossare al singolo (o negare al gruppo) la "responsabilità" morale dell'esclusione fa pensare a frasi come la seguente:
« Non siamo noi razzisti, sei tu che sei negro»
|
30 minuti di applausi.Niente da aggiungere.
Ma non cambierà mai purtroppo.I timidi sono una delle categorie peggio considerate della società e temo cosi sarà per sempre.
|
|
14-02-2013, 12:39
|
#98
|
Esperto
Qui dal: Aug 2010
Ubicazione: Sicilia Orientale
Messaggi: 896
|
Quote:
Originariamente inviata da Blur
Domanda secca
Bisogna generalizzare per dare una risposta
Secondo voi è maggiormente "sbagliata" la società o sono maggiormente "sbagliati" i fobici?
Uso la parola sbagliare tra virgolette, non voglio offendere nessuno, il concetto spero di capisca
|
Oggi la società è troppo competitiva, la gente vede nemici ovunque. Credo che il motivo di questa cosa è la ricchezza, e tutti i problemi psicologici sono una consequenza. A pagare sono soprattutto i più fragili, quelli che poi sono considerati sociofobici, però anche i "normali", soffrono di problemi di adattamento e mentali. Ecco perchè questa attuale crisi economica, è una manna dal cielo. Almeno ci diamo una bella calmata..
|
Ultima modifica di EdgarAllanPoe; 14-02-2013 a 12:49.
|
14-02-2013, 12:56
|
#99
|
Esperto
Qui dal: Dec 2008
Ubicazione: Su una panchina al Brunswick Centre, London
Messaggi: 2,049
|
Quote:
Originariamente inviata da shycrs
Avendo chiarito che in passato non era certo una etá dell'oro bisogna ammettere che siamo arrivati a una fase particolarmente disgraziata in cui non solo è incoraggiato ma pressochè obbligatorio un certo tipo di comportamento basato sull'immoralitá e sull'impuritá che è all'opposto rispetto all'amore di Dio e all'amore del prossimo ed è qui che si ricollega il discorso dei timidi e dei fobici, non sufficientemente impuri e immorali per essere accettati e persino non amati perchè l'amore verso gli altri non viene praticato.
|
Secondo me, estremismo a parte, fai davvero troppo la vittima.
Io tutti questi fobici che vengono esclusi dalla società perché troppo puri e morali, tutti questi angioletti fobici sacrificati sull'altare della società, non ce li vedo. Se poi ti fa comodo continuare ad illuderti sia questa la causa della tua emarginazione, continua pure, illuditi: in cambio avrai una sensazione (un'illusione, appunto) di grandeur morale con la quale potrai continuare a gonfiare sempre più il tuo ego. In genere ho notato però che chi si crede più puro e morale degli altri, chi è moralista, lo fa perché in realtà nasconde un verminaio brulicante dentro di sé. È una tattica negazionista molto diffusa su questo forum.
Quote:
Originariamente inviata da Who_by_fire
Voglio rispondere alla domanda del topic. Però non voglio rispondere tirando in ballo l'intera "società", che è un concetto molto generale e -come ha fatto notare qualcuno- quasi astratto.
Voglio considerare i piccoli gruppi sociali: le comitive, le compagnie, i gruppi di colleghi, le classi, gli iscritti a un anno di un corso di laurea, o ad un corso di ballo latinoamericano.
Il socialmente diverso (introverso/timido/imbranato/fobico/evitante) viene escluso: di chi è la responsabilità?
Se il diverso in questione non ha alcun atteggiamento negativo nei confronti del gruppo sociale, la responsabilità dell'esclusione è chiaramente del gruppo, che essendo maggioranza ha il potere e l'onere di accogliere (o di rifiutare) il singolo.
Notare che non sto dando una connotazione di valore al rifiuto (il gruppo non è obbligato ad accogliere, e ha i suoi sacrosanti diritti ad evere le proprie simpatie ed antipatie), ma solo di responsabilità.
Ora. Ci sono casi in cui la sensazione che il rifiuto sia profondamente ingiusto è forte. Per esempio quando il singolo si sente a disagio ma interagirebbe bene col gruppo se solo avesse il tempo di essere messo un minimo a proprio agio: si tratta di una forma di superficialità del gruppo. Altro esempio: quando il gruppo è offuscato da stereotipi culturali deteriori e non eccetta il singolo e le sue peculiarità.
In esempi di questo tipo, addossare al singolo (o negare al gruppo) la "responsabilità" morale dell'esclusione fa pensare a frasi come la seguente:
« Non siamo noi razzisti, sei tu che sei negro»
|
Premesso che è evidente che in generale le responsabilità sono di entrambi (società e fobico), bisognerebbe considerare poi caso per caso. Mi sono mai sognato di incolpare la società della mia esclusione sociale quando ero un super-evitante ed evitavo qualsivoglia situazione sociale? No, sarebbe senz'altro assurdo. E nonostante ciò, i pregiudizi verso l'introversione sono fortemente radicati nella società ed hanno la loro bella dose di responsabilità (al contrario di quanto afferma il negazionista Marco Russo).
Tuttavia, come già è emerso da altri tuoi interventi, e nonostante tu ti sia preso qui la briga di specificare, a me sembra che tu confonda un po' troppo il rispetto con la benevolenza/accoglienza/inclusione. Esempio: la bullata del topic al ristorante di questi giorni è oggettiva mancanza di rispetto verso un fobico, del tutto gratuita, la cui responsabilità è dell'individuo in questione (il bullo) in primis, ed anche della società che trasmette l'idea che essere introversi/tranquilli/etc. sia sinonimo di debolezza, inferiorità e via di seguito. Anche che un fobico non si integri in un gruppo è responsabilità sia del fobico (se è evitante a livello patologico, oppure se cerca di integrarsi in un gruppo non appropriato per il suo temperamento, ad esempio!) sia della società (se il gruppo è troppo prevenuto verso l'introversione). A me sembra una semplificazione tanto dire che è tutta colpa del fobico che deve cambiare come un calzino rivoltato come sostiene Marco Russo, sia che è la società ad essere razzista, mentre un superfobico dovrebbe essere sempre e comunque accolto a braccia aperte ad un corso di ballo latinoamericano, magari anche aiutato dagli altri ad estrovertirsi, coccolato in modo premuroso, etc. come sembri dire invece tu (e come la mettiamo però allora se è un estroversone cazzaro a presentarsi a un gruppo di lettura? )
|
|
16-02-2013, 17:21
|
#100
|
Esperto
Qui dal: Oct 2007
Messaggi: 6,117
|
Quote:
Originariamente inviata da passenger
A me sembra una semplificazione tanto dire che è tutta colpa del fobico che deve cambiare come un calzino rivoltato come sostiene Marco Russo, sia che è la società ad essere razzista
|
Certo, infatti ho specificato: "Se il diverso in questione non ha alcun atteggiamento negativo nei confronti del gruppo sociale [...]".
E' chiaro che se il diverso ad ogni invito ad uscire risponde con un grugnito sarà ben presto rifiutato, e anche a ragione!
Quote:
Originariamente inviata da passenger
mentre un superfobico dovrebbe essere sempre e comunque accolto a braccia aperte ad un corso di ballo latinoamericano, magari anche aiutato dagli altri ad estrovertirsi, coccolato in modo premuroso, etc. come sembri dire invece tu (e come la mettiamo però allora se è un estroversone cazzaro a presentarsi a un gruppo di lettura? )
|
Ma questo non l'ho mai detto. Ho scritto:
Quote:
Originariamente inviata da Who_by_fire
Notare che non sto dando una connotazione di valore al rifiuto (il gruppo non è obbligato ad accogliere, e ha i suoi sacrosanti diritti ad evere le proprie simpatie ed antipatie), ma solo di responsabilità.
|
...cioè: anche se si comporta bene, non si scaccola in pubblico e non risponde con un grugnito agli inviti, può anche essere che il diverso sia antipatico alla maggiorparte delle persone di quel particolare gruppo sociale con cui sta tentando di interfacciarsi (magari per ragioni random, diverse dalla sua introversione/timidezza). E qui non ci si può fare niente: tutti (anche le persone in gruppi già formati) hanno diritto ai loro gusti!
Quote:
Originariamente inviata da passenger
mentre un superfobico dovrebbe essere sempre e comunque accolto a braccia aperte
|
Quello che penso è che a tutti dovrebbe essere data una possibilità. Ma una possibilità vera, non per finta.
Molti fallimenti di integrazione avvengono perché l'esclusione avviene subito, senza appello, e senza alcun impegno serio da parte del gruppo per far sentire a proprio agio la persona diversa (che ha necessità leggermente più impegnative della persona media). Molte persone "diverse" (diciamo introverse e non pesantemente fobiche) avrebbero solo bisogno di un po' di "calore" erogato nel modo giusto, cioè tenendo conto del loro carattere specifico, per sciogliersi, sentirsi a proprio agio, e cominciare a rompere la spirale dello straniamento e dell'esclusione. Analogamente, molti fobici probabilmente non sarebbero fobici se fin da piccoli fosse stata data loro una possibilità "vera" in ogni gruppo sociale a cui si sono rivolti.
E, certamente, lo stesso vale anche per l'estroversone al gruppo di lettura!
|
|
|
|
|