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Vecchio 18-06-2012, 15:41   #1
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Non so neanche da che parte cominciare.

Ho trovato una persona che mi ha fatto un pò da mentore,
persona attempata ma estremamente giovanile. Mi ha insegnato tante cose, me le ha fatte vedere in pratica, in una fase della mia vita in cui mi manca il terreno sotto i piedi ormai da 7 mesi, con il conto corrente sempre più magro, 1400 cv inviati inutilmente, dopo aver rischiato di impazzire un un'azienda dove albergava di tutto e di più.

Mi ricordo di una gita a Mantova. Attaccava discorso con tutti. Per strada, al ristorante, al bar, sul treno, ovunque. E "piacendo" sempre, colpendo sempre.

E' capitato di prendere insieme il caffè al bar, e partendo da una bicicletta, o da una parola che ha captato, ha creato subito in dialogo con delle persone, singole o coppie/gruppi.
Ha destato interesse, ammirazione.
E' sceso subito a un livello di famigliarità impressionante, sono nati inviti, cene, gite.
Sempre, e dico sempre, persone in sintonia con lui, che ha una visione della vita molto positiva, molto aperta, molto altruistica. Passione per le medicine alternative, per la montagna, per una certa spiritualità, ecc.
Come se davvero le "attirasse". E non ce ne sono tante di persone così.
Persone che si occupano di mansioni creative, ecc. Come lui.

Anche ieri c'è stata una cena con una giovane coppia, lui 27 anni, lei 25 (io 26). Ragazzi in gamba, lui si è comprato una casa ai Parioli giocando in borsa ed è un giovane avvocato promettente; anche lei era partita con l'idea di lavorare in ambito forense, successivamente ha preso in affitto dei locali e ne ha fatto un bed & breakfast. E guadagna molto bene, è estremamente serena, matura. Entrambi socievoli e molto aperti.

Tutti questi uomini e queste donne che questo mentore incontra sono in gamba, realizzati sia a livello professionale che affettivo, e che banalmente si destreggiano estremamente bene nella vita quotidiana, dal far da mangiare alle relazioni. E sono persone tutto fuorché banali. E' gente in gamba, punto e basta.

E poi penso a me, che fruisco di tutti questi insegnamenti ed esempi, ma nulla possono cambiare, nello stato in cui sono ora.
Oggi, dopo l'ennesimo episodio, gli ho detto "Io faccio parte di un'altra razza, sono quasi alla fine, evidentemente è ciò che merito".

Ho avuto una famiglia malconcia in cui non mi hanno insegnato nulla di importante, in cui ho ereditato geni, introiettato modelli duri a morire, che continuano a condizionarmi.
Continuo a essere goffo e distaccato nelle vicende quotidiane.
Per lungo tempo mi sono rifugiato dietro il ventaglio di un certo sapere, una concezione lucida della realtà, una profondità di pensiero che non mi sono mai servite a un benemerito CAZZO. Anzi, hanno accentuato il solco.
In realtà sono nessuno, ma proprio nessuno, perché nella vita contano i risultati. E se mi guardo indietro, e guardo ciò che c'è ora, solo l'istinto di sopravvivenza mi sta mandando avanti, verso quella che comunque sarà la fine.

Perché a salvare una vita così triste e misera, non c'è merito.
Mesi e mesi a pensare, a riflettere, a pormi in modo ricettivo, a prepararmi per un "dopo" diverso, ma qui tutti e tutto mi stanno voltando le spalle.
Sono invisibile.
Pensare che ero in gamba in ciò che facevo. Ma ho avuto aspettative sugli altri, e non dovevo avercele. Dovevo obbedire, ma ho cercato di fare la cosa giusta. In questo Paese di merda bisogna ingoriare mille e un rospo, solo per andare avanti.

E comunque, di fronte a tutto questo... Cazzo ci faccio ancora qui.

Ho costruito e distrutto. C'è stato un tempo in cui avevo oggettivamente quasi tutto ciò che avrei potuto desiderare. Pezzo per pezzo ho demolito tutto. TUT-TO, per poi ritrovarmi incredulo a leccarmi le ferite, e a sprofondare nei sensi di colpa più feroci e continuativi.

No, io non vado bene, non vado bene per niente.
Anche altri non vanno bene, ma hanno comunque maggior fortuna.

Boh... Non so più cosa dire.

Tra sfighe ed errori clamorosi, ho navigato di liquame in liquame, sostanzialmente solo, con la lucidità per capirlo, ma senza la forza, l'impeto e un pizzico di fortuna per cambiare le cose.

C'era una mia ex collega che mi diceva "Tu si che vai bene"
No, non vado bene per niente.


Ultima modifica di filosofo; 18-06-2012 a 15:53.
Vecchio 18-06-2012, 16:08   #2
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Leggo la tua vicenda così e la metto in modo molto soggettivo:non credo a queste persone

Per me sei vittima di un classico ''seduttore'', una di quelle persone molto estroverse e con delle social skills molto sviluppate.

Te lo dico perchè ho un parente molto vicino così: quelle persone brave brave in tutto, di successo in tutto tutto, senza difetti(apparenti), simpaticissime a tutti, tanti amici, ti aiutano(apparentemente).

Ebbene dalla mia esperienza queste persone hanno una faccia oscura della personalità sempre molto accentuata e per giunta molto difficile da reperire, quanto più sono dotati di cultura e di ingegno sono capaci di nascondersi abilmente dietro le pieghe della loro estroversione e della loro arguzia verbale e sociale.

Personalmente, per diverse esperienze, sia in famiglia che al collegio, sto lontano da queste persone. Come dici sono in gamba: certo, ma parliamo di abilità sociali. E come persone, come esseri umani? dovresti guardarli quando stanno da soli, cosa pensano, cosa sentono, ma guardacaso queste persone non sanno stare da sole, stanno continuamente al telefono, in compagnia, hanno bisogno spasmodico di risultare simpatici a tutti.

Non ti sembra un pò esagerato?

Da molti anni ormai mi fido solo delle persone di cui apprezzo i pregi ma di cui riesco a intravedere anche i difetti: siamo umani, tutti ne abbiamo, dove non li vedi vuol dire che sono celati, nascosti, e ciò rende tutto molto più ingannevole nel rapporto con queste persone (apparentemente) perfette.


Spesso queste persone si ergono a mentori: mi capitò al collegio,un ragazzo di qualche anno più grande, che mi spiegava un sacco di cose, si usciva insieme;secondo me queste persone hanno bisogno di instaurare un rapporto parassitario con la loro vittima da plasmare a loro piacimento.

Aggiungo che secondo me la vita non si misura dai risultati: i criminali hanno un successo estremo, anche le più svariate teste di caxxo sul lavoro hanno uno smisurato successo, ebbene? Questo potrebbe essere dato in un ambiente sociale neutro, il che non è il nostro caso(nessun ambiente sociale è neutro, ogni modello sociale è fazioso).

Non sarebbe il caso di abbatterti, tu non vali meno perchè come affermi ''non vai bene'' sul lavoro, e non sarebbe il caso di sopravvalutare queste persone.
Vecchio 18-06-2012, 16:21   #3
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Se ti compri casa giocando in borsa significa che di soldi ne devi avere. Idem se apri un B&B
Il fatto che soldi facciano altri soldi è una cosa che già si sapeva.

Ora chiamo i miei amici e gli chiedo come vanno le giocate in borsa hahaha


p.s Quoto tutto quanto detto da Martello.

Ultima modifica di Halastor; 18-06-2012 a 16:26.
Vecchio 18-06-2012, 16:33   #4
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Comprendo e condivido in parte il tuo punto di vista, anche se talvolta può essere pure comodo pensarla così.
E nulla ci aggiunge, nulla ci nobilita, andare a cercare il difetto altrui.
Mentre cerchiamo la tara del nostro parente, o del nostro vicino, rimaniamo indietro mentre gli altri vanno avanti.

Alle cose "di sostanza" sto attento, e, proprio per personalità estremamente malsana mia, vado sempre a cercare l'incongruenza, la contraddizione, l'errore, l'ipocrisia. La classica macchietta microscopica su un'auto bianca, in cui mi viene poi naturale sminuire tutto ciò che le sta intorno.

In questo mentore, qualche macchietta c'è. Specie sulle concezioni politiche.
Proclamarsi super partes per poi aderire abbastanza acriticamente a certe correnti di pensiero, o alla leadership politica di tizio e poi caio, è profondamente incongruente.
Così come sottovalutare il fattore "famiglia", con gli insegnamenti e i modelli che ti plasmano in qualche modo.

Ma la vita non è solo quello, lo è solo in minima parte.
Se parliamo di cose pratiche, quotidiane, nel lavoro, nelle relazioni, nell'autorealizzazione, nel senso di benessere, nell'autosufficienza, questa persona, e altre, stanno avanti anni luce.

Il fatto che ci sia questa o quella incongruenza li rende semplicemente umani, e a me non dona un grammo in più di serenità, né mi risolve i problemi.
Semmai accentua lo sconforto, nel non poter vedere incarnati appieno determinati concetti.

Siamo antropocentrici, ma l'uomo cos'è...
E io non riesco nemmeno a "cavarmela" - non sto dicendo realizzarmi e prosperare - in questa cornice, dove di perfetto non c'è nulla.

Ciò che mi sconvolge, è il nulla in cui sono sprofondato, e in cui continuano ad arrivarmi, direttamente e indirettamente, badilate sul cranio, giorno dopo giorno, senza fine.
Ho avuto momenti bui, ma con una scadenza. Stavolta non ne esco.
Ho avuto fior fior di giornate pessime, ma qualcosina di passabile, a rischiarare un pò, capitava. Ora veleggiano tra il deprimente e il massacrante.

E mi suggeriscono di non precipitare nello sconforto, di essere ottimista, di continuare a "lottare" (lottare, termine abusatissimo, ormai fastidioso), e ci provo, provo a tirarmi su, con la musica, con qualche video, con l'immaginazione.

Ma ciò che rimane è un inetto, che non sa vivere.
Che ha distrutto tutto.
Che ha vissuto le peggio umiliazioni.
Che, gira e rigira, tende sempre ad isolarsi.

A 19 anni immaginavo una vita in una "torre d'avorio", tra studio e insegnamento. Lontano, distaccato...
Ora questa torre d'avorio in realtà ce l'ho... ma non ti dico dove... ben incastrata.

Ultima modifica di filosofo; 18-06-2012 a 16:46.
Vecchio 18-06-2012, 16:44   #5
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Quote:
Originariamente inviata da Halastor Visualizza il messaggio
Se ti compri casa giocando in borsa significa che di soldi ne devi avere. Idem se apri un B&B
Il fatto che soldi facciano altri soldi è una cosa che già si sapeva.

Ora chiamo i miei amici e gli chiedo come vanno le giocate in borsa hahaha


p.s Quoto tutto quanto detto da Martello.
Lui avrebbe potuto perderli.
Lei avrebbe potuto avviare il B&B e fallire.

Tanti si mettono in gioco e falliscono.
Alcuni si mettono in gioco e riescono. Poi magari falliscono in un secondo momento. Ricominciano, ecc. ecc.

La libera professione, così come l'attività di impresa, non sono passeggiate.
E non è una passeggiata la gestione del denaro.

Banalmente, fai vincere il superenalotto a una persona dotata di intelligenza finanziaria, e quadruplicherà la somma.
Fallo vincere a una persona scevra di intelligenza finanziaria, e si sputtanerà tutto in case, auto, champagne e casinò. Si ritroverà a dover vendere tutto, e a coprirsi di ridicolo verso se stessa e gli altri.
Radicalizzo per rendere l'idea.

Quindi, complimenti a prescindere a questi ragazzi.

La cosa che mi fa incazzare è che in qualche modo queste cose me le "sbatte in faccia", con, a parole sue, l'intento di condividere modelli positivi, mentre in realtà finiscono col fare strazio della poca autostima rimasta, accentuando il senso di inettitudine e impotenza.
E certamente, tralascia alcuni particolari, sembra proprio che da quell'orecchio non ci senta (i modelli trasmessi dalla famiglia, eventuali aiuti economici, ecc. ecc.).

Ma detto questo, io guardo i risultati.
Io con le intenzioni avrei già fatto le miglior cose, ma, in soldoni, non ho concluso un cazzo.
Costoro invece, magari parzialmente aiutati, hanno realizzato delle cose.
Magari avrebbero potuto prendere parte dei soldi di "papino" e sputtanarli ai quattro venti (come altri fanno), invece son persone estramamente centrate, con valori forti, affabili e realizzate.

Cosa vuoi dir loro? Io dico: Complimenti!

Non provo invidia, vorrei essere anch'io in grado di costruire delle cose importanti, ma non lo sono.

Detto questo, ciò che ne ricavo, è che cado sempre più in basso.
E alla fine, per questo, devo "ringraziare" me stesso. Avevo la presunzione di poter scegliere, invece non avevo scelta.

Ergo: Complimenti...idiota!

Ultima modifica di filosofo; 18-06-2012 a 16:51.
Vecchio 18-06-2012, 16:44   #6
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Quote:
Originariamente inviata da filosofo Visualizza il messaggio
Comprendo e condivido in parte il tuo punto di vista, anche se talvolta può essere pure comodo pensarla così.
E nulla ci aggiunge, nulla ci nobilita, cercare il difetto altrui.
Mentre cerchiamo la tara del nostro parente, o del nostro vicino, rimaniamo indietro mentre gli altri vanno avanti.

Alle cose "di sostanza" sto attento, e, proprio per personalità estremamente malsana mia, vado sempre a cercare l'incongruenza, la contraddizione, l'errore, l'ipocrisia. La classica macchietta microscopica su un'auto bianca, in cui mi viene poi naturale sminuire tutto ciò che le sta intorno.

In questo mentore, qualche macchietta c'è. Specie sulle concezioni politiche.
Proclamarsi super partes per poi aderire abbastanza acriticamente a certe correnti di pensiero, o alla leadership politica di tizio e poi caio, è profondamente incongruente.
Così come sottovalutare il fattore "famiglia", con gli insegnamenti e i modelli che ti plasmano in qualche modo.

Ma la vita non è solo quello, lo è solo in minima parte.
Se parliamo di cose pratiche, quotidiane, nel lavoro, nelle relazioni, nell'autorealizzazione, nel senso di benessere, nell'autosufficienza, questa persona, e altre, stanno avanti anni luce.

Il fatto che ci sia questa o quella incongruenza li rende semplicemente umani, e a me non dona un grammo in più di serenità, né mi risolve i problemi.
Semmai accentua lo sconforto, nel non poter vedere incarnati appieno determinati concetti.

Siamo antropocentrici, ma l'uomo cos'è...
E io non riesco nemmeno a "cavarmela" - non sto dicendo realizzarmi e prosperare - in questa cornice, dove di perfetto non c'è nulla.

Ciò che mi sconvolge, è il nulla in cui sono sprofondato, e in cui continuano ad arrivarmi, direttamente e indirettamente, badilate sul cranio, giorno dopo giorno, senza fine.
Ho avuto momenti bui, ma con una scadenza. Stavolta non ne esco.
Ho avuto fior fior di giornate pessime, ma qualcosina di passabile, a rischiarare un pò, capitava. Ora veleggiano tra il deprimente e il massacrante.

E mi suggeriscono di non precipitare nello sconforto, di essere ottimista, di continuare a "lottare" (lottare, termine abusatissimo, ormai fastidioso), e ci provo, provo a tirarmi su, con la musica, con qualche video, con l'immaginazione.

Ma ciò che rimane è un inetto, che non sa vivere.
Che ha distrutto tutto.
Che ha vissuto le peggio umiliazioni.
Che, gira e rigira, tende sempre ad isolarsi.

A 19 anni immaginavo una vita in una "torre d'avorio", tra studio e insegnamento. Lontano, distaccato...
Ora questa torre d'avorio in realtà ce l'ho... ma non ti dico dove... ben incastrata.
Ti stimo più che il tuo mentore: tu sei qua a porti domande. l'autorealizzazione non avviene solo per canali esterni(stima degli altri verso noi stessi, riconoscimento sociale) puoi anche fare una autorealizzazione interna, allenando le tue skills umane, conoscere, cercare di plasmarsi

Non stiamo a speculare su cosa sia l'uomo, non ho voglia di entrare in questo tipo di agone filosofico. Facciamo parte di questa razza?Bene o male siamo esseri viventi. I soldi non sono esseri viventi, la carriera non è un essere vivente.

Cercherei di ricollocare tutto al giusto posto: i sentimenti, la carriera, le persone, i soldi, la posizione sociale.

La torre di avorio non esiste: sei nel caos della vita e ci resterai. Questa è proprio una cosa che io stesso non riesco ad accettare e rifuggo.
Vecchio 18-06-2012, 16:51   #7
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Originariamente inviata da filosofo Visualizza il messaggio
La libera professione, così come l'attività di impresa, non sono passeggiate.
E non è una passeggiata la gestione del denaro.
Io mi sto mettendo in gioco, più di un ragazzo che sta giocando in borsa o una che si è fatta il B&B. Con meno risorse a disposizione. E nessuno mi fa i complimenti. Quindi.... no. Non si tratta di sottostimarli per invidia. Comunque... ogniuno poi si fa le sue stime... e valuta le persone come meglio crede. Quello era il mio parere personale.
Ma se pensi che i risultati siano sempre collegati al merito.. che chi merita automaticamente riceva ... beh.. non sono per niente daccordo. Passi il fatto che ci sono i privilegiati.. ma anche andare a dirgli: "che bravoooo"... proprio no.
Vecchio 18-06-2012, 16:52   #8
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Banalmente, fai vincere il superenalotto a una persona dotata di intelligenza finanziaria, e quadruplicherà la somma.
Fallo vincere a una persona scevra di intelligenza finanziaria, e si sputtanerà tutto in case, auto, champagne e casinò. Si ritroverà a dover vendere tutto, e a coprirsi di ridicolo verso se stessa e gli altri.
Radicalizzo per rendere l'idea.

Quindi, complimenti a prescindere a questi ragazzi.

La cosa che mi fa incazzare è che in qualche modo queste cose me le "sbatte in faccia", con, a parole sue, l'intento di condividere modelli positivi, mentre in realtà finiscono col fare strazio della poca autostima rimasta.
E certamente, tralascia alcuni particolari, sembra proprio che da quell'orecchio non ci senta.

Ma detto questo, io guardo i risultati.
Io con le intenzioni avrei già fatto le miglior cose, ma, in soldoni, non ho concluso un cazzo.
Costoro invece, magari parzialmente aiutati, hanno realizzato delle cose.
Magari avrebbero potuto prendere parte dei soldi di "papino" e sputtanarli ai quattro venti (come altri fanno), invece son persone estramamente centrate, con valori forti, affabili e realizzati.

Cosa vuoi dir loro? Io dico: Complimenti!

Detto questo, ciò che ne ricavo, è che cado sempre più in basso.
E alla fine, per questo, devo "ringraziare" me stesso. Avevo la presunzione di poter scegliere, invece non avevo scelta.

Ergo: Complimenti...idiota!
Sì ma tutto questo non dice assolutamente nulla sul valore della persona.
Vecchio 18-06-2012, 17:09   #9
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Originariamente inviata da Halastor Visualizza il messaggio
Io mi sto mettendo in gioco, più di un ragazzo che sta giocando in borsa o una che si è fatta il B&B. Con meno risorse a disposizione. E nessuno mi fa i complimenti. Quindi.... no. Non si tratta di sottostimarli per invidia. Comunque... ogniuno poi si fa le sue stime... e valuta le persone come meglio crede. Quello era il mio parere personale.
Ma se pensi che i risultati siano sempre collegati al merito.. che chi merita automaticamente riceva ... beh.. non sono per niente daccordo. Passi il fatto che ci sono i privilegiati.. ma anche andare a dirgli: "che bravoooo"... proprio no.
Se nessuno ti fa i complimenti te li faccio io. Non so di preciso di che cosa ti occupi, ma è lodevole esserti messo in gioco. Stima profonda.

Quanto al discorso sul merito, sono d'accordo. Con un distinguo: in un'attività autonoma o imprenditoriale, il "merito" (idea vincente, qualità del servizio, ecc.) conta molto.

E non ti sto parlando in termini di "valore".
Un americano è diventato milionario creando una app che faceva flatulenze di vario tipo.
C'è gente che tira a campare offrendo servizi di tutt'altro tenore.
Ci sono ristoranti dove ti trattano con ogni riguardo, e altri dove è caratteristica peculiare il fatto che ti insultino (es. La Parolaccia).
Il merito qui sta nell'interpretare, nell'ideare, nell'osare, nell'ottimizzare, nel distribuire e continuare ad innovare.

In un lavoro dipendente, avevo fatto parecchi passi avanti per merito, però alla fine mi si è ritorto contro, perché, in un ambiente dove prevaleva chi faceva la voce più grossa, e dove ho visto cose turpi, son dovuto scappare via per non impazzire.
Questo ha significato, de facto, "salvare" la salute per mettere a repentaglio la sopravvivenza.
Un hara kiri in piena regola.
Ora so come potrei sopravvivere in un ambiente similare, ma sono sprofondato nell'invisibilità.

Ma la stoffa per fare impresa, mettermi in gioco in quel modo, non ce l'ho, anche se credo di capirci qualcosa. Ma con la teoria non si fa nulla.
Servono palle di granito, un'azione costante, e uno spirito commerciale (quantomeno deve avercelo un eventuale socio).

Io verso le persone che costruiscono qualcosa di buono provo rispetto e stima.
Fino a qualche anno fa ero invidioso, andavo un pò a cercare eventuali facilitazioni che avevano portato a dei successi, ecc. Ma era un modo di pensare meschino e deresponsabilizzante.

Ti rinnovo i complimenti.

Ultima modifica di filosofo; 18-06-2012 a 17:13.
Vecchio 18-06-2012, 17:12   #10
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Originariamente inviata da Wasted Life Visualizza il messaggio
Sì ma tutto questo non dice assolutamente nulla sul valore della persona.
A tuo avviso cosa definisce il valore di una persona?

A mio avviso aspetti come: capacità di stare bene con gli altri, apertura, altruismo, affettività, capacità di vivere bene, di prendersi cura di se stessi, di costruire qualcosa e trarne gratificazioni anche economiche, capacità di gestire le proprie risorse, capacità di risolvere i problemi, sono aspetti molto importanti, direi fondamentali.

Poi, ribadisco, nessuno è perfetto.
Andassi ad indagare a fondo, magari scoprirei le "zone d'ombra", ma sarei tremendamente ipocrita.
Io sto tutto all'ombra.

Ultima modifica di filosofo; 18-06-2012 a 17:15.
Vecchio 18-06-2012, 17:14   #11
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Quote:
Originariamente inviata da filosofo Visualizza il messaggio
Lui avrebbe potuto perderli.
Lei avrebbe potuto avviare il B&B e fallire.

...

Ma detto questo, io guardo i risultati.
Lui aveva dei soldi da GIOCARE. Poi, o ha avuto fortuna, quindi nessun particolare merito, oppure ha avuto buone informazioni e quindi nessun particolare merito personale (potrei dire la fortuna di ricevere le info o conoscere delle persone).
Allora dove stà il merito? Nell'aver avuto il coraggio? ...non so, tanti hanno lo stesso coraggio, ma sorte peggiore.
Magari, quelli che hanno giocato e perso per sfortuna, avrebbero fatto meglio a mangiarsi i soldi in divertimenti: se avessero fatto così avrebbero avuto il merito di aver previsto che il gioco sarebbe andato male... A priori non si può dire che sia un merito il puntare i soldi in borsa.

Per Lei, il ragionamento sarebbe molto simile. Forse (ma magari anche no) può avere avuto il merito di indagare un po' se nella zona che ha scelto potesse esserci richiesta di B&B e di fare pubblicità.
Ma se per qualche motivo calasse il numero di turisti? finirebbe tutto in "tempo sprecato"?
Se poi aveva già denaro disponibile... cioè, se io ne avessi abbastanza da rischiare tranquillamente, magari lo aprirei anche io un B&B... se non lo faccio è perchè non ce li ho a disposizione. Il mio demerito nei suoi confronti, in questo caso, sarebbe solo il non avere soldi in partenza.

Tutto questo, solo per dire che dai risultati economici/professionali, la maggior parte delle volte si finisce per giudicare solo fortuna o condizioni buone di partenza, ma non particolari meriti.
Vecchio 18-06-2012, 17:27   #12
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Originariamente inviata da Quintuplo Visualizza il messaggio
Lui aveva dei soldi da GIOCARE. Poi, o ha avuto fortuna, quindi nessun particolare merito, oppure ha avuto buone informazioni e quindi nessun particolare merito personale (potrei dire la fortuna di ricevere le info o conoscere delle persone).
Allora dove stà il merito? Nell'aver avuto il coraggio? ...non so, tanti hanno lo stesso coraggio, ma sorte peggiore.
Magari, quelli che hanno giocato e perso per sfortuna, avrebbero fatto meglio a mangiarsi i soldi in divertimenti: se avessero fatto così avrebbero avuto il merito di aver previsto che il gioco sarebbe andato male... A priori non si può dire che sia un merito il puntare i soldi in borsa.

Per Lei, il ragionamento sarebbe molto simile. Forse (ma magari anche no) può avere avuto il merito di indagare un po' se nella zona che ha scelto potesse esserci richiesta di B&B e di fare pubblicità.
Ma se per qualche motivo calasse il numero di turisti? finirebbe tutto in "tempo sprecato"?
Se poi aveva già denaro disponibile... cioè, se io ne avessi abbastanza da rischiare tranquillamente, magari lo aprirei anche io un B&B... se non lo faccio è perchè non ce li ho a disposizione. Il mio demerito nei suoi confronti, in questo caso, sarebbe solo il non avere soldi in partenza.

Tutto questo, solo per dire che dai risultati economici/professionali, la maggior parte delle volte si finisce per giudicare solo fortuna o condizioni buone di partenza, ma non particolari meriti.
Il non avere soldi per avviare un'attività non lo considero demerito, o meglio... Facciamo anche qui un distinguo.

Se una persona si è trovata a guadagnare del denaro, e poi gestirlo a male (a me per esempio è capitato), certamente una questione di demerito c'è.
Tradotto: "Non ho saputo gestire bene i miei soldi".

Poi guarda: ci son ragazzini che han creato delle start-up di grande successo con investimenti minimi, su internet. Senza scomodare il colosso Facebook.

Insomma, c'è chi ce la fa. Alle volte non è nemmeno questione di soldi.
Il gran patron di Luxottica era un "martinitt", ovvero un trovatello, è cresciuto dalle suore poco distante da dove abito io, ha cominciato dal basso, ora guida un impero e ha partecipazioni in altri colossi.

A me questi temi affascinano, e ammetto di essere sedotto dall'agiatezza.
Però, bisogna sapersela conquistare. E mantenere.
A volte la fortuna conta - vedi Facebook - per fare di un'idea un successo, ma poi questo deve essere conservato, protetto, ampliato. E lì, o ci sai fare, o crolla tutto. E se ci sai fare, crollare può crollare, ma poi ti rialzi. Esemplare il caso di Donald Trump. Suo padre era sì un immobiliarista, e questo gli ha dato una base, ma poi il figlio ha superato di gran lunga il padre, rialzandosi anche da un momento buio, in cui era sommerso dai debiti, e malvisto dagli istituti di credito.

Va beh, qui sto allargando un pò, però spero che il senso si sia capito.

Ultima modifica di filosofo; 18-06-2012 a 17:33.
Vecchio 18-06-2012, 17:31   #13
Esperto
 

Quote:
Originariamente inviata da filosofo Visualizza il messaggio
A me questi temi affascinano, e ammetto di essere sedotto dall'agiatezza.
Però, bisogna sapersela conquistare. E mantenere.
Forse per conquistare e mantenere agiatezza hanno perso cose più importanti... questo sarebbe un enorme demerito.
Vecchio 18-06-2012, 17:46   #14
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Quote:
Originariamente inviata da filosofo Visualizza il messaggio
Se nessuno ti fa i complimenti te li faccio io. Non so di preciso di che cosa ti occupi, ma è lodevole esserti messo in gioco. Stima profonda.

Quanto al discorso sul merito, sono d'accordo. Con un distinguo: in un'attività autonoma o imprenditoriale, il "merito" (idea vincente, qualità del servizio, ecc.) conta molto.

E non ti sto parlando in termini di "valore".
Un americano è diventato milionario creando una app che faceva flatulenze di vario tipo.
C'è gente che tira a campare offrendo servizi di tutt'altro tenore.
Ci sono ristoranti dove ti trattano con ogni riguardo, e altri dove è caratteristica peculiare il fatto che ti insultino (es. La Parolaccia).
Il merito qui sta nell'interpretare, nell'ideare, nell'osare, nell'ottimizzare, nel distribuire e continuare ad innovare.

In un lavoro dipendente, avevo fatto parecchi passi avanti per merito, però alla fine mi si è ritorto contro, perché, in un ambiente dove prevaleva chi faceva la voce più grossa, e dove ho visto cose turpi, son dovuto scappare via per non impazzire.
Questo ha significato, de facto, "salvare" la salute per mettere a repentaglio la sopravvivenza.
Un hara kiri in piena regola.
Ora so come potrei sopravvivere in un ambiente similare, ma sono sprofondato nell'invisibilità.

Ma la stoffa per fare impresa, mettermi in gioco in quel modo, non ce l'ho, anche se credo di capirci qualcosa. Ma con la teoria non si fa nulla.
Servono palle di granito, un'azione costante, e uno spirito commerciale (quantomeno deve avercelo un eventuale socio).

Io verso le persone che costruiscono qualcosa di buono provo rispetto e stima.
Fino a qualche anno fa ero invidioso, andavo un pò a cercare eventuali facilitazioni che avevano portato a dei successi, ecc. Ma era un modo di pensare meschino e deresponsabilizzante.

Ti rinnovo i complimenti.
Ecco vedi.. fai complimenti troppo facilmente^^
No, scherzi a parte, ho capito.. il passare dalla teorìa alla pratica è lodevole. Su quello sono daccordo.
Dico solo che c'è da andarci cauti nell'esprimere ammirazione sulla base dei "risultati"..Nel senso che ammiro mille volte più chi nel suo piccolo è riuscito ad uscire da una situazione di mèrda.. tipo un mio amico che era sfiduciatissimo e poi ha trovato lavoro che gli piace.. è sottopagato.. ma intanto gli piace. Piuttosto che quelli che magari girano con la camicia D&G.. comprano ville con giardinetto e quant'altro..e tutti a sbavare dietro e a dire: oooh quanto è un bravo ragazzo.. e la loro vita appare magnifica.. ma chi ha fatto passi più grandi? Quello che si è tolto dalla strada o quello che in fondo sulla cresta dell'onda bene o male ci è sempre stato?
Va valutato non solo dove sei arrivato.. ma anche da dove sei partito. Spesso non lo si fa. Tutto lì.

Ultima modifica di Halastor; 18-06-2012 a 17:49.
Vecchio 18-06-2012, 17:51   #15
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Originariamente inviata da filosofo Visualizza il messaggio
Quanto al discorso sul merito, sono d'accordo. Con un distinguo: in un'attività autonoma o imprenditoriale, il "merito" (idea vincente, qualità del servizio, ecc.) conta molto.

E non ti sto parlando in termini di "valore".
Un americano è diventato milionario creando una app che faceva flatulenze di vario tipo.
IN Italia no neanche nell'attività imprenditoriale: guarda bene l'ambiente dove vivi, apri gli occhi. Tu parli di un americano,è una società con valori profondamente diversi da quelli italiani, anche se apparentemente sono entrambi paesi occidentali
Vecchio 18-06-2012, 17:54   #16
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Originariamente inviata da Quintuplo Visualizza il messaggio
Forse per conquistare e mantenere agiatezza hanno perso cose più importanti... questo sarebbe un enorme demerito.
Alla fin fine il parametro è soggettivo.

A titolo personale, collego l'autorealizzazione agli scopi che ci si prefigge.

Della serie, in amore voglio realizzare X, a livello lavorativo Y, quanto ad amicizie Z.

Se, rispettivamente, raggiungo X, Y e Z, complimentoni.
Se ottengo qualcosa di diverso, magari sistematicamente, qualche problema c'è.

Ora non voglio portare la discussione su aspetti etici, della serie: se mi prefiggo di uccidere una persona e ci riesco, è merito o no?. Inquineremmo la discussione.

Qui si parla di persone che hanno raggiunto un equilibrio, e che hanno tradotto in realtà concreta e tangibile i loro propositi, conducendo una vita appagante. Della serie: si sono assunte la responsabilità, hanno preso in mano il timone, e hanno raggiunto quel determinato risultato.

Io, per esempio, ho sempre avuto grosse difficoltà, nonostante sappia qual è la "best practice" per tante cose (e la divulgo pure!). Per diversi fattori: mancanza di coraggio, distacco, un'autostima molto settoriale, introversione, assenza di qualsivoglia spirito commerciale, ecc. ecc.
E laddove mi ero posto finalmente in un'ottica costruttiva, ho distrutto tutto.
E ora rischio le penne.

Vedo uno iato enorme tra la mia vita e quella, ad esempio, di questi ragazzi.
La mia "famosa" ex, poi, in questi mesi, ha anche tagliato i ponti definitivamente e unilateralmente.
Se lei avesse trovato un ragazzo come quello di cui accenno, sarebbero state probabilmente rose e fiori. Ma un ragazzo molto in gamba l'ha trovato, infatti, con 5 anni in meno di me.
E si è dimenticata in un nulla dei due anni e e tre mesi di convivenza col sottoscritto. Ultime parole sue, di qualche mese fa: vivo nella pace dei sensi.
Mesi addietro: Mi sono liberata di una zavorra (= io).

Il pensiero ritorna, in questi casi: perché la realtà è che lei era piacente, di grande intelligenza, umanità, e riusciva in tutte le cose che faceva.
Io ero una scoreggia subatomica, e ho convissuto con questo senso di inferiorità.
Il pensiero ora è: io non potevo permettermela una persona del genere.
Ed è brutto razionalizzare questa cosa. E' ancora terribile, ad ormai un paio di anni di distanza, sapere che ho fatto soffrire in quel modo una persona a cui volevo bene, ma che ho "gestito" nel peggiore dei modi possibili.
Acuisce, evidenzia, rinfocola il senso di fallimento, che ormai, assieme alla legge di Murphy, e all'invisibilità, può descrivere il sottoscritto lungo questi anni, fino alla data odierna.

E non c'è un c.... da miniminazzare, essere indulgenti, ecc.

E' agghiacciante avere elevate aspettative, oltre la mediocrità, quando in realtà - all'atto pratico - si è addirittura men che mediocri.

E quindi come impostare una vita in queste condizioni?
Non sarà mai una vita felice. Sarà straziante, dalla culla alla tomba.
Se il mio destino è una vita fantozziana, no, devo trovare il coraggio di finirla qui.

Ultima modifica di filosofo; 18-06-2012 a 18:01.
Vecchio 18-06-2012, 17:56   #17
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Originariamente inviata da Martello Visualizza il messaggio
IN Italia no neanche nell'attività imprenditoriale: guarda bene l'ambiente dove vivi, apri gli occhi. Tu parli di un americano,è una società con valori profondamente diversi da quelli italiani, anche se apparentemente sono entrambi paesi occidentali
E' vero, non posso generalizzare.

Proprio in Italia dovevo nascere...
Vecchio 25-06-2012, 13:12   #18
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Originariamente inviata da filosofo Visualizza il messaggio
A 19 anni immaginavo una vita in una "torre d'avorio", tra studio e insegnamento.
E perché poi hai scelto un altro percorso lavorativo?
Vecchio 25-06-2012, 15:39   #19
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Posso dirti il mio parere spassionato?

A me sembra più che ovvio che tu sia un tantinello incazzato a conoscere tutta questa gente altamente interessante, totalmente realizzata, sarebbe strano se non lo fosse!

Almeno a me fa incazzare.... Tu sei stato più sfortunato e allora? Hai 26 anni, se raggiungi quello che ha raggiunto questa coppietta fra 10 anni sarai comunque un privilegiato, se lo farai fra 20 sarai comunque realizzato, cos'è che ti picca di più? Che non ci sei arrivato prima degli altri? Che forse non ci arriverai mai? E allora?

Dove lavoravo io mi dicevano di credere in obiettivi sempre al massimo così se anche non arrivi dove vuoi sarai arrivato lontano. Ho sempre pensato fosse un'immensa cavolata! Così facendo sarai sempre insoddisfatto!
Meglio puntare una via di mezzo, quando la raggiungi sei gratificato e se superi te stesso? Tanto meglio! Sarai sorpreso per una volta di aver fatto qualcosa al di sopra delle aspettative, e non di quelle degli altri ma delle tue!
Vecchio 25-06-2012, 17:17   #20
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Originariamente inviata da filosofo Visualizza il messaggio
Non so neanche da che parte cominciare.

Ho trovato una persona che mi ha fatto un pò da mentore,
persona attempata ma estremamente giovanile. Mi ha insegnato tante cose, me le ha fatte vedere in pratica, in una fase della mia vita in cui mi manca il terreno sotto i piedi ormai da 7 mesi, con il conto corrente sempre più magro, 1400 cv inviati inutilmente, dopo aver rischiato di impazzire un un'azienda dove albergava di tutto e di più.

Mi ricordo di una gita a Mantova. Attaccava discorso con tutti. Per strada, al ristorante, al bar, sul treno, ovunque. E "piacendo" sempre, colpendo sempre.

E' capitato di prendere insieme il caffè al bar, e partendo da una bicicletta, o da una parola che ha captato, ha creato subito in dialogo con delle persone, singole o coppie/gruppi.
Ha destato interesse, ammirazione.
E' sceso subito a un livello di famigliarità impressionante, sono nati inviti, cene, gite.
Sempre, e dico sempre, persone in sintonia con lui, che ha una visione della vita molto positiva, molto aperta, molto altruistica. Passione per le medicine alternative, per la montagna, per una certa spiritualità, ecc.
Come se davvero le "attirasse". E non ce ne sono tante di persone così.
Persone che si occupano di mansioni creative, ecc. Come lui.

Anche ieri c'è stata una cena con una giovane coppia, lui 27 anni, lei 25 (io 26). Ragazzi in gamba, lui si è comprato una casa ai Parioli giocando in borsa ed è un giovane avvocato promettente; anche lei era partita con l'idea di lavorare in ambito forense, successivamente ha preso in affitto dei locali e ne ha fatto un bed & breakfast. E guadagna molto bene, è estremamente serena, matura. Entrambi socievoli e molto aperti.

Tutti questi uomini e queste donne che questo mentore incontra sono in gamba, realizzati sia a livello professionale che affettivo, e che banalmente si destreggiano estremamente bene nella vita quotidiana, dal far da mangiare alle relazioni. E sono persone tutto fuorché banali. E' gente in gamba, punto e basta.

E poi penso a me, che fruisco di tutti questi insegnamenti ed esempi, ma nulla possono cambiare, nello stato in cui sono ora.
Oggi, dopo l'ennesimo episodio, gli ho detto "Io faccio parte di un'altra razza, sono quasi alla fine, evidentemente è ciò che merito".

Ho avuto una famiglia malconcia in cui non mi hanno insegnato nulla di importante, in cui ho ereditato geni, introiettato modelli duri a morire, che continuano a condizionarmi.
Continuo a essere goffo e distaccato nelle vicende quotidiane.
Per lungo tempo mi sono rifugiato dietro il ventaglio di un certo sapere, una concezione lucida della realtà, una profondità di pensiero che non mi sono mai servite a un benemerito CAZZO. Anzi, hanno accentuato il solco.
In realtà sono nessuno, ma proprio nessuno, perché nella vita contano i risultati. E se mi guardo indietro, e guardo ciò che c'è ora, solo l'istinto di sopravvivenza mi sta mandando avanti, verso quella che comunque sarà la fine.

Perché a salvare una vita così triste e misera, non c'è merito.
Mesi e mesi a pensare, a riflettere, a pormi in modo ricettivo, a prepararmi per un "dopo" diverso, ma qui tutti e tutto mi stanno voltando le spalle.
Sono invisibile.
Pensare che ero in gamba in ciò che facevo. Ma ho avuto aspettative sugli altri, e non dovevo avercele. Dovevo obbedire, ma ho cercato di fare la cosa giusta. In questo Paese di merda bisogna ingoriare mille e un rospo, solo per andare avanti.

E comunque, di fronte a tutto questo... Cazzo ci faccio ancora qui.

Ho costruito e distrutto. C'è stato un tempo in cui avevo oggettivamente quasi tutto ciò che avrei potuto desiderare. Pezzo per pezzo ho demolito tutto. TUT-TO, per poi ritrovarmi incredulo a leccarmi le ferite, e a sprofondare nei sensi di colpa più feroci e continuativi.

No, io non vado bene, non vado bene per niente.
Anche altri non vanno bene, ma hanno comunque maggior fortuna.

Boh... Non so più cosa dire.

Tra sfighe ed errori clamorosi, ho navigato di liquame in liquame, sostanzialmente solo, con la lucidità per capirlo, ma senza la forza, l'impeto e un pizzico di fortuna per cambiare le cose.

C'era una mia ex collega che mi diceva "Tu si che vai bene"
No, non vado bene per niente.

cambia gruppo..cambia amici..
la vita è solo una...trova persona vere autentiche persone che perdono il lavoro..persone single...persone sovrappeso...persone anoressiche...persone tristi...persone depresse...persone che a volte non parlano..persone asociali...
fallo per te stesso trova persone che possono capirti...
ne è pieno il mondo...io ho solo amiche come me vere autentiche con pochi soldi...qualche chilo di troppo...problemi all'università...pochi amici e difficoltà a farsene di nuovi..
perchè dovrei trovarmi amiche simpaticissime che hanno viaggiato ovunque, ricche, magre, bellissime, intelligentissime???a che pro??
sto bene così con le mie amiche imperfette come me...
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