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Vecchio 07-08-2015, 20:35   #1
Esperto
L'avatar di sato
 

mi spiego

l'evitamento risponde ad una sorta di istinto di autoconservazione psicologica, non fare determinate cose perché poi ci resti male... noi provarci proprio a fare quell'altra cosa perché molto probabilmente fallirai ecc ecc

è una cosa molto simile all'istinto di autoconservazione biologica, non camminare sul bordo di un burrone perché se cadi ti fai molto male... mettere le dita nella presa non è cosa buona e giusta... ed in seguire i camion sull'autostrada contro mano, non è la cosa più intelligente da fare

ora... perché dare retta al nostro istinto di autoconservazione biologico è giusto mentre farlo con il nostro istinto di conservazione psicologico no?
Vecchio 07-08-2015, 21:05   #2
Esperto
L'avatar di OhNo!
 

Secondo me la differenza sta nel fatto che l'istinto di autoconservazione biologico parte da assunti sicuramente veri, quello psicologico no. Se cado in un burrone sicuramente morirò, ma se faccio quella cosa PROBABILMENTE fallirò, se faccio quell'altra PROBABILMENTE ci rimarrò male. Infatti lo psicologo dovrebbe cercare di far comprendere al paziente che le sue assunzioni non hanno una base razionale e, pian piano, modificarle, no?
Vecchio 07-08-2015, 21:13   #3
Esperto
L'avatar di sato
 

Quote:
Originariamente inviata da OhNo! Visualizza il messaggio
Secondo me la differenza sta nel fatto che l'istinto di autoconservazione biologico parte da assunti sicuramente veri, quello psicologico no. Se cado in un burrone sicuramente morirò, ma se faccio quella cosa PROBABILMENTE fallirò, se faccio quell'altra PROBABILMENTE ci rimarrò male. Infatti lo psicologo dovrebbe cercare di far comprendere al paziente che le sue assunzioni non hanno una base razionale e, pian piano, modificarle, no?
si direi di si...

ma a me chi me lo dice che le mie siano tutte fissazioni irrazionali e non invece la parte razionale del mio cervello che mi dice di non andare oltre i miei limiti?
Vecchio 07-08-2015, 21:42   #4
Esperto
L'avatar di Pablo's way
 

Quote:
Originariamente inviata da sato Visualizza il messaggio
ora... perché dare retta al nostro istinto di autoconservazione biologico è giusto mentre farlo con il nostro istinto di conservazione psicologico no?
Non c'è giusto o non giusto, il punto è ciò che desideri, se senti che la tua condizione attuale non è per te soddisfacente, è necessario che tu provi ad andare oltre questa vocina che ogni volta ti dice di evitare, è un passo che serve per mettersi alla prova e superare le paure.
Vecchio 07-08-2015, 21:47   #5
Esperto
 

Quote:
Originariamente inviata da sato Visualizza il messaggio
mi spiego

l'evitamento risponde ad una sorta di istinto di autoconservazione psicologica, non fare determinate cose perché poi ci resti male... noi provarci proprio a fare quell'altra cosa perché molto probabilmente fallirai ecc ecc

è una cosa molto simile all'istinto di autoconservazione biologica, non camminare sul bordo di un burrone perché se cadi ti fai molto male... mettere le dita nella presa non è cosa buona e giusta... ed in seguire i camion sull'autostrada contro mano, non è la cosa più intelligente da fare

ora... perché dare retta al nostro istinto di autoconservazione biologico è giusto mentre farlo con il nostro istinto di conservazione psicologico no?

ragionamento per me errato alle fondamenta

questo dell'evitamento non è un istinto protettivo, perchè io sto anche più male, quando lascio fare a lui

a volte se mi impongo di fare il contrario di quello che dice, poi sto meglio
Vecchio 07-08-2015, 21:51   #6
Banned
 

Tutto IMHO :

L'istinto di autoconservazione biologico ti impedisce di giungere a dei risultati che comunque non desideri (morire, ferirti, etc).
Poco ti importa di superare la paura di camminare sul bordo di un burrone perché al massimo ciò che ne otterresti è comunque qualcosa che in prima istanza mai hai desiderato ( poter cadere di sotto).

L'evitamento ti porta a sviluppare timori, dubbi e paure che ti impediscono, o rendono difficoltoso, giungere invece a qualcosa che in primis però desideri.
Non è che il pensiero disfunzionale sia tanto nell'averle queste paure, non sono così immotivate di per sé.
Divengono disfunzionali nel momento in cui ti limitano al punto di non permetterti di poter neanche compiere un tentativo di avere ciò che desideri.

In quel momento la tua volontà si trova a muoversi in due direzioni contrastanti.
Se prevale quella che ti porta alla tua autotutela però ti precludi anche il poter raggiungere qualcosa che desideri. Alla fine stai male comunque.

Non puoi neanche semplicemente annullare questo tuo desiderio dall'oggi al domani e rassegnarti. Spesso non è semplicemente possibile ed un atteggiamento di questo tipo è una sorta di violenza a sé stessi.

Nel caso dell'istinto di autoconservazione questa frattura non avviene se non in casi particolari.
Un suicida magari potrebbe viverlo come problematico perché gli impedisce di raggiungere un risultato che desidera ( morire). O chi pratica sport estremi, o ancora chi è alla costante ricerca di sensazioni estreme e scariche d'adrenalina.
Ma parliamo appunto di limitate eccezioni.

Nel caso tanto emblematico del "provarci" ad esempio ( giusto per prendere un argomento evidente ) non è la paura del rifiuto in sé il pensiero disfunzionale.
Quella paura è giustamente motivata dal fatto che il ricevere un rifiuto è qualcosa di doloroso.
In una certa misura la provano tutti, perché è anche giusto che la mente tenda a tutelarsi contro un potenziale rischio.
Il pensiero disfunzionale subentra nel momento in cui questa paura è totalizzante e ti impedisce di poter giungere a qualcosa che però desideri.
In questo caso una relazione/rapporto.
L'autotela in questo caso non ti permette comunque di (provare a ) raggiungere una situazione finale di benessere maggiore di quello iniziale.
Vecchio 07-08-2015, 21:55   #7
Esperto
L'avatar di sato
 

mh... capisco

quindi assecondarlo è peggio...
Vecchio 07-08-2015, 22:09   #8
Esperto
 

Quote:
Originariamente inviata da sato Visualizza il messaggio
mh... capisco

quindi assecondarlo è peggio...
è però una questione personale

tu stai meglio o peggio quando eviti? sempre?

è mai capitato che ti sei costretto a non evitare, e poi stavi meglio?
Vecchio 07-08-2015, 22:13   #9
Esperto
L'avatar di Weltschmerz
 

Non è questione di giusto o sbagliato, ma di strategie di adattamento.
Quando l'evitamento non è sufficiente per risolvere il problema o/e provoca disagio allora diventa disfunzionale.

Comunque può essere utile se non fa sentire in colpa: fa diminuire l'agitazione a breve termine e questo non è poi tanto male.
Vecchio 07-08-2015, 22:24   #10
Esperto
L'avatar di Blue Sky
 

Il benessere derivante dall'evitamento è solo apparente. Si chiama "zona di comfort" proprio per questo
Ringraziamenti da
iturbe89 (08-08-2015)
Vecchio 07-08-2015, 22:58   #11
Esperto
L'avatar di sato
 

in definitiva diciamo che dipende dal caso

in certe situazioni è meglio assecondare l'evitamento in altre meglio contrastarlo...
Vecchio 07-08-2015, 22:59   #12
Banned
 

E questione di chimica cerebrale . Nel altra modalita.era come se i desideri arrivassero prima e meglio alla coscienza . E come se fossi piu sensibile al mio desiserio e volere e nn so come affrontare lacosa se nn facendo in parte quello che desidero . Perdo il controllo nel senso positivo. Nella modalita alternativa e il cintrario siam po ppiu sensibili alle paure , e quello che nn va , perdiamo la testa e facciamo quello.che la paura ci commanda. Sembra quasi.eliminare il desiderio .il desiderio.sembra di um altra persona. E qualcosa che sai ma che nn senti

Ultima modifica di cancellato13248; 07-08-2015 a 23:01.
Ringraziamenti da
morgana (09-08-2015)
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