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dubbio su evitamento
mi spiego
l'evitamento risponde ad una sorta di istinto di autoconservazione psicologica, non fare determinate cose perché poi ci resti male... noi provarci proprio a fare quell'altra cosa perché molto probabilmente fallirai ecc ecc è una cosa molto simile all'istinto di autoconservazione biologica, non camminare sul bordo di un burrone perché se cadi ti fai molto male... mettere le dita nella presa non è cosa buona e giusta... ed in seguire i camion sull'autostrada contro mano, non è la cosa più intelligente da fare ora... perché dare retta al nostro istinto di autoconservazione biologico è giusto mentre farlo con il nostro istinto di conservazione psicologico no? |
Re: dubbio su evitamento
Secondo me la differenza sta nel fatto che l'istinto di autoconservazione biologico parte da assunti sicuramente veri, quello psicologico no. Se cado in un burrone sicuramente morirò, ma se faccio quella cosa PROBABILMENTE fallirò, se faccio quell'altra PROBABILMENTE ci rimarrò male. Infatti lo psicologo dovrebbe cercare di far comprendere al paziente che le sue assunzioni non hanno una base razionale e, pian piano, modificarle, no?
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Re: dubbio su evitamento
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ma a me chi me lo dice che le mie siano tutte fissazioni irrazionali e non invece la parte razionale del mio cervello che mi dice di non andare oltre i miei limiti? |
Re: dubbio su evitamento
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Re: dubbio su evitamento
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ragionamento per me errato alle fondamenta questo dell'evitamento non è un istinto protettivo, perchè io sto anche più male, quando lascio fare a lui a volte se mi impongo di fare il contrario di quello che dice, poi sto meglio |
Tutto IMHO :
L'istinto di autoconservazione biologico ti impedisce di giungere a dei risultati che comunque non desideri (morire, ferirti, etc). Poco ti importa di superare la paura di camminare sul bordo di un burrone perché al massimo ciò che ne otterresti è comunque qualcosa che in prima istanza mai hai desiderato ( poter cadere di sotto). L'evitamento ti porta a sviluppare timori, dubbi e paure che ti impediscono, o rendono difficoltoso, giungere invece a qualcosa che in primis però desideri. Non è che il pensiero disfunzionale sia tanto nell'averle queste paure, non sono così immotivate di per sé. Divengono disfunzionali nel momento in cui ti limitano al punto di non permetterti di poter neanche compiere un tentativo di avere ciò che desideri. In quel momento la tua volontà si trova a muoversi in due direzioni contrastanti. Se prevale quella che ti porta alla tua autotutela però ti precludi anche il poter raggiungere qualcosa che desideri. Alla fine stai male comunque. Non puoi neanche semplicemente annullare questo tuo desiderio dall'oggi al domani e rassegnarti. Spesso non è semplicemente possibile ed un atteggiamento di questo tipo è una sorta di violenza a sé stessi. Nel caso dell'istinto di autoconservazione questa frattura non avviene se non in casi particolari. Un suicida magari potrebbe viverlo come problematico perché gli impedisce di raggiungere un risultato che desidera ( morire). O chi pratica sport estremi, o ancora chi è alla costante ricerca di sensazioni estreme e scariche d'adrenalina. Ma parliamo appunto di limitate eccezioni. Nel caso tanto emblematico del "provarci" ad esempio ( giusto per prendere un argomento evidente ) non è la paura del rifiuto in sé il pensiero disfunzionale. Quella paura è giustamente motivata dal fatto che il ricevere un rifiuto è qualcosa di doloroso. In una certa misura la provano tutti, perché è anche giusto che la mente tenda a tutelarsi contro un potenziale rischio. Il pensiero disfunzionale subentra nel momento in cui questa paura è totalizzante e ti impedisce di poter giungere a qualcosa che però desideri. In questo caso una relazione/rapporto. L'autotela in questo caso non ti permette comunque di (provare a ) raggiungere una situazione finale di benessere maggiore di quello iniziale. |
Re: dubbio su evitamento
mh... capisco
quindi assecondarlo è peggio... |
Re: dubbio su evitamento
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tu stai meglio o peggio quando eviti? sempre? è mai capitato che ti sei costretto a non evitare, e poi stavi meglio? |
Re: dubbio su evitamento
Non è questione di giusto o sbagliato, ma di strategie di adattamento.
Quando l'evitamento non è sufficiente per risolvere il problema o/e provoca disagio allora diventa disfunzionale. Comunque può essere utile se non fa sentire in colpa: fa diminuire l'agitazione a breve termine e questo non è poi tanto male. |
Re: dubbio su evitamento
Il benessere derivante dall'evitamento è solo apparente. Si chiama "zona di comfort" proprio per questo :mrgreen:
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Re: dubbio su evitamento
in definitiva diciamo che dipende dal caso
in certe situazioni è meglio assecondare l'evitamento in altre meglio contrastarlo... |
E questione di chimica cerebrale . Nel altra modalita.era come se i desideri arrivassero prima e meglio alla coscienza . E come se fossi piu sensibile al mio desiserio e volere e nn so come affrontare lacosa se nn facendo in parte quello che desidero . Perdo il controllo nel senso positivo. Nella modalita alternativa e il cintrario siam po ppiu sensibili alle paure , e quello che nn va , perdiamo la testa e facciamo quello.che la paura ci commanda. Sembra quasi.eliminare il desiderio .il desiderio.sembra di um altra persona. E qualcosa che sai ma che nn senti
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