[quote=Lino_57;949468]
Quote:
Originariamente inviata da Christopher
Potrebbe, così come potrebbe portare al suicidio, o all'omicidio...
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Vabé, oddio questa mi pare un po' buttata lì a caso.
Comunque, il problema principale non risiede nelle sostanze in sè (che poi, com'è ben noto oramai -si spera-, vanno differenziate e distinte) ma piuttosto nella difficoltà di chi ne usufruisce a liberarsene, insomma quel che è da valutare è il coefficente d'
addiction.
Ora, chiunque sia stato in contatto con le droghe anche per conto terzi, ma non per mero "sentito dire", può testimoniare come in primo luogo la tendenza a sviluppare dipendenze sia assolutamente variabile da persona a persona; questo vuol dire che molti, la maggior parte probabilmente,
si stufano della droga e la lasciano anche relativamente presto.
Ma oltre a questa predisposizione, altro problema della droga risiede nei rapporti di potere che si istituiscono attorno ad essa: potere del pusher che trasla la dipendenza dalla sostanza alla dipendenza dallo stesso venditore ( fenomeno che Burroughs esprimeva nella sua
algebra del bisgono).
E altro potere speculare e legalizzato, che si istituisce -e istituzionalizza- attorno alla sostanza, è quello psichiatrico, potere più pericoloso, più sottile, in quanto qui il "pusher"(inteso come colui che "ovvia" al bisogno) può contare su un apparato scientifico che sorregge le sue prescrizioni.
Da chi pensate sia più difficile liberarsi, dal tipo losco per la strada o dal tipo losco nello studio?
**Non c'è bisogno che lo dica, ma non intendo fare apologie della droga nè tantomeno screditare alcuna categoria professionale, semplicemente analizzo un problema nel suo complesso.