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06-05-2012, 16:04
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#1
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Esperto
Qui dal: Oct 2007
Messaggi: 2,896
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Vorrei una risposta intellettualmente onesta a questa domanda. Lo stato chimico del cervello indotto dai farmaci in un sociofobico è lo stesso stato chimico del cervello di un non sociofobico, con un'espressività normale e libera da limitazioni date dalla vergogna? Oppure è solo un effetto che aggiunge sensazioni epidermiche di umore ma che lasciano inalterata la rete di connessioni sinaptiche che attiva le fisiologiche reazioni della fobia sociale?
Gli antidepressivi cosa aggiungono di utile? E gli ansiolitici?
Nel rispondere a questa domanda, vi prego di considerare una fobia sociale che non è in nessun modo accompagnata da depressione, disturbo evitante, pigrizia sociale: dovete immaginare una fobia sociale che si manifesta solo come condizione fisiologica di vergogna della propria espressività, ma priva del meccanismo demolitivo di autostima con pensieri disfunzionali come "non valgo niente/non sono degno di avere una vita sociale/etc...", perchè in questo caso allora è chiaro che benzodiazepine e serotonine varie possono avere l'utilità di arginare quegli squilibri dell'umore provocati da quei pensieri, ma se quei pensieri disfunzionali non ci sono, se il soggetto non è un pessimista e non cade in quel tunnel di pensieri dopo i fallimenti sociali, ma ha soltanto questa condizione di blocco fisiologico dell'espressività e di vergogna, i farmaci, nella pratica, cosa possono dare di utile, e in che misura?
Grazie
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06-05-2012, 17:18
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#2
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Esperto
Qui dal: Jan 2010
Ubicazione: Ferrara
Messaggi: 3,860
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Allora. non sono una psichiatra e nemmeno una neuropsichiatra.
Quote:
Lo stato chimico del cervello indotto dai farmaci in un sociofobico è lo stesso stato chimico del cervello di un non sociofobico, con un'espressività normale e libera da limitazioni date dalla vergogna? Oppure è solo un effetto che aggiunge sensazioni epidermiche di umore ma che lasciano inalterata la rete di connessioni sinaptiche che attiva le fisiologiche reazioni della fobia sociale?
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In entrambi i casi è sempre una sensazione epidermica di umore. Aggiunge solo gli ormoni mancanti. Ormoni chimici ovviamente. I neurotrasmettitori non producono sufficiente serotonina (per esempio) o viene prodotta in zone sbagliate del cervello e Il farmaco lavora nella zona dove essa dovrebbe essere prodotta normalmente. Un accumulo eccessivo però ha effetti collaterali.
Quote:
se il soggetto non è un pessimista e non cade in quel tunnel di pensieri dopo i fallimenti sociali, ma ha soltanto questa condizione di blocco fisiologico dell'espressività e di vergogna, i farmaci, nella pratica, cosa possono dare di utile, e in che misura?
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Non si è depressi ma comunque si hanno problemi di altro tipo. E' sempre una fobia mostrarsi per come si è realmente e quindi ci si blocca. I farmaci di solito riescono a mascherare la vergogna, quindi non si ha paura nel mostrare la nostra vera personalità, tolgono le inibizioni e tanti altri sintomi. Gli ansiolitici non servono in questo caso.. I farmaci poi cambiano un bel pò la personalità. Peggiorano i sintomi alla sospensione e Si entra in un circolo vizioso dove non se ne esce più dove poi si ha bisogno di ricominciare la cura .Per questo tipo di blocco si deve riuscire a farcela da soli proprio perchè si è consapevoli di cosa si ha "realmente". Lo so che ci si sente visti con un occhio diverso dagl'altri perchè si ha una visione della vita, si parla in maniera particolare e quindi non si è considerati "persona comune" dal resto della società. Ma che ne dobbiamo fregare perchè sennò non si vive più, anzi non si sopravvive. In poche parole tu non hai una fobia sociale ma la eremofobia.
Io ci ho provato a spiegarmi. Ovviamente non è una risposta intellettuale ma ho notato che ancora nessuno ti ha risposto.
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Ultima modifica di Black Moon; 06-05-2012 a 17:23.
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06-05-2012, 18:12
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#3
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Esperto
Qui dal: May 2010
Ubicazione: USS Enterprise • NCC1701E
Messaggi: 16,780
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Quote:
Originariamente inviata da HurryUp
ma se quei pensieri disfunzionali non ci sono
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Se davvero non ci sono, i farmaci non servono. Il problema con certi pensieri è che si nascondono.
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06-05-2012, 19:12
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#4
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Esperto
Qui dal: Oct 2007
Messaggi: 2,896
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Quote:
Originariamente inviata da barclay
Se davvero non ci sono, i farmaci non servono. Il problema con certi pensieri è che si nascondono.
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Tu hai la fobia sociale? I pensieri che si nascondono non mi interessano, mi interessano cose misurabili scientificamente. Quindi parliamo di un esempio pratico: il momento di congedo da un gruppo di estranei. Hai partecipato a un corso di cucina con altre persone che non conosci. Quando il corso finisce, non sei abbastanza astuto da andartene prima che un certo gruppetto di partecipanti conosciuti si piazzi sul cortile a conversare. Sei fregato: stai vicino a loro, e non puoi andartene alla chetichella senza dire nulla, perchè un po' ci hai parlato e è antipatico andarsene via senza neanche accennare un saluto. Mentre conversano tra di loro cominci a pensare quale può essere il momento e il modo giusto per congedarsi, e ognuno di quelli pensati ti sembra sbagliato.
Bene, hai chiaro il fatto empirico: in questa situazione, il farmaco è in grado di aiutarti? Ti farebbe magicamente trovare un modo adatto per congedare quel gruppo, non facendoti vergognare, non facendoti preoccupare di esserti messo al centro dell'attenzione e dover sostenere la situazione? Oppure dovresti sempre avere l'astuzia di uscire dal corso prima che il gruppo si raduni nel cortile vicino a te?
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06-05-2012, 19:21
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#5
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Esperto
Qui dal: Oct 2007
Messaggi: 2,896
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Quote:
Originariamente inviata da Black Moon
Io ci ho provato a spiegarmi. Ovviamente non è una risposta intellettuale ma ho notato che ancora nessuno ti ha risposto.
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Mi hai dato una risposta intellettualmente onesta, del tipo di quelle che cercavo, quindi sono soddisfatto
Ma questi scompensi chimici di serotonina sono misurabili scientificamente? Esistono delle analisi con cui posso verificarli, o addirittura verificare quelle zone in cui l'ormone è più carente?
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06-05-2012, 19:23
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#6
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Esperto
Qui dal: Oct 2007
Messaggi: 2,896
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Quote:
Originariamente inviata da zucchina
gli psicofarmaci danno effetti troppo soggettivi e relativi, non sono misurabili, infatti non si possono nemmeno vedere i livelli di neurotrasmettitori nel cervello, se davvero hanno qualcosa che non va! si prendono gli psicofarmaci come tentativi e si vede poi l'effetto
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Bene, questo mi interessava. I miei tentativi con gli psicofarmaci sono stati deludenti, devo decidere se provarne altri.
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06-05-2012, 19:24
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#7
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Esperto
Qui dal: Mar 2012
Messaggi: 12,328
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Quote:
Originariamente inviata da HurryUp
Quando il corso finisce, non sei abbastanza astuto da andartene prima che un certo gruppetto di partecipanti conosciuti si piazzi sul cortile a conversare. Sei fregato: stai vicino a loro, e non puoi andartene alla chetichella senza dire nulla, perchè un po' ci hai parlato e è antipatico andarsene via senza neanche accennare un saluto. Mentre conversano tra di loro cominci a pensare quale può essere il momento e il modo giusto per congedarsi, e ognuno di quelli pensati ti sembra sbagliato.
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Secondo me questa è una situazione che potrebbe essere comune un po' a tutti, mica solo ai fobici e affini.
Non è che i farmaci ti aiutano per cose così "banali"!
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06-05-2012, 19:31
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#8
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Esperto
Qui dal: May 2010
Ubicazione: USS Enterprise • NCC1701E
Messaggi: 16,780
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Quote:
Originariamente inviata da HurryUp
Bene, hai chiaro il fatto empirico: in questa situazione, il farmaco è in grado di aiutarti? Ti farebbe magicamente trovare un modo adatto per congedare quel gruppo, non facendoti vergognare, non facendoti preoccupare di esserti messo al centro dell'attenzione e dover sostenere la situazione?
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Secondo la mia esperienza, sì. Lo psicofarmaco giusto attenua l'ansia ed alimenta una certa indifferenza verso l'esterno: nel caso da te descritto, sotto antidepressivo, io me ne andrei con un semplice «Io devo andare. Ciao a tutti», senza chiedermi che effetto avrebbe la mia partenza. Il fatto che poi penserei che la mia assenza non verrà notata è un'altra storia. In altre parole, nel mio caso, l'AD ha ridotto la mia preoccupazione per quello che gli altri pensano di me, ma ha lasciato intatta l'idea che ho di me stesso.
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Ultima modifica di barclay; 06-05-2012 a 19:41.
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06-05-2012, 20:14
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#9
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Esperto
Qui dal: Jan 2010
Ubicazione: Ferrara
Messaggi: 3,860
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Quote:
Originariamente inviata da HurryUp
Mi hai dato una risposta intellettualmente onesta, del tipo di quelle che cercavo, quindi sono soddisfatto
Ma questi scompensi chimici di serotonina sono misurabili scientificamente? Esistono delle analisi con cui posso verificarli, o addirittura verificare quelle zone in cui l'ormone è più carente?
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Purtroppo no.. Troppo bello sarebbe
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06-05-2012, 20:16
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#10
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Esperto
Qui dal: Jan 2010
Ubicazione: Ferrara
Messaggi: 3,860
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Quote:
Originariamente inviata da HurryUp
Bene, questo mi interessava. I miei tentativi con gli psicofarmaci sono stati deludenti, devo decidere se provarne altri.
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Oh ma fai l'autocavia??
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06-05-2012, 20:43
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#11
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Esperto
Qui dal: Sep 2009
Ubicazione: Pianeta Terra
Messaggi: 2,012
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Originariamente inviata da zucchina
gli psicofarmaci danno effetti troppo soggettivi e relativi, non sono misurabili, infatti non si possono nemmeno vedere i livelli di neurotrasmettitori nel cervello, se davvero hanno qualcosa che non va! si prendono gli psicofarmaci come tentativi e si vede poi l'effetto
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Anche io sono di questo parere.
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06-05-2012, 20:56
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#12
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Esperto
Qui dal: Oct 2007
Messaggi: 2,896
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Quote:
Originariamente inviata da Black Moon
Purtroppo no.. Troppo bello sarebbe
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L'elettroencefalogramma potrebbe dare qualche dato? Tipo fare un monitoraggio dell'attività elettrica del cervello in varie occasioni e confrontarlo con l'elettroencefalogramma di un non fobico, secondo te è fantascienza?
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06-05-2012, 21:01
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#13
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Esperto
Qui dal: Oct 2007
Messaggi: 2,896
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Originariamente inviata da barclay
Secondo la mia esperienza, sì. Lo psicofarmaco giusto attenua l'ansia ed alimenta una certa indifferenza verso l'esterno: nel caso da te descritto, sotto antidepressivo, io me ne andrei con un semplice «Io devo andare. Ciao a tutti», senza chiedermi che effetto avrebbe la mia partenza. Il fatto che poi penserei che la mia assenza non verrà notata è un'altra storia. In altre parole, nel mio caso, l'AD ha ridotto la mia preoccupazione per quello che gli altri pensano di me, ma ha lasciato intatta l'idea che ho di me stesso.
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Interessante, ma per darmi un parere veramente utile dovresti darmi qualche dettaglio più preciso che "alimenta una certa indifferenza verso l'esterno": per esempio, quando diresti "Io devo andare" dove fisseresti lo sguardo? Quando si parla a un gruppo di persone magari si deve guardare un po' tutti, tu chi guarderesti e come? L'ormone ti guiderebbe anche a guardare nel modo giusto e nel punto giusto le persone a cui rivolgi la frase "Io devo andare", oppure ci devi pensare tu?
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07-05-2012, 08:44
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#14
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Esperto
Qui dal: May 2010
Ubicazione: USS Enterprise • NCC1701E
Messaggi: 16,780
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Quote:
Originariamente inviata da HurryUp
per esempio, quando diresti "Io devo andare" dove fisseresti lo sguardo? Quando si parla a un gruppo di persone magari si deve guardare un po' tutti, tu chi guarderesti e come? L'ormone ti guiderebbe anche a guardare nel modo giusto e nel punto giusto le persone a cui rivolgi la frase "Io devo andare", oppure ci devi pensare tu?
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Non ci penso proprio: faccio la cosa più naturale o almeno quella che a me sembra tale: spazio lo sguardo sull'uditorio, accennando un sorriso, in modo da rendere evidente che il saluto è rivolto a tutti, senza alcuna preferenza; di solito, il farlo quando si è ad una cera distanza dal gruppo rende più facile guardare tutti.
Secondo me, non si tratta di un suggerimento dettato dal farmaco ma di un'informazione già presente nella mente, che il farmaco "disseppellisce".
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Ultima modifica di barclay; 07-05-2012 a 08:55.
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07-05-2012, 13:22
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#15
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Esperto
Qui dal: Oct 2007
Messaggi: 2,896
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Quote:
Originariamente inviata da barclay
Non ci penso proprio: faccio la cosa più naturale o almeno quella che a me sembra tale: spazio lo sguardo sull'uditorio, accennando un sorriso, in modo da rendere evidente che il saluto è rivolto a tutti, senza alcuna preferenza; di solito, il farlo quando si è ad una cera distanza dal gruppo rende più facile guardare tutti.
Secondo me, non si tratta di un suggerimento dettato dal farmaco ma di un'informazione già presente nella mente, che il farmaco "disseppellisce".
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So che gli antidepressivi, a differenza degli ansiolitici, impiegano mesi prima di fare effetto. Quanti mesi bisognerebbe aspettare perchè il farmaco "disseppellisca" queste informazioni comportamentali?
E un'altra domanda: quando sei sotto l'effetto del farmaco sei meno preoccupato, ma comunque hai sempre chiaro il ricordo delle sensazioni a cui eri abituato quando eri dominato dalla fobia. Come ti appairebbero le preoccupazioni che avresti in condizione di fobia quando sei in una condizione sociale coperta dal farmaco? Non possono apparirti stupide, perchè le hai vissute, ne possono apparirti irragionevoli, perchè le hai vissute lucidamente constatandone il fondamento dinamico interiore. Come fai quindi a evitare di farti bloccare? Senti come una specie di "flusso" che ti attraverso dandoti una "forza" speciale che ti allontana dalle sensazioni di fobia, oppure la sicurezza avviene in un modo confuso che non sapresti spiegare a te stesso?
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Ultima modifica di HurryUp; 07-05-2012 a 13:27.
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07-05-2012, 13:30
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#16
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Esperto
Qui dal: Oct 2007
Messaggi: 2,896
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Ho visto adesso la sezione "medicine", se l'avessi notata prima avrei messo il topic lì, forse andrebbe spostato.
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07-05-2012, 17:54
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#17
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Esperto
Qui dal: May 2010
Ubicazione: USS Enterprise • NCC1701E
Messaggi: 16,780
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Quote:
Originariamente inviata da HurryUp
So che gli antidepressivi, a differenza degli ansiolitici, impiegano mesi prima di fare effetto. Quanti mesi bisognerebbe aspettare perchè il farmaco "disseppellisca" queste informazioni comportamentali?
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Difficile dirlo con precisione, perché l'effetto è graduale, quindi non ci si sveglia una mattina con una nuova consapevolezza; non meno di un mese, comunque.
Quote:
Come fai quindi a evitare di farti bloccare? Senti come una specie di "flusso" che ti attraverso dandoti una "forza" speciale che ti allontana dalle sensazioni di fobia, oppure la sicurezza avviene in un modo confuso che non sapresti spiegare a te stesso?
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Attenzione: secondo la mia esperienza, l'AD influenza positivamente l'umore ma non il modo di ragionare. I motivi che ho per evitare qualcosa esistono sempre, la differenza è che l'umore non li appesantisce. Tornado all'esempio precedente, sotto AD posso fermarmi a chiacchierare con un gruppo di persone, senza AD me ne andrei via subito, ma in entrambi i casi penserei di non aver fatto colpo.
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08-05-2012, 03:11
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#18
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Esperto
Qui dal: Oct 2007
Messaggi: 2,896
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Quote:
Originariamente inviata da barclay
Attenzione: secondo la <a class="inlineAdmedialink" href="#">mia esperienza</a>, l'AD influenza positivamente l'umore ma non il modo di ragionare. I motivi che ho per evitare qualcosa esistono sempre, la differenza è che l'umore non li appesantisce. Tornado all'esempio precedente, sotto AD posso fermarmi a chiacchierare con un gruppo di persone, senza AD me ne andrei via subito, ma in entrambi i casi penserei di non aver fatto colpo.
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Aspetta un momento... il motivo per cui non mi fermo a chiacchierare con un gruppo di persone, o per cui me ne vado prima che si raduni vicino a me per non fare il congedo, non è un umore basso, ma sono le sensazioni di vergogna legate a certe azioni comportamentali: quando io sono bloccato il mio umore può essere anche ai livelli dell'entusiasmo.
Quindi se mi dici che l'antidepressivo alzerebbe il mio umore, forse per me può essere una fregatura, perchè nel mio caso l'umore non c'entra nulla con le cause del mio blocco. Mi sfugge qualcosa?
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08-05-2012, 08:30
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#19
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Esperto
Qui dal: May 2010
Ubicazione: USS Enterprise • NCC1701E
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Quote:
Originariamente inviata da HurryUp
Quindi se mi dici che l'antidepressivo alzerebbe il mio umore, forse per me può essere una fregatura, perché nel mio caso l'umore non c'entra nulla con le cause del mio blocco. Mi sfugge qualcosa?
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Hai fatto centro: gli antidepressivi non sono pillole magiche che fanno sparire i problemi: si limitano ad alleviarli. Nel mio caso, la depressione è la conseguenza dei miei problemi, non la causa, anche se è innegabile che li peggiora, perché se già è difficile fare certe cose quando l'umore è alto, quando s'abbassa diventa impossibile.
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Ultima modifica di barclay; 08-05-2012 a 08:33.
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08-05-2012, 12:55
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#20
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Esperto
Qui dal: Nov 2008
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Originariamente inviata da HurryUp
Ho visto adesso la sezione "medicine", se l'avessi notata prima avrei messo il topic lì, forse andrebbe spostato.
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No, "medicine" è per parlare di specifici farmaci citando da chi sono stati prescritti, età e peso. Questa discussione sta bene qui, l'importante è che non mi citate nomi di medicinali.
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