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Originariamente inviata da shady74
Della povera gente che si vuole liberare da un dittatore non frega niente a nessuno.
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Anche questo non è del tutto vero.
Non è una guerra di popolo in Libia.
Il paragone ad es. con Egitto e Tunisia è fuori luogo. Sono tre rivolte molto diverse.
La prima era effettivamente una rivolta diciamo sessantottina, con strati borghesi giovani occidentalisti e strati poveri filoislamici (ed il referendum ha già dato una bella botta ai sogni dell'Egitto laico su cui si facevano delle gran pugnette i nostri intellettuali radical-chic).
La seconda era una rivolta per il pane: era quindi la pancia a guidare le masse.
Non credete al tam tam dei giornali di sinistra o a Del Grande e a Flores D'Arcais che stanno facendo bieca propaganda.
Questa in Libia è principalmente una guerra etnico-tribale, dove una parte consistente della Cirenaica (molti clan) è stufa di essere svantaggiata da Gheddafi in termini di distribuzioni dei proventi economici derivanti dal petrolio.
Sia chiaro: ogni rivolta è legittima, il popolo ha tutto il diritto di abbattere un regime. Ma per lo stesso principio uno Stato ha il diritto uguale e contrario di difendersi.
Se domani Bossi solleva Bergamo e Brescia in armi contro l'Italia, l'esercito italiano ha il diritto di intervenire con durezza.
Chi piglia in mano un'arma smette di essere un civile e diventa forza combattente.
Al di là delle ragioni di una parte e dell'altra che rientrano nel campo della retorica e della propaganda, molto spesso.
Sta di fatto che un dittatore senza appoggio popolare non dura molto. Ci deve essere sempre una maggioranza che lo sostiene. Devono (per dirla come i marxisti) saltare fuori le contraddizioni. Ma queste non le si portano dall'esterno, ne si può decidere arbitrariamente che quello è il momento.
Gheddafi sarà forse abbattuto, ma si rischia con molta probabilità di gettare la Libia in una situazione simile a quella dei Balcani.
Ancora oggi a Bengasi si utilizza una retorica comunicativa e slogan che sembrano fatte apposta per essere apprezzate dall'Occidente.
(caso simile: le proteste a Teheran con i cartelli in inglese e non in farsi....)
Si cerca di scardinare la realtà (con ampio successo grazie ai ns. giornali), ammantando la rivolta di caratteristiche digeribili dall'opinione pubblica europea.
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In paesi africani ci sono dittature sanguinarie, ma non essendo paesi economicamente e strategicamente rilevanti nessuno interviene, anzi, diventano un mercato per la vendita di armi.
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vero.
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La politica internazionale è cinica.
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cerca di essere realistica. ma di solito lo è troppo (cinica, appunto). e nell'eccesso di realismo ci sono delle contraddizioni e degli autogol clamorosi.
ci vuole un giusto equilibrio. c'è un trattato del 1975 che dice che non bisogna interferire con gli affari degli altri Stati sovrani. sarebbe cosa buona e giusta. il problema resta sempre l'eccessiva dipendenza energetica da paesi che seguono logiche diverse (in Africa e M.O.). poi ci meravigliamo dell'estremismo e del terrorismo. e grazie al cazzo, gli rompiam semrpe le palle....