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Vecchio 26-08-2023, 04:01   #1
Esperto
 

Chiedo il parere degli utenti a cui è stata diagnosticata la depressione reattiva, per capire l'efficacia di una terapia farmacologica.

Il dubbio è legato al fatto che la terapia standard penso tenda a puntare su farmaci che aiutino a vedere che molte sono paranoie create dalla nostra mente. Ma la depressione reattiva è legata a fatti reali, come può avere effetto? Qualcuno ci è passato?
Vecchio 26-08-2023, 09:29   #2
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Ti rispondo in privato
Vecchio 26-08-2023, 13:35   #3
Esperto
L'avatar di NatoMorto
 

Per quel che ne so ci sono due tipi di depressione : endogena e reattiva... Quella endogena non è legata a fattori esterni.... Geneticamente è legata a fattori innati e si manifesta la prima volta in seguito ad un banale fattore esterno. Invece quella reattiva è legata a fattori esterni e di solito si manifesta in seguito a seri avvenimenti traumatici o di stress... Una volta somatizzato il trauma o quel che è la depressione dovrebbe passare... Nel periodo depressivo di solito si assumono psicofarmaci per attutire la "malattia"...
Vecchio 26-08-2023, 19:13   #4
Esperto
 

Io pensavo di avere una depressione causata dalla mia situazione, da quando ho preso i farmaci invece ho capito che ero sempre stato cronicamente depresso e ho visto per la prima volta il mondo senza quel velo oscuro.

Penso che nel caso di depressione reattiva se prendessi i farmaci, tu ci pensi meno e basta, al massimo scende l'ansia, ma i pensieri negativi non spariscono, semplicemente diventi meno sensibile...
Vecchio 26-08-2023, 19:16   #5
Banned
 

Nel mio caso è rientrata senza farmaci dopo un paio di mesi in seguito ad un evento stressante
Vecchio 26-08-2023, 20:16   #6
Esperto
 

Grazie a tutti per i pareri, spero davvero rientri da sola la situazione, ma ho davvero paura perché negli ultimi tre giorni a causa dei pensieri intrusivi ho mangiato seriamente solo una volta e dormito un massimo di 5/6 ore (e anche stanotte la vedo dura) pur lavorando sia giovedì che venerdì.
Purtroppo causa ferie non ho ancora avuto modo di parlarne con la terapista, che rientra a settembre, per valutare quindi un consulto psichiatrico per la somministrazione dei farmaci, anche confesso ne ho molto timore.
Grazie ancora davvero a tutti
Vecchio 27-08-2023, 12:44   #7
Esperto
L'avatar di Da'at
 

In entrambi i casi la chimica del cervello risulta sballata.
Hai ragione ad essere scettico sul potenziale curativo degli psicofarmaci in caso di depressione reattiva.
Faccio un esempio relativo alla mia eaperienza personale: la mia dottoressa mi prescrive lo zoloft (un inibitore della ricaptazione della serotonina, ricordarsi questo punto) e due settimane di malattia, perché a causa del lavoro sono depresso.
In quelle due settimane lo zoloft fa in tempo a reagire. La poca serotonina prodotta dal mio organismo non viene più riassorbita e quindi si accumula, rendendo la comunicazione tra gli spazi intersinaptici dei neuroni più efficiente e quindi procurando un senso di buon umore.
Poi cos'è successo? È successo che sono tornato al lavoro. E la situazione era ormai talmente compromessa sul piano delle relazioni coi colleghi, che non veniva evidentemente più prodotta serotonina. Hai voglia a impedirne la ricaptazione, se non viene prodotta.
Morale della favola: l'effetto dell'antidepressivo è svanito.
Tutto questo fino a quando decido di licenziarmi: lì ho avuto un picco di euforia finanche eccessivo. Probabilmente questa decisione ha scatenato un massiccio surge di neurotrasmettitori.

Quindi, la morale? La morale è che non esistono solo gli inibitori della ricaptazione.
Ci sono gli antagonisti, gli agonisti parziali, gli agonisti totali, gli sms, ecc. ecc.

E pertanto val la pena provare a curare la depressione reattiva con i farmaci, anche per vedere cosa succede (visto che coi farmaci si va sempre un po' a tentativi) e capire se è il caso di continuare a usare la prima prescrizione o cambiare strategia.
Vecchio 27-08-2023, 13:04   #8
Esperto
 

Quote:
Originariamente inviata da Da'at Visualizza il messaggio
In entrambi i casi la chimica del cervello risulta sballata.
Hai ragione ad essere scettico sul potenziale curativo degli psicofarmaci in caso di depressione reattiva.
Faccio un esempio relativo alla mia eaperienza personale: la mia dottoressa mi prescrive lo zoloft (un inibitore della ricaptazione della serotonina, ricordarsi questo punto) e due settimane di malattia, perché a causa del lavoro sono depresso.
In quelle due settimane lo zoloft fa in tempo a reagire. La poca serotonina prodotta dal mio organismo non viene più riassorbita e quindi si accumula, rendendo la comunicazione tra gli spazi intersinaptici dei neuroni più efficiente e quindi procurando un senso di buon umore.
Poi cos'è successo? È successo che sono tornato al lavoro. E la situazione era ormai talmente compromessa sul piano delle relazioni coi colleghi, che non veniva evidentemente più prodotta serotonina. Hai voglia a impedirne la ricaptazione, se non viene prodotta.
Morale della favola: l'effetto dell'antidepressivo è svanito.
Tutto questo fino a quando decido di licenziarmi: lì ho avuto un picco di euforia finanche eccessivo. Probabilmente questa decisione ha scatenato un massiccio surge di neurotrasmettitori.

Quindi, la morale? La morale è che non esistono solo gli inibitori della ricaptazione.
Ci sono gli antagonisti, gli agonisti parziali, gli agonisti totali, gli sms, ecc. ecc.

E pertanto val la pena provare a curare la depressione reattiva con i farmaci, anche per vedere cosa succede (visto che coi farmaci si va sempre un po' a tentativi) e capire se è il caso di continuare a usare la prima prescrizione o cambiare strategia.
Secondo te se io esprimessi un dubbio alla mia psichiatra riguardo al fatto che la mia depressione sia causata da un deficit di dopamina piuttosto che serotonina o l'altre neurotrasmissioni, mi prenderebbe in antipatia perchè voglio fare il suo lavoro?
Dico questo perchè durante la fase iniziale del bupropione stavo da dio, non avevo ansia e riuscivo a uscire di casa e mostrarmi al mondo senza quella pesantezza che provo di solito, siccome so che inizialmente il bupropione fa effetto sulla dopamina, un pò come la cocaina ma leggera (vedi su reddit), quando si è stabilizzato il farmaco sono tornato leggermente apatico e svogliato (ma l'ansia è quasi sparita), ecco siccome ho visto l'altra faccia della medaglia, ho avuto più insight rispetto alla mia depressione cronica, e penso che sia la dopamina il problema più grande, forse mi sbaglio, ma la mia esperienza mi fa pensare questo.
Gli SSRI a mio parere sono ansiolitici e non veri antidepressivi, i veri antidepressivi sono gli IMAO o quelli che agiscono sulla dopamina secondo me.
Vecchio 27-08-2023, 14:47   #9
Esperto
L'avatar di Da'at
 

Quote:
Originariamente inviata da edward00767 Visualizza il messaggio
Secondo te se io esprimessi un dubbio alla mia psichiatra riguardo al fatto che la mia depressione sia causata da un deficit di dopamina piuttosto che serotonina o l'altre neurotrasmissioni, mi prenderebbe in antipatia perchè voglio fare il suo lavoro?
C'è il rischio. Nel caso, fallo con tatto e rispetto, e parla essenzialmente delle tue esperienze, tralasciando invece le tue opinioni (tipo quella secondo cui gli SSRI non sono veri antidepressivi).
Ringraziamenti da
edward00767 (27-08-2023)
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