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17-01-2008, 12:37
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#1
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Avanzato
Qui dal: Jul 2007
Messaggi: 332
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17-01-2008, 14:35
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#2
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Esperto
Qui dal: Nov 2006
Ubicazione: bg
Messaggi: 732
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Cara cc74 è sempre difficile capire da alcune parole cosa prova una persona,, io mi ci ritrovo molto in quello che hai scritto, pure io sto facendo psicoterapia, anzi tra mezz'ora ci vado e mi aiuta ma non frena la mia rabbia, la mia paura e le nie ansie...è una dura guerra ma le grosse imprese comportano sempre grosse perdite...io ci provo
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17-01-2008, 15:20
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#3
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Avanzato
Qui dal: Oct 2007
Messaggi: 428
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io invece nn so sesmettere di andare dallo psicologo...diciamo che nn mi sta servendo a molto...e costa tanto...nn penso che mi possa aiutare a risolvere i miei problemi...
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17-01-2008, 15:44
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#4
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Avanzato
Qui dal: Jul 2007
Messaggi: 332
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17-01-2008, 15:53
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#5
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Esperto
Qui dal: Sep 2006
Ubicazione: VE
Messaggi: 986
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Io mi ritrovo un po’ in quello che provi e forse potrebbe essere una situazione piuttosto simile alla mia, non lo so. Oltre che essere perennemente afflitta da un’angoscia opprimente e sentirmi di continuo lacerare l’animo e avvertire un nodo soffocante allo stomaco che arriva sino alla gola nell’intento di farmi mancare l’ossigeno, come se non bastasse mi s’aggiunge una gran frustrazione, disperazione, desolazione, e una rabbia che non faccio che reprimere nei confronti di mio padre, dovuta a continue pene, insulti, rimproveri, colpe che non fa che addossarmi in continuazione. Io mi sento colpevole del mio stesso male. Ci ho riflettuto… dico “mio” male, intendendo appunto un male endogeno, e questo tipo di male è inconcepibile per molti, quando invece si tratta d’un male proveniente dall’esterno allora la responsabilità non è più nostra, ma proviene da fattori esterni, e allora siamo giustificati e compresi, nel caso in cui il male ha origini endogene, si è responsabili perché questo proviene dal noi stessi,dal nostro interno, quindi “noi” stessi siamo (considerati) i colpevoli, e mio padre è una di quelle persone che vuole una spiegazione logica e coerente ad ogni situazione, evento, conseguenza… quando questa è inconscia e inspiegabile. Se mi vede piangere (e rare volte, perché cerco sempre di evitarlo in sua presenza), dà in escandescenza quando alla richiesta di una spiegazione gli rivolgo per tutta risposta un flebile “non lo so, non mi biasimare, te ne prego”…. Non fa che caricarmi di colpe per la mia inerzia… mi carica di rimproveri, insulti infondati, l’unica ragione è il mio male e la sua giustificazione è l’incomprensibilità.
Si, infondo ha tentato di aiutarmi in tutte le maniere e da quattro anni a questa parte ho seguito varie terapie psicologiche integrate a quelle farmacologiche, ho tentato davvero di tutto e non sono che peggiorata ulteriormente, e lui, rimproverandomi in continuazione di ciò, non fa che incrementare il mio dolore con ulteriori supplementi di sofferenza.
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17-01-2008, 16:01
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#6
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Principiante
Qui dal: Dec 2007
Messaggi: 9
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beh io sfogo la mia rabbia di vita sulla mia città che mi fa schifo, la gente che c'è (da cui comunque ho avuto pessime esperienze). sui i miei che non voglio vedere mai e che non sopporto. che più??
non vedo l'ora di andarmene, cambiare vita, cancellare tutto quello che ho vissuto qua e scoprire la mia vera identità.
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17-01-2008, 17:33
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#7
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Principiante
Qui dal: Jan 2008
Messaggi: 27
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Quote:
Originariamente inviata da cc74
Da quasi due anni sto facendo psicoterapia per venir fuori dalla depressione.
La rabbia che provo la odio, la reprimo o la riverso su di me. Questo brevemente un pezzo di strada che ho fatto. Per il momento ho capito questa cosa, ne dovrò capire altre e imparare altre soluzioni.
Sono incazzata nera con mio padre e oggi avrei voglia di urlarglielo addosso con tanta violenza. Ma non posso, perchè comunque gli voglio bene e non voglio ferirlo.
Non voglio ferirlo come lui fa con me, ciclicamente, senza una ragione apparente, trattandomi con disprezzo e fastidio.
Sono anni che mi arrovello cercando di capire cosa non va in me per farlo comportare in questo modo.
Ho pensato fossero paranoie ( quindi comunque colpa mia) ma mi sbagliavo.
Ho provato a parlargliene ma mi ha dato della visionaria.
Ho cambiato comportamenti, ma non è servito.
Conclusione, con lui arrivano momenti in cui sono solo tutta sbagliata.
Per questo lo odio. Ho 33 anni e lo odio come se ne avessi 15.
E non vorrei. Perchè l'odio che provo non mi fa stare meglio.
Aspetto settimana prossima con gioia, perchè per quanto faticoso e doloroso in terapia riesco a prendere in mano i miei sentimenti e voglio vedere cosa farò con l'odio.
Urlo al vento, sperando che un acquazzone si scateni sopra di me lavandomi l'anima.
ops: Domani mi vergognerò di quello che ho scritto. Pazienza.
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Ma andartene di casa, costruirti una vita tua autonoma nò? (se lavori e puoi permettertelo) Perchè il tuo mi sembra un atteggiamento masochistico, non si puo vivere aspettando una seduta di psicoterapia dopo l'altra come scopo di vita, usa la rabbia per costruire anzichè per distruggere.
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17-01-2008, 18:25
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#8
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Banned
Qui dal: Dec 2007
Messaggi: 1,145
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noi spesso cerchiamo di cambiare.il problema e che quelli intorno a noi non cambiano.non hanno la sensibilità molto spesso di sentire la nostra sofferenza,i nostri sforzi.non capisco quello che provi.ma ti sono vicino.
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