Amylee17 |
17-01-2008 15:53 |
Io mi ritrovo un po’ in quello che provi e forse potrebbe essere una situazione piuttosto simile alla mia, non lo so. Oltre che essere perennemente afflitta da un’angoscia opprimente e sentirmi di continuo lacerare l’animo e avvertire un nodo soffocante allo stomaco che arriva sino alla gola nell’intento di farmi mancare l’ossigeno, come se non bastasse mi s’aggiunge una gran frustrazione, disperazione, desolazione, e una rabbia che non faccio che reprimere nei confronti di mio padre, dovuta a continue pene, insulti, rimproveri, colpe che non fa che addossarmi in continuazione. Io mi sento colpevole del mio stesso male. Ci ho riflettuto… dico “mio” male, intendendo appunto un male endogeno, e questo tipo di male è inconcepibile per molti, quando invece si tratta d’un male proveniente dall’esterno allora la responsabilità non è più nostra, ma proviene da fattori esterni, e allora siamo giustificati e compresi, nel caso in cui il male ha origini endogene, si è responsabili perché questo proviene dal noi stessi,dal nostro interno, quindi “noi” stessi siamo (considerati) i colpevoli, e mio padre è una di quelle persone che vuole una spiegazione logica e coerente ad ogni situazione, evento, conseguenza… quando questa è inconscia e inspiegabile. Se mi vede piangere (e rare volte, perché cerco sempre di evitarlo in sua presenza), dà in escandescenza quando alla richiesta di una spiegazione gli rivolgo per tutta risposta un flebile “non lo so, non mi biasimare, te ne prego”…. Non fa che caricarmi di colpe per la mia inerzia… mi carica di rimproveri, insulti infondati, l’unica ragione è il mio male e la sua giustificazione è l’incomprensibilità.
Si, infondo ha tentato di aiutarmi in tutte le maniere e da quattro anni a questa parte ho seguito varie terapie psicologiche integrate a quelle farmacologiche, ho tentato davvero di tutto e non sono che peggiorata ulteriormente, e lui, rimproverandomi in continuazione di ciò, non fa che incrementare il mio dolore con ulteriori supplementi di sofferenza.
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